16-05-2024, 01:14 PM
Logic is the beginning of wisdom, not the end of it
T'Dal Zayrus Vulcaniana
L'eco delle parole di Kela Idaris mi risuonava in testa, mescolandosi con la preoccupante situazione di Dakona, il cui pericolo crescente non poteva essere ignorato.
In quel momento, la mia mente lavorava freneticamente per collegare i punti, considerando il legame familiare di Kela con Elina, il capitano Dax, un fatto che aggiungeva un ulteriore strato di complessità alla situazione. Era chiaro che Dakona stava correndo un grosso rischio, tentando di mediare con un uomo disperato e armato. «Assicuratevi di avere una squadra pronta per intervenire a favore del dottor Raal, non appena si presenti l'opportunità. La sua sicurezza è prioritaria» dissi con fermezza rivolta al mio capo della sicurezza, assicurandomi che ogni possibile misura fosse in atto per proteggerlo. In realtà ero quasi pronta a scendere io stessa, se avessi percepito qualsiasi tipo di pericolo per Dakona sarei davvero corsa da lui. Non era logico, tutt'altro, ma non mi sarei mai perdonata se gli fosse accaduto qualcosa.
Mentre riflettevo sulle parole di Kela, la sua richiesta di asilo politico e la minaccia di violenza estrema, sentivo la gravità della mia posizione come capitano. La possibilità di una perdita di vite era un peso che portavo con serietà. Non volevo trovarmi in una posizione sgradevole, specie considerando che conoscevo sua sorella, il capitano Dax, e l'importanza delle relazioni diplomatiche in gioco.
«Signor Idaris» iniziai, usando il canale di comunicazione aperto per parlare direttamente con lui, cercando di raggiungerlo su un piano più personale. «Capisco la disperazione che deve aver guidato le sue azioni, ma la violenza non le garantirà la libertà che cerca. Le assicuro che la Saratoga non è qui per riportarla su Rura Penthe, ma per aiutare a risolvere la sua situazione nel modo più giusto e legale possibile.» Non era proprio una verità, ma... Feci una pausa, ponderando le mie prossime parole con cura.
«Le chiedo di considerare le vite degli ostaggi e di abbassare le armi. Possiamo discutere le sue opzioni legalmente, senza ulteriore spargimento di sangue. Questo è il momento di dimostrare che è l'uomo che sua sorella crede sia. Non lasci che la disperazione detti le sue azioni.» dissi.
Mentre parlavo, ero pronta a ordinare un intervento immediato se la situazione degenerasse ulteriormente. Questa crisi non solo testava le mie capacità di comando sotto pressione ma anche la mia capacità di negoziare una pace senza compromettere la sicurezza della mia nave e del suo equipaggio.
Il rispetto per la vita e la giustizia erano pilastri della mia filosofia come capitano vulcaniano, oltre alla logica chiaramente, e in quel momento critico, ogni scelta, ogni parola, era guidata da questi principi. Avevo speranza che si potesse evitare un finale che nessuno di noi desiderava.
In quel momento, la mia mente lavorava freneticamente per collegare i punti, considerando il legame familiare di Kela con Elina, il capitano Dax, un fatto che aggiungeva un ulteriore strato di complessità alla situazione. Era chiaro che Dakona stava correndo un grosso rischio, tentando di mediare con un uomo disperato e armato. «Assicuratevi di avere una squadra pronta per intervenire a favore del dottor Raal, non appena si presenti l'opportunità. La sua sicurezza è prioritaria» dissi con fermezza rivolta al mio capo della sicurezza, assicurandomi che ogni possibile misura fosse in atto per proteggerlo. In realtà ero quasi pronta a scendere io stessa, se avessi percepito qualsiasi tipo di pericolo per Dakona sarei davvero corsa da lui. Non era logico, tutt'altro, ma non mi sarei mai perdonata se gli fosse accaduto qualcosa.
Mentre riflettevo sulle parole di Kela, la sua richiesta di asilo politico e la minaccia di violenza estrema, sentivo la gravità della mia posizione come capitano. La possibilità di una perdita di vite era un peso che portavo con serietà. Non volevo trovarmi in una posizione sgradevole, specie considerando che conoscevo sua sorella, il capitano Dax, e l'importanza delle relazioni diplomatiche in gioco.
«Signor Idaris» iniziai, usando il canale di comunicazione aperto per parlare direttamente con lui, cercando di raggiungerlo su un piano più personale. «Capisco la disperazione che deve aver guidato le sue azioni, ma la violenza non le garantirà la libertà che cerca. Le assicuro che la Saratoga non è qui per riportarla su Rura Penthe, ma per aiutare a risolvere la sua situazione nel modo più giusto e legale possibile.» Non era proprio una verità, ma... Feci una pausa, ponderando le mie prossime parole con cura.
«Le chiedo di considerare le vite degli ostaggi e di abbassare le armi. Possiamo discutere le sue opzioni legalmente, senza ulteriore spargimento di sangue. Questo è il momento di dimostrare che è l'uomo che sua sorella crede sia. Non lasci che la disperazione detti le sue azioni.» dissi.
Mentre parlavo, ero pronta a ordinare un intervento immediato se la situazione degenerasse ulteriormente. Questa crisi non solo testava le mie capacità di comando sotto pressione ma anche la mia capacità di negoziare una pace senza compromettere la sicurezza della mia nave e del suo equipaggio.
Il rispetto per la vita e la giustizia erano pilastri della mia filosofia come capitano vulcaniano, oltre alla logica chiaramente, e in quel momento critico, ogni scelta, ogni parola, era guidata da questi principi. Avevo speranza che si potesse evitare un finale che nessuno di noi desiderava.