07-11-2011, 11:32 PM
Martus Brenner
Human
Portava con se solo una borsa con poche cose, una di quelle che usava quando andava a farsi una partita di tennis. Al suo interno alcuni oggetti che gli avrebbero ricordato la Terra, molto poco a dire il vero, ma sufficiente.
Non che avesse nulla da dimenticare, una fidanzatina abbandonata o il corso di cucito , ma aveva preferito portarsi il minimo indispensabile.
La divisa della flotta, dei jeans e gli occhiali di Sole.
Gli venne da domandarsi se anche nello spazio quelli sarebbero stati sempre occhiali da Sole o magari avrebbero cambiato nome a seconda del sistema stellare in cui si trovavano.
'Occhiali da Protos' pensò portando alla mente una delle poche stelle che ricordava.
La navetta Shuttle ebbe un leggero sussulto, quindi una voce artificiale diede il benvenuto ai passeggeri sulla Deep Space One.
Si tolse la cintura di sicurezza e inforcò gli Occhiali da Protos. Da Sole, da Sole, era ancora su una stazione orbitante da cui si vedeva la Terra e attraversò la passerella mettendo piede sulla stazione orbitante.
Un grande cantiere militare. Lo aveva visto sulla navetta mentre si stavano avvicinando, impressionante.
Cercava di immaginarsi come sarebbe stato salire sulla Constellation.
Anzi si stava ancora domandando come diavolo era possibile che lo avessero affidato ad un incrociatore di quelle dimensioni. Che ci fosse lo zampino di suo padre.
Per ora non aveva alcuna importanza, era un incarico terribilmente eccitante ed era arrivato all'improvviso.
All'uscità c'erano alcuni ufficiali che davano indicazioni. Lui si presentò con un saluto militare e facendo presente il suo nome e grado.
"Cadetto Martus Brenner." L'ufficiale controllò fra i suoi dati con sorprendente solerzia.
Gli venne spiegato che aveva ancora un' ora di tempo prima di poter essere ricevuto da qualcuno che avrebbe espletato le formalità burocratiche.
Martus controllò il suo orologio, uno Smith & York a ingranaggi meccanici, e decise di fare una visita alla stazione.
Non che avesse nulla da dimenticare, una fidanzatina abbandonata o il corso di cucito , ma aveva preferito portarsi il minimo indispensabile.
La divisa della flotta, dei jeans e gli occhiali di Sole.
Gli venne da domandarsi se anche nello spazio quelli sarebbero stati sempre occhiali da Sole o magari avrebbero cambiato nome a seconda del sistema stellare in cui si trovavano.
'Occhiali da Protos' pensò portando alla mente una delle poche stelle che ricordava.
La navetta Shuttle ebbe un leggero sussulto, quindi una voce artificiale diede il benvenuto ai passeggeri sulla Deep Space One.
Si tolse la cintura di sicurezza e inforcò gli Occhiali da Protos. Da Sole, da Sole, era ancora su una stazione orbitante da cui si vedeva la Terra e attraversò la passerella mettendo piede sulla stazione orbitante.
Un grande cantiere militare. Lo aveva visto sulla navetta mentre si stavano avvicinando, impressionante.
Cercava di immaginarsi come sarebbe stato salire sulla Constellation.
Anzi si stava ancora domandando come diavolo era possibile che lo avessero affidato ad un incrociatore di quelle dimensioni. Che ci fosse lo zampino di suo padre.
Per ora non aveva alcuna importanza, era un incarico terribilmente eccitante ed era arrivato all'improvviso.
All'uscità c'erano alcuni ufficiali che davano indicazioni. Lui si presentò con un saluto militare e facendo presente il suo nome e grado.
"Cadetto Martus Brenner." L'ufficiale controllò fra i suoi dati con sorprendente solerzia.
Gli venne spiegato che aveva ancora un' ora di tempo prima di poter essere ricevuto da qualcuno che avrebbe espletato le formalità burocratiche.
Martus controllò il suo orologio, uno Smith & York a ingranaggi meccanici, e decise di fare una visita alla stazione.