(SNW) - U.S.S. Enterprise - Missione di Pace
#11

Pelia

Lanthanitiana

Pelia aveva appena terminato di riportare tutti i sistemi al loro stato di funzionamento ottimale e con la nave ormai parcheggiata in orbita e tutto che ticchettava come un orologio svizzero stava proprio per concedersi cinque minuti di pausa, quando la voce allegra del tenente Ortegas la riscosse improvvisamente dai suoi programmi. Oh! esclamò sorpresa, notando accanto a lei anche il capo della sicurezza oggi deve essere proprio la giornata delle visite! ragionò a voce alta per poi riflettere sulla proposta del pilota.

Sì... sono sicura che posso trovarle qualcosa da fare rispose al tenente Ortegas ... è qualche giorno che pensavo di iniziare con l'ispezione dei giunti delle componenti strutturali del reattore e un paio di occhi in più fanno comodo disse, felice di avere un po' di aiuto extra per quel lavoro lungo quanto noioso. Se Erica stava scherzando le era totalmente sfuggito, perché Pelia le cacciò in mano un PADD con le schematiche dei giunti che intendeva controllare e si avviò in cerca di un tricorder. Si arrampicò lentamente fino al piano superiore della sala macchine, sparendo per un istante alla vista delle due, poi improvvisamente riapparve, sporgendosi in direzione di La'an ... posso esserle utile tenente Noonien-Singh? gridò dall'alto, come se si fosse accorta solo in quell'istante della sua presenza.
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#12

Not believing you're going to die is what gets you killed.

La'an Noonien-Singh Umana

Alla proposta di Erica annuii, ero felice che almeno per una volta il giro venisse svolto in compagnia.
«Grazie, sono sicura che la tua compagnia farà la differenza, tenente Ortegas.» ho detto con un mezzo sorriso mentre Erica si offriva di accompagnarmi nell'operazione di recupero della piccola fuggitiva. La sua vivacità e il suo entusiasmo sono contagiosi, e nonostante il mio solito temperamento riservato, apprezzavo da sempre la sua compagnia.

Abbiamo iniziato l'indagine seguendo le tracce lasciate dalla bambina lungo i corridoi della nave e seguire il suo percorso è stato un po' come risolvere un enigma, un puzzle che ci ha portato passo dopo passo alla sua possibile posizione. Era evidente che Miiral aveva avuto un percorso ben preciso, seguendo carrelli di manutenzione e probabilmente incontrando diverse sfide lungo il tragitto: nonostante la sfida dell'indagine, non potevo fare a meno di ammirare la determinazione e l'ingegno della piccola esploratrice. Aveva sfruttato il suo ambiente in modo sorprendente per evitare la cattura.

Durante il nostro viaggio verso il Ponte 8, Erica mi ha posto una domanda che richiedeva una riflessione seria. «Che idea ti sei fatta di questi negoziati?» ha chiesto, esprimendo l'incertezza che molti di noi sentivano verso i Cardassiani. Avevo notato anch'io il loro comportamento enigmatico e a tratti inquietante.

«I Cardassiani hanno una natura enigmatica, e non sempre è facile capire le loro intenzioni. È come se nascondessero dietro ogni sorriso una motivazione nascosta, ma credo che proprio questa loro abilità a mantenere una facciata impenetrabile renda ancora più importante stabilire comunicazioni efficaci con loro; nonostante le nostre migliori intenzioni, c'è sempre un senso di incertezza quando si tratta di negoziare con loro.» risposi, cercando di esprimere il mix di rispetto e cautela che avevo per loro.

Nel frattempo, nell'ambito della Sala Macchine, la situazione sembrava altrettanto interessante. La Capo Ingegnere, Pelia, aveva la sua parte di visite, poiché sia Erica che io ci eravamo unite a lei. Ho osservato il loro scambio di battute con un sorriso leggero. «Salve Comandante, stiamo facendo una ispezione a sorpresa per verificare se è in corso lo sfruttamento di manodopera... niente da dichiarare?» ha scherzato Erica. La loro interazione rifletteva una dinamica piacevole, un modo per rompere la monotonia delle operazioni quotidiane.

E infine, mentre Pelia stava preparando un'attività di ispezione strutturale e il reattore sembrava un labirinto di cavi e componenti intricati, è emersa la voce allegra di Erica che si offriva di essere utile. «Posso esserle utile tenente Noonien-Singh?» ha chiesto da sopra. La situazione mi ha fatto sorridere. In un luogo dove le macchine regnano sovrane, l'umanità prevale comunque con la sua interazione scherzosa e la voglia di aiutare.
«Sarebbe un piacere, ma le attività di ispezione non sono riservate agli ingegneri oggi» ho risposto, aggiungendo un tocco di umorismo alla situazione. Era bello vedere come la nostra squadra lavorasse insieme, ciascuno con le proprie competenze e personalità, ma sempre allineati nell'obiettivo comune di far funzionare al meglio questa nave.

«Stavamo cercando Miiral e credevamo di trovarla qui. Può darci indicazioni dove trovarla?» ammisi guardandola.
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#13

Erica Ortegas

Umana


”Beh, io ovviamente ci ho solo scambiato due chiacchiere, ma ammetto che sono totalmente indecifrabili…” affermò il timoniere, mentre con la college della Sicurezza entrava in Sala Macchine ”Ad ogni modo una cosa è certa…non sono gente con cui giocare a Poker…”

Ci fu quindi un breve scambio di battute col Comandante Pelia, scambio che terminò con lei che reggeva in mano un DiPADD zeppo di schematiche tecniche e la Lanthanitiana già arrampicata attorno al suo motore a Curvatura come una specie di folletto biondo in uniforme rossa.

Erica scambiò un momento uno sguardo confuso con La’an, come a cercare di capire se secondo lei l’aliena dalla lunghissima aspettativa di vita le stesse trollando in uno scherzo dal dubbio gusto o se – effettivamente – non avesse colto il senso delle loro parole.

Fortunatamente fu il Capo della Sicurezza a spiegare all’Ufficiale Superiore il motivo per cui le due donne più giovani si trovavano lì, mentre la pilota – comunque stuzzicata dalle parole di Pelia – lanciò ugualmente una occhiata alle complesse schematiche che le aveva dato.

Ovviamente capiva il giusto rispetto al livello di complessità del compito, ma era anche normale: per quanto sicurezza, ingegneria e timone condividessero il colore delle uniformi, infatti, i loro livelli di preparazione nei rispettivi ruoli erano estremamente diversi.

Erica aveva però un notevole occhio per i dettagli – dote essenziale per poter cogliere le numerose informazioni che scorrevano sugli schermi della consolle del timone durante le manovre più azzardate – e quando passò lo sguardo dalle schematiche al massiccio motore che si trovava di fronte a loro e sul quale Pelia , colse qualcosa di estremamente colorato sul braccio della bionda.

”Comunque bel Braccialetto, Comandante…” aggiunse divertita ”Magari un po’ ai limiti del regolamento, ma decisamente un accostamento interessante con l’uniforme…”
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#14

Pelia

Lanthanitiana

Alla domanda dell'ufficiale della sicurezza Pelia si guardò attorno con aria incerta Miiral? chiese pensierosa Miiral, Miiral... no, non credo di conoscerla, deve essere in un'altra sezione. mentì, allargando le braccia con fare forse un po' troppo dispiaciuto per risultare credibile, ma era riluttante a consegnare una bambina nelle mani di un ufficiale della sicurezza. Si trattava, in fondo, di una bambina, non certo di una criminale! Dubitava seriamente che La'an fosse in grado di trattare come si conviene qualcuno di quell'età. Inoltre era certa che, una volta terminata la sua visita alle gondole di curvatura, Miiral se ne sarebbe ritornata da suo padre. In fondo non le aveva dato l'impressione di essere un tipo intenzionato a combinare guai.

Fu solo al commento di Erica che si ricordò del braccialetto che la bambina le aveva regalato sì... disse scuotendo la testa in cerca della prima idea plausibile che potesse passarle per la mente ... è un regalo... che ho ricevuto qualche tempo fa. Da un'ambasciatrice. Storia curiosa... spiegò, facendolo sparire sotto la manica dell'uniforme prima che il loro pilota pensasse di darci un'occhiata più da vicino. Tra l'altro non si poteva dire che avesse propriamente mentito, dato che era effettivamente un regalo da parte della figlia dell'ambasciatore.

ghghgh sono una brutta persona, lo so Laugh
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#15

Not believing you're going to die is what gets you killed.

La'an Noonien-Singh Umana

Mentre entravamo nella Sala Macchine, Erica commentò sull'indecifrabilità dei Cardassiani e non potei fare a meno di annuire in accordo. «Hai ragione, sono totalmente indecifrabili ed è per quello che concordo: il poker non sarebbe una buona idea con loro. Scommetto che sarebbero dei maestri nell'arte di bluffare.» risposi con un lieve sorriso sarcastico per poi annuire, avevo notato anch'io quanto fossero enigmatici i Cardassiani, era davvero difficile capire cosa pensassero o cosa stessero tramando.

In sala macchine, la conversazione si spostò quindi sul braccialetto di Pelia, un dettaglio interessante che avevo notato anch'io. «È un accessorio molto interessante, Comandante. Complimenti. La moda è un modo straordinario per esprimere la propria individualità.» dissi guardando con un sorriso divertito Erica.
Tuttavia, quello non era il momento né il luogo per scavare ulteriormente, ma sapevo che c'era una storia dietro a quel braccialetto, e sapevo che Pelia sarebbe stata disposta a condividerla, ma torchiare quella donna ci avrebbe fatto solo perdere tempo e nel frattempo, la nostra caccia alla "piccola peste" continuava.
«È davvero un regalo... interessante, deve essere davvero speciale e sarei curiosa di sentirla. Tuttavia è il caso di proseguire.»

Osservando la situazione, mi ero resa conto che Pelia stava cercando di proteggere la piccola Cardassiana da un possibile coinvolgimento della sicurezza. Capivo il suo punto di vista, ma dovevamo assicurarci che Miiral fosse al sicuro. «Comandante, se dovesse incrociare Miiral durante il turno per favore, ci chiami: dobbiamo assicurarci che sia al sicuro e che ritorni da suo padre» suggerii con un tono calmo ma deciso. «Non vogliamo che si perda, soprattutto qui in Sala Macchine. O se per caso sa dove si trova, non sarebbe una cattiva idea di darci un'indicazione.» Era importante che tutti sapevano che la sicurezza di ogni individuo a bordo era una priorità per noi, anche se si trattava di una bambina curiosa.
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#16

Erica Ortegas

Umana


Erica faceva parecchia fatica ad inquadrare il modo di ragionare del Comandante Pelia e, ad essere onesti, era da quando la Lanthanitiana era salita a bordo che la studiava con una certa curiosità: in qualche modo la donna sembrava perennemente in un mondo tutto suo, coesistente con quello in cui vivevano loro ma parallelo ad esso. Forse a causa della sua abnormemente lunga prospettiva di vita non dava alle cose lo stesso grado di importanza che gli davano gli altri e – salvo in situazioni di particolare serietà ed importanza – sembrava perennemente intenta a giocare o scherzare.

Anche adesso Ortegas era quasi certa che la donna stesse mentendo, nascondendo loro le informazioni che aveva per un qualche suo gioco o personale divertimento. Se si fosse trattato di un argomento di scommessa, la ragazza avrebbe scommesso che il biondo ingegnere sapeva qualcosa sulla posizione della bambina Cardassiana e – in tutta sincerità – il modo in cui aveva nascosto immediatamente alla vista quello strano braccialetto era un possibile indizio di colpevolezza.

Non si poteva però accusare un Ufficiale Superiore per un semplice sospetto, no? Anche perché – in tutta sincerità – Pelia era un bravo ingegnere e le piaceva come il motere faceva le fusa da quando lei si occupava della Sala Macchine. Non che Hemmer non fosse un bravissimo ingegnere, capiamoci…era pure un tipo simpatico, a suo modo. Ma l’Aenar aveva una forma mentis tradizionale: con lui l’efficienza dei sistemi era sempre costante, al di sopra degli standard.

Con la bionda Pelia, invece, era sempre una sorpresa. A volte i motori sembravano quasi avere momenti di fiacca ma, ogni volta che serviva, rombavano e scalpitavano come se fossero appena stati messi a punto, con scatti di potenza anche significativamente superiori allo standard. E questa imprevedibilità ad Erica piaceva dannatamente, perché le dava la sensazione di avere a che fare con una bestia ancora un po’ selvatica, che ogni volta poteva domare con il suo sapiente tocco sul timone…

Quindi mettere nei guai il Capo Ingegnere facendola passare per bugiarda era certamente l’ultima delle cose che voleva ma, d’altro canto, la bambina andava trovata. L’Enterprise era pur sempre un grande vascello esplorativo e molte sue componenti erano pericolose, se manomesse senza cognizione di causa. Cosa sarebbe successo se la bambina si fosse avvicinata troppo ad un pannello smontato (ce n’erano sempre in giro perché – in una nave così grande – le piccole manutenzioni erano all’ordine del giorno) e avesse toccato un condotto EPS?

Per questo scelse un approccio diplomatico, agganciandosi alle ultime parole di La’an e aggiungendo un ”E, soprattutto, dobbiamo assicurarci che torni dalla delegazione prima dell’inizio degli incontri di pace. Se suo padre non fosse tranquillo di saperla al sicuro nei loro alloggi, potrebbe non essere nella giusta disposizione d’animo per negoziare un accordo che disinneschi questo conflitto tra i Trill ed i Cardassiani, no?”

E, a prescindere da quanto fosse divertente scommettere sulla prossima marachella della giovane esploratirce, nessuno di loro voleva che quella piccola scaramuccia si trasformasse in una crisi militare che coinvolgeva una regione di spazio a meno di tre parsec dallo spazio della Federazione ed un pianeta alleato, no?

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#17

Pelia

Lanthanitiana

L'espressione severa dell'addetta alla sicurezza non ispirava a Pelia una grande fiducia: sì, forse raccontava a se stessa che stava facendo la cosa giusta nel dare la caccia a una bambina, ma era evidente che sopravvalutasse i pericoli di una nave stellare... o l'intelligenza di una bambina che era riuscita a sfuggire non solo alla sua balia, ma anche all'intero dipartimento di sicurezza della nave. Non si è mai perso nessuno nella mia sala macchine protestò certa che, se e quando l'avesse voluto, Miiral avrebbe fatto ritorno da suo padre.

Le parole della Ortegas, tuttavia, le ricordarono che non era importante solo che facesse ritorno dalla delegazione Cardassiana, ma per quelle specie che nascevano e morivano in un battito di ciglia era di una certa rilevanza anche il quando. Pelia inspirò a fondo beata gioventù... sospirò sconsolata per poi scendere verso il piano inferiore, dove si trovavano le due donne. Seguitemi disse loro mentre faceva strada verso una delle console dove inserì rapidamente un paio di comandi ecco a voi i vostri Cardassiani disse, mostrando loro la posizione di tutti i membri della delegazione a bordo. La maggior parte degli ospiti era concentrata sui ponti superiori e considerando che si trovavano nella sala di rappresentanza, si trattava molto probabilmente dell'ambasciatore e dei suoi consiglieri. Notò tuttavia non senza una certa sopresa che non c'era traccia di cardassiani in alcun punto del percorso che aveva indicato alla bambina.

Oh, questo è curioso borbottò, non solo perché Miiral non si trovava dove si sarebbe aspettata: ... sembra che abbiate due esploratori da rintracciare disse, indicando un punto che si muoveva nei pressi della stiva di carico e poi un secondo, apparentemente fermo in uno dei corridoi, che sarebbe sicuramente risultato molto meno sospetto se non si fosse trovato esattamente accanto a uno dei punti di snodo principali dei condotti EPS. Beh... che stiamo aspettando? chiese, come se l'idea di rintracciarli fosse stata sua già in partenza non vogliamo certo che si perdano il negoziato! esclamò, avviandosi per andare a controllare di persona.

sono tornata sulla retta via =.=
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#18

Not believing you're going to die is what gets you killed.

La'an Noonien-Singh Umana

La Comandante Pelia continuava a intrigarmi con il suo comportamento enigmatico. Era come se vivesse in un mondo tutto suo, in cui le regole erano diverse da quelle degli altri. Era come se avesse la testa tra le nuvole, vivendo in un mondo tutto suo; tuttavia, dovevo ammettere che era un'ingegnere straordinaria, capace di tirare fuori il meglio dai motori di curvatura della nave. Era imprevedibile, ma in modo che faceva bene alla nave.

Erica sembrava altrettanto confusa dalla natura eccentrica di Pelia, e non potevo biasimarla. Era difficile comprendere a pieno una persona così fuori dagli schemi, ma allo stesso tempo, era difficile non ammirare la sua abilità nell'ingegneria. Tuttavia, in questo momento, dovevamo concentrarci sulla ricerca della piccola esploratrice Cardassiana, Miiral e fui segretamente grata quando la conversazione si spostò sulla situazione della bambina cardassiana.
Ero d'accordo con Erica sul fatto che la sicurezza della bambina e il buon esito dei negoziati tra i Trill e i Cardassiani fossero le priorità. Dovevamo assicurarci che Miiral fosse al sicuro prima dell'inizio delle trattative, in modo che suo padre potesse negoziare con tranquillità.
«Hai ragione, Erica. Dobbiamo assicurarci che la piccola torni sana e salva. La sua presenza potrebbe influenzare notevolmente l'atteggiamento di suo padre nei negoziati, e non possiamo permetterci alcuna complicazione in questo momento delicato.» concordai con un cenno di testa.

Quando Pelia mostrò la posizione dei membri della delegazione Cardassiana a bordo, notai che la maggior parte di loro si trovava sui ponti superiori, probabilmente l'ambasciatore e i suoi consiglieri. Tuttavia, la sorpresa venne quando Pelia indicò che non c'erano tracce di Cardassiani lungo il percorso che aveva indicato alla bambina. Era un dato preoccupante.

«Ecco un mistero interessante. Sembra che Miiral abbia un talento per eludere le rilevazioni. Forse ha preso lezioni dal padre diplomatico.» dissi cercando di fare una battuta.

Alzai gli occhi al cielo alle parole di Pelia e il suo cambiamento d'idea repentino, ma la seguii quando ci invitò ad andare alla ricerca dei due esploratori. Era importante rintracciarli prima che qualcosa andasse storto. «Concordo, non possiamo permettere che si perdano il negoziato. Andiamo a trovarli e a portarli in un luogo sicuro.»

Mentre cercavamo, pensai a quanto potesse essere intelligente quella bambina Cardassiana per sfuggire alle attenzioni della sicurezza e del personale della nave. Doveva avere un ingegno notevole. Speravo solo che fosse stata abbastanza sagace da non mettersi in situazioni pericolose mentre esplorava la nave.
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#19

Erica Ortegas

Umana


La presenza di ben due Cardassiani a spasso per la nave fece sollevare un sopracciglio perplesso ad Erica, la quale si mosse rapidamente verso la postazione di Pelia per osservare gli schermi che stava consultando. Ovviamente la donna doveva aver utilizzato i sensori interni per rilevare alcune specifiche componenti della biologia Cardassiana – il sangue freddo, magari? – e tracciarne la posizione sulla nave.

”Uno dei due segni vitali potrebbe essere la balia che sta cercando la bambina?” si domandò a voce alta, cercando traccia di altri segni vitali oltre a quello Cardassiano in una delle due zone. Se fosse stata la balia, infatti, si sarebbe probabilmente trovata in compagnia dell’ufficiale della sicurezza cui si era originariamente rivolta e che – a sua volta – aveva chiamato La’an in Plancia.

Effettivamente nei pressi del Cardassiano nella Stiva di Carico principale ci erano diversi membri dell’equipaggio anche se, da quel tipo di scansione, non era possibile capire se si trattasse di ufficiali della Sicurezza o di normali marinai impiegati in una qualche attività di inventario/stoccaggio delle scorte.

L’altro segno vitale era invece da solo nel corridoio, al punto che Erica si trovò a dire ”Direi sia più urgente controllare questo, prima che finisca col farsi male…La’an, come Capo della Sicurezza puoi chiamare la stiva e ordinare a quegli uomini presenti di vedere se il segno vitale è la bambina?”

Si guardò intanto intorno e, non appena ebbe individuato un tricoder ingegneristico lasciato appoggiato su una consolle durante probabilmente un intervento manutentivo, lo afferrò dicendo all’Ingegnere Capo ”Questo forse è meglio se ce lo portiamo. Non è preciso come un modello scientifico, ma per tracciare forme di vita andrà comunque bene…”

E si avviò con le altre due donne, cercando enlla sua mente di ricordare la struttura della Sala Macchine per raggiungere il più rapidamente possibile la zona che interessava loro.

Ci vollero un turboascensore e due corridoi deserti, ma alla fine arrivarono in un’area dello scafo secondario dalla quale era possibile osservare – incombente su una delle rare finestre di osservazione - la Gondola di Dritta, illuminata dall’energia che lampeggiava sopita nella sua punta. Non lontano dalla finestra vi era l’accesso di uno dei Tubi di Jeffries, uno di quelli che – ad occhio vista la posizione – probabilmente portava alla Gondola stessa attraverso il pilone di supporto.

Per il resto il corridoio era deserto: ad eccezione dei relé e dei sistemi accessibili dal condotto di manutenzione i condotti EPS erano tutti sigillati nelle pareti e le porte che conducevano alle sezioni adiacenti – una contenente i sistemi di riciclo dell’acqua e l’altra ospitante uno dei componenti secondari del sistema di Gravità Artificiale – erano apparentemente chiuse.

Perplessa, Erica avviò una scansione col Tricoder, ma i livelli di energia che passavano per il condotto del plasma diretto alla Gondola erano tali che la scansione era ridotta ad appena un paio di metri prima di degradarsi. Sbuffando, la donna passò all’Ingegnere Capo lo strumento con un ”Per caso può aumentare il campo di scansione?”
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#20

Pelia

Lanthanitiana

Ci volle un po' per raggiungere la posizione in cui avevano individuato il cardassiano disperso e, nel momento in cui la raggiunsero, il loro ospite sembrava essersi ormai dileguato. Per quanto ne sapevano avrebbe potuto essere praticamente ovunque nella nave a quel punto, ma i condotti EPS erano sigillati e nulla lasciava intendere che qualcuno... Pelia non fece in tempo a terminare quel pensiero che si ritrovò tra le mani un tricorder. Sì, sì... rispose distrattamente ad Erica, approfittando dello strumento per fare una rapida scansione dei sistemi presenti nell'area e assicurarsi che funzionassero entro i normali parametri. Non sembrava esserci nessun problema con la gravità artificiale, a parte, forse, qualche distorsione fisiologica del sistema che, con un po' di tempo e voglia a disposizione si sarebbe potuta sistemare. Lo stesso poteva dirsi per il riciclo dell'acqua, che probabilmente non veniva ricontrollato da qualche ciclo di troppo e Pelia lo aggiunse mentalmente in fondo alla lista delle cose da rivedere.

Fu solo quando fu ragionevolmente convinta che tutto fosse al suo posto e, soprattutto, che la sua piccola amica fuggitiva avesse avuto tempo sufficiente per tornare da suo padre, che parve ricordarsi che la Ortegas le aveva chiesto qualcosa quando le aveva messo in mano il tricorder cos'è che le serviva? chiese, ma prima che l'altra donna potesse rispondere, improvvisamente la risposta le tornò alla mente. Ah, il campo di scansione, sì! ragionò a voce alta, limitandosi ad accedere al menù di programmazione del tricorder per modificare un paio di valori, cosa che richiese non più di qualche secondo. Provi adesso. disse restituendoglielo cordiale.
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