18-08-2019, 10:15 AM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 18-08-2019, 10:26 AM da Vranx.)
Nessun genitore dovrebbe sopravvivere ai propri figli. Mai.
Ma i dadi del Destino non hanno un cuore e invertono a piacimento l’ordine delle cose incuranti di ciò che è giusto e di ciò che non lo è.
In questo, forse, lo scorrere del Tempo è più equo nel distribuire le sue ingiurie.
Erano invecchiati i suoi genitori dall’ultima volta. Più di quanto fosse lecito pensare. La perdita di Innelda aveva scavato solchi profondi nei loro volti, nei loro cuori e nelle loro esistenze che inevitabilmente ormai tendevano a divergere.
Nè Vranx aveva contribuito ad alleviare le loro sofferenze con la sua scelta di andarsene. Ma anche lui aveva le sue esigenze. Doveva pur sopravvivere in qualche modo e restando sarebbe morto dentro.
Adesso il breve periodo di licenza trascorso al Monastero di Tempassa, su Bajor, successivo al trasferimento nella nuova unità era scaduto e forse era un bene che si trovasse su DS9, al molo di attracco dove doveva accogliere i nuovi effettivi assegnati alla Voyager.
Forse sarebbe stato preferibile dare quell’incarico ad un rosso ma quelli, si sa, sono abili ad imboscarsi.
Accompagnato da due marinai, si era appostato pochi metri oltre il portello che si era aperto lasciando defluire i passeggeri del convoglio. Aveva studiato in anticipo, come di sua competenza, le schede personali dei soggetti e adesso li stava valutando di persona. Aveva già visto quelle facce a metà tra l’entusiasmo e il timore dell’inizio di una nuova avventura. A questi era toccato anche di passare per DS9, carica di Storia recente.
Venti passeggeri di cui dodici assegnati alla Voyager. Curioso come tra i passeggeri ci fosse un civile. Forse ci teneva a farsi notare? Non era affar suo e si dedicò a coloro che erano assegnati alle sue cure quando uno dei marinai che lo accompagnavano gli si avvicinò a sussurrargli <C’è qualcosa di strano, signore>.
Vranx non amava spendere parole inutilmente e concesse uno sguardo attento al ragazzo invitandolo a continuare.
Questo gli mostrò il tricorder che segnalava 21 segni vitali umanoidi. <Dovrebbero essere venti>.
La campanella di allarme cominciò a trillargli nella testa.
Accese il suo tricorder e verificò la lettura. 21.
<Un momento di attenzione> fermò i passeggeri prima che superassero la zona di sbarco per avviarsi ai controlli. <Conteggio passeggeri. Solo una formalità> mentì spudoratamente mentre contava rapidamente. Venti. Ricontò ancora. Venti. Perché quel dannato tricorder continuava testardamente a segnalarne 21?
Ma i dadi del Destino non hanno un cuore e invertono a piacimento l’ordine delle cose incuranti di ciò che è giusto e di ciò che non lo è.
In questo, forse, lo scorrere del Tempo è più equo nel distribuire le sue ingiurie.
Erano invecchiati i suoi genitori dall’ultima volta. Più di quanto fosse lecito pensare. La perdita di Innelda aveva scavato solchi profondi nei loro volti, nei loro cuori e nelle loro esistenze che inevitabilmente ormai tendevano a divergere.
Nè Vranx aveva contribuito ad alleviare le loro sofferenze con la sua scelta di andarsene. Ma anche lui aveva le sue esigenze. Doveva pur sopravvivere in qualche modo e restando sarebbe morto dentro.
Adesso il breve periodo di licenza trascorso al Monastero di Tempassa, su Bajor, successivo al trasferimento nella nuova unità era scaduto e forse era un bene che si trovasse su DS9, al molo di attracco dove doveva accogliere i nuovi effettivi assegnati alla Voyager.
Forse sarebbe stato preferibile dare quell’incarico ad un rosso ma quelli, si sa, sono abili ad imboscarsi.
Accompagnato da due marinai, si era appostato pochi metri oltre il portello che si era aperto lasciando defluire i passeggeri del convoglio. Aveva studiato in anticipo, come di sua competenza, le schede personali dei soggetti e adesso li stava valutando di persona. Aveva già visto quelle facce a metà tra l’entusiasmo e il timore dell’inizio di una nuova avventura. A questi era toccato anche di passare per DS9, carica di Storia recente.
Venti passeggeri di cui dodici assegnati alla Voyager. Curioso come tra i passeggeri ci fosse un civile. Forse ci teneva a farsi notare? Non era affar suo e si dedicò a coloro che erano assegnati alle sue cure quando uno dei marinai che lo accompagnavano gli si avvicinò a sussurrargli <C’è qualcosa di strano, signore>.
Vranx non amava spendere parole inutilmente e concesse uno sguardo attento al ragazzo invitandolo a continuare.
Questo gli mostrò il tricorder che segnalava 21 segni vitali umanoidi. <Dovrebbero essere venti>.
La campanella di allarme cominciò a trillargli nella testa.
Accese il suo tricorder e verificò la lettura. 21.
<Un momento di attenzione> fermò i passeggeri prima che superassero la zona di sbarco per avviarsi ai controlli. <Conteggio passeggeri. Solo una formalità> mentì spudoratamente mentre contava rapidamente. Venti. Ricontò ancora. Venti. Perché quel dannato tricorder continuava testardamente a segnalarne 21?