11-06-2023, 08:40 PM
Korinna Suder
Betazoid
Korinna sospirò nel vedere le condizioni in cui era ridotta la sua porta di ingresso: la povera Tamara aveva provato a raggiungerla in tempo per aprirla, ma non aveva fatto in tempo e ora se ne stava in un angolo lì accanto a tentare di risistemare per quanto possibile. Sto bene rispose telepaticamente Korinna al connazionale, che rispose con un cenno di assenso. Ci dispiace per il disturbo e non si preoccupi, manderò immediatamente qualcuno a riparare la porta. Perdonate l'irruzione, ma la situazione non consentiva altrimenti. si scusò cordiale: quel lavoro, per lui, era finito nel migliore dei modi. Avevano catturato il criminale e nessuno si era fatto male... quanto di meglio potesse desiderare.
Korinna attese qualche istante perché anche il betazoide si fosse allontanato ed il rumore della navetta con la quale erano giunti fin lì non svanì all'orizzonte, poi si rivolse nuovamente alla vulcaniana. E' stato... strano commentò non ho percepito il desiderio di uccidermi come dicevano quei due giovanotti. Ho avuto piuttosto l'impressione che gli servisse qualcosa... ho visto un'immagine nella sua mente. Un oggetto metallico, più o meno di queste dimensioni disse, indicando pochi centimetri con un gesto in direzione dell'amica. Ma non so di cosa si tratti. Non ho mai visto niente del genere spiegò pensierosa, mentre cercava di concentrarsi su ciò che aveva percepito nel corso di quel breve ma intenso incontro per proiettarlo in direzione dell'amica: preoccupazione, senso di urgenza, sorpresa di fronte a quella situazione diversa da come se la aspettava. Niente che potesse suggerire si trattasse di un assassino andato lì con il preciso intento di uccidere un'ambasciatrice in pensione.
Korinna attese qualche istante perché anche il betazoide si fosse allontanato ed il rumore della navetta con la quale erano giunti fin lì non svanì all'orizzonte, poi si rivolse nuovamente alla vulcaniana. E' stato... strano commentò non ho percepito il desiderio di uccidermi come dicevano quei due giovanotti. Ho avuto piuttosto l'impressione che gli servisse qualcosa... ho visto un'immagine nella sua mente. Un oggetto metallico, più o meno di queste dimensioni disse, indicando pochi centimetri con un gesto in direzione dell'amica. Ma non so di cosa si tratti. Non ho mai visto niente del genere spiegò pensierosa, mentre cercava di concentrarsi su ciò che aveva percepito nel corso di quel breve ma intenso incontro per proiettarlo in direzione dell'amica: preoccupazione, senso di urgenza, sorpresa di fronte a quella situazione diversa da come se la aspettava. Niente che potesse suggerire si trattasse di un assassino andato lì con il preciso intento di uccidere un'ambasciatrice in pensione.