07-12-2022, 03:17 PM
Korinna Suder
Betazoid
Korinna non poté fare a meno di sorridere a quell'ultima affermazione: <Il pragmatismo dei Vulcaniani non finirà mai di sorprendermi: credo tu sia l'unica persona che conosco al di fuori di questo sistema a considerare le nostre abilità telepatiche una via desiderabile per chiarire rapidamente le questioni...> confessò, distraendosi a giocherellare un momento con una ciocca di capelli castani che le incorniciava il volto. <Sai... da quanto mi racconti sospetto di non avertelo mai detto... ma a me è successa la cosa opposta. Non fraintendere: amo mio marito e ora come ora non riuscirei ad immaginare la mia vita senza Tomi... ma mi sono chiesta se non sono stata un po' troppo precipitosa a lasciare la Flotta e voltare pagina. Dopo quanto accaduto una decina di anni fa mi ero sentita tradita, mi era sembrato di aver dedicato la mia vita a degli ideali, convinta che fossero condivisi dal Comando, per poi scoprire che mi ero illusa. Non riuscivo ad accettarlo e feci l'unica cosa che all'epoca mi sembrava in mio potere fare: voltai le spalle a tutti quanti. Te compresa. E come te tanti altri ufficiali capaci che hanno deciso di rimanere per rendere la Flotta un'organizzazione migliore. Negli anni mi sono trovata più volte a ripensarci.> raccontò con la mente che sembrava vagare altrove.
<Come sai, quando Sheppard fu rimosso dal suo incarico il Comando mi propose di rientrare in servizio, ma Tomi era ancora piccolo e non mi andava di imbarcarmi in chissà quale missione senza sapere quando sarei potuta tornare a casa. Concordo che non sia giusto paragonare la mia vita alla tua, ma forse, alla fine, il fulcro della questione è sempre lo stesso: fino a che punto è possibile conciliare i bisogni di una famiglia con le responsabilità di un lavoro che pretende costantemente la tua presenza e attenzione?> ragionò, senza realmente avere una risposta univoca. Alla fine Korinna aveva trovato il proprio equilibrio, ma T'Dal avrebbe dovuto ritagliarsi il suo: sapevano entrambe che non poteva prendere quella decisione per lei.
<Da quello che mi racconti posso solo darti la mia impressione: mi sembra che tu abbia ragionato a lungo sull'idea di un figlio. Sai che Mestral ne sarebbe felice... o quantomeno l'equivalente vulcaniano di "felice". Le uniche cose a trattenerti sembrano essere la paura di non dimostrarti all'altezza, che sono certa saprai reprimere adeguatamente, e il tuo lavoro... al quale nessuno ti chiede di rinunciare. So che per i Vulcaniani non è socialmente accettabile prendere decisioni basandosi sui propri desideri, ma se così non fosse visti i pro e i contro in gioco non saremmo nemmeno qui a discuterne. Sei un capitano della Flotta Stellare, con il giusto impegno e un po' di supporto saresti in grado di rispettare i tuoi impegni con un figlio... anche se temo dovrai mettere in conto di rinunciare ad una certa dose di efficienza per un po'. Per come la vedo io, devi solo trovare una motivazione sufficientemente logica per spiegare ai tuoi colleghi che avere un figlio è la decisione migliore... qui però Mestral sarà sicuramente più qualificato di me per aiutarti.> concluse con un sorriso malizioso: la divertiva più di quanto avrebbe dovuto l'ironia del fatto che ciò che stava complicando inutilmente la questione fosse proprio una delle qualità che l'amica sembrava tenere in più alta considerazione.
<Come sai, quando Sheppard fu rimosso dal suo incarico il Comando mi propose di rientrare in servizio, ma Tomi era ancora piccolo e non mi andava di imbarcarmi in chissà quale missione senza sapere quando sarei potuta tornare a casa. Concordo che non sia giusto paragonare la mia vita alla tua, ma forse, alla fine, il fulcro della questione è sempre lo stesso: fino a che punto è possibile conciliare i bisogni di una famiglia con le responsabilità di un lavoro che pretende costantemente la tua presenza e attenzione?> ragionò, senza realmente avere una risposta univoca. Alla fine Korinna aveva trovato il proprio equilibrio, ma T'Dal avrebbe dovuto ritagliarsi il suo: sapevano entrambe che non poteva prendere quella decisione per lei.
<Da quello che mi racconti posso solo darti la mia impressione: mi sembra che tu abbia ragionato a lungo sull'idea di un figlio. Sai che Mestral ne sarebbe felice... o quantomeno l'equivalente vulcaniano di "felice". Le uniche cose a trattenerti sembrano essere la paura di non dimostrarti all'altezza, che sono certa saprai reprimere adeguatamente, e il tuo lavoro... al quale nessuno ti chiede di rinunciare. So che per i Vulcaniani non è socialmente accettabile prendere decisioni basandosi sui propri desideri, ma se così non fosse visti i pro e i contro in gioco non saremmo nemmeno qui a discuterne. Sei un capitano della Flotta Stellare, con il giusto impegno e un po' di supporto saresti in grado di rispettare i tuoi impegni con un figlio... anche se temo dovrai mettere in conto di rinunciare ad una certa dose di efficienza per un po'. Per come la vedo io, devi solo trovare una motivazione sufficientemente logica per spiegare ai tuoi colleghi che avere un figlio è la decisione migliore... qui però Mestral sarà sicuramente più qualificato di me per aiutarti.> concluse con un sorriso malizioso: la divertiva più di quanto avrebbe dovuto l'ironia del fatto che ciò che stava complicando inutilmente la questione fosse proprio una delle qualità che l'amica sembrava tenere in più alta considerazione.