TFB Chi non borbotta in compagnia...
#11

Where I come from, if someone
saves your life, you don't stab them in the back.

James T. Kirk | Human

Il suono del campanello interruppe la sua lettura Avanti... disse Jim, senza distogliere lo sguardo dallo schermo del computer, determinato a terminare il rapporto che aveva davanti. Aveva scaricato dal database della Flotta tutto ciò che era riuscito a trovare a proposito di incontri con i romulani ed era arrivato al punto in cui cominciava ad accusare una certa stanchezza. Accomodatevi disse distrattamente, facendo cenno ai due di attendere un istante mentre leggeva le ultime righe. Poi, finalmente, si decise a spegnere lo schermo e si stropicciò gli occhi, alzando lo sguardo verso i suoi ospiti e rivolgendo loro un sorriso cordiale Signori... li salutò.

Volevo proprio parlare con lei... disse rivolgendosi in direzione di Rekon per poi guardarsi attorno come se cercasse qualcosa. La sua attenzione fu attirata da una scheda dati che si trovava in un angolo della scrivania, si allungò per afferrarla e la porse al tellarite. Queste sono le registrazioni dei sensori della nave nel momento in cui è comparso sul pianeta spiegò ... le ho fatte studiare, ma non abbiamo trovato niente che possa spiegare il suo arrivo. Provi a darci un'occhiata, magari riuscirà a vedere qualcosa che a noi è sfuggito, perché al momento non abbiamo la più pallida idea di come farla tornare indietro fu costretto ad ammettere. Finché non troveremo una soluzione, ovviamente, è il benvenuto qui. aggiunse, ritenendo superfluo preoccuparsi di possibili contaminazioni temporali: difficilmente il tellarite sarebbe riuscito a fare più danni dei romulani, anche se fosse andato in giro per la nave ad aggiornare tutti i sistemi e raccontare loro cosa li aspettava.

Ehi, Bones, avevi parlato anche di qualche bicchierino o sbaglio? continuò mentre spostava lo sguardo sul medico e sulla bottiglia di whiskey che reggeva tra le mani ti dispiace...? chiese, stiracchiandosi per indicare una delle paratie alla sua destra. Primo compartimento... lo indirizzò. Se il medico lo avesse aperto, avrebbe trovato una bottiglia di Brandy Sauriano. Ho come il sospetto che il signor Rekon sia più il tipo da brandy scherzò, visto che il tellarite non ne aveva certo fatto mistero.
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#12

Rekon

Tellarite


”Immagino che l’intuito sia una qualità molto apprezzata nei Capitani, in qualunque epoca…” ghignò Rekon, divertito alla battuta di Kirk sulla sua – non così celata – preferenza per il Brandy rispetto al Whisky, dopodiché parcheggiò le sue stanche membra su una poltroncina e aggiunse ”ma sarò onesto con lei, signore, dopo una giornata come quella di oggi…beh, diciamo che mi farei andare bene anche una mezza bottiglia di quella brodaglia dolciastra che i Cardassiani chiamano Kanar…”

Mentre parlava afferrò i dati relativi al teletrasporto che aveva trasferito l’intensificatore di segnale e che – incidentalmente – aveva materializzato anche Rekon: Kirk aveva ragione, ovviamente, il segnale del Tellarite non si trovava nel raggio di teletrasporto, non era stato rilevato dai buffer dello strumento e non era stato rilevato un secondo raggio.

Analizzò qualche secondo le informazioni, prima di poggiare il datapad a terra e commentare ”Sarò onesto, Capitano…dubito fortemente che sia stato il vostro teletrasporto a prelevarmi dalla mia linea temporale e trasferirmi qui: innanzitutto mi trovavo nel Settore 001, e secondariamente l’intera Enterprise non avrebbe avuto energia sufficiente a generare da sola una distorsione così potente.”

Sfiorò la delta del proprio comunicatore, aggiungendo poi meditabondo ”Però scommetto che, se lei richiedesse una analisi manuale dei dati dei sensori, troverebbe una sorta di distorsione al momento del mio arrivo. Una varianza di fase nel continuum spaziotempo o qualcosa di simile, che i vostri computer hanno probabilmente ignorato considerandola una anomalia nelle letture.”

Non stette comunque ad aspettare che Kirk controllasse o meno quanto detto, poiché spiegò ”Questo perché, Capitano, non è stato un incidente a portarmi qui, ma la precisa volontà di qualcuno. Una entità molto teatrale, a giudicare dal modo e momento in cui mi ha fatto apparire…” accettò con gratitudine il bicchiere che il buon Dottor McCoy gli porse, prima di aggiungere ”Avete familiarità col principio di Ascensione?”

Si trattava di un postulato di fisica teorica, al quale a suo tempo – quando era studente in Accademia – Rekon aveva dato la stessa importanza che aveva riservato ai programmi di replicazione alimentare tarati sull’alimentazione Vulcaniana, ovvero poco o nulla. A quel che ricordava, comunque, si trattava di un postulato in base al quale una razza che fosse stata in grado di evolvere la propria comprensione dell’Universo ad un livello superiore rispetto alla sola percezione della Materia avrebbe potuto fare a meno della propria esistenza materiale, divenendo tutt’uno con l’energia permeante l’Universo stesso ed evolvendo in una forma di vita superiore.

La storia dell’esplorazione spaziale aveva individuato diverse entità che – a vari livelli – erano riuscite in questo processo. I Q erano probabilmente la forma definitiva di tale evoluzione, ma c’erano anche gli Organiani, esseri che un tempo avevano abitato un mondo al confine tra la Federazione e l’Impero Klingon e che esistevano tutt’oggi in una sorta di forma ibrida, pura energia ma ancora legati alle loro passate esistenze terrene. Oltre a queste due razze, inoltre, c’erano alcuni singoli individui che avevano mostrato capacità simili, come il cosiddetto Cavaliere di Gothos, o l’entità che risiedeva intrappolata al centro dell’Universo.

Non aggiunse nulla, nell’attesa che i due Ufficiali del passato rinfrescassero la propria memoria in tal senso con un po’ di alcol e, intanto, si perse nei propri pensieri: se Q lo aveva inviato lì un motivo doveva ovviamente esserci, ma quale? Possibile avesse a che fare con le ricerche romulane su quel motore che in quell’epoca non sarebbe dovuto esistere?

Sbuffò, aggiungendo ”Non ho idea del perché Q – questo è il nome dell’entità che aveva rapito me e diverse altre persone, prima di affermare di volermi mandare a casa per poi spararmi qui – mi abbia voluto far incontrare voi, ma di certo saprei che paroline gentili rivolgergli, se lo incontrassi. E allora non mi risparmierei, neppure se mi ritrasformasse in una bambina umana con le treccine…senza offesa per voi e la vostra linea temporale, eh!”

@T'Dal
Johanna ha assistito alla scena di Rekon tramutato in bambina, quindi potrebbe averlo raccontato, anche solo come aneddoto
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#13

I don't need a doctor, damn it! I am a doctor!

Leonard McCoy Umano

Jim ci invitò a sederci e attendere un momento, poiché stava cercando di completare il rapporto che aveva davanti e decisi di fare gli onori di casa. «Certo che ne avevamo parlato. Sono un dottore, non un barista, ma per una volta posso fare un'eccezione.» dissi con un sorriso, depositando la bottiglia che tenevo tra le mani sulla scrivania del capitano e dirigendomi all'armadietto che Jim aveva indicato, tirai fuori il Brandy Sauriano, poi tre bicchierini.
Il Capitano, intanto si rivolse a Rekon e io rimasi in silenzio, osservando l'interazione tra loro. Kirk gli consegnò una scheda dati contenente le registrazioni dei sensori relativi al momento in cui era comparso sul pianeta. Era evidente che il Capitano stava facendo del suo meglio per aiutare Rekon a capire cosa fosse successo e come fosse finito sull'Enterprise.
Quando Rekon menzionò qualcosa chiamato "Ascensione" e chiese se eravamo familiari con il concetto, annuii. Era una teoria di fisica teorica, secondo cui una razza avanzata avrebbe potuto evolvere la propria comprensione dell'universo fino a diventare una forma di vita superiore, fatta di pura energia.

«Sarà interessante approfondire questa questione» dissi, prendendo finalmente anche io un bicchierino. «Nel frattempo, non vedo l'ora di scoprire perché Q ti ha portato qui e cosa abbiamo da imparare da te. Sembra che tu abbia avuto un incontro piuttosto interessante con questa entità e sì, concordo, se mai dovessimo incontrarlo, sarebbe difficile trattenerci dal fargli alcune domande. In ogni caso, per quanto mi riguarda, non preoccuparti, non mi offendo facilmente. Abbiamo affrontato situazioni molto strane qui, quindi una bambina umana con treccine sarebbe solo un'altra giornata in ufficio.» sorrisi pensando a quanto stravagante e imprevedibile potesse essere la nostra vita su quella nave, nonché quanto potesse esserlo quel Q, in base a quante volte Rekon lo avesse nominato, per poi ricordare una cosa.
«Credo tu abbia incontrato mia figlia, ne sono sempre più convinto. Spero si sia comportata bene. » dissi con un sorriso.
Era evidente che c'era molto da discutere e scoprire, e mi preparai ad ascoltare attentamente le parole di Rekon, cercando di comprendere meglio la sua situazione e il motivo per cui era finito sulla nostra nave. Sempre se non ci fosse qualche pericolo di cui avrei fatto volentieri a meno.
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#14

Where I come from, if someone
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James T. Kirk | Human

Intuito... e la dose di arroganza necessaria a credere di poter gestire situazioni disperate. Basta uscirne vivi un paio di volte e il posto è assicurato. ironizzò Jim ... ma scherzi a parte, ci ha dato una bella mano oggi: lo prenda come un sincero ringraziamento. rispose con un sorriso cordiale, mentre l'ingegnere scorreva rapidamente i dati che gli aveva fornito. Non fu una grande sorpresa constatare che tra tutti quei dati non ci fosse nulla più di quanto avevano già scoperto, ma fino a quel momento gli era rimasta la speranza che tra le conoscenze del tellarite ci fosse qualcosa di utile a rivolvere quel mistero. Evidentemente non era quello il giorno buono per una simile rivelazione. Quando Rekon suggerì di tentare un'analisi manuale dei sensori, Jim fece per alzarsi e andare a inoltrare la richiesta, ma le successive parole del loro ospite lo trattennero: era abbastanza sicuro di aver già sentito menzionare il "principio di Ascensione" di cui parlava, ma in quel momento gli sfuggiva del tutto il contesto. Vide il medico annuire e gli lanciò un'occhiata interrogativa. Fu solo quando il discorso si spostò su una fantomatica entità di nome Q con il potere di trasferire una persona perfino attraverso i secoli che nella sua mente balzò tutto al proprio posto e sentì il bisogno di prendere un sorso di quel brandy che aveva nel bicchiere.

Forse la questione non è tanto il perché questo Q abbia voluto che incontrasse noi... ma perché ha voluto che noi incontrassimo lei non poté fare a meno di considerare, ascoltando distrattamente le considerazioni di McCoy. Comunque se non è stato il nostro teletrasporto a portarla qui, è improbabile che il nostro teletrasporto possa riportarla indietro. Al momento direi che l'opzione migliore che abbiamo sia scambiare due parole con questo Q. aggiunse, anche se l'idea di poter diventare una bimbetta con le treccine non gli suonava esattamente allettante. Come lo contattiamo? si informò, lanciando un'occhiata distratta al contenuto del bicchiere che aveva tra le mani.

Le parole del medico, comunque, lo distrassero un istante dall'intenzione di prendere un altro sorso Johanna? chiese perplesso Come...?. Per quanto ne sapevano il tellarite era piovuto lì direttamente dal futuro e ora, all'improvviso, saltava fuori che non era il suo primo viaggio temporale? Quando? si informò, mentre il suo sguardo passava dall'amico al tellarite.
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#15

Rekon

Tellarite


Rekon rispose alle parole dei due ufficiali e al ringraziamento del Capitano sollevando il bicchiere appena ricevuto a mo' di brindisi, per poi fermarsi un momento ad annusarne il contenuto prima di assaporarlo a piccoli sorsi mentre i due riflettevano sul concetto di Ascensione.

Era evidente che - nonostante le sue parole di poco prima al Dottore - l'ingegnere non fosse un suono alcolizzato, quanto più un estimatore di prodotti di buona qualità: non era la quantità di alcolico ad interessargli, quanto più la rotondità del gusto e l'effetto su lingua e palato.

Per questo stava centellinando quella esperienza in piccolissimi sorsi, godendosela con evidente piacere, piacere che i due uomini del passato potevano comprendere solo in parte, non conoscendo l'esistenza del Sinthalcol, largamente impiegato nella Federazione del 24° secolo.

Alla fine rispose alla domanda su Q e su come contattarlo con una alzata di spalle, spiegando "Non siamo mai stati in grado di farlo, era lui a venire a rompere le scatole a noi quando lo riteneva necessario. Ma tecnicamente si autoproclama onnipotente ed onnisciente, quindi potrebbe starci ascoltando anche in questo momento...difficile dirlo con una entità che trascende lo spazio, il tempo e può cambiare le leggi della fisica con la sola volontà..."

In realtà una volta una astronave della Federazione era riuscita ad entrare in contatto con il Q-Continuum lanciandosi in una supernova, ma si trattava di un caso irripetibile, dovuto al fatto che quella detonazione cosmica fosse un effetto collaterale della guerra civile in corso tra i Q.

Le parole successive di Kirk incuriosirono il Tellarite: cosa voleva davvero Q? Voleva che lui aiutasse loro o viceversa? O era l'ennesimo gioco? "È molto difficile capire i suoi intenti...per anni si è ciclicamente presentato ad alcuni Capitani mettendoli alla prova, giudicandoli. Ma alla fine credo la sua presenza sia stata un bene per l'umanità: ci ha permesso di prepararci ad un pericolo che altrimenti ci avrebbe schiacciati, quindi posso dire che è irritante e fastidioso, ma non credo sia ostile..."

Le parole successive di McCoy lo stupirono. Come era possibile conoscesse la figlia del medico, se si trovava in quell'Universo da mezza giornata? Forse era un membro dell'equipaggio che aveva incontrato?

Poi, grazie all'intervento di Kirk che aveva pronunciato il nome della ragazza, comprese, ricollegando il nome della cadetta a quello del medico e la sua bocca si aprì in una "O" stupita.

"Che mi pigli un colpo...La ragazzina, aspirante medico...era sua figlia..." concluse a voce alta. Effettivamente aveva senso che Johanna avesse raccontato al padre la vicenda occorsale, anche se magari Q l'aveva confusa coi suoi modi a tal punto da farle dubitare fosse successa davvero. Ad ogni modo spiegò al Capitano "Vede, Signore...quando dico che è stata una lunga giornata non scherzo. Stamattina, quando mi sono svegliato, ero in viaggio su una bagnarola adibita al trasporto merci verso una Base Stellare, dove mi sarei dovuto imbarcare sulla mia nuova assegnazione dopo un...periodo di aggiornamento, diciamo. Stavo lottando con la noia riparando un vecchio orologio, quando Q è comparso e mi ha teletrasporto via..."

Che botta era stata quella: passare dalla noia dei corsi di aggiornamento all'adrenalina del trovarsi sulla Sfera Borg, con la Romulana e gli altri... "Di colpo mi sono trovato su una nave teoricamente ostile, con un marinaio dal grilletto facile, una dottoressa della nave dove dovevo imbarcarmi, un membro della razza proprietaria della nave [non diciamo il nome, tanto la Federazione di quest'epoca non sentirà parlare dei Borg per moooolto tempo, giusto? Big Grin ] e una Romulana che puzzava di Tal Shiar a due parsec di distanza. Poi è comparsa questa ragazzina dal passato..."

Ed indicò McCoy, come a chiarire che parlava della figlia "Giusto per aggiungere un po' di implicazioni temporali alla faccenda. Ad ogni modo, dopo un po' di reciproca ostilità abbiamo capito che lo scopo di Q era farci agire insieme, come una sorta di bizzarro e male assortito equipaggio..."

Perché lo aveva fatto? Aveva detto per divertirsi, ma se fosse stata una prova? Uno dei test che tanto sembrava amare? "Avevamo appena iniziato a tentare di farlo - con le ovvie difficoltà del caso - quando è comparsa una femmina Q interrompendo il tutto e decidendo di rimandarci a casa. Ha schioccato le dita e tutti sono spariti in un lampo..."

Tutti gli altri erano tornati a casa? Sperava di sì "Ma io sono finito qui, giusto per completare la giornatina tranquilla con uno slittamento temporale e dimensionale, nonché una scaramuccia coi Romucosi...almeno sono felice che la bambina sia tornata a casa sana e salva!"

Fece un nuovo brindisi a McCoy, quindi chiese curioso "Quanto tempo fa è successo, secondo la vostra linea temporale?"

Non era una domanda peregrina...anche per uomini come quelli che servivano con Kirk non doveva essere cosa di tutti i giorni venire rapiti e portati oltre cento anni nel futuro. Se McCoy ne parlava tranquillo voleva dire che la ragazza era tornata senza un graffio ed era passato abbastanza tempo da dimenticare lo spavento e riderci sopra... "Sta bene? Che combina ora?"
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#16

I don't need a doctor, damn it! I am a doctor!

Leonard McCoy Umano

Le parole di Rekon riguardo a Q e ai suoi enigmatici intenti erano avvolte da un alone di mistero, e mentre lo ascoltavo, non potevo fare a meno di riflettere sulla natura capricciosa di questa entità onnipotente. Era vero che, nonostante le provocazioni e le sfide, Q non sembrava ostile alla Federazione, dato che in qualche modo, portato a benefici per l'umanità nel corso del tempo ma la sua imprevedibilità faceva sì che fosse difficile comprenderlo davvero.
Rekon sembrava avere una visione unica della situazione, sottolineando che, nonostante il comportamento eccentrico e fastidioso di Q, la sua presenza aveva aiutato l'umanità a prepararsi per pericoli futuri. Era una prospettiva interessante, considerando che il Tellarite sembrava aver sviluppato un atteggiamento misto di fastidio e rispetto nei confronti di Q, un atteggiamento che potevo comprendere data la natura straordinaria e frustrante che doveva essere avere a che fare con quella entità.
Quando il nome di Johanna fu menzionato e Jim esclamò di sorpresa, Rekon sembrò capire il collegamento. Spiegò che la giovane cadetta era stata coinvolta nella sua avventura, e tutto aveva avuto inizio mentre si trovava in viaggio verso una Base Stellare. Il racconto di Rekon dipingeva un quadro confuso e caotico della sua giornata, con la comparsa di Q e il successivo coinvolgimento di vari individui, tra cui una dottoressa della nave dove Rekon doveva inizialmente imbarcarsi, un membro di una razza sconosciuta e una Romulana.
Tuttavia, sembrava che l'interferenza di Q avesse avuto un fine specifico: far agire questo eterogeneo gruppo insieme come un equipaggio improvvisato; poi, una femmina Q aveva interrotto tutto e li aveva rimandati a casa, tranne Rekon, che si era ritrovato nel nostro tempo.
La storia era davvero incredibile, e mentre ascoltavo, non potevo fare a meno di rimanere colpito dalla casualità dietro questo incontro tra persone di diverse epoche. Rekon era visibilmente grato per il ritorno di Johanna sana e salva.
Io che conoscevo il punto di vista di mia figlia, che nonostante tutti i dubbi sul fatto che fosse accaduto davvero oppure no - aveva deciso comunque di fare tesoro dell'esperienza - ero molto curioso di sapere cosa ricordava un uomo... un tellarite adulto, di quell'esperienza.

«Quanto alla tua domanda sul tempo passato è successo diversi anni fa, in quanto dovrebbe essere stato nel 2266. All'epoca Johanna era solo una giovane cadetta all'Accademia in quel periodo; e sì, è tornata sana e salva, grazie al cielo. Johanna sta bene, ma purtroppo non ho avuto modo di sentirla da qualche giorno, ma devo dire che è davvero brava nel suo lavoro, e non smette mai di farmi preoccupare per lei. Ora è un medico affermato, sta cercando di migliorare la medicina e sta lavorando su alcune ricerche promettenti. È cresciuta con l'esperienza di quel giorno e ha mantenuto il suo spirito combattivo. Devo ammettere che avevo torto ad impedirle di seguire le mie orme» ammisi pacatamente, bevendo in risposta al brindisi con un mezzo sorriso, per poi annuire alle parole di Jim.
«Concordo, stai passando un periodo decisamente stressante e dobbiamo trovare il modo di tornare a casa, per quanto apprezzi la tua compagnia.» ammisi con un sorriso, pensando che avrei tanto voluto che Spock avesse una risposta, ma lui e la sua logica avrebbe provato a trovare un approccio scientifico a qualcosa che di scientifico aveva poco a che fare.
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#17

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James T. Kirk | Human

Mh. Capito il tipo. rispose Jim con un sospiro: se da un lato voleva aiutare l'ingegnere a tornare a casa, incontrare un'entità come quella che descriveva non era esattamente sulla sua lista dei desideri. Nel corso dei loro viaggi si erano trovati più volte ad avere a che fare con entità dai poteri o dalla tecnologia talmente superiore a quella dell'Enterprise da lasciarli praticamente in balia della situazione. Nessuno di quegli incontri si era rivelato particolarmente divertente. Interessante forse... sicuramente istruttivo... ma sebbene Rekon non avesse descritto Q come una minaccia, Jim non stava esattamente morendo dalla voglia di conoscerlo. Il capitano si limitò a concedere una smorfia a quel pensiero, per poi allontanarlo con un sorso di brandy.

Troppe informazioni per quest'ora... commentò, non appena Rekon e McCoy ebbero terminato i rispettivi discorsi. Cos'è un Tal Shiar? E soprattutto... quand'è che siamo passati da incidente temporale a viaggio dimensionale? Cosa le fa pensare di provenire da un altro universo? chiese al tellarite, poggiando un istante il bicchiere sul tavolo di fronte a sé per stropicciarsi stancamente gli occhi prima di rivolgere un'occhiata al medico pensi che Johanna potrebbe darci qualche qualche informazione in più su come far tornare a casa il signor Rekon? domandò in direzione dell'amico.
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#18

Rekon

Tellarite


"Beh. Non mi stupisce che sia riuscita ad affermarsi..." ribatté sinceramente divertito Rekon, quando McCoy gli spiegò che ora sua figlia era diventata una competente dottoressa stimata nel suo campo "Quando giunse sulla Sfera sembrava un po' un pulcino bagnato, così giovane e buttata in una situazione tanto più grande di lei. Ma ha tirato fuori i suoi piccoli - graziosi - artigli in fretta. Avrebbe dovuto sentirla come mi ha rimbrottato quando l'ho chiamata bambina"

E scoppiò a ridere, sinceramente divertito al ricordo, non lesinando un secondo silenzioso brindisi al buon Dottore "Ah, Dottore...le figlie sono il più grande dono e la più grande maledizione per un padre...ci beva sopra un goccio, che è meglio!"

E, per una volta, lo disse senza rimpianto, perché la semplice gioia che aveva visto negli occhi dell'Umano quando parlava di Johanna gli bastava - per il momento - a scacciare i brutti pensieri "E mi raccomando, me la saluti quando la sentirà!"

Si concentrò poi sulle domande di Kirk, svicolando dalla prima con una alzata di spalle ed un commento che voleva sembrare scherzoso, ma che conteneva parecchie verità non citate "Un tipo di Romulano ancora più criptico e incomprensibile della norma, se vuol sapere come la penso. Uno di quelli da non invitare mai al tavolo da poker..."

La seconda domanda era invece più importante e commessa, tanto che si fermò un momento a raccogliere le idee prima di poggiare il bicchiere sul tavolo e rispondere "In primo luogo il suo accenno alle Farfalline Romulane e all'Ambasciatore Spock laggiù sul pianeta..." spiegò il Tellarite dopo un momento di silenzio.

Si versò un secondo bicchierino, quindi parve perdercisi dentro guardandolo meditabondo prima di aggiungere "Ma la conferma l'ho avuta vedendo la sua nave: la vostra tecnologia è leggermente più avanzata di quella che - per quanto so io - dovreste avere e questa Enterprise è molto più grande della U.S.S. Yorktown, che dovrebbe essere sua gemella e ho visitato al Museo della Flotta."

Bevve un sorso del liquido ambrato, quindi aggiunse "A quel punto era abbastanza ovvio - mettendo insieme le varie cose - che una ventina di anni fa una Farfallina, presumo Romulana, abbia sbattuto le sue alucce e in qualche modo le navi stellari di classe Constitution si siano pompate i muscoli... Presumo in risposta alla farfallina stessa."

Di o a quel momento si era trattato di ipotesi dell'Ingegnere, a cui erano poi seguito fatti "A quel punto, mentre aiutavoil Signor Scott a mettere in sicurezza la microsingolarità su quella navetta, potrei forse aver modificato un pochino uno dei vostri Tricoder, trasformandolo in un discriminatorie di fase ed accertando che la mia traccia quantica è sfasata di 0.71 rispetto a quella di questo Universo, cosa che conferma il fatto che - oltre che di viaggio nel tempo - qui si parla anche di universi paralleli..."

E, se già Q, i Romulani e i viaggi nel tempo gli facevano venire il mal di testa, con gli Universi Paralleli era facile spiegare il bisogno di un robusto goccetto per digerire la giornata!

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#19

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Leonard McCoy Umano

La descrizione di Rekon di mia figlia figlia come una persona che sapeva farsi valere anche in situazioni difficili mi fece sorridere, che mi concessi un momento di orgoglio paterno. Rekon aveva centrato il punto: le figlie potevano essere una sfida, ma erano anche una fonte di gioia e soddisfazione unica.
«Be', hai ragione.» ammisi con un sorriso «possono portarti alla disperazione in un momento e farti scoppiare di orgoglio il successivo. Non c'è niente come vedere i tuoi figli crescere e diventare persone forti e indipendenti.»
Il brindisi silenzioso proposto da Rekon fu calorosamente accolto, e alzai il mio bicchiere per brindare di nuovo, questa volta con un pensiero speciale a sua figlia. «Sarà fatto.» dissi con tono allegro.
Il ritorno alle domande riguardo all'origine di Rekon e al mistero dell'incidente temporale / viaggio dimensionale mi riportò al cuore della questione. Rekon spiegò come aveva notato varie discrepanze tra la sua linea temporale e quella attuale. La menzione delle Farfalline Romulane e dell'Ambasciatore Spock, insieme alla visita al Museo della Flotta, suggerirono chiaramente una discrepanza temporale o dimensionale significativa.
Rekon continuò spiegando come aveva apportato modifiche a un Tricorder per confermare la discrepanza tra la sua traccia quantica e quella di questo universo. Era un quadro complesso, ma cominciava a delinearsi una chiara immagine: una distorsione spaziotemporale o un'apertura tra universi paralleli.
«Tutto questo è pazzesco. Non credo che Jo sappia come possa aiutarci, ma posso provare a chiedere, anche se credo di conoscere la risposta. Io e lei ne abbiamo parlato parecchio quando era successo per cercare una risposta logica, che non abbiamo mai veramente trovato. Da quello che so, lei non ha più incontrato nuovamente questo Q.» ammisi.
Il mistero cresceva, ma l'equipaggio dell'Enterprise era noto per affrontare le sfide più complesse e affascinanti, e questa era sicuramente una di quelle.

Se/quando vi servirà davvero la mia Quintana, per riportare il povero Rekon a casa ditemelo che la faccio comparire Laugh
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#20

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James T. Kirk | Human

Jim si unì a sua volta al brindisi in onore di Johanna. La conosceva di vista e dai racconti che di tanto in tanto ne faceva suo padre, ma la descrizione di Rekon gli strappò un sorriso: sembrava aver centrato in pieno l'effetto che la ragazza aveva su McCoy. Si direbbe che il signor Rekon l'abbia conosciuta bene ridacchiò, ammiccando in direzione dell'amico.

La discussione nel frattempo si era spostata sui romulani e sulle loro peculiarità, ma complice il tono scherzoso Jim prese la risposta del tellarite per una battuta più che per una risposta alla sua domanda me ne ricorderò se mai capiterà l'occasione promise, sperando di non doversi realmente trovare a giocare a poker con loro. Purtropp il lungo silenzio da parte del Comando che aveva seguito il suo rapporto non prometteva nulla di buono, ma Jim preferì allontanare quel pensiero con un sorso di brandy, mentre il medico distruggeva quella seppur debole speranza che Johanna avesse qualche idea riguardo a come uscire da quella bizzarra situazione.

Prova comunque a chiederle, magari ha qualche idea che a noi è sfuggita su come contattare questo Q... o sul perché il signor Rekon sia finito qui invece che tornare nel suo universo. Non c'è molto altro che possiamo fare al momento. valutò, allungando il proprio bicchiere verso l'ingegnere che aveva ancora tra le mani la bottiglia, con l'intenzione di farselo riempire. 

Faccia una quarantina di anni fa rispose in direzione di Rekon, quando il tellarite mise insieme le proprie ipotesi su quanto doveva essere accaduto alla loro linea temporale ma sul resto ha ragione. La nostra Yorktown è identica a quest'Enterprise. precisò per poi indicare con un cenno lo schermo accanto a sé. Computer, mostra la Narada ordinò, scostandosi leggermente per permettere al loro ospite di vedere l'immagine che era apparsa ... le presento la nostra farfallina romulana. Più una falena, in realtà. non poté fare a meno di sottolineare mentre ripensava alle parole dell'ingegnere. Era evidente che l'Enterprise fosse esistita anche nel suo universo e una qualche versione di loro stessi doveva trovarsi a bordo, visto che non erano stati inclusi tra i dettagli che gli avevano lasciato intendere di trovarsi in una versione alternativa del suo passato. ... comunque una cosa che le sarà utile tenere a mente finché si trova qui, è che nella nostra linea temporale il Comando di Flotta è ossessivo con i regolamenti. Mi creda se le dico che fuori da questa stanza non le conviene accennare al futuro da cui proviene... qualche anno fa volevano rispedirmi in Accademia per aver interpretato con un po' di disinvoltura una o due direttive

sicuramente non in questa role, altrimenti non può essere nell'altra ad aiutarci con i romulani. Ci manca solo un paradosso temporale per chiudere la giornata... Tongue
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