13-01-2017, 11:32 AM
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Enomis Curzon
Joined Trill
Non è facile muoversi tra le varie consolle e guadagnarne una. Soprattutto in una situazione del genere e in un posto del genere. Il controllo di volo interno, come da nome, è responsabile di tutte le operazioni di volo nel bacino spaziale della stazione e, che si tratti di navette o di vere e proprie navi stellari, non ci si può permettere uno schianto poiché questo significherebbe la distruzione di una buona parte del complesso, se non tutta la struttura... Questo è il motivo per il quale tutte le consolle erano occupate e tutti gli operatori stavano sudando freddo nel richiedere a tutti i vascelli presenti nel molo d'attracco un "full stop" d'emergenza fino a nuovo ordine.
E in tutto questo, nessuno si era preso più di tanto tempo per capire chi fossero i due sbucati dal condotto sotto al pavimento. Certo, una volta accertatisi che non fossero una minaccia si erano subito rigirati verso la propria postazione a premere bottoni come degli automi, ma il punto era un altro: a me e alla mia ospite serviva una consolle.
"Vieni!" e mi avvicino ad una consolle primaria "questa dovrebbe essere collegata ai sistemi chiave e al computer centrale con un collegamento diretto, beh quasi..." la voce un po' titubante, non ero ancora certo di potermi fidare al 100%.
"Tenente! La rilevo, mi assista nell'interfaccia..." e questo povero Tenente, una volta realizzato che io ero il capitano, mi lasciò fare. In effetti non è da tutti i giorni vedere il capitano al controllo di volo, se non per ispezioni che per lo più sono una formalità istituzionale.
"Lei." puntando ancora una volta l'androide "mi dica che tipo di collegamento le serve per interfacciarsi" la osservo nei suoi occhi artificiali, nella speranza di captarne le emozioni, ingenuamente, come se potessi farlo. Come se parlassi con una persona e volessi capire se fidarmi o no.
Nel frattempo, come ultima cosa, chiedo quale sia la situazione al tenente in rosso e sblocco la consolle con il mio codice di comando.
E in tutto questo, nessuno si era preso più di tanto tempo per capire chi fossero i due sbucati dal condotto sotto al pavimento. Certo, una volta accertatisi che non fossero una minaccia si erano subito rigirati verso la propria postazione a premere bottoni come degli automi, ma il punto era un altro: a me e alla mia ospite serviva una consolle.
"Vieni!" e mi avvicino ad una consolle primaria "questa dovrebbe essere collegata ai sistemi chiave e al computer centrale con un collegamento diretto, beh quasi..." la voce un po' titubante, non ero ancora certo di potermi fidare al 100%.
"Tenente! La rilevo, mi assista nell'interfaccia..." e questo povero Tenente, una volta realizzato che io ero il capitano, mi lasciò fare. In effetti non è da tutti i giorni vedere il capitano al controllo di volo, se non per ispezioni che per lo più sono una formalità istituzionale.
"Lei." puntando ancora una volta l'androide "mi dica che tipo di collegamento le serve per interfacciarsi" la osservo nei suoi occhi artificiali, nella speranza di captarne le emozioni, ingenuamente, come se potessi farlo. Come se parlassi con una persona e volessi capire se fidarmi o no.
Nel frattempo, come ultima cosa, chiedo quale sia la situazione al tenente in rosso e sblocco la consolle con il mio codice di comando.