04-01-2024, 06:12 PM
Victory is not achieved if an Empire is destroyed in order to win a war, and it is not failure if a battle is backed away from in order to preserve an Empire.
Seeth Rahnaz Mezza Klingon
Riprese coscienza lentamente, con la vaga sensazione che qualcuno la stesse chiamando. Le ci volle qualche istante perché i suoi occhi mettessero a fuoco il luogo in cui si trovava, quasi abbagliati dal bianco della neve che sembrava essersi infilata ovunque in quello che rimaneva della navetta, e qualche momento ancora perché il suo cervello riuscisse a capire, a ricordarsi, di dove si trovava e cosa le era successo. Suder, sono qui! Chiamò con voce roca, alzando la mano buona oltre il tumolo di neve ghiacciata che miracolosamente non l'aveva sommersa. A quanto sembrava, nell'impatto era stata sbalzata dal suo posto: non piacevole, considerando il dolore al braccio sinistro, ma decisamente il male minore visto com'era accartocciata la parte anteriore della navetta. Ancora viva, anche se credo di essermi lussata una spalla. Ha visto Xennik? Domandò mentre si alzava barcollante in piedi, chiedendosi che fine avesse fatto il loro pilota. L'uomo aveva preso una brutta botta all'esplosione delle bombe, ma i klingon erano particolarmente resistenti quindi... ghuy'. Imprecò. Niente, l'ho trovato. O, più correttamente, aveva trovato il suo corpo mezzo maciullato sotto una lamiera. Non si avvicini, non è una bella visione. L'avvertì.
I sensi di colpa c'erano, era innegabile, ma sapeva bene che non c'era stato il tempo di mettere in sicurezza l'uomo. Con un sospiro, Seeth si riscosse. Non c'era molto che poteva fare per i morti, così si sarebbe concentrata sui vivi. Combattendo un giramento di testa, scavalcò il mucchio di neve per raggiungere Suder. Tutto a posto? Domandò, notando del rosso sulla testa della betazoide. Sangue. Non che Seeth credesse di essere messa molto meglio: quando aveva controllato il suo braccio sinistro, ancora dolorante e poco responsivo, aveva notato delle macchie rosate sulla manica del suo giaccone. Era però indubbio che una botta alla testa potesse essere pericolosa, quindi era meglio darvi un'occhiata. Dovrebbe esserci un kit medico qui da qualche parte. Disse, cercando di orientarsi in quello che rimaneva della navetta. ..e abbigliamento termico. Per quanto già indossassero abbigliamento idoneo, la loro destinazione avrebbe dovuto essere un complesso carcerario riscaldato e non un ghiacciaio. Era stata però considerata la possibilità che si fossero trovate costrette a visitare le miniere, così il dovuto equipaggiamento era stato caricato sulla navetta. Dovevano solo sperare che non fosse finito in mille pezzi.
I sensi di colpa c'erano, era innegabile, ma sapeva bene che non c'era stato il tempo di mettere in sicurezza l'uomo. Con un sospiro, Seeth si riscosse. Non c'era molto che poteva fare per i morti, così si sarebbe concentrata sui vivi. Combattendo un giramento di testa, scavalcò il mucchio di neve per raggiungere Suder. Tutto a posto? Domandò, notando del rosso sulla testa della betazoide. Sangue. Non che Seeth credesse di essere messa molto meglio: quando aveva controllato il suo braccio sinistro, ancora dolorante e poco responsivo, aveva notato delle macchie rosate sulla manica del suo giaccone. Era però indubbio che una botta alla testa potesse essere pericolosa, quindi era meglio darvi un'occhiata. Dovrebbe esserci un kit medico qui da qualche parte. Disse, cercando di orientarsi in quello che rimaneva della navetta. ..e abbigliamento termico. Per quanto già indossassero abbigliamento idoneo, la loro destinazione avrebbe dovuto essere un complesso carcerario riscaldato e non un ghiacciaio. Era stata però considerata la possibilità che si fossero trovate costrette a visitare le miniere, così il dovuto equipaggiamento era stato caricato sulla navetta. Dovevano solo sperare che non fosse finito in mille pezzi.