16-01-2017, 05:57 PM
Marjorie Hye Midway
Android
Un virus... Se si fosse davvero trattato di un virus, lei come avrebbe dovuto comportarsi? Se doveva essere sincera una parte di lei temeva cosa avrebbe potuto fare un virus al suo sistema una volta infettata. Quando era collegata alla Stazione Midway a fronteggiare il virus ci avrebbe pensato il nucleo, che avrebbe disattivato ed analizzato le parti corrotte del sistema, correggendole o formattandole. Ma ora era sola e se le cose si fosse volte al peggio, l'unica cosa che avrebbe potuto fare sarebbe stato lo spegnimento di emergenza dei suoi sistemi. A quel punto sarebbe stato papà a risolvere tutto, eliminando l'infezione e ripristinando le sue funzionalità. E, nel caso peggiore, c'era sempre... no, non doveva pensarci, non doveva. Tutto sarebbe andato per il meglio e, se qualcosa fosse andato storto, il professor Midway avrebbe risolto tutto.
Ora Mid aveva un'opportunità eccezionale, quella di dimostrare a sé stessa, a suo padre e magari alla flotta stellare che lei poteva essere ancora utile. Non poteva permettere alle sue paure... non poteva permettere ad un dannato emotion chip di danneggiare i suoi piani, impedendole di aiutare quelle persone. Se non fosse stato contrario alla volontà di suo padre, Mid avrebbe già disattivato quel fastidioso chip, per impedirgli di compromettere le sue operazioni una volta connessa al computer di Earth Spacedock. Ma, almeno per il momento, poteva tenerlo sotto controllo, quindi avrebbe seguito le indicazioni di suo padre e fronteggiato le sue emozioni come una qualsiasi forma di vita biologica.
"Sì, capitano." Rispose alle parole del comandante Curzon, evitando volutamente il 'sissignore' che tanto avrebbe voluto pronunciare ma che non era sicura di avere il diritto di dire, ora che era solo una civile... o, forse, solo una macchina di proprietà di un civile. Stava per posare la mano sulla console, in modo da avviare la procedura di connessione al computer, quando il capitano si mosse, puntandole un phaser contro e pronunciano una frase che, diamine, quasi mandò in cortocircuito il suo chip emotivo.
"Capitano, per 386 millesimi di secondo ho preso in considerazione la possibilità di disattivare il chip emotivo, a causa della sua azione." Si ritrovò a dire, una volta ripreso in parte il controllo delle sue emozioni. Diamine, il chip emotivo stava ancora rilasciando tonnellate di dati fastidiosi. Paura... sì, lei aveva paura. Paura che il comandante premesse quel grilletto, paura che il virus la infettasse, paura che il professor Midway fosse costretto a ripristinare un suo backup. Era già successo in passato, ma col ripristino di un backup sarebbe stata la stessa persona? Se avesse considerato la cosa come una macchina avrebbe risposto di sì, che avrebbe soltanto perso dei dati di memoria... ma considerandola in modo emotivo, beh, non sarebbe stato come morire e venire sostituita da una copia? Perché un backup in sostanza era quello: una copia dei suoi dati, una copia di sé stessa.
"Per quanto i miei sistemi siano progettati per darmi un'alta libertà di azione e di pensiero, in modo da avvicinarmi all'umanità, per ragioni di sicurezza queste libertà hanno dei limiti ben precisi: non mi è permesso di danneggiare la flotta o la federazione, quindi il mio operato non potrà volutamente danneggiare questa stazione o chi è al suo interno. A meno che, naturalmente, io venga infettata da un eventuale virus presente nel computer a cui mi sto per collegare, eventualità che spero di scongiurare col suo aiuto. Nel caso peggiore, comunque, farò in modo di disattivarmi prima che i miei sistemi siano completamente corrotti, quindi spero vivamente che non risulti necessaria un'operazione drastica come il... friggimento del mio cervello positronico."
Forse quanto detto era in contraddizione con quanto successo durante l'incidente con la USS Constellation e, per questo motivo, Mid aveva sostituito un "non potrò in alcun modo danneggiare" con un più sicuro "non potrò volutamente danneggiare". L'incidente con la Constellation era stato, appunto, un incidente. Non aveva attivato l'intelligenza artificiale della nave con lo scopo di danneggiare la flotta e Deep Space Three. L'aveva fatto senza essere consapevole della pericolosità di quell'A.I. Di conseguenza i suoi sistemi di sicurezza non avevano potuto far niente per fermarla.
"Ora, se lei permette, mi connetterò al sistema della stazione per cercare di comprendere quale sia il problema." Ecco, forse l'avrebbe potuto dire in modo migliore ma, diamine, era arrabbiata! Lei si offriva di aiutare e in cambio si ritrovava un phaser puntato alla testa. Insomma, difficile che il chip emotivo non avesse qualcosa da ridire in proposito, nonostante tutte le giuste motivazioni per cui il capitano si era ritrovato a compiere quel gesto. Paura e rabbia... beh, almeno aveva ripreso il controllo su quelle emozioni, a differenza del picco incontrollato di poco prima. Non avrebbero danneggiato il suo operato, o almeno così sperava. In caso contrario avrebbe potuto disattivare in qualsiasi momento quel dannato chip emotivo.
Se il capitano non avesse detto o fatto qualcosa per fermarla, Mid avrebbe iniziato la procedura di collegamento col computer di Earth Spacedock.
Ora Mid aveva un'opportunità eccezionale, quella di dimostrare a sé stessa, a suo padre e magari alla flotta stellare che lei poteva essere ancora utile. Non poteva permettere alle sue paure... non poteva permettere ad un dannato emotion chip di danneggiare i suoi piani, impedendole di aiutare quelle persone. Se non fosse stato contrario alla volontà di suo padre, Mid avrebbe già disattivato quel fastidioso chip, per impedirgli di compromettere le sue operazioni una volta connessa al computer di Earth Spacedock. Ma, almeno per il momento, poteva tenerlo sotto controllo, quindi avrebbe seguito le indicazioni di suo padre e fronteggiato le sue emozioni come una qualsiasi forma di vita biologica.
"Sì, capitano." Rispose alle parole del comandante Curzon, evitando volutamente il 'sissignore' che tanto avrebbe voluto pronunciare ma che non era sicura di avere il diritto di dire, ora che era solo una civile... o, forse, solo una macchina di proprietà di un civile. Stava per posare la mano sulla console, in modo da avviare la procedura di connessione al computer, quando il capitano si mosse, puntandole un phaser contro e pronunciano una frase che, diamine, quasi mandò in cortocircuito il suo chip emotivo.
"Capitano, per 386 millesimi di secondo ho preso in considerazione la possibilità di disattivare il chip emotivo, a causa della sua azione." Si ritrovò a dire, una volta ripreso in parte il controllo delle sue emozioni. Diamine, il chip emotivo stava ancora rilasciando tonnellate di dati fastidiosi. Paura... sì, lei aveva paura. Paura che il comandante premesse quel grilletto, paura che il virus la infettasse, paura che il professor Midway fosse costretto a ripristinare un suo backup. Era già successo in passato, ma col ripristino di un backup sarebbe stata la stessa persona? Se avesse considerato la cosa come una macchina avrebbe risposto di sì, che avrebbe soltanto perso dei dati di memoria... ma considerandola in modo emotivo, beh, non sarebbe stato come morire e venire sostituita da una copia? Perché un backup in sostanza era quello: una copia dei suoi dati, una copia di sé stessa.
"Per quanto i miei sistemi siano progettati per darmi un'alta libertà di azione e di pensiero, in modo da avvicinarmi all'umanità, per ragioni di sicurezza queste libertà hanno dei limiti ben precisi: non mi è permesso di danneggiare la flotta o la federazione, quindi il mio operato non potrà volutamente danneggiare questa stazione o chi è al suo interno. A meno che, naturalmente, io venga infettata da un eventuale virus presente nel computer a cui mi sto per collegare, eventualità che spero di scongiurare col suo aiuto. Nel caso peggiore, comunque, farò in modo di disattivarmi prima che i miei sistemi siano completamente corrotti, quindi spero vivamente che non risulti necessaria un'operazione drastica come il... friggimento del mio cervello positronico."
Forse quanto detto era in contraddizione con quanto successo durante l'incidente con la USS Constellation e, per questo motivo, Mid aveva sostituito un "non potrò in alcun modo danneggiare" con un più sicuro "non potrò volutamente danneggiare". L'incidente con la Constellation era stato, appunto, un incidente. Non aveva attivato l'intelligenza artificiale della nave con lo scopo di danneggiare la flotta e Deep Space Three. L'aveva fatto senza essere consapevole della pericolosità di quell'A.I. Di conseguenza i suoi sistemi di sicurezza non avevano potuto far niente per fermarla.
"Ora, se lei permette, mi connetterò al sistema della stazione per cercare di comprendere quale sia il problema." Ecco, forse l'avrebbe potuto dire in modo migliore ma, diamine, era arrabbiata! Lei si offriva di aiutare e in cambio si ritrovava un phaser puntato alla testa. Insomma, difficile che il chip emotivo non avesse qualcosa da ridire in proposito, nonostante tutte le giuste motivazioni per cui il capitano si era ritrovato a compiere quel gesto. Paura e rabbia... beh, almeno aveva ripreso il controllo su quelle emozioni, a differenza del picco incontrollato di poco prima. Non avrebbero danneggiato il suo operato, o almeno così sperava. In caso contrario avrebbe potuto disattivare in qualsiasi momento quel dannato chip emotivo.
Se il capitano non avesse detto o fatto qualcosa per fermarla, Mid avrebbe iniziato la procedura di collegamento col computer di Earth Spacedock.