TFB zone d'ombra
#1

@Neris ... e 2! Optiamo per le radiazioni. Se G'Vera non mi uccide nel primo post la role diventa più lunga. Così, a titolo informativo...

Korinna Suder

Betazoid

Erano state settimane difficili: alcune navi romulane avevano tentato di oltrepassare il confine con l'Impero Klingon e dopo un breve conflitto diretto, gli scontri si erano trasformati in una guerra di posizione. I reciproci sistemi di occultamento rendevano difficile stabilire se i Romulani fossero ancora in circolazione, ma il capitano Khemara sembrava convinto si trovassero ancora lì da qualche parte, pronti a colpire. Korinna, al contrario, stava cominciando a provare una discreta insofferenza verso quell'allerta continua e ingiustificata: da giorni ormai non percepiva più alcuna presenza che non fosse quella dei klingon a bordo ed era convinta che i romulani se ne fossero ormai ritornati nel proprio territorio o che avessero deciso di tentare altrove l'attraversamento del confine. Il fatto che nessuno sembrasse disposto a darle ascolto, stava cominciando a darle più fastidio di quanto avrebbe dovuto.

Ricevo una richiesta di soccorso dalla Ko'Tal disse l'ufficiale addetto alle comunicazioni, rompendo il silenzio della plancia. Si trattava di una nave da trasporto che attraversava regolarmente il settore: in altre condizioni avrebbero risposto immediatamente alla richiesta, ma nella mente del capitano aleggiava il sospetto che si trattasse di una trappola. Per quanto la fisiologia klingon potesse affidarsi a una complessa rete di sistemi ridondanti, che li rendevano degli avversari implacabili in combattimento, l'evoluzione non sembrava aver dotato il loro cervello di altrettanta sofisticazione e per Korinna non fu difficile cogliere quel pensiero.

Capitano, mi offro come esca suggerì la betazoide, attirando l'attenzione dell'ufficiale ... mi lasci prendere una navetta e raggiungere la Ko'Tal, se si tratta di una trappola potrei riuscire a farli uscire allo scoperto e in ogni caso potrei portare soccorso al trasporto fece notare Korinna. Rilevo forti radiazioni dalla Ko'Tal, non c'è modo di sapere se ci sia ancora qualcuno vivo a bordo. si intromise l'ufficiale alla postazione tattica. Una ragione in più per andare a dare un'occhiata. insistette Korinna, che non aveva mai realmente perso lo spirito da esploratrice che l'aveva portata ad entrare nella Flotta Stellare. Prendi la shuVak acconsentì Khemara ... ma sarai per conto tuo: non intendo lasciare la posizione per venire a salvarti mise in chiaro il capitano. Capisco. Tuttavia potrei aver bisogno dell'aiuto di un ufficiale medico fece notare Korinna, pregando silenziosamente che G'Vera apprezzasse un po' di azione abbastanza da non squartarla viva per averla coinvolta in quella che, in effetti, aveva qualche probabilità di essere davvero una trappola.

Khemara si rivolse all'ufficiale addetto alle comunicazioni: informa G'Vera della situazione e dille di fare rapporto all'hangar navette appena pronta disse il capitano, per poi ordinare con un cenno al navigatore di prendere la postazione di Korinna, mentre la donna si dirigeva verso l'hangar per preparare la navetta al decollo.
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#2

G'Vera Roc

Klingon

Non può trattenermi qui! Un urlo indignato risuonò per l'infermeria. Sono in salute e pronto a spaccare teste ai romulani!
G'Vera alzò gli occhi al cielo. Guerriero Makai, lei è svenuto mentre era in servizio.
Come osa!? Non sono svenuto!
Lei è stato portato incosciente nella mia infermeria.
Non ero incosciente, stavo riposando!
Riposando in servizio? Davvero?
Era tutta preparazione per la battaglia!
Ne dubito fortemente. Ribatté G'Vera. O è svenuto, o stava saltando il suo lavoro per un pisolino. Può stare in infermeria ancora per qualche minuto, o posso fare rapporto al suo superiore. Mi dica cosa preferisce.
Il volto di Makai si tinse di rabbia. I suoi pugni si strinsero convulsamente. Solo cinque minuti. Scandì lentamente. Tra cinque minuti esatti me ne andrò, che i suoi risultati siano o non siano arrivati.

Non servirono più di tre minuti per ricevere i risultati delle analisi.
Erano... interessanti. Lei ha il Rop'ngor. Lo informò.
Non mi prenda per i fondelli, il Rop'ngor è un virus da bambini!
E immagino che durante la sua infanzia lei non ne abbia sofferto...
Questo è ridicolo! Non ho il Rop'ngor!
Può negarlo quanto vuole, ma ciò non cambierà... G'Vera fu interrotta dal suono del suo comunicatore. Solo un momento.

Quella era iniziata come una normale giornata in infermeria. I soliti pazienti difficili, le solite battaglie per convincerli alle cure. Ora invece si trovava in hangar navette, diretta verso quella che sembrava una missione suicida. Sappia che la odio, Suder. Dichiarò con sdegno a quella che considerava (correttamente) la colpevole dell'intera situazione.
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#3

Korinna Suder

Betazoid

Korinna era seduta al posto del pilota in una delle navette e stava attivando uno dopo l'altro tutti i sistemi: controllò la diagnostica della strumentazione, avviò gli iniettori del motore, mise i sistemi in standby per la partenza… non aveva ancora terminato la procedura, quando percepì incombere una presenza. Si trattava di una klingon, di umore decisamente seccato. Prima ancora che la dottoressa riuscisse ad entrare nell'hangar, Korinna intuì che non era molto felice di quanto le era stato riferito dalla plancia. Al "la odio" della donna, Korinna si voltò verso di lei, trattenendo un sorriso cordiale che sarebbe stato probabilmente frainteso. Ne usciremo vive promise con sguardo serio, scegliendo di rispondere al pensiero della klingon invece che alle sue parole … non percepisco la presenza di Romulani da giorni... anche se si trattasse di una trappola, non possiamo lasciare dei Klingon morire a quel modo: non è onorevole, lo sappiamo entrambe. aggiunse, voltandosi nuovamente verso la console per inserire una serie di dati di volo. Se doveva essere del tutto sincera non percepiva nemmeno l'equipaggio della Ko'Tal… ma erano distanti. Inoltre, c'era la possibilità che date le condizioni della nave non fossero coscienti: era loro dovere cercare quantomeno di capire che cosa fosse successo!

Per un istante la betazoide contemplò l'idea che tutto quell'improvviso spirito di avventura potesse essere solo di una brutta abitudine che le avevano inculcato all'Accademia della Flotta Stellare diversi anni prima: investigare, investigare, investigare… ma subito allontanò quel pensiero. Indipendentemente da come quell'idea le fosse venuta, era anche la cosa giusta da fare. Di questo ne era sinceramente convinta: c'erano dei civili a bordo della Ko'Tal. Forse perfino delle famiglie. Salvare anche una sola persona avrebbe reso quella missione degna di essere affrontata!

Quando ebbe terminato con i dati di volo, Korinna si rivolse nuovamente in direzione della dottoressa. Questa volta, la sua voce fu più incerta: erano passati anni da quando era al comando di una nave stellare, dall'ultima volta che era stata chiamata a formulare complessi piani d'azione. In quel momento si sentiva vagamente un pesce fuor d'acqua: non aveva la minima idea di cosa avrebbero trovato e, si fosse trattato di una missione sotto al suo comando, avrebbe sicuramente messo assieme una squadra con più di due persone. Purtroppo al momento non godeva di quel lusso e tutto ciò che poteva fare era farsi andar bene il fatto che le fosse stato concesso almeno un medico qualificato: per il resto in qualche modo si sarebbe arrangiata. Come facciamo con le radiazioni? Le tute sono sufficienti? Per quanto resisteranno? si informò, indicando con un cenno le due tute che uno dei klingon aveva appena buttato malamente in un angolo della navetta.
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#4

G'Vera Roc

Klingon

G'Vera era seccata, su quello non c'era alcun dubbio. Litigare in infermeria con degli idioti incapaci di differenziare tra cure mediche e azioni disonorevoli era una cosa, buttarsi in una missione dalla dubbia utilità e grandi rischi era un'altra. Non ho timore di morire. Precisò, mentre osservava Korinna completare il controllo dei sistemi. Sarò un medico e non un guerriero, ma sono una klingon non temo la morte. Il suo tono di voce era calmo, privo dell'astio che sarebbe stato presente se avesse interpretato la promessa dell'altra come un insulto al suo coraggio. Uscirne vive non era il problema, rischiare la vita per nulla sì. Che non sia onorevole morire in quel modo sono d'accordo, Acconsentì, un po' rabbonita a quel pensiero: se c'erano veramente dei klingon bisognosi di cure mediche sulla Ko'Tal, era suo dovere andare lì per aiutarli. ma quante probabilità ci sono che siano ancora vivi? Quel livello di radiazioni è letale. Senza tute anti-radiazioni o qualche tipo di schermo protettivo, non c'era modo di sopravvivere. Ha modo di usare i suoi strani poteri per capire se c'è qualche sopravvissuto? Domandò, un certo disprezzo nella voce. Sinceramente non riusciva a comprendere Seeth: perché amava così tanto passare il suo tempo con la betazoide? I suoi poteri telepatici erano un insulto, un metodo subdolo e disonorevole per ottenere informazioni e vantaggi. Normalmente avrebbe preferito farsi accoltellare che chiedere di usarli, ma nella situazione attuale non poteva negare la loro utilità. Avere un'idea della situazione sulla Ko'Tal avrebbe permesso loro di capire se valeva la pena salirci... e se si trattava o meno di una trappola.

G'Vera imprecò quando il suo sguardo cadde sulle due tute anti-radiazioni. Da quelle dipendeva la loro vita, avrebbero dovuto venir trattate con la stessa cura di un'armatura invece erano state gettate malamente in un angolo. Si chinò per raccoglierle e le appoggiò con qualche difficoltà sui sedili, per controllarle con attenzione. Sono intatte. Annunciò, decisamente sollevata. Sufficienti? Rise. No, non lo sono. Considerando il livello di radiazioni, le tute da sole dovrebbero darci dieci, se va bene quindici, minuti di operatività. Aggiungendo un'iniezione di hyronalina e lectrazine, dovremmo arrivare ai trenta. Consiglierei però di non superare i venti minuti di esposizione consecutiva. L'hyronalina non era esattamente senza effetti collaterali ma era ottima per trattare l'avvelenamento da radiazioni e, se combinata con il lectrazine, offriva una temporanea protezione dalle radiazioni. Nella grossa valigetta medica che portava a tracolla ne aveva parecchi ipospray. Non tanto per loro, in quanto un'overdose poteva essere letale, ma per gli eventuali sopravvissuti.
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#5

Korinna Suder

Betazoid

Non da qui rispose Korinna, trattenendo un'occhiata sorpresa mentre si voltava per guardare negli occhi la collega: era la prima volta da quando la conosceva che G'Vera menzionava le sue abilità. Fino ad allora sembrava aver fatto di tutto per fingere che non esistessero, quasi che ai suoi occhi fossero un qualche tipo di deformità da occultare. Per questo quell'insolita menzione, unita alla richiesta di conoscerne il responso, sorpresero non poco la betazoide. Certo, era presto per osare sperare che la dottoressa o chiunque altro a bordo fosse arrivato ad accettare l'idea che quelle abilità facevano parte di lei… ma era certamente un passo nella giusta direzione. Funziona come ascoltare delle persone che parlano: più sono vicine, più le voci sono forti. disse, evitando di specificare che ciò che le stava creando difficoltà era il caos generato dai klingon presenti a bordo.

Il lato positivo è che dovrei essere in grado di percepire qualcosa prima di salire a bordo. Le prometto che se non c'è anima viva torneremo indietro e condivido le sue perplessità, tuttavia... disse, tamburellando sulla console per far apparire uno schema della Ko'Tal ho notato questo: quello che vede è la nave da trasporto. L'hangar di carico ha un sistema a doppia paratia, costruito per schermare il resto della nave nel caso di trasporto di carichi pericolosi. Una volta anche le navi della Flotta Stellare utilizzavano una tecnologia simile, non è un sistema molto efficiente, ma va a creare una zona di sicurezza potenzialmente schermata dalle radiazioni. Se fossero riusciti a isolarsi in quell'area potrebbero essere ancora vivi. spiegò, chiedendosi se fosse anche il caso di rivelare che raggiungere quell'area dall'esterno sarebbe stato quantomeno complesso. Forse era meglio occuparsi di un problema alla volta. In fondo spiegherebbe perché hanno inoltrato una richiesta di soccorso, no? Perché mettere in pericolo altre navi se avessero avuto la certezza di morire? ragionò per poi ascoltare con attenzione le stime della collega riguardo al tempo che avevano a disposizione.

Bene. Immagino che ci adatteremo commentò, pur sapendo che venti minuti sarebbero stati decisamente pochi per quello che dovevano fare. Si metta comoda disse mentre lanciava un'ultima occhiata alla console per accertarsi di aver eseguito correttamente la procedura: il brevetto da pilota per una nave klingon era molto più semplice da ottenere rispetto a quello della Flotta: tutto ciò che richiedeva era non distruggere la nave o le strumentazioni e Korinna era stata abilitata da tempo ormai a far volare quegli affari. Purtroppo non aveva ancora la confidenza che avrebbe voluto con i sistemi di bordo e di certo non si considerava un pilota esperto. Kal'Ruq, siamo pronte al decollo annunciò, aspettando che l'hangar venisse aperto per portare fuori la navetta.
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#6

G'Vera Roc

Klingon

Da un lato era sollevata. Se erano troppo lontani perché Korinna potesse percepire eventuali sopravvissuti, significava che quella dannatissima stregoneria betazoide aveva dei limiti. Ciò la rendeva leggermente più accettabile, per quanto continuasse ad odiare il pensiero che esistesse qualcuno in grado di frugare nella sua mente. Seeth le aveva spiegato che l'etica betazoide impediva quel tipo di violazione di privacy, ma lei non se ne faceva nulla di vane rassicurazioni. I betazoidi non erano klingon, non avevano il loro stesso senso dell'onore. Come poteva fidarsi? Dall'altro lato della medaglia, non erano nemmeno romulani. Korinna magari un giorno l'avrebbe pugnalata alle spalle, ma non era detto. Fino ad allora, si sarebbe fidata di Seeth e le avrebbe dato una possibilità.

Mise da parte le sue considerazioni per osservare lo schema della Ko'Tal. Ha ragione, potrebbero esserci sopravvissuti. Confermò, non più contraria alla missione. Con ogni probabilità si trattava ancora di una missione suicida, ma aveva un senso. Non stavano mettendo a rischio le loro vite per nulla, per un capriccio dell'unica betazoide a bordo. Stavano andando a lottare per le vite di altri. G'Vera sorrise. Sì, quella era la sua battaglia e l'avrebbe combattuta. Che fosse rischiosa aveva poca importanza. Alla peggio, quello odierno si sarebbe rivelato un buon giorno per morire.

Già, ci adatteremo. Confermò, mentre posizionava meglio le tute sui sedili non utilizzati. La zona schermata della nave, se usata correttamente, ci potrebbe dare minuti preziosi. Quanti esattamente sarebbe dipeso da diversi fattori, tra cui la situazione della nave e lo status delle paratie. Come minimo ci offrirà un punto dove somministrare le cure di emergenza ai pazienti. Concluse, prendendo il suo posto nella postazione del copilota.

shuVak, siete autorizzati al decollo. La risposta alla comunicazione di Korinna non si fece attendere e le paratie dell'hangar cominciarono ad aprirsi. Fu solo allora che G'Vera si domandò se fosse veramente una buona idea lasciar pilotare una betazoide. Purtroppo non avevano assegnato loro un pilota, quindi c'era ben poca scelta: o era Korinna, o era lei. Spero che tu sia più abile di me a pilotare questo coso, Disse dunque. altrimenti le radiazioni saranno l'ultimo dei nostri problemi.
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#7

Korinna Suder

Betazoid

Negli ultimi dieci anni non mi sono mai mossa da Betazed rispose Korinna, mentre attendevano che le porte dell'hangar si aprissero … ma mi sono diplomata all'Accademia della Flotta Stellare. Per completare il percorso di abilitazione al comando, è necessario conseguire il brevetto di pilota e ho quasi 1200 ore di volo all'attivo si affrettò ad aggiungere non sarò la massima esperta di navette klingon, ma finché si tratta di decollare, impostare una rotta e raggiungere una nave delle dimensioni della Ko'Tal non prevedo problemi. precisò mentre impostava la rotta. Un istante dopo la navetta si levò in volo, uscendo a velocità controllata e senza difficoltà dall'hangar.

Korinna attese di essere a diverse decine di metri dalla nave, poi aumentò la velocità al massimo della potenza della navetta. Purtroppo a quella velocità sarebbe servita quasi un'ora prima di poter raggiungere la loro destinazione, ma il capitano era stato irremovibile: non intendeva permettere che la Kal'Ruq lasciasse la posizione, nel timore di qualche tentativo di infiltrazione da parte dei romulani e le alternative erano tra quella navetta e lasciare semplicemente che gli eventuali superstiti si arrangiassero. In fondo doveva considerarsi fortunata se era riuscita a convincerlo ad accettare la sua proposta. In quel modo avrebbero anche avuto un tempo più che sufficiente per valutare il loro piano d'azione ed indossare le tute prima di raggiungere l'area avvolta dalle radiazioni.

Erano ormai a qualche migliaio di metri dalla nave, quando a Korinna sfuggì un'imprecazione. All'improvviso i dati sulla console di volo sembravano impazziti: le cifre sullo schermo continuavano a cambiare e la navetta cominciò a perdere il suo assetto. No, no, no, non fare così... disse alla navetta, attivando in rapida sequenza una serie di interruttori. Ancora qualche centinaio di metri e la navetta finalmente si stabilizzò, ma anche senza leggere gli strumenti, sarebbe stato abbastanza evidente dalla posizione di stelle e pianeti tutt'attorno che stavano rallentando.

Abbiamo un paio di problemi... annunciò la betazoide la buona notizia è che percepisco delle presenze a bordo… quella cattiva è che le radiazioni stanno mandando in tilt i nostri sistemi: ho perso i dati di navigazione e se vogliamo continuare dobbiamo procedere in modalità manuale. Avrò bisogno del suo aiuto. disse, preferendo tenere la notizia peggiore per ultima … non sono in grado di prevedere cosa succederà alla navetta avvicinandoci ancora: provo a calcolare la rotta di avvicinamento più sicura, ma c'è l'eventualità che, proseguendo, i danni diventino tali da non permetterci di tornare indietro avvertì la collega, sapendo che avvicinarsi in quelle condizioni non era una decisione che poteva prendere da sola.
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