23-02-2019, 10:44 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 23-02-2019, 11:03 PM da KlacK_9.)
Life doesn't entail awareness and I don't know if awareness implies life. Though my firmware imposes me to safeguard both of them: therefore, as I am sentient although not "alive" to you, I want to exist.
N'veyan Krivakh | Vulcan (Android)
Dalle sue prime parole, l'androide constatò che era improbabile ricavare informazioni utili e il proseguire del suo discorso lo confermò, con il suo evitare volutamente l’informazione sul luogo in cui si trovassero.
«Lunga vita e prosperità», ricambiò spontaneamente il saluto della vulcaniana, reggendo il suo sguardo per quanto questo sembrò in un primo momento quasi ostile.
Alla domanda del finto andoriano, N’veyan non si scompose, non si sforzò nemmeno di cercare una risposta appropriata sapendo che in ogni caso non avrebbe fatto domande.
«Oh nulla. Era una semplice battuta», lo liquidò, benché il suo tono inespressivo non supportasse affatto quella giustificazione.
Nel frattempo che le due donne si scambiavano informazioni, estrasse il tricorder dalla sua cintura, scostando appena il camice azzurro per poterne scorgere i risultati.
Il suo processore centrale ebbe un arresto di diverse esecuzioni: per una persona sarebbe equivalso allo sconforto più totale. Alle analisi eseguite quello davanti a loro era un andoriano a tutti gli effetti.
Questo voleva dire che Q era in grado non solo di teletrasportare la materia in aggregazioni complesse come esseri viventi ma era persino in grado di sintetizzarli, in qualche modo. A questo punto non era escluso che persino la villa, se non l’intero pianeta su cui si trovavano fosse una sua “creazione”.
"Ma questo vuol dire anche che..."
Ricontrollò le analisi e approfondì i dati sul display per trovare i valori di carbonio-14.
Doveva fare maggiori analisi ma prima si volse alle due donne. Indietreggiò di qualche passo per non essere a portata d’orecchio del cameriere e parlò a voce molto bassa, cercando comunque di essere udito dal piccolo gruppo che si era formato. Era un’ipotesi che in quel modo Q non avrebbe potuto sentirli ma, in fondo, non aveva modo di saperlo con certezza.
«Potrebbe trattarsi di un altro degli andoriani, forse ognuno di loro impersona un simbolo del Natale», espose la sua teoria. «O magari, se è la personificazione della luce, dovremmo trovare qualcosa di molto luminoso?». Non era convinto di nessuna delle due risposte, ma le alternative avevano probabilità ancora più basse.
Volle rendere comunque loro partecipi anche delle sue informazioni.
«Forse era evidente, ma voglio confermarvelo. Krampus un andoriano», non sottolineò il fatto che quell’informazione fosse un vicolo cieco. «Ma ho analizzato i suoi livelli di carbonio-14. Sono estremamente bassi. Questo potrebbe avere anche altre cause ma sospetto che, se analizzassi tutto ciò che ha originato Q, sarebbero gli stessi per tutti». Parlava velocemente, come preso da una certa trepidazione – si sentiva vicino a una soluzione – ma non per questo meno chiaramente.
Avrebbe potuto fare le sue analisi senza coinvolgerle e ritornare solo a risultati ottenuti, ma l’esperienza gli aveva insegnato che una seconda opinione era sempre opportuna come parametro di confronto e quella della trill e della vulcaniana sembravano un ottimo parametro di confronto. Gli ispiravano fiducia, per diverse motivazioni logiche.
«Se uscissi all’esterno, potrei cercare qualcosa di questo pianeta da analizzare. Rocce, o vegetali. Se hanno l’età che mi aspetto che abbiano, vuol dire che, quantomeno, ci troviamo nel nostro universo, su un vero pianeta», spiegò, nel frattempo i suoi circuiti saltavano rapidamente da una possibile soluzione all’altra, ma non gli venne in mente di dover forse evitare riferimenti troppo chiari al pericolo che stavano correndo, in presenza della bambina.
«Forse potremmo anche capire su quale. Qualche idea?».
«Lunga vita e prosperità», ricambiò spontaneamente il saluto della vulcaniana, reggendo il suo sguardo per quanto questo sembrò in un primo momento quasi ostile.
Alla domanda del finto andoriano, N’veyan non si scompose, non si sforzò nemmeno di cercare una risposta appropriata sapendo che in ogni caso non avrebbe fatto domande.
«Oh nulla. Era una semplice battuta», lo liquidò, benché il suo tono inespressivo non supportasse affatto quella giustificazione.
Nel frattempo che le due donne si scambiavano informazioni, estrasse il tricorder dalla sua cintura, scostando appena il camice azzurro per poterne scorgere i risultati.
Il suo processore centrale ebbe un arresto di diverse esecuzioni: per una persona sarebbe equivalso allo sconforto più totale. Alle analisi eseguite quello davanti a loro era un andoriano a tutti gli effetti.
Questo voleva dire che Q era in grado non solo di teletrasportare la materia in aggregazioni complesse come esseri viventi ma era persino in grado di sintetizzarli, in qualche modo. A questo punto non era escluso che persino la villa, se non l’intero pianeta su cui si trovavano fosse una sua “creazione”.
"Ma questo vuol dire anche che..."
Ricontrollò le analisi e approfondì i dati sul display per trovare i valori di carbonio-14.
Doveva fare maggiori analisi ma prima si volse alle due donne. Indietreggiò di qualche passo per non essere a portata d’orecchio del cameriere e parlò a voce molto bassa, cercando comunque di essere udito dal piccolo gruppo che si era formato. Era un’ipotesi che in quel modo Q non avrebbe potuto sentirli ma, in fondo, non aveva modo di saperlo con certezza.
«Potrebbe trattarsi di un altro degli andoriani, forse ognuno di loro impersona un simbolo del Natale», espose la sua teoria. «O magari, se è la personificazione della luce, dovremmo trovare qualcosa di molto luminoso?». Non era convinto di nessuna delle due risposte, ma le alternative avevano probabilità ancora più basse.
Volle rendere comunque loro partecipi anche delle sue informazioni.
«Forse era evidente, ma voglio confermarvelo. Krampus un andoriano», non sottolineò il fatto che quell’informazione fosse un vicolo cieco. «Ma ho analizzato i suoi livelli di carbonio-14. Sono estremamente bassi. Questo potrebbe avere anche altre cause ma sospetto che, se analizzassi tutto ciò che ha originato Q, sarebbero gli stessi per tutti». Parlava velocemente, come preso da una certa trepidazione – si sentiva vicino a una soluzione – ma non per questo meno chiaramente.
Avrebbe potuto fare le sue analisi senza coinvolgerle e ritornare solo a risultati ottenuti, ma l’esperienza gli aveva insegnato che una seconda opinione era sempre opportuna come parametro di confronto e quella della trill e della vulcaniana sembravano un ottimo parametro di confronto. Gli ispiravano fiducia, per diverse motivazioni logiche.
«Se uscissi all’esterno, potrei cercare qualcosa di questo pianeta da analizzare. Rocce, o vegetali. Se hanno l’età che mi aspetto che abbiano, vuol dire che, quantomeno, ci troviamo nel nostro universo, su un vero pianeta», spiegò, nel frattempo i suoi circuiti saltavano rapidamente da una possibile soluzione all’altra, ma non gli venne in mente di dover forse evitare riferimenti troppo chiari al pericolo che stavano correndo, in presenza della bambina.
«Forse potremmo anche capire su quale. Qualche idea?».