24-08-2016, 09:49 AM
Marjorie Hye Midway
Android
Ora che il capitano si era sfogato, la parte di lei più emotiva non poteva fare a meno di sentirsi dispiaciuta per la sua interpretazione fin troppo letterale della domanda precedente: si era comportata come un androide, rifiutando di interpretare la domanda in modo corretto tramite il chip emotivo. In un certo senso, era stancante avere a che fare con forme di vita non vulcaniane. Un vulcaniano avrebbe accettato la sua risposta come corretta, un trill evidentemente no. A quanto pare si era rinchiusa a New Vulcano per troppo tempo... per quanto, beh, dannazione, aveva anche vicini non vulcaniani!
"Marjorie Hye Midway, alias AI-M175, ex-intelligenza artificiale della Stazione Midway. Sono registrata nel database federale come androide di proprietà del dottor Alexander Isaac Midway, professore all'Accademia della Flotta Stellare e collaboratore della Flotta." Si decise a rispondere in modo completo, per quanto ogni parola fosse come un pugno al cuore. Era doloroso, per lei che era stata programmata per immedesimarsi in una forma di vita, ammettere di essere solo una macchina. E ancora più doloroso era ricordarsi del fatto che, in fin dei conti, le forme di vita artificiali non erano considerate al pari di una vera e propria forma di vita. Era semplicemente una macchina, di proprietà del suo creatore. Inutile dire che il suo chip emotivo stava lavorando fin troppo in quel momento.
"E, prima che me lo chieda, ..." Aggiunse, visto che non le era sfuggito l'ordine dato dal capitano al sottufficiale. "... mi trovo su questa stazione perché devo raggiungere mio padr... il mio creatore a San Francisco. Non ho nulla a che fare con gli attuali malfunzionamenti."
"Marjorie Hye Midway, alias AI-M175, ex-intelligenza artificiale della Stazione Midway. Sono registrata nel database federale come androide di proprietà del dottor Alexander Isaac Midway, professore all'Accademia della Flotta Stellare e collaboratore della Flotta." Si decise a rispondere in modo completo, per quanto ogni parola fosse come un pugno al cuore. Era doloroso, per lei che era stata programmata per immedesimarsi in una forma di vita, ammettere di essere solo una macchina. E ancora più doloroso era ricordarsi del fatto che, in fin dei conti, le forme di vita artificiali non erano considerate al pari di una vera e propria forma di vita. Era semplicemente una macchina, di proprietà del suo creatore. Inutile dire che il suo chip emotivo stava lavorando fin troppo in quel momento.
"E, prima che me lo chieda, ..." Aggiunse, visto che non le era sfuggito l'ordine dato dal capitano al sottufficiale. "... mi trovo su questa stazione perché devo raggiungere mio padr... il mio creatore a San Francisco. Non ho nulla a che fare con gli attuali malfunzionamenti."