14-12-2023, 03:50 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 14-12-2023, 04:22 PM da T'Dal.)
Logic is the beginning of wisdom, not the end of it
T'Dal Zayrus Vulcaniana
In orbita attorno a un planetoide ghiacciato, la USS Saratoga, sotto il mio comando, era lì per una missione delicata. Guardavo l'IKS Kal'Ruq, una nave klingon, con una certa apprensione: non era una cosa da tutti i giorni il fatto che la Saratoga fosse stata scelta per scortare l'ambasciatore Elieth, mio fratello maggiore, in una delicata missione diplomatica (ero ignara che fosse stata una richiesta esplicita di mio fratello)… e nemmeno che venisse accompagnata in territorio klingon da una delle loro navi.
Dopo aver presentato Elieth a Dakona e ricevuto la sua inaspettata approvazione sulla nostra relazione, sapevo che una questione più urgente richiedeva la mia attenzione: Korinna e la diplomatica Rahnaz erano impegnate nel tentativo di salvare la vita di Erulen, il mio ex primo ufficiale accusato di tradimento. Ora mio fratello doveva trattare il rilascio di Kela Idaris, un contrabbandiere trill, dalla spaventosa colonia penale del Cimitero degli Alieni, nonché fratello di Elina.
Quando espressi il desiderio a Elieth di accompagnarlo in superficie, la sua risposta fu chiara: «T'Dal, apprezzo il tuo supporto, ma la tua presenza qui sulla Saratoga è essenziale. La nave e l'equipaggio richiedono il tuo comando, soprattutto in queste circostanze delicate.»
Con un misto di riluttanza e comprensione, risposi: «Elieth, capisco le tue ragioni e rispetto la tua decisione. Rimarrò in attesa e pronta a intervenire se necessario. Tuttavia, tieni presente che la mia preoccupazione per la tua sicurezza rimane. Se dovesse sorgere qualsiasi imprevisto, non esiterò a scendere sulla superficie per prestare assistenza.» risposi pacatamente.
Per un osservatore esterno, la nostra discussione sembrava tranquilla e pacata. Tuttavia, ero internamente irritata dalla sua decisione. Capivo la logica dietro le sue parole, ma sentivo un forte bisogno di essere al suo fianco in superficie, soprattutto considerando i pericoli che avrebbe, avremmo potuto incontrare.
Il pilota ci informò che era tutto pronto per la partenza. Dovevamo utilizzare una navetta per raggiungere la colonia penale a causa di uno scudo magnetico che proteggeva l'area. Riflettevo sulle complessità della nostra missione, consapevole che ogni decisione avrebbe potuto avere conseguenze significative. La posta in gioco era alta, e non c'era spazio per errori.
Dopo aver presentato Elieth a Dakona e ricevuto la sua inaspettata approvazione sulla nostra relazione, sapevo che una questione più urgente richiedeva la mia attenzione: Korinna e la diplomatica Rahnaz erano impegnate nel tentativo di salvare la vita di Erulen, il mio ex primo ufficiale accusato di tradimento. Ora mio fratello doveva trattare il rilascio di Kela Idaris, un contrabbandiere trill, dalla spaventosa colonia penale del Cimitero degli Alieni, nonché fratello di Elina.
Quando espressi il desiderio a Elieth di accompagnarlo in superficie, la sua risposta fu chiara: «T'Dal, apprezzo il tuo supporto, ma la tua presenza qui sulla Saratoga è essenziale. La nave e l'equipaggio richiedono il tuo comando, soprattutto in queste circostanze delicate.»
Con un misto di riluttanza e comprensione, risposi: «Elieth, capisco le tue ragioni e rispetto la tua decisione. Rimarrò in attesa e pronta a intervenire se necessario. Tuttavia, tieni presente che la mia preoccupazione per la tua sicurezza rimane. Se dovesse sorgere qualsiasi imprevisto, non esiterò a scendere sulla superficie per prestare assistenza.» risposi pacatamente.
Per un osservatore esterno, la nostra discussione sembrava tranquilla e pacata. Tuttavia, ero internamente irritata dalla sua decisione. Capivo la logica dietro le sue parole, ma sentivo un forte bisogno di essere al suo fianco in superficie, soprattutto considerando i pericoli che avrebbe, avremmo potuto incontrare.
Il pilota ci informò che era tutto pronto per la partenza. Dovevamo utilizzare una navetta per raggiungere la colonia penale a causa di uno scudo magnetico che proteggeva l'area. Riflettevo sulle complessità della nostra missione, consapevole che ogni decisione avrebbe potuto avere conseguenze significative. La posta in gioco era alta, e non c'era spazio per errori.