17-05-2024, 07:46 PM
Logic is the beginning of wisdom, not the end of it
T'Dal Zayrus Vulcaniana
LLa comunicazione di Dakona, che mi giunse attraverso il legame telepatico, mi tranquillizzò parzialmente, per quanto immaginavo che potesse essere realmente calmo in un tale contesto. La sua capacità di mantenere il controllo in una situazione così tesa era un testamento alla sua forza e preparazione, ma sapevo anche che ogni momento di tensione aggiunto poteva complicare ulteriormente le cose.
Quando Kela Idaris mise esplicitamente in dubbio la fiducia nella Flotta Stellare e chiese esplicitamente di parlare con sua sorella, il capitano Dax, compresi la profondità della sua disperazione e del suo scetticismo verso di noi. «Farò in modo che lei possa parlare direttamente con il capitano Dax. Tuttavia, le chiedo di seguire il nostro ufficiale alla sicurezza fino al mio ufficio, dove posso garantire una comunicazione sicura e privata» risposi attraverso il comunicatore.
Diedi il comando all'ufficiale scientifico, poi andai nel mio ufficio, preparai una connessione criptata per una chiamata diretta ad Elina, sperando che la sua presenza, anche solo vocale, potesse stabilizzare ulteriormente la situazione e fornire a Kela le assicurazioni di cui aveva bisogno per procedere pacificamente. Aspettando che la chiamata venisse accettata, riflettevo sulle complessità della diplomazia e del comando. Ogni decisione aveva ripercussioni che andavano oltre l'immediato, influenzando vite umane in modi profondi e duraturi. La mia speranza era quella di risolvere questa situazione con il minimo conflitto, utilizzando il dialogo e la comprensione reciproca come strumenti principali. La sicurezza degli ostaggi e la risoluzione pacifica del conflitto rimanevano le mie priorità assolute, e lavoravo affinché ogni azione riflettesse questi principi.
Quando Kela Idaris mise esplicitamente in dubbio la fiducia nella Flotta Stellare e chiese esplicitamente di parlare con sua sorella, il capitano Dax, compresi la profondità della sua disperazione e del suo scetticismo verso di noi. «Farò in modo che lei possa parlare direttamente con il capitano Dax. Tuttavia, le chiedo di seguire il nostro ufficiale alla sicurezza fino al mio ufficio, dove posso garantire una comunicazione sicura e privata» risposi attraverso il comunicatore.
Diedi il comando all'ufficiale scientifico, poi andai nel mio ufficio, preparai una connessione criptata per una chiamata diretta ad Elina, sperando che la sua presenza, anche solo vocale, potesse stabilizzare ulteriormente la situazione e fornire a Kela le assicurazioni di cui aveva bisogno per procedere pacificamente. Aspettando che la chiamata venisse accettata, riflettevo sulle complessità della diplomazia e del comando. Ogni decisione aveva ripercussioni che andavano oltre l'immediato, influenzando vite umane in modi profondi e duraturi. La mia speranza era quella di risolvere questa situazione con il minimo conflitto, utilizzando il dialogo e la comprensione reciproca come strumenti principali. La sicurezza degli ostaggi e la risoluzione pacifica del conflitto rimanevano le mie priorità assolute, e lavoravo affinché ogni azione riflettesse questi principi.