14-09-2023, 01:46 PM
Where I come from, if someone
saves your life, you don't stab them in the back.
James T. Kirk | Human
Qualcosa diede a Jim l'impressione che il tellarite si stesse rivolgendo a lui più che al tenente Retik quando mise in guardia l'orioniana che dare ulteriori informazioni avrebbe rischiato di alterare il loro modo di agire. Che fosse spingendoli verso il pericolo o alla prudenza, per Rekon sembrava facesse poca differenza per il destino della Federazione. Non serviva una grande fantasia nemmeno per capire che non fosse particolarmente felice della sua idea di ficcare il naso in ciò che li aspettava, ma il capitano non aveva la minima intenzione di ritirare quella richiesta solo per fare felice il loro ospite: se voleva trovare una soluzione al problema attuale, aveva bisogno di sapere esattamente di cosa stavano parlando. Ha la mia parola garantì sincero, lasciando che Spock si occupasse del resto.
Non ci volle molto prima che nella sua mente si formasse l'immagine della plancia di quella che sembrava una nave federale. Le uniformi dei presenti erano sufficientemente riconoscibili, sebbene diverse dalle loro e perfino da quella con cui era arrivato Rekon. Il tellarite parve voler attirare la loro attenzione sulla console tattica e Jim la osservò con attenzione, senza tuttavia perdere di vista il resto della plancia. La potenza di quei motori e delle armi era impressionante: una nave come quella avrebbe potuto facilmente distruggere intere flotte nella loro epoca e perfino la Narada, che aveva causato tanta distruzione, probabilmente sarebbe stata messa fuori combattimento senza grosse difficoltà con simili armamenti. Tuttavia ciò che aveva maggiormente attirato la sua attenzione era la targa appesa ad una delle paratie. Enterprise?
Il suo sguardo si spostò poi sull'insolito vascello apparso sullo schermo e sui falliti tentativi dell'equipaggio di contattarlo. Poi l'allarme rosso, l'attacco, la facilità con la quale gli alieni avevano prima catturato, poi inseguito l'Enterprise. Quella nave nemica che sembrava rigenerarsi più che richiedere riparazioni e gli attacchi avversari sempre più precisi, le difese federali sempre più deboli. Non era facile assistere a tutta quella distruzione senza poter intervenire e Jim non poté fare a meno di spostare freneticamente lo sguardo da una console all'altra mentre ogni tentativo di sfuggire agli avversari sembrava vano. Decine e decine di navi federali distrutte in pochi colpi sotto ai loro occhi... e il capitano che avevano visto agire con determinazione all'inizio, trasformato in una creatura che di umano non aveva più nulla. Era questo il futuro della Federazione?
Jim ebbe bisogno di qualche istante per riuscire a metabolizzare quelle immagini e per altrettanto tempo si ritrovò ad invidiare la compostezza con cui sia Rekon che Spock sembravano semplicemente accettare ciò a cui avevano appena assistito. 47 navi. Le aveva contate. Distrutte impietosamente in un solo attacco... decine di migliaia di vite strappate in pochi secondi. Cominciava a capire la preoccupazione di Rekon e i suoi decisi avvertimenti. Condividerli, tuttavia, era un'altra storia. Non era la prima volta che veniva messo di fronte alla consapevolezza che lì fuori c'erano cose al di sopra della loro comprensione, della loro portata... e che non tutte erano amichevoli. Aveva visto le decine e decine di simulazioni di Rekon e dei suoi colleghi, alcune particolarmente ingegnose ma tutte ugualmente inutili nel tentativo di stabilire una strategia in grado di contrastare quella minaccia. Sembrava davvero non ci fosse alcuna speranza per loro, eppure...
Le parole di Spock lo allontanarono per un istante dai suoi pensieri: sono d'accordo che questo sia un pericolo da non sottovalutare, ma quello che il signor Rekon vuole, è che non affrontiamo affatto questa minaccia. Quello che ci sta chiedendo è di starcene fermi nel nostro angolino di spazio finché non saremo pronti. rispose in direzione del vulcaniano, per poi rivolgersi direttamente a Rekon nemmeno voi eravate pronti, quando li avete affrontati gli fece notare ma ciò che ci ha fatto vedere è solo una faccia della medaglia. Ben selezionata. Enterprise D... è la sesta. Ha detto di averne conosciute otto... tutto quello che abbiamo visto deve essere accaduto molti anni prima del momento in cui è tornato indietro nel tempo e lei non è una macchina, è un ufficiale della Flotta Stellare. Mi corregga se sbaglio: sospetto che la Federazione abbia trovato un modo per combatterli alla fine. Non sono invincibili. concluse.
Non ci volle molto prima che nella sua mente si formasse l'immagine della plancia di quella che sembrava una nave federale. Le uniformi dei presenti erano sufficientemente riconoscibili, sebbene diverse dalle loro e perfino da quella con cui era arrivato Rekon. Il tellarite parve voler attirare la loro attenzione sulla console tattica e Jim la osservò con attenzione, senza tuttavia perdere di vista il resto della plancia. La potenza di quei motori e delle armi era impressionante: una nave come quella avrebbe potuto facilmente distruggere intere flotte nella loro epoca e perfino la Narada, che aveva causato tanta distruzione, probabilmente sarebbe stata messa fuori combattimento senza grosse difficoltà con simili armamenti. Tuttavia ciò che aveva maggiormente attirato la sua attenzione era la targa appesa ad una delle paratie. Enterprise?
Il suo sguardo si spostò poi sull'insolito vascello apparso sullo schermo e sui falliti tentativi dell'equipaggio di contattarlo. Poi l'allarme rosso, l'attacco, la facilità con la quale gli alieni avevano prima catturato, poi inseguito l'Enterprise. Quella nave nemica che sembrava rigenerarsi più che richiedere riparazioni e gli attacchi avversari sempre più precisi, le difese federali sempre più deboli. Non era facile assistere a tutta quella distruzione senza poter intervenire e Jim non poté fare a meno di spostare freneticamente lo sguardo da una console all'altra mentre ogni tentativo di sfuggire agli avversari sembrava vano. Decine e decine di navi federali distrutte in pochi colpi sotto ai loro occhi... e il capitano che avevano visto agire con determinazione all'inizio, trasformato in una creatura che di umano non aveva più nulla. Era questo il futuro della Federazione?
Jim ebbe bisogno di qualche istante per riuscire a metabolizzare quelle immagini e per altrettanto tempo si ritrovò ad invidiare la compostezza con cui sia Rekon che Spock sembravano semplicemente accettare ciò a cui avevano appena assistito. 47 navi. Le aveva contate. Distrutte impietosamente in un solo attacco... decine di migliaia di vite strappate in pochi secondi. Cominciava a capire la preoccupazione di Rekon e i suoi decisi avvertimenti. Condividerli, tuttavia, era un'altra storia. Non era la prima volta che veniva messo di fronte alla consapevolezza che lì fuori c'erano cose al di sopra della loro comprensione, della loro portata... e che non tutte erano amichevoli. Aveva visto le decine e decine di simulazioni di Rekon e dei suoi colleghi, alcune particolarmente ingegnose ma tutte ugualmente inutili nel tentativo di stabilire una strategia in grado di contrastare quella minaccia. Sembrava davvero non ci fosse alcuna speranza per loro, eppure...
Le parole di Spock lo allontanarono per un istante dai suoi pensieri: sono d'accordo che questo sia un pericolo da non sottovalutare, ma quello che il signor Rekon vuole, è che non affrontiamo affatto questa minaccia. Quello che ci sta chiedendo è di starcene fermi nel nostro angolino di spazio finché non saremo pronti. rispose in direzione del vulcaniano, per poi rivolgersi direttamente a Rekon nemmeno voi eravate pronti, quando li avete affrontati gli fece notare ma ciò che ci ha fatto vedere è solo una faccia della medaglia. Ben selezionata. Enterprise D... è la sesta. Ha detto di averne conosciute otto... tutto quello che abbiamo visto deve essere accaduto molti anni prima del momento in cui è tornato indietro nel tempo e lei non è una macchina, è un ufficiale della Flotta Stellare. Mi corregga se sbaglio: sospetto che la Federazione abbia trovato un modo per combatterli alla fine. Non sono invincibili. concluse.