05-04-2023, 09:00 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 06-04-2023, 07:56 AM da T'Dal.)
Logic is the beginning of wisdom, not the end of it
T'Dal Zayrus | Vulcan
Pavel per la prima volta da quando eravamo a casa di Korinna, mi sfiorò le labbra con le sue, sorridendomi. «Torno presto» mi disse.
«Sarò nei dintorni se avrai bisogno di me.» dissi e il mio sguardo incontrò il suo, Pavel annuì rassicurante e a mi sorrise debolmente, dal legame sentivo gratitudine.
«Mia moglie è più vecchia di me, mi ha dato quattro figli e se non avesse un accenno di capelli bianchi, sarebbe difficile capire che abbiamo praticamente la stessa età. Maledetti geni vulcaniani.» brontolò in direzione di Sal, al che io sentendolo alzai per un istante gli occhi al cielo. Non era un gesto molto vulcaniano, ma ogni tanto lasciavo trasparire il mio lato umano.
Mentre Pavel raggiungeva e si accomodava nella stanza degli ospiti, mi ritrovai a riflettere sul nostro viaggio insieme. Essere sposata con un umano non era sempre stato facile, ma mi aveva insegnato molto sulla bellezza delle emozioni e il potere della connessione. Pavel mi ricordava sempre di abbracciare la mia umanità, anche quando era scomodo, c'erano stati momenti in cui mi sentivo frustrata o sopraffatta dalle mie stesse emozioni. Pavel era sempre stato lì per sostenermi e guidarmi; ma sebbene il nostro viaggio insieme non fosse stato privo di sfide, non potevo fare a meno di pensare a quanto Pavel significasse per me, era stato il mio compagno costante e il mio partner in tutte le avventure della vita.
Sapevo che le nostre differenze erano ciò che rendeva la nostra relazione così speciale. Venivamo da mondi diversi e avevamo prospettive diverse, ma ci completavamo in molti modi, ad esempio Pavel portava calore ed emozione nella mia vita, mentre io fornivo logica e ragione alla sua. Era un equilibrio che aveva funzionato bene per noi.
Stavo indugiando nei miei pensieri, quando una voce dalla porta chiese di vedere Korinna. Non riconobbi la voce. Guardai la mia amica e feci un leggero cenno di diniego con la testa. «Nessuno sa che siamo qui, a parte i nostri figli e sarebbe illogico ci seguissero senza avvertire; anche se talvolta i miei figli sanno essere illogici come il padre. Non saprei a questo punto se i nostri nipoti possano essere venuti qui. Sia i nostri figli che nipoti tendono ad essere iperprotettivi con entrambi. Mi sarebbe strano che il piccolo venisse qui.» ammisi io guardandola, intendevo sia il figlio adottivo sia uno dei nipoti più giovani, per poi aggiungere pacatamente «Vuoi andare a vedere chi è? Io rimango dietro di te e se succede qualcosa intervengo.»
Era una domanda illogica, avrei dovuto formularla in maniera diversa, ma era pur sempre una scelta di Korinna. Sapevo di essere fuori allenamento per il Suus Mahna, ma se si fosse presentata una situazione di pericolo, potevo intervenire senza problemi.
«Sarò nei dintorni se avrai bisogno di me.» dissi e il mio sguardo incontrò il suo, Pavel annuì rassicurante e a mi sorrise debolmente, dal legame sentivo gratitudine.
«Mia moglie è più vecchia di me, mi ha dato quattro figli e se non avesse un accenno di capelli bianchi, sarebbe difficile capire che abbiamo praticamente la stessa età. Maledetti geni vulcaniani.» brontolò in direzione di Sal, al che io sentendolo alzai per un istante gli occhi al cielo. Non era un gesto molto vulcaniano, ma ogni tanto lasciavo trasparire il mio lato umano.
Mentre Pavel raggiungeva e si accomodava nella stanza degli ospiti, mi ritrovai a riflettere sul nostro viaggio insieme. Essere sposata con un umano non era sempre stato facile, ma mi aveva insegnato molto sulla bellezza delle emozioni e il potere della connessione. Pavel mi ricordava sempre di abbracciare la mia umanità, anche quando era scomodo, c'erano stati momenti in cui mi sentivo frustrata o sopraffatta dalle mie stesse emozioni. Pavel era sempre stato lì per sostenermi e guidarmi; ma sebbene il nostro viaggio insieme non fosse stato privo di sfide, non potevo fare a meno di pensare a quanto Pavel significasse per me, era stato il mio compagno costante e il mio partner in tutte le avventure della vita.
Sapevo che le nostre differenze erano ciò che rendeva la nostra relazione così speciale. Venivamo da mondi diversi e avevamo prospettive diverse, ma ci completavamo in molti modi, ad esempio Pavel portava calore ed emozione nella mia vita, mentre io fornivo logica e ragione alla sua. Era un equilibrio che aveva funzionato bene per noi.
Stavo indugiando nei miei pensieri, quando una voce dalla porta chiese di vedere Korinna. Non riconobbi la voce. Guardai la mia amica e feci un leggero cenno di diniego con la testa. «Nessuno sa che siamo qui, a parte i nostri figli e sarebbe illogico ci seguissero senza avvertire; anche se talvolta i miei figli sanno essere illogici come il padre. Non saprei a questo punto se i nostri nipoti possano essere venuti qui. Sia i nostri figli che nipoti tendono ad essere iperprotettivi con entrambi. Mi sarebbe strano che il piccolo venisse qui.» ammisi io guardandola, intendevo sia il figlio adottivo sia uno dei nipoti più giovani, per poi aggiungere pacatamente «Vuoi andare a vedere chi è? Io rimango dietro di te e se succede qualcosa intervengo.»
Era una domanda illogica, avrei dovuto formularla in maniera diversa, ma era pur sempre una scelta di Korinna. Sapevo di essere fuori allenamento per il Suus Mahna, ma se si fosse presentata una situazione di pericolo, potevo intervenire senza problemi.