25-08-2019, 12:53 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 25-08-2019, 01:03 PM da Vranx.)
"Con ordine affronta il disordine, con calma l'irruenza" insegnava il Maestro.
In un Guerriero il Cuore non tentenna, ma sa già cosa fare prima che la Mano impugni la Spada.
Per questo un Guerriero allena prima il Cuore e poi la Testa.
Per questo è necessario, per un Guerriero, avere il controllo del Cuore.
Con la caduta di Tosk cambiò ancora lo scenario tattico.
"Il Nemico del mio Nemico è mio Nemico", insegnava il Maestro.
Ancora non si fidava di Tosk, malgrado fosse stato evidente che tra lui e i Cacciatori non correva buon sangue. Tuttavia poteva tornargli utile averlo al fianco nel proseguio dello scontro in considerazione di ciò che era stato capace e nell'ottica della materializzazione della terza squadra di intrusi, e quindi era necessario proteggerlo.
Poi c'era Fujiwara.
"Fidarsi è bene, ma non fidarsi allunga la vita."
Come ci si poteva fidare di uno che settava correttamente il phaser al primo colpo? Evidente che l'antropologo sapeva da prima con chi avevano a che fare, ma si era guardato bene dall'avvisarlo.
Ma c'era bisogno anche di lui.
<Avanzare> abbaiò al tattico sul lato destro del corridoio.
<Fujiwara, a sinistra> indicò allo scienziato per toglierlo dalla linea di tiro degli assaltori. Se continuavano a bersagliare Tosk non era improbabile che un colpo mancato colpisse l'antropologo se restava dove era. Indicò il fianco sinistro perchè lui abbandonò quella posizione per portarsi al centro a proteggere Tosk, sdraiandosi sul pavimento avendo scelto di offrire meno bersaglio possibile. Da quella posizione fece fuoco sugli intrusi tenendo l'arma nella destra, con la sinistra a sostenere il polso armato per migliorare la stabilità. Cominciò da quello al centro, quello speculare alla sua posizione nel ventaglio federale.
Per fortuna stavano arrivando i rinforzi e forse gli aggressori non se ne sarebbero accorti, dato che giungevano alle loro spalle.
Ma non era certo che ciò fosse del tutto positivo.
Facile a dirsi.
Applicare correttamente l'insegnamento comportava quel pieno controllo delle emozioni (comprese la paura e l'esuberanza) che necessitava di un lungo e rigido addestramento fatto anche di noiose meditazioni. In un Guerriero il Cuore non tentenna, ma sa già cosa fare prima che la Mano impugni la Spada.
Per questo un Guerriero allena prima il Cuore e poi la Testa.
Per questo è necessario, per un Guerriero, avere il controllo del Cuore.
Con la caduta di Tosk cambiò ancora lo scenario tattico.
"Il Nemico del mio Nemico è mio Nemico", insegnava il Maestro.
Ancora non si fidava di Tosk, malgrado fosse stato evidente che tra lui e i Cacciatori non correva buon sangue. Tuttavia poteva tornargli utile averlo al fianco nel proseguio dello scontro in considerazione di ciò che era stato capace e nell'ottica della materializzazione della terza squadra di intrusi, e quindi era necessario proteggerlo.
Poi c'era Fujiwara.
"Fidarsi è bene, ma non fidarsi allunga la vita."
Come ci si poteva fidare di uno che settava correttamente il phaser al primo colpo? Evidente che l'antropologo sapeva da prima con chi avevano a che fare, ma si era guardato bene dall'avvisarlo.
Ma c'era bisogno anche di lui.
<Avanzare> abbaiò al tattico sul lato destro del corridoio.
<Fujiwara, a sinistra> indicò allo scienziato per toglierlo dalla linea di tiro degli assaltori. Se continuavano a bersagliare Tosk non era improbabile che un colpo mancato colpisse l'antropologo se restava dove era. Indicò il fianco sinistro perchè lui abbandonò quella posizione per portarsi al centro a proteggere Tosk, sdraiandosi sul pavimento avendo scelto di offrire meno bersaglio possibile. Da quella posizione fece fuoco sugli intrusi tenendo l'arma nella destra, con la sinistra a sostenere il polso armato per migliorare la stabilità. Cominciò da quello al centro, quello speculare alla sua posizione nel ventaglio federale.
Per fortuna stavano arrivando i rinforzi e forse gli aggressori non se ne sarebbero accorti, dato che giungevano alle loro spalle.
Ma non era certo che ciò fosse del tutto positivo.