05-10-2023, 07:31 PM
Korinna Suder
Betazoid
Erulen rimase in silenzio per un lungo istante: non che non avesse sentito la domanda della klingon, ma la risposta era più complessa di quanto fosse in grado di fornire. Avrebbe di gran lunga preferito essere certo della risposta, qualunque essa fosse, che essere in quella condizione. Poteva percepire la propria parte klingon che cercava di riemergere, quel moto di orgoglio che, invece che rispondere alla domanda, voleva rivolgere una poco elaborata serie di insulti alle due donne... per la condizione in cui lo trattenevano, per il tradimento che l'Impero stava compiendo anche solo considerando l'idea di trattare con i Federali dopo tutto ciò che avevano fatto loro... per il modo ridicolo in cui lo trattenevano invece che porre fine alla sua vita, come avrebbero fatto se all'Impero fosse rimasto un po' di onore.
Allo stesso tempo una parte di lui sembrava ritenere pura follia tutti quei pensieri. Li osservava, quasi studiandoli da lontano con l'interesse di uno scienziato nei confronti di una cavia da laboratorio tenuta suo malgrado in una gabbia dalla quale non aveva modo di uscire. Vorrei poterle rispondere, ma temo sia l'unica domanda per la quale al momento non ho una risposta fu costretto ad ammettere. Non c'era rabbia nella sua voce, né scherno. Suonava più come una cupa rassegnazione per quella situazione in cui si era suo malgrado ritrovato. Perso tra due identità, senza realmente riuscire ad abbracciare nessuna delle due. Il suo sguardo passò dalla klingon alla betazoide. Console Suder, non ho avuto modo di dirglielo l'ultima volta che è stata qui... so di averla messa in una situazione spiacevole sia nei confronti del capitano T'Dal che verso la Federazione. Se può essere d'aiuto nel risolvere questo incidente diplomatico, farò ciò che ci si aspetta da un comandante della Flotta. promise, sapendo che Korinna non aveva bisgno che spiegasse nei dettagli ciò che intendeva.
Sarebbe sicuramente d'aiuto, sì... ammise Korinna senza tanti giri di parole ... ma lei è un ufficiale della Flotta né più né meno di quanto lo sono io al momento, quindi lasci stare gli eroismi e ci aiuti a capire con chi abbiamo a che fare. Quello che la collega vuole sapere è se ha recuperato i ricordi della sua identità klingon. puntualizzò la betazoide.
Sì rispose l'uomo. In parte. Ci sono ancora diverse cose che mi risultano del tutto oscure e ho estesi vuoti di memoria in merito a ciò che ha preceduto il mio arrivo sulla Saratoga precisò. Approva le azioni che ha compiuto prima di diventare Erulen? lo incalzò Korinna. A quella domanda l'uomo parve esitare un istante. Molto probabilmente fu un istante di troppo, ma quella domanda apparentemente banale aveva scatenato qualcosa. Un moto d'orgoglio... sì, c'era sicuramente una parte di lui che considerava quella l'unica via possibile. Allo stesso tempo una parte di lui non riusciva nemmeno a concepire l'idea di uccidere un innocente per sostituirsi a lui, condannare alla dipendenza un'intera specie e cercare di causare un sanguinoso conflitto tra due potenze e il senso di colpa e di vergogna che provò al solo pensiero vinsero rapidamente sul disprezzo per le due donne e ciò che rappresentavano. No, non le approvo. rispose sincero.
Korinna rivolse un'occhiata alla collega. Sapeva che era una base un po' debole per sostenere che, al momento, non era Kaas quello che avevano davanti, ma allo stesso tempo sperava che la Rahnaz si rendesse conto che quello non era il comportamento di un klingon. Nemmeno di uno che stesse cercando di sfuggire alla giustizia.
Allo stesso tempo una parte di lui sembrava ritenere pura follia tutti quei pensieri. Li osservava, quasi studiandoli da lontano con l'interesse di uno scienziato nei confronti di una cavia da laboratorio tenuta suo malgrado in una gabbia dalla quale non aveva modo di uscire. Vorrei poterle rispondere, ma temo sia l'unica domanda per la quale al momento non ho una risposta fu costretto ad ammettere. Non c'era rabbia nella sua voce, né scherno. Suonava più come una cupa rassegnazione per quella situazione in cui si era suo malgrado ritrovato. Perso tra due identità, senza realmente riuscire ad abbracciare nessuna delle due. Il suo sguardo passò dalla klingon alla betazoide. Console Suder, non ho avuto modo di dirglielo l'ultima volta che è stata qui... so di averla messa in una situazione spiacevole sia nei confronti del capitano T'Dal che verso la Federazione. Se può essere d'aiuto nel risolvere questo incidente diplomatico, farò ciò che ci si aspetta da un comandante della Flotta. promise, sapendo che Korinna non aveva bisgno che spiegasse nei dettagli ciò che intendeva.
Sarebbe sicuramente d'aiuto, sì... ammise Korinna senza tanti giri di parole ... ma lei è un ufficiale della Flotta né più né meno di quanto lo sono io al momento, quindi lasci stare gli eroismi e ci aiuti a capire con chi abbiamo a che fare. Quello che la collega vuole sapere è se ha recuperato i ricordi della sua identità klingon. puntualizzò la betazoide.
Sì rispose l'uomo. In parte. Ci sono ancora diverse cose che mi risultano del tutto oscure e ho estesi vuoti di memoria in merito a ciò che ha preceduto il mio arrivo sulla Saratoga precisò. Approva le azioni che ha compiuto prima di diventare Erulen? lo incalzò Korinna. A quella domanda l'uomo parve esitare un istante. Molto probabilmente fu un istante di troppo, ma quella domanda apparentemente banale aveva scatenato qualcosa. Un moto d'orgoglio... sì, c'era sicuramente una parte di lui che considerava quella l'unica via possibile. Allo stesso tempo una parte di lui non riusciva nemmeno a concepire l'idea di uccidere un innocente per sostituirsi a lui, condannare alla dipendenza un'intera specie e cercare di causare un sanguinoso conflitto tra due potenze e il senso di colpa e di vergogna che provò al solo pensiero vinsero rapidamente sul disprezzo per le due donne e ciò che rappresentavano. No, non le approvo. rispose sincero.
Korinna rivolse un'occhiata alla collega. Sapeva che era una base un po' debole per sostenere che, al momento, non era Kaas quello che avevano davanti, ma allo stesso tempo sperava che la Rahnaz si rendesse conto che quello non era il comportamento di un klingon. Nemmeno di uno che stesse cercando di sfuggire alla giustizia.