24-05-2024, 07:48 PM
I'm a perfectionist, so my bossiness definitely comes out.
Saff Zaldan
«Dottore, mi permetta di essere chiara. Comprendo il suo desiderio di aiutare, ma la sua salute è una priorità per il benessere dell'equipaggio. Se avessi il minimo sospetto che non fosse lucido, la mia posizione sarebbe diversa, ma sono consapevole della sua dedizione e capacità. Detto ciò, procederò con una scansione neurale rapida per assicurarmi che non ci siano anomalie, non appena mi rendo conto che qualcosa non mi torna» dissi seriamente. La sua determinazione e la sua insistenza di essere utile erano ammirevoli, ma dovevo essere certa che non stesse mettendo a rischio se stesso o gli altri. Mentre ci dirigevamo verso la sala mensa, mi domandavo se la sua inquietudine fosse un sintomo della malattia o una risposta razionale alla situazione di emergenza a bordo della Voyager. Gli infetti avevano dimostrato più volte di poter superare le nostre barriere di sicurezza, e l'aria di sospetto era palpabile in ogni angolo della nave.
Quando arrivammo alla sala mensa, fui accolta da uno sguardo sorpreso del capitano, che non si aspettava di vedere Kaz in piedi così presto. Dopo una rapida spiegazione della situazione della sicurezza da parte del capitano, fui invitata a fornire un aggiornamento sulla cura.
Kaz iniziò a spiegare i risultati preliminari: il decesso di Reid, il peggioramento di altri due soggetti, l'assenza di cambiamenti in uno e segni di miglioramento in due. Le sue parole risuonavano di una speranza cauta ma anche di un chiaro riconoscimento delle sfide che avevamo ancora davanti. La cura sperimentale stava fornendo informazioni preziose, ma non era ancora una soluzione definitiva. Il capitano, evidentemente preoccupato per la proposta di scendere su Praxion VI, volle sapere se le informazioni ottenute finora fossero sufficienti per abbandonare quella missione rischiosa. Kaz, visibilmente affaticato, passò la domanda a me.
«Capitano, la situazione è complessa» iniziai, cercando di mettere ordine nei miei pensieri. «Le informazioni che abbiamo raccolto sono utili, ma non ancora sufficienti per garantire una cura definitiva. Gli esiti misti che abbiamo osservato suggeriscono che ci sono ancora molte variabili che non comprendiamo appieno. La discesa su Praxion VI, sebbene rischiosa, potrebbe fornirci campioni e dati critici per comprendere meglio le mutazioni del virus e sviluppare una cura più efficace.»
Mi presi un momento per guardare i volti degli ufficiali intorno a me, cercando di trasmettere la gravità ma anche la necessità delle nostre azioni. «Dobbiamo considerare tutte le opzioni. La sicurezza del nostro equipaggio è la priorità, ma anche trovare una soluzione a questa epidemia. Credo che una missione ben pianificata su Praxion VI, con tutte le misure di sicurezza possibili, sia un rischio che dobbiamo prendere in considerazione.»
Mentre parlavo, Polina aveva riacceso Nina dall'infermeria e inviato i dati più recenti ai terminali della sala mensa. La presenza del MOE, sebbene non fisica, era essenziale per mantenere un flusso costante di informazioni e per assicurarsi che le decisioni fossero basate sui dati più aggiornati.
Mentre il dottor Kaz si preparava una tazza di caffè, sentii il peso delle nostre... o della mia? responsabilità. Ogni decisione presa avrebbe avuto ripercussioni significative, e dovevamo agire tempestivamente, temevo esiti peggiori.
Quando arrivammo alla sala mensa, fui accolta da uno sguardo sorpreso del capitano, che non si aspettava di vedere Kaz in piedi così presto. Dopo una rapida spiegazione della situazione della sicurezza da parte del capitano, fui invitata a fornire un aggiornamento sulla cura.
Kaz iniziò a spiegare i risultati preliminari: il decesso di Reid, il peggioramento di altri due soggetti, l'assenza di cambiamenti in uno e segni di miglioramento in due. Le sue parole risuonavano di una speranza cauta ma anche di un chiaro riconoscimento delle sfide che avevamo ancora davanti. La cura sperimentale stava fornendo informazioni preziose, ma non era ancora una soluzione definitiva. Il capitano, evidentemente preoccupato per la proposta di scendere su Praxion VI, volle sapere se le informazioni ottenute finora fossero sufficienti per abbandonare quella missione rischiosa. Kaz, visibilmente affaticato, passò la domanda a me.
«Capitano, la situazione è complessa» iniziai, cercando di mettere ordine nei miei pensieri. «Le informazioni che abbiamo raccolto sono utili, ma non ancora sufficienti per garantire una cura definitiva. Gli esiti misti che abbiamo osservato suggeriscono che ci sono ancora molte variabili che non comprendiamo appieno. La discesa su Praxion VI, sebbene rischiosa, potrebbe fornirci campioni e dati critici per comprendere meglio le mutazioni del virus e sviluppare una cura più efficace.»
Mi presi un momento per guardare i volti degli ufficiali intorno a me, cercando di trasmettere la gravità ma anche la necessità delle nostre azioni. «Dobbiamo considerare tutte le opzioni. La sicurezza del nostro equipaggio è la priorità, ma anche trovare una soluzione a questa epidemia. Credo che una missione ben pianificata su Praxion VI, con tutte le misure di sicurezza possibili, sia un rischio che dobbiamo prendere in considerazione.»
Mentre parlavo, Polina aveva riacceso Nina dall'infermeria e inviato i dati più recenti ai terminali della sala mensa. La presenza del MOE, sebbene non fisica, era essenziale per mantenere un flusso costante di informazioni e per assicurarsi che le decisioni fossero basate sui dati più aggiornati.
Mentre il dottor Kaz si preparava una tazza di caffè, sentii il peso delle nostre... o della mia? responsabilità. Ogni decisione presa avrebbe avuto ripercussioni significative, e dovevamo agire tempestivamente, temevo esiti peggiori.