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TFB chi vuole ammutinarsi lo faccia ora o taccia per sempre
#41

Rekon

Tellarite

Quando si rese conto che, a fissare l'Umano che assomigliava al Capitano Kirk, ci avrebbe fatto solo la figura del merluzzo sotto sale Rekon si costrinse a chiudere la bocca e si guardò nuovamente intorno.

Qualsiasi cosa stesse succedendo il suo arrivo aveva calamitato l'attenzione di tutti quei ragazzini (di tutti meno che della Maglietta Rossa e del Romulano svenuti, ovviamente), segno che nessuno di loro era responsabile per la sua presenza lì.

Ovunque fosse lì, ovviamente.

Uno degli Umani - una ragazza più giovane degli altri, in apparenza - gli stava puntando contro un phaser, mentre i due ufficiali superiori parevano meno allarmati della sua presenza. Quello in uniforme blu, che si era presentato come McCoy, si identificò co.e.uffociale.medico della U.S.S. Enterprise e gli domandò in tono pragmatico chi fosse e che ci facesse lì.

La pri.a.cosa che gli venne da rispondere, prima ancora di pensare a cosa stesse dicendo, fu "Quale Enterprise?"

Si erano susseguite parecchie Enterprise nella storia della Federazione e il Capitano Kirk ne aveva comandate due, troppo - davvero troppo - tempo fa...

La domanda dell'uomo meritava una risposta, ovviamente, ma Rekon era un ufficiale di lunga data e subito gli sovvenne che non avrebbe potuto dargliene una completa per un motivo molto semplice: se era tornato indietro nel tempo avrebbe dovuto rispettare la Prima Direttiva Temporale, che impediva di fare alcunché che potesse alterare il regolare svolgersi degli eventi.

Per questo si grattó un lungo momento la testa, prima di affermare con maggior convinzione "Ad ogni modo il mio nome è Rekon. E sinceramente non ho la più pallida idea di cosa ci faccia qui. E neppure quando o dove sia il qui in questione, se è per questo..."

Non c'era simulazione nella sua voce, perché davvero non aveva idea del perché fosse stato inviato indietro nel tempo da Q e - soprattutto - del perché in quel preciso luogo e momento, assieme a quelle persone.

Si guardò intorno, notando solo in quel momento gli intensificatori di segnale fusi ed amalgamati. Li osservò un lungo istante con sguardo critico mentre il Capitano poté sentire dal comunicatore che questi teneva in mano emerse una voce =^=Mi scusi, signore, c'è stata una esplosione in sala Teletrasporto...=^=

La voce di Scott sembrava affaticata, come se faticasse a respirare. Tossì un paio di volte, prima di aggiungere =^=Non so cosa sia successo, stavamo rimaterializzando, quando improvvisamente il raggio ha cominciato a deteriorarsi, come se qualcosa si fosse introdotto nel flusso e faticasse a recuperare consistenza fisica. Il sistema ha cominciato ad attingere energia dai motori a curvatura per compensare, ma l'energia era troppa e ci sono stati sovraccarichi. Temo che non potremo usare il teletrasporto per un po', ma almeno i motori non hanno subito contraccolpi.=^=

Il vecchio ingegnere Tellarite osservò con occhio critico gli intensificatori, borbottando un "Altro che sovraccarichi. Deve aver assorbito direttamente la potenza curvatura. Il ritorno di energia ha completamente fuso quegli affari, nonostante siano in lega di duranio..."

Nel frattempo colui che si era presentato come il Capitano Kirk gli mise senza troppi complimenti un disgregatore Romulano. Un vecchio modello di quelli con una sola impostazione, senza possibilità di utilizzare l'arma in modalità stordente.

Rekon fissò l'arma per un lungo momento, quindi guardò il ragazzo dall'uniforme Ocra, rendendosi per la prima volta conto che sembrava parecchio più giovane dell'Ufficiale della Flotta che conosceva dai libri di storia. Perfino nelle immagini che aveva visto di Kirk durante la prima Missione Quinquennale sembrava almeno di una decina di anni più vecchio di come era ora...

Lanciò una occhiata al Romulano a terra, ma non ebbe neppure il tempo di chiedere che diavolo stesse succedendo, quando una nuova voce - stavolta di donna - emerse dal comunicatore segnalando =^=Plancia a Capitano Kirk. Mi scusi, signore, ma rileviamo dei segnali in avvicinamento verso la vostra posizione: sono tre comunicatori, provengono da ore 10 rispetto a lei, approssimativamente...=^=

Rekon si ritrovò a fissare confuso il Disgregatore che il Capitano gli aveva dato. Non ci voleva esattamente uno scienziato - o uno storico - per capire a chi appartenessero i segni vitali rilevati dalla nave di Kirk, ma cosa dovevano fare?

Lanciò una occhiata verso la direzione indicata, quindi emise una singola parola, con tutto l'odio che gli riuscì. Il traduttore universale si rifiutò di tradurla, ma dovette essere qualcosa di grosso, perché dall'altra parte del comunicatore Uhura tacque, stupita (o forse sconvolta?)

Nel frattempo Rekon si era avvicinato all'uomo ferito e aveva chiesto a McCoy "Si può muovere?"

Se l'umano avesse risposto di sì, senza troppe domande il Tellarite avrebbe tentato di infilarsi sotto la mole dell'ufficiale della Sicurezza, per sollevarlo in piedi. Sarebbe stata una faticaccia, ma di certo con i Romulani che convergevano su di loro sarebbe stata meglio una rapida ritirata strategica!
#42

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Haruka Abe Umana

Haruka abbassò l'arma, fidandosi del giudizio dei suoi superiori. L'ottimismo del capitano un po' l'allarmava e non era sicura che venir attaccati da romulani fosse sinonimo di giornata fortunata, ma sapeva che Kirk avrebbe reagito rapido se qualcosa fosse andato storto. Ripose il phaser nella fondina, lasciando però la mano nelle sue vicinanze in modo tale da poterlo estrarre al primo segnale di pericolo, poi si mise ad osservare con attenzione il tellarite. Il suo abbigliamento era semplice e pratico ma anche particolare. Il suo stile non era sufficiente per offrirle indizi sulla provenienza dell'uomo ma era evidente che si trattasse di una divisa militare. No, di una divisa della Flotta Stellare. Si corresse silenziosamente, sgranando lievemente gli occhi dalla sorpresa, quando il suo sguardo cadde su quello che era indubbiamente lo stemma della flotta federale. Che fosse quella la ragione per cui Kirk e McCoy avevano deciso di considerare il tellarite come un possibile alleato e non come un probabile nemico?

La perplessità di Haruka sul significato di quella spilla svanì quando il tellarite riprese a parlare. Se chiedere di quale Enterprise si stesse parlando era già sospetto, le sue successive parole fecero squillare più di un campanello di allarme nella sua mente. Per quanto potesse sembrare assurdo, era possibile che si trovassero di fronte ad un viaggiatore del tempo. Considerando i danni fatti da Nero nel 2258, Haruka non era sicura che quell'ipotesi le piacesse ma fortunatamente non sarebbe stata lei a dover prendere una decisione sul loro inaspettato ospite.

Difficile a dirsi, capitano. Rispose alla domanda di Kirk. Il Vaurek s'Jeiai che ho conosciuto era un civile, un antropologo locale con cui ho collaborato durante la mia ricerca sul campo a Omicron Gruis. Si tratta di una vicenda di dodici anni fa, quindi potrebbe essersi arruolato e aver fatto carriera Esitò un momento, prima di proseguire: oppure potremmo aver a che fare con la Tal'Shiar. Non è inaudito che suoi agenti tengano d'occhio civili federali in territorio romulano. Quell'ipotesi era quasi dolorosa, in quanto avrebbe significato dover rivalutare il tempo passato con Vaurek. Se mi posso permettere un'ipotesi, dubito che la presenza di una base romulana così vicino ad un'anomalia possa essere un ca...

Una comunicazione dall'Enterprise la interruppe prima che potesse completare la parola 'caso'. Un'imprecazione quasi le sfuggì dalle labbra, il suo sguardo che si spostava sull'edificio a mala pena visibile in lontananza. I romulani stavano arrivando. Non sapeva se si trattasse di una squadra inviata a cercare i colleghi che non erano rientrati o se la loro comunicazione con l'Enterprise fosse stata intercettata ma certamente non aveva intenzione di rimanere lì per scoprirlo. Cosa facciamo coi prigionieri? Domandò, lasciando sottintesa la vera domanda: Cosa facciamo con Vaurek?
#43

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James T. Kirk | Human

La domanda del tellarite attirò lo sguardo sorpreso di Jim. Quante Enterprise conosce? chiese di rimando, superando rapidamente l'orgoglio ferito non appena si rese conto delle potenziali implicazioni di quella domanda. Prima che potesse indagare oltre, tuttavia, la voce di Scotty tornò a farsi sentire al comunicatore. C'era stanchezza nelle parole del capo ingegnere, ma dopo quell'esplosione per un momento Jim aveva temuto il peggio e sentirlo di nuovo, indipendentemente dalle sue condizioni, fu un sollievo ... assieme agli intensificatori si è materializzato un tellarite, potrebbe essere l'intruso che avete rilevato nel flusso. suggerì di rimando ... ma al momento non è il nostro problema principale. Abbiamo incontrato cinque romulani e potrebbero essercene altri nei dintorni. Stiamo utilizzando uno dei loro comunicatori: devono aver trovato un modo per superare le interferenze che bloccano i nostri sensori, tenete gli occhi aperti. Noi rientriamo alla Galileo, ma c'è stato un malfunzionamento, avremo bisogno di assistenza... comunicò, interrompendosi un istante per rivolgersi ad Haruka cerchi un altro comunicatore e si metta in contatto con la squadra alla navetta: dobbiamo informare anche loro della situazione.

Fu allora che Uhura si intromise nella comunicazione: Grazie tenente rispose il capitano. Una ritirata sarebbe stata sicuramente prudente... se avessero avuto un posto sicuro in cui rifugiarsi. Tornare alla navetta avrebbe implicato condurre i romulani dritti al resto della squadra e senza la possibilità di allontanarsi dal pianeta avrebbe voluto dire mettere in pericolo anche le loro vite. Tre comunicatori non significavano necessariamente tre avversari, ma potenzialmente erano in vantaggio numerico e, se fossero riusciti a fermarli lì, avrebbero potuto impedire ai romulani di recuperare i compagni storditi e riorganizzarsi. Senza contare che la Abe aveva sollevato un'altra questione non indifferente: se fossero fuggiti senza uccidere i prigionieri, una volta ripresisi questi avrebbero potuto raccontare per filo e per segno ai loro compagni cosa fosse successo, chi li aveva attaccati e da dove fossero arrivati... ma allo stesso tempo ucciderli era fuori discussione. Fuggire, al momento, sembrava l'opzione più rischiosa. Tulving, ci avvisi appena avvista qualcuno! ordinò, notando che il guardiamarina era riuscito a rimettersi in piedi.

Signor Rekon, è evidente che conosce la nostra tecnologia disse Jim, indicando con un cenno del capo gli intensificatori ormai inutilizzabili mi corregga se sbaglio, ma sospetto che sarebbe anche in grado di trovare il guasto alla nostra navetta. azzardò, studiando con attenzione la reazione del tellarite alle sue parole prima di prendere una qualunque decisione sul da farsi.

Rubo il turno con il permesso di T. ;P
#44

Rekon

Tellarite

"Humpf..." rispose il vecchio Tellarite, quando si rese conto che il Capitano parlava con lui e gli aveva fatto una domanda molto semplice.

Molto semplice dal suo punto di vista di ufficiale del ventitreesimo secolo, quantomeno. Per lui, probabile disperso da un'epoca più avanzata, la domanda era insidiosa.

Lasciò andare il membro della sicurezza, che pareva essere tornato in grado di muoversi grazie alle cure del dottore, e soppesò per un momento il Disgregatore che il Capitano gli aveva infilato in mano.

"Se i pezzi sono tutti nello stesso hangar gliela potrei smontare e rimontare bendato..." rispose, prendendo ulteriore tempo. Il problema era ovvio per lui: se fosse intervenuto in quella disputa avrebbe rischiato di alterare il passato, cambiando la storia di un uomo che era un punto focale dell'esistenza della Federazione stessa.

Ma bisognava capire se ciò non fosse già successo a causa di Q. Cosa gli diceva, infatti, che l'entità non lo avesse inviato lì proprio come proseguo della sua sfida, magari per risistemare qualcosa che era già stato alterato?

Aveva letto molto delle avventure di Kirk (chi non lo aveva fatto, dai? Forse giusto qualche musone Vulcaniano privo del benché minimo senso dell'umorismo!) e ricordava che una volta era stato perfino catturato dai Romulani e si era finto morto.

Ma era successo sulla sua astronave, dopo aver superato volontariamente la Zona Neutrale, mentre lì erano su un fo**uto pianeta. Bloccati su un fo**uto pianeta pieno di Romulani.

E lui non ricordava che Kirk fosse morto bloccato su un fo**uto pianeta pieno di Romulani, quindi non sarebbe dovuto restare bloccato lì, giusto?

Ci pensò un ulteriore secondo, quindi aggiunse spiccio "Probabilmente anche se ne manca qualcuno, a patto non sia roba seria. Il problema è un altro. Non è mai facile parlare di queste cose, ma ho il concreto sospetto di essere stato traslato temporalmente contro la mia volontà da una emerita testa di ca**o di nome Q. Quindi sono costretto ad invocare nei vostri confronti la dannata Prima Direttiva Temporale."

Ecco, lo aveva detto. Aveva citato il dannato regolamento e - gli Dei di Tellaro lo sapevano - si sarebbe volentieri sputato in faccia per essere stato costretto a farlo. Emise una serie di imprecazioni che per fortuna il traduttore universale si rifiutò di riportare in Standard, quindi aggiunse col suo vocione baritono "Quindi vi aiuterò a lasciare questo buco, ma non chiedetemi di ammazzare qualcuno o fare saltare in aria roba grossa, perché sono dannatamente troppo vecchio, brutto e grosso per fare la stramaledetta farfallina che batte le ali su Merack Prime per generare un tornado a Storvek, chiaro?

Parlò piantando gli occhietti porcini e scuri in quelli azzurri del Capitano, perché sapeva che era lui quello da convincere. Gli altri - stando alla storia - lo avrebbero seguito. Attese un suo cenno, quindi concluse Bene, visto che ci siamo capiti, vediamo di evitare di farci ammazzare da questi Romulani in arrivo senza farli fuori, metti caso siano gente che diventerà importante. Se vuole credo di poter usare qualche pezzo di quei cosi ed indicò gli intensificatori fusi per creare una trappola stordente o qualcosa di simile...

#45

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Haruka Abe Umana

Sissignore. Rispose all'ordine di Kirk, per poi mettersi subito all'opera. Il guardiamarina Tulving si era già occupato di disarmare i prigionieri, così Haruka si limitò a perquisire il più vicino alla ricerca di un comunicatore. Non ci mise molto a trovarne uno del tutto simile a quello che il capitano stava usando per tenersi in contatto con l'Enterprise. Sforzandosi a non farsi distrarre dall'interessantissima conversazione tra Kirk e un certo viaggiatore del tempo, Haruka trafficò un attimo sul comunicatore per impostare le frequenze della flotta. La sua ottima conoscenza della lingua romulana e la sua relativa famigliarità con la tecnologia imperiale le vennero in soccorso e presto la giapponese fu pronta a tentare il contatto con la navetta.

Qui il guardiamarina Abe. Disse quindi, attivato il comunicatore. Guardiamarina Hawthorne, tenente Gerstman, dottoressa Marcus, mi sentite? Se uno dei tre le avesse risposto, di fatto confermandole che la chiamata era andata a buon fine, Haruka avrebbe proseguito: Abbiamo avuto contatto con ostili. Al momento non siamo sotto attacco ma abbiamo confermato la presenza di una base romulana sul pianeta. Qual è la vostra situazione? Ci sarebbe stato molto da dire ma assicurarsi che i colleghi fossero al sicuro e in allerta era il punto più importante. La presenza di Rekon avrebbe potuto essere spiegata una volta raggiunta la navetta, sempre che il capitano avesse deciso che valeva la pena rischiare di condurre i romulani fino alla sua posizione. Avviso anche che l'anomalia spaziale rende inutilizzabile il teletrasporto, non tentate di utilizzarlo senza previa conferma. Quello non era esattamente un ordine del capitano ma, considerando come si erano ridotti gli intensificatori, era meglio mettere le mani avanti.
#46

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Carol Marcus Umana

Se McCoy con la squadra avrebbe voluto sapere di più della persona che aveva davanti, non solo per via della divisa, ma per la domanda strana riguardo l'Enterprise... Carol era sulla navetta che camminava impaziente avanti ed indietro.
Era tutto stranamente silenzioso, non c'erano state comunicazioni da quando il capitano, il dottor McCoy e la guardiamarina si erano allontanati. I presenti sulla navetta nonostante l'ansia che provavamo, cercavamo di tenere alto il morale. Ero stata più volte sul punto di uscire dalla navetta e cercarli, ma temevo che la mia presenza avrebbe rallentato le persone più utili in quel momento.

Quando sentii la voce familiare del guardiamarina Abe attraverso il comunicatore, non potevo credere alle mie orecchie.

«Qui la dottoressa Carol Marcus a bordo della navetta. Riceviamo il vostro segnale, guardiamarina Abe. Sono lieta di sentirla La conferma della presenza di una base romulana sul pianeta è una notizia preoccupante. Attualmente siamo isolati a bordo della navetta, ma stiamo bene e siamo in allerta. La nostra situazione è la seguente: stiamo monitorando attentamente le attività ostili e ci stiamo preparando a qualsiasi eventualità. In effetti, stiamo cercando di mantenere un livello di allerta costante.»

Alle parole del guardiamarina, sospirai: ci mancava solo i problemi riguardo il teletrasporto. Avevo davvero bisogno di ferie.

«Ricevuto, grazie. Il capitano ha ordini?» fu la mia risposta.

#47

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James T. Kirk | Human

Lo sguardo di Jim si illuminò alle parole del tellarite: arrivati a quel punto sospettava potesse essere piovuto dal futuro, ma non sperava che convincerlo a dare loro una mano sarebbe stato così semplice. Qualcosa gli suggeriva che, oltre che per quel suo misterioso Q, il vecchio ufficiale non nutrisse grande simpatia nemmeno per le direttive temporali. Cristallino rispose il capitano con un sorriso sornione, per poi muovere un cenno in direzione degli intensificatori si metta pure al lavoro. Qualunque cosa in grado di mettere quei romulani fuori combattimento per un po' andrà bene. disse facendosi pensieroso mentre un'idea cominciava a formarsi nella sua mente: il fatto che sullo stesso pianeta che pullulava di romulani fosse apparso qualcuno dal futuro, gli dava una pessima sensazione di déjà-vu.

... e non appena risolta questa storia, faremo il possibile per rimandarla a casa. promise distrattamente in direzione del tellarita, fin troppo consapevole del fatto che a parte la buona volontà, non potevano certo garantirgli che sarebbero riusciti nell'intento. Bones, dagli una mano. tagliò corto, preparandosi mentalmente a ricevere le lamentele del medico mentre ascoltava la risposta della dottoressa all'altro capo del comunicatore: fortunatamente sembrava che i loro avversari non si fossero accorti della navetta... o l'avessero ignorata. In entrambi i casi per il momento sil resto della squadra sembrava essere più al sicuro di loro, era già una buona notizia.

Chieda loro se nel corso dell'analisi geologica hanno rilevato tracce di decalitio ordinò ad Haruka, cercando di zittire un sospetto che aveva cominciato a ronzargli per la testa. Romulani, viaggiatori temporali, mancava solo della materia rossa per concludere il quadro e il decalitio era il raro isotopo da cui veniva sintetizzata... il che avrebbe potuto spiegare gli strani fenomeni naturali che avevano osservato, la presenza di romulani fuori dal loro territorio e il fatto che fossero stati tanto amichevoli al loro arrivo. Da un lato sperava che quel sospetto fosse infondato: se così fosse stato, oltre alla vita, stavano seriamente rischiando di trovarsi ad affrontare una nuova Narada... dall'altro sapeva di non poter ignorare quell'ipotesi.

Andiamo sul tragico e facciamo saltare in aria tutto per la gioia di Rek che voleva rimanere sul discreto? Star Eyes
#48

Rekon

Tellarite


Rekon sbuffò quando il Capitano Kirk gli dietlde sostanzialmente carta bianca su come organizzare una trappola.ai Romulani, fornendogli addirittura un riluttante assistente mentre la ragazzina chiamava la loro navetta e l'ufficiale dell' sicurezza...beh, quelli servivano a mettere le zone in sicurezza, no? Che altro avrebbe dovuto fare.

Il fatto che l'umano gli avesse consentito di seguire il suo piano accettando che ci sarebbero stati dei limiti alla sua... collaborazione era una cosa positiva, poiché avrebbe sperabilmente posto basi chiare su cui costruire un rapporto successivo, ma non voleva dire che la cosa gli piacesse.

Interpretando alla lettera la Prima Direttiva Temporale, Rekon si sarebbe dovuto chiudere in un accidenti di cassonetto dell'immondizia e non uscire più, ma la situazione non lo consentiva: qualsiasi sua azione poteva avere conseguenze nefaste, ma dato che anche il suo non agire poteva averne, cosa diavolo ci si aspettava facesse?

"Damerini imbellettati...si trovassero loro a spasso per il fo**uto continuum spazio-temporale con dei dannati diavoli dalle orecchie a punta che ti vogliono arrostire il sed*re, prima di pensare di dettare indicazioni su cosa non fare..." borbottò, mentre le mani tozze arpionavano uno sportellino abbastanza intatto da venire aperto nella parte superiore di uno dei tre Amplificatori "...tutti buoni a rispondere dal posto..."

Era evidente che non c'è l'avesse con MC Coy, ciononostante quando gli si rivolse dovette fare uno sforzo per non essere aggressivo anche nei suoi riguardi: la verità era che Rekon sapeva anche essere una compagnia gradevole davanti ad una birra ed un buon arrosto, ma quella - tra Q, i Borg ed ora i Romulani - era stata una giornata decisamente stressante per il vecchio ingegnere...

"Suppongo che non abbia attrezzature ingegneristiche in quel kit medico, vero Doc?" domandò all'uomo quindi, senza nemmeno attendere risposta, aggiunse "Faremo senza. Però avrei bisogno di un tricoder e, possibilmente, di una sonda medica..."

Nel frattempo aveva estratto da una specie di taschino posto nella parte superiore della divisa una serie di minuscoli attrezzi, di squisita fattura ma decisamente non tipici per un ingegnere, e aveva cominciato a lambiccare dentro le componenti dell'intendificstore, staccandone alcuni pezzi con grande riguardo e strappandone altri con decisamente meno attenzione.

Nonostante le mani grosse e tozze, tra le cui dita gli attrezzi sembravano veramente minuscoli, chiunque gli fosse vicino avrebbe potuto notare una notevole manualità, anche nell'operare su componenti molto piccoli.

Estratti i pezzi che potevano interessargli, Rekon cominciò ad aggredire il secondo intensificatore - quello meno danneggiato dei tre - e ne smontó rapidamente la corazzatura superiore. Dopodiché cominciò a collegare alcune delle componenti che aveva smontato.

Mentre lavorava facendosi aiutare da McCoy a tenente fermi i pezzi da saldare, rispose alla domanda che gli aveva precedentemente fatto Kirk circa il numero di Enterprise che aveva conosciuto "Comunque otto, contando anche la NX 01. A quanto pare è un nome che a voi Umani piace..."

In realtà sapeva molto bene perché il nome Enterprise fosse stato impiegato dalla Flotta Stellare in ogni generazione sin dalla fondazione della Federazione: era qualcosa c'è aveva a che fare con l'esplorazione e la ricerca di nuove forme di vita, i mandati costitutivi della loro organizzazione.

Aveva quasi finito il proprio lavoro, quando sentì una parola specifica tra le richieste che Kirk aveva fatto ai suoi uomini sulla navetta e si bloccò "Decalitio, eh?? È un affarino decisamente problematico...siete proprio certi di saperlo maneggiare?"

Che diavolo ci facevano col Decalitio in quell'epoca? Era una componente estremamente volatile e - in praticamente ogni stato della materia e temperatura - dannatamente esplosiva. Non gli venivano in mente utilizzi a portata di ufficiali appartenenti ad un'epoca così remota, ma era davvero curiosa in tal senso.



#49

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Haruka Abe Umana

Fu decisamente un sollievo scoprire che il resto della squadra era al sicuro e non era stato attaccato. Non era detto che quello status quo sarebbe rimasto immutato ma quantomeno ora erano consapevoli del pericolo. Un attimo solo... Prese tempo alla domanda della dottoressa Marcus, lanciando un'occhiata interrogativa al capitano. Non fu necessario ripetere la domanda, in quanto Kirk aveva evidentemente seguito la conversazione. Il capitano chiede se, durante l'analisi geologica, avete rilevato tracce di decalitio. Ripeté, a beneficio della dottoressa. Non aveva idea di cosa stesse passando per la mente del capitano ma immaginava che la collega non avrebbe avuto problemi a comprendere la richiesta: quello era il suo campo, dopotutto. Non che la parola 'decalitio' le fosse del tutto aliena: era sicura di averla già sentita, forse in collegamento coi romulani, eppure al momento non riusciva a ricordare quando e come.

La sua attenzione venne però distolta da quella riflessione dal commento di Rekon. Otto Enterprise? Pensò, sorpresa. Che quel nome sarebbe stato usato così spesso nel futuro poteva solo significare che l'Enterprise sarebbe rimasta l'ammiraglia della flotta, o comunque una delle sue navi più importanti. Il numero da lui pronunciato era però ciò che più aveva attirato la sua attenzione: se c'erano state otto Enterprise, il tellarite non doveva provenire da un futuro a loro prossimo. Le sarebbe piaciuto fargli domande in proposito ma si trattenne: non era il momento adatto per farlo e c'era la Prima Direttiva Temporale da considerare. Tra l'altro, considerando la reazione di Rekon, cominciava a pensare che non sarebbe stata una buona notizia se Marcus avesse confermato la presenza di decalitio sul pianeta.
#50

I don't need a doctor, damn it! I am a doctor!

Leonard McCoy Umano

«Sono un medico non un ingegnere, per questo dovevi chiedere a Scotty.» borbottai verso Kirk quando mi disse che avrei dovuto affiancare Rekon. Le mie mani non erano fatte per quel tipo di lavoro, ero un chirurgo dannazione! Rekon d'altra parte sembrava avesse davvero bisogno di un aiuto, così mi avvicinai al tellarite per aiutarlo. Non potevo fare a meno di notare l'irritazione di Rekon ed era chiaro che la giornata aveva messo a dura prova i nervi dell'ingegnere. Se ci fossimo trovati in un altro momento, avrei sicuramente offerto qualcosa da bere, ma mi concentrai sulle richieste di Rekon.

«Non ho certo le attrezzature ingegneristiche nel mio kit medico, credo che l'ingegnere di bordo sarebbe stato ben contento di aiutarti, ma sono sicuro che possiamo trovare un tricorder e una sonda medica.» risposi con un sorriso di comprensione, dandogli poi quello che mi chiese.

Mentre cercavo di aiutarlo, di tanto in tanto mi trovavo ad osservare come lavorava Rekon, notando la sua abilità manuale nonostante le mani tozze. Era evidente che l'ingegnere sapeva ciò che stava facendo, manipolando con destrezza gli attrezzi che a me sembravano così simili che avrei fatto fatica a differenziare l'utilità di un oggetto a quella di un altro.

«Mi sembri molto abile con quelle mani, Rekon» osservai con un misto di ammirazione e curiosità. «Non è comune vedere un ingegnere con una tale manualità, l'unico che mi viene in mente è l'ufficiale dell'Enterprise, ma pensavo fosse uno su un milione; ora siete in due ad avere un talento così speciale.»

Pensai che otto Enterprise fossero un numero folle: noi eravamo la... seconda dunque? Stavo cercando di fare un calcolo a mente per cercare di capire quanto tempo potesse essere passato dal momento in cui ci trovavamo al presente di Rekon, quando sentii menzionare il Decalitio tra le richieste di Kirk e mi bloccai un attimo. Era una componente estremamente pericolosa e mi preoccupai da quella richiesta; per poi guardare Rekon con interesse, poi Jim, aspettandomi una spiegazione o una rassicurazione sul perché fosse necessario il Decalitio in quella situazione.


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Carol Marcus Umana

Alla domanda fattami da Haruka, la richiesta riguardante il decalitio era un argomento familiare per me, un territorio in cui mi sentivo a mio agio. Mi avvicinai al monitor della console, dove i dati geologici erano stati registrati, e cominciai ad analizzarli attentamente, prendendomi poi un momento per raccogliere i miei pensieri.

«Durante l'analisi geologica condotta sulla zona, abbiamo effettivamente rilevato delle tracce di decalitio che è spesso associato all'attività dei romulani. Tuttavia, nel nostro caso, sembrerebbe che le tracce siano state causate da un fenomeno naturale piuttosto che da un'azione intenzionale.» dissi con sicurezza, cercando di risultare il più chiara possibile, dato che non potevo mostrarle il mio monitor.

«Non possiamo escludere del tutto la possibilità che sia coinvolta qualche forma di interferenza esterna, ma al momento le prove indicano che si tratti di una formazione geologica unica» dissi, cercando di condividere le mie conclusioni con la ragazza dall'altra parte del comunicatore. «Sarebbe interessante approfondire ulteriormente questa scoperta e cercare di stabilire se il decalitio possa essere utilizzato in qualche modo nelle nostre attività o come risorsa potenziale.»

Mi resi conto che la mia risposta non era esaustiva come avrei desiderato, ma mi impegnavo a fornire ulteriori dettagli non appena avessi accesso a informazioni più complete. Speravo che questa risposta potesse aiutare a dissipare le preoccupazioni del capitano e del resto della squadra, almeno per il momento, finché non avessimo potuto investigare più a fondo sul mistero del decalitio e delle sue implicazioni.

«Continuerò a esaminare i dati e a condurre ulteriori ricerche sulla natura e le origini del decalitio, se il capitano lo desidera. Sarò pronta a condividere le mie scoperte non appena avremo più informazioni a disposizione.» , conclusi cercando di proiettare fiducia e determinazione.

Speravo che le mie parole fossero sufficienti per rassicurare il capitano Kirk, anche se ero consapevole che la situazione richiedeva ancora un'indagine approfondita. Avrei fatto del mio meglio per aiutare la squadra a fronteggiare l'ignoto e a garantire la sicurezza di tutti a bordo.
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