21-08-2024, 10:45 AM
La mia vita è dedicata alla grandezza di Cardassia. Ogni decisione, ogni azione è rivolta al bene del nostro popolo e alla sicurezza del nostro impero.
Mindur Damar Cardassiano
Osservavo la scena con calma apparente, ma internamente non vedevo l’ora di concludere quelle chiacchiere e passare finalmente all'azione. Quel gioco di sottigliezze e diffidenza stava iniziando a stancarmi. Volevo solo mettere le mani su quel dispositivo e chiudere questa faccenda nel modo più efficiente possibile, ma come sempre, era necessario mantenere la facciata cordiale e professionale.
Quando Ailam parlò, la sua osservazione fu precisa e pacata, ma notai il lieve disagio con cui cercava di convincere Torak a collaborare. Un’ottima performance da parte sua, considerando che non è abituato a questo genere di trattative. Tuttavia, il vero test era capire quanto interesse potesse suscitare il dispositivo in questione nell’ingegnere.
Torak si rivelò freddo e calcolatore come previsto. Quando iniziò a parlare, con la sua solita indifferenza ben calibrata, non feci altro che osservare attentamente ogni sfumatura del suo volto. La mia esperienza mi ha insegnato che spesso il vero interesse o la vera paura si manifestano in dettagli impercettibili. Ed eccolo lì, il momento di debolezza: quando Ailam gli passò il PADD con i dettagli del progetto, vidi la sorpresa attraversare il suo sguardo. Un lampo di curiosità che per un attimo tradì la sua maschera di distacco: il dispositivo aveva colpito nel segno, esattamente come mi aspettavo.
«Mi faccia capire… voi siete in possesso di questo macchinario?» chiese Torak, con un sospetto velato. Sapevo che stava valutando tutte le opzioni. Se collaborare, fuggire, o tentare di giocare su più tavoli. Perfettamente prevedibile. Tuttavia, la sua curiosità lo stava tradendo.
«Non siamo in possesso del dispositivo, come dicevo prima, lo abbiamo solo trovato; ma il tempo non è dalla nostra parte. Non possiamo permetterci di tergiversare oltre. Questo è il motivo per cui ci siamo presi il disturbo di venire personalmente qui. Questo dispositivo potrebbe avere implicazioni critiche per la sicurezza di Cardassia, e lei è la persona più indicata per decifrarne il funzionamento.» risposi con tono calmo e professionale.
Torak continuava a tamburellare con le dita sulla scrivania, un chiaro segno che il suo cervello stava lavorando a pieno ritmo. Sapevo che lo avevamo in pugno, ma era ancora riluttante a cedere completamente.
«Ammettiamo che sia interessato...» temporeggiò, cercando di mascherare il suo crescente coinvolgimento. «Quanto dovrebbe durare questo progetto? E soprattutto… siete consapevoli che si tratta di una macchina che necessita di una programmazione, vero? Se volete che estrapoli qualcosa di utilizzabile avrò bisogno di sapere cosa volete farci.»
Eccola lì, la domanda cruciale. Mi aspettavo che arrivasse prima o poi. Era naturale che volesse capire l’uso che intendevamo fare di quel dispositivo. Rimasi calmo e risposi con la stessa precisione che avevo usato fin dall'inizio.
«Il nostro obiettivo primario è valutare le capacità del dispositivo e comprendere se può essere utilizzato per scopi difensivi o strategici. In particolare, ci interessa capire se la tecnologia di cui è dotato possa essere adattata per rafforzare le difese di Cardassia o, se necessario, per neutralizzare minacce potenziali. Tuttavia, la natura esatta delle sue applicazioni dipenderà dall’analisi dettagliata che voi due sarete in grado di fornire. Questo è il motivo per cui abbiamo bisogno della vostra esperienza.Voi siete due dei pochi in grado di comprendere davvero la complessità di questo macchinario.»
Torak sembrava riflettere intensamente, probabilmente valutando i rischi e i benefici di accettare l’incarico. Il gioco di manipolazione era arrivato al punto critico.
«Signor Torak, la durata del progetto dipenderà dalle variabili che incontreremo sul campo, ma le assicuro che non abbiamo intenzione di trattenerla oltre il necessario. Il suo lavoro qui non verrà compromesso. Avrà la libertà di tornare alle sue attività una volta conclusa la missione. Per quanto riguarda la programmazione del dispositivo, ecco dove entra in gioco la sua esperienza. La programmazione è esattamente ciò di cui abbiamo bisogno, e sappiamo che lei è l’unico in grado di comprendere fino in fondo la tecnologia coinvolta.»
Guardai che Torak restituì il PADD ad Ailam, mantenendo lo stesso tono cordialmente professionale che aveva accompagnato tutta la conversazione. «Ora, signor Torak, le chiedo di prendersi un momento per considerare quanto detto. Sa già cosa c’è in gioco, e siamo qui per garantire che tutto proceda nel modo più sicuro ed efficace possibile.»
Mi alzai dalla sedia, facendo segno ad Ailam di seguirmi. «Attendo la sua decisione, ma le suggerisco di non prendere troppo tempo. Il dispositivo è in attesa, e il futuro di Cardassia potrebbe dipendere da ciò che scopriremo.»
Con quelle parole, mi avvicinai alla porta. Sapevo che Torak era già convinto, ma volevo dargli l’illusione di avere ancora il controllo. Era un gioco di equilibri, e in queste situazioni la pazienza e la sottile manipolazione erano le armi migliori.
Mentre uscivamo dall’ufficio, l’aria fintamente cordiale si fece più intensa. Mi rivolsi a Ailam con un tono che nascondeva la mia impazienza. «Questa situazione sta iniziando a divertirmi.» dissi, ma sotto quella facciata di cortesia, l’unica cosa che desideravo era portare a termine tutto e mettere le mani su quel dispositivo. Il gioco stava per diventare molto più interessante.
Quando Ailam parlò, la sua osservazione fu precisa e pacata, ma notai il lieve disagio con cui cercava di convincere Torak a collaborare. Un’ottima performance da parte sua, considerando che non è abituato a questo genere di trattative. Tuttavia, il vero test era capire quanto interesse potesse suscitare il dispositivo in questione nell’ingegnere.
Torak si rivelò freddo e calcolatore come previsto. Quando iniziò a parlare, con la sua solita indifferenza ben calibrata, non feci altro che osservare attentamente ogni sfumatura del suo volto. La mia esperienza mi ha insegnato che spesso il vero interesse o la vera paura si manifestano in dettagli impercettibili. Ed eccolo lì, il momento di debolezza: quando Ailam gli passò il PADD con i dettagli del progetto, vidi la sorpresa attraversare il suo sguardo. Un lampo di curiosità che per un attimo tradì la sua maschera di distacco: il dispositivo aveva colpito nel segno, esattamente come mi aspettavo.
«Mi faccia capire… voi siete in possesso di questo macchinario?» chiese Torak, con un sospetto velato. Sapevo che stava valutando tutte le opzioni. Se collaborare, fuggire, o tentare di giocare su più tavoli. Perfettamente prevedibile. Tuttavia, la sua curiosità lo stava tradendo.
«Non siamo in possesso del dispositivo, come dicevo prima, lo abbiamo solo trovato; ma il tempo non è dalla nostra parte. Non possiamo permetterci di tergiversare oltre. Questo è il motivo per cui ci siamo presi il disturbo di venire personalmente qui. Questo dispositivo potrebbe avere implicazioni critiche per la sicurezza di Cardassia, e lei è la persona più indicata per decifrarne il funzionamento.» risposi con tono calmo e professionale.
Torak continuava a tamburellare con le dita sulla scrivania, un chiaro segno che il suo cervello stava lavorando a pieno ritmo. Sapevo che lo avevamo in pugno, ma era ancora riluttante a cedere completamente.
«Ammettiamo che sia interessato...» temporeggiò, cercando di mascherare il suo crescente coinvolgimento. «Quanto dovrebbe durare questo progetto? E soprattutto… siete consapevoli che si tratta di una macchina che necessita di una programmazione, vero? Se volete che estrapoli qualcosa di utilizzabile avrò bisogno di sapere cosa volete farci.»
Eccola lì, la domanda cruciale. Mi aspettavo che arrivasse prima o poi. Era naturale che volesse capire l’uso che intendevamo fare di quel dispositivo. Rimasi calmo e risposi con la stessa precisione che avevo usato fin dall'inizio.
«Il nostro obiettivo primario è valutare le capacità del dispositivo e comprendere se può essere utilizzato per scopi difensivi o strategici. In particolare, ci interessa capire se la tecnologia di cui è dotato possa essere adattata per rafforzare le difese di Cardassia o, se necessario, per neutralizzare minacce potenziali. Tuttavia, la natura esatta delle sue applicazioni dipenderà dall’analisi dettagliata che voi due sarete in grado di fornire. Questo è il motivo per cui abbiamo bisogno della vostra esperienza.Voi siete due dei pochi in grado di comprendere davvero la complessità di questo macchinario.»
Torak sembrava riflettere intensamente, probabilmente valutando i rischi e i benefici di accettare l’incarico. Il gioco di manipolazione era arrivato al punto critico.
«Signor Torak, la durata del progetto dipenderà dalle variabili che incontreremo sul campo, ma le assicuro che non abbiamo intenzione di trattenerla oltre il necessario. Il suo lavoro qui non verrà compromesso. Avrà la libertà di tornare alle sue attività una volta conclusa la missione. Per quanto riguarda la programmazione del dispositivo, ecco dove entra in gioco la sua esperienza. La programmazione è esattamente ciò di cui abbiamo bisogno, e sappiamo che lei è l’unico in grado di comprendere fino in fondo la tecnologia coinvolta.»
Guardai che Torak restituì il PADD ad Ailam, mantenendo lo stesso tono cordialmente professionale che aveva accompagnato tutta la conversazione. «Ora, signor Torak, le chiedo di prendersi un momento per considerare quanto detto. Sa già cosa c’è in gioco, e siamo qui per garantire che tutto proceda nel modo più sicuro ed efficace possibile.»
Mi alzai dalla sedia, facendo segno ad Ailam di seguirmi. «Attendo la sua decisione, ma le suggerisco di non prendere troppo tempo. Il dispositivo è in attesa, e il futuro di Cardassia potrebbe dipendere da ciò che scopriremo.»
Con quelle parole, mi avvicinai alla porta. Sapevo che Torak era già convinto, ma volevo dargli l’illusione di avere ancora il controllo. Era un gioco di equilibri, e in queste situazioni la pazienza e la sottile manipolazione erano le armi migliori.
Mentre uscivamo dall’ufficio, l’aria fintamente cordiale si fece più intensa. Mi rivolsi a Ailam con un tono che nascondeva la mia impazienza. «Questa situazione sta iniziando a divertirmi.» dissi, ma sotto quella facciata di cortesia, l’unica cosa che desideravo era portare a termine tutto e mettere le mani su quel dispositivo. Il gioco stava per diventare molto più interessante.