18-01-2024, 06:19 PM
Korinna Suder
Betazoid
Tomi aveva percepito l'arrivo di T'Dal, ma non le aveva prestato realmente attenzione finché non era comparsa alle sue spalle. Quando la vulcaniana gli rivolse la parola, il betazoide rispose con un distratto cenno di assenso. Sì, dammi un secondo... disse, terminando di bilanciare i sistemi in una configurazione più simile a quella con cui era abituato ad operare. Finché si trattava di manovre da crociera non avrebbe fatto una grande differenza, ma se mai si fosse presentata un'emergenza preferiva poter operare a modo suo. Il computer emise un trillo per avvertire che la configurazione era terminata e solo allora Tomi si alzò dalla console, per rivolgere alla vulcaniana un sorriso cordiale ... i condotti, dicevi? chiese conferma, mentre raggiungeva la console vicina. Ci hanno caricato tutte le mappe... disse, facendole comparire a schermo quelli che vedi in blu sono i condotti stabili spiegò ... mentre quelli in arancione sono quelli che la Voyager non ha ancora rimappato. Il segnale è stato perso qui... continuò, ingrandendo il punto sulla rappresentazione 3D ho dato un'occhiata alle mappe con mamma, ieri... pensavamo di partire da questa zona qui: è sufficientemente vicina al punto in cui è stato perso il contatto, ma tutta l'area è stata dichiarata stabile. la aggiornò.
... per un periodo ho lavorato in questo settore, non credo di avertelo mai raccontato, ma prima che ci conoscessimo c'è stato un periodo in cui avevo considerato di trasferirmi con Nat e Tomi su Cardassia, ma Tomi era ancora piccolo e all'epoca lo spazio cardassiano non era propriamente considerato un buon posto in cui portare dei bambini... stava raccontando Korinna, fingendo di ignorare l'insistente borbottio di sottofondo offerto dalle proteste di Kanjis. Volendo essere del tutto precisi anche entrare in un turboascensore con me potrebbe costituire un rischio per la sicurezza... scherzò in risposta alle parole del klingon e, contemporaneamente, riservandogli un'occhiata interrogativa: si conoscevano ormai da diversi anni, al punto che lo considerava un amico almeno quanto Seeth e in tutto quel tempo Kanjis l'aveva sempre chiamata per nome, non certo per le sua abilità. Un betazoide più discreto avrebbe probabilmente chiesto spiegazioni, ma Korinna aveva sempre faticato a comprendere le ritrosie che gli alieni erano soliti mostrare all'idea che qualcuno potesse cogliere i loro propositi o il loro sentire ed ormai era troppo vecchia per curarsene realmente.
... comunque è un onore per me sapere che ciò che ti preoccupa maggiormente sono le condizioni in cui ci troveremo una volta giunti a destinazione e non se riusciremo a portare a termine la missione. aggiunse, muovendo un cordiale cenno di assenso in direzione del Klingon. Il turboascensore si fermò con un sibilo e la betazoide si avviò lungo la passeggiata, puntando in direzione del bar. Un allegro vociare si faceva sempre più intenso mano a mano che si avvicinavano e Korinna fu costretta ad alzare leggermente la voce per farsi sentire. Sai, Seeth, capisco le preoccupazioni di tuo marito. In fondo chi, del tutto sano di mente, partirebbe con una navetta e la speranza di poter fare qualcosa per aiutare una delle navi più avanzate della Flotta? Siamo un equipaggio di sognatori, non fa certo male che qualcuno ci riporti con i piedi per terra. disse, ammiccando con fare amichevole in direzione del klingon.
Con un'occhiata Korinna studiò il bar, scegliendo un tavolino libero a una discreta distanza dal bancone e ad altrettanta dai sensori del sistema di sorveglianza. Avanzando lentamente tra i presenti, si concesse qualche istante per prendere posto, poi attese che i suoi ospiti facessero altrettanto. Sul tavolino si trovava una lista delle bevande presenti e la betazoide la aprì distrattamente. Tuttavia... aggiunse, con un tono di voce sufficientemente alto da farsi sentire dai due klingon, ma abbastanza basso perché sparisse nel vociare del locale Kanjis, ti conosco da anni e sai che hai la mia fiducia. Se, ipoteticamente, riuscissi a farti salire a bordo della Liberty... mi puoi garantire che le informazioni sul prototipo che la Flotta cerca di proteggere non finiranno in mani sbagliate? si informò, concentrandosi sui pensieri e sulle emozioni dell'uomo in modo da non perdere nemmeno una sfumatura che potesse tradire un pensiero non in linea con quanto avesse risposto.
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... per un periodo ho lavorato in questo settore, non credo di avertelo mai raccontato, ma prima che ci conoscessimo c'è stato un periodo in cui avevo considerato di trasferirmi con Nat e Tomi su Cardassia, ma Tomi era ancora piccolo e all'epoca lo spazio cardassiano non era propriamente considerato un buon posto in cui portare dei bambini... stava raccontando Korinna, fingendo di ignorare l'insistente borbottio di sottofondo offerto dalle proteste di Kanjis. Volendo essere del tutto precisi anche entrare in un turboascensore con me potrebbe costituire un rischio per la sicurezza... scherzò in risposta alle parole del klingon e, contemporaneamente, riservandogli un'occhiata interrogativa: si conoscevano ormai da diversi anni, al punto che lo considerava un amico almeno quanto Seeth e in tutto quel tempo Kanjis l'aveva sempre chiamata per nome, non certo per le sua abilità. Un betazoide più discreto avrebbe probabilmente chiesto spiegazioni, ma Korinna aveva sempre faticato a comprendere le ritrosie che gli alieni erano soliti mostrare all'idea che qualcuno potesse cogliere i loro propositi o il loro sentire ed ormai era troppo vecchia per curarsene realmente.
... comunque è un onore per me sapere che ciò che ti preoccupa maggiormente sono le condizioni in cui ci troveremo una volta giunti a destinazione e non se riusciremo a portare a termine la missione. aggiunse, muovendo un cordiale cenno di assenso in direzione del Klingon. Il turboascensore si fermò con un sibilo e la betazoide si avviò lungo la passeggiata, puntando in direzione del bar. Un allegro vociare si faceva sempre più intenso mano a mano che si avvicinavano e Korinna fu costretta ad alzare leggermente la voce per farsi sentire. Sai, Seeth, capisco le preoccupazioni di tuo marito. In fondo chi, del tutto sano di mente, partirebbe con una navetta e la speranza di poter fare qualcosa per aiutare una delle navi più avanzate della Flotta? Siamo un equipaggio di sognatori, non fa certo male che qualcuno ci riporti con i piedi per terra. disse, ammiccando con fare amichevole in direzione del klingon.
Con un'occhiata Korinna studiò il bar, scegliendo un tavolino libero a una discreta distanza dal bancone e ad altrettanta dai sensori del sistema di sorveglianza. Avanzando lentamente tra i presenti, si concesse qualche istante per prendere posto, poi attese che i suoi ospiti facessero altrettanto. Sul tavolino si trovava una lista delle bevande presenti e la betazoide la aprì distrattamente. Tuttavia... aggiunse, con un tono di voce sufficientemente alto da farsi sentire dai due klingon, ma abbastanza basso perché sparisse nel vociare del locale Kanjis, ti conosco da anni e sai che hai la mia fiducia. Se, ipoteticamente, riuscissi a farti salire a bordo della Liberty... mi puoi garantire che le informazioni sul prototipo che la Flotta cerca di proteggere non finiranno in mani sbagliate? si informò, concentrandosi sui pensieri e sulle emozioni dell'uomo in modo da non perdere nemmeno una sfumatura che potesse tradire un pensiero non in linea con quanto avesse risposto.