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#11

Alexander Davis

Klingon/Human

Alex cammina eretto e fiero verso il molo d'attracco della USS Eternity, la prima di una nuova classe di astronavi della Federazione, che sarà comandata da Edward Logan Harris.
è stato proprio quest'ultimo ad invitarlo a visitare la nave appena terminata, Alex ha accettato, per cortesia e per curiosità.
Edward si fida di me a tal punto di invitarmi ad esplorare la nuova astronave..incurante di ciò che potrei riferire agli ingegneri una volta tornato in patria..
Ma le intenzioni di Alex non sono di certo queste, dalla faccenda sulla Luna, lui è diventato una sorta di Ambasciatore, spetta a lui il compito di mantenere salda la fragile alleanza tra l'Impero e la Federazione.
Nutre una profonda stima per Edward, se in quel momento critico, il comando fosse stato di un altro, chissà cosa sarebbe successo..
Ma l'importante è che tutto è andato a buon fine e che i veri colpevoli siano stati riconosciuti per tali, i Romulani pagheranno per ciò che hanno fatto..
Nei mesi successivi, tra lui ed Edward si è creato qualcosa di più di un semplice rapporto professionale, quale era il loro all'inizio, si è instaurata un'amicizia, aiutata sopratutto dal molto tempo che i due passavano insieme nel periodo in cui fu stretta l'alleanza.
Alex, una volta conclusi i negoziati, aveva chiesto ad Edward di cercare una persona: Edgar Davis, suo padre. Aveva dunque narrato la sua vita all'amico, che aveva visto all'opera anche i suoi poteri mentali.
Non conosceva la Terra, quindi Ed gliel'aveva mostrata in lungo e in largo, era una bella realtà.
Senza dimenticare le infinite serate passate ad ubriacarsi insieme ad altri ufficiali della Flotta Stellare in permesso e l'assidua compagnia di belle donne.
Già, ho passato dei bei momenti!
Nel frattempo, ecco l'Eternity, magnifica e nobile, una signora nave, senza dubbio anche ben armata. Ma per la guerra contro i Romulani, sarebbe bastata?
Poco lontano, un gruppetto di persone, la sua vista acuta identifica subito Edward, gli altri sono ufficiali, ma questi Alex non li conosce, nemmeno uno.
Poco importa, in questa sede valgo solo come personaggio politico.. Si avvia verso di loro, ma mentre sta per raggiungerli scorge una figura poco distante, come se origliasse, una donna, assai bella. Alex le passa di fianco rivolgendole un buongiorno, poi raggiunge le altre persone, tra i quali un'altra donna spicca per bellezza e portamento, dopo constaterà quale più dell'altro..
Sembra regnare un'atmosfera formale, ci pensa lui a rompere il ghiaccio. Raggiunge Edward alle spalle, poi gli dà un'amichevole pacca sulla schiena, sorridendo. Edward, eccoti!
#12

Edward Alan Harris

Augmented Human

Il Capitano osserva i due membri dell'equipaggio mentre conservano, Nicole sembra particolarmente interessata ad Erik e lui risponde alle domande con poche parole, molto professionale, per un attimo Edward nota in lui una vena di, come si può chiamare...vulcanianismo(?) in lui.
Molti Ufficiali alla sicurezza sono vulcaniani perchè sanno ponderare con cura e freddezza le situazioni ed agire con calma e tempestività.
Quindi un altro punto a suo favore.
Vi è un attimo di silenzio, poi Erik fa un passo indietro ed inizia a gesticolare verso il corridoio vicino, come se stesse intimando ad una persona di avvicinarsi, ma proprio in quel momento Edward viene raggiunto, alle spalle, da un'altra persona, che gli provoca un leggero sobbalzo delle spalle per il lieve spavento. Chi potrebbe mai essere? Non sono molte le persone che mi aggredirebbero alle spalle dandomi una pacca sulla schiena...! Edward sorride, mentre ode la voce familiare di Alex Davis, volta lo sguardo.
La persona in questione non indossa una particolare divisa della Flotta Stellare, bensì un uniforme da cerimonia riconducente ai Klingon.
Alex è un Klingon, ma assomiglia molto più ad un umano che a qualsiasi abitante di Qo'nos, merito di un esperimento che ha avuto gli effetti contrari di quelli sperati.
Edward ricambia l'amichevole pacca sulla schiena, poi fa un passo indietro così che gli altri possano vedere Alex. Signori, vi presento Alexander Davis, Ambasciatore dei Klingon presso la Federazione.
è grazie a lui che si è evitata una guerra totale, vorrebbe aggiungere, ma evita. In realtà è merito di entrambi.
#13

Shiarrael Logan Volskiar

Human/Romulan

Gli occhi di Logan esaminarono pigramente le persone che si trovava davanti, memorizzandone i tratti peculiari, ed iniziando a trarre qualche conclusione prendendo in esame ciò che dicevano, e soprattutto come lo dicevano.
La donna aveva una fisionomia eterea intrappolata in parte da catene artificiali, quello probabilmente non era il suo vero colore di capelli, e sembrava avere qualcosa da nascondere, qualcosa che molto il Capitano -lo riconobbe dai gradi- visto che da quanto detto già si conoscevano; lui aveva specificamente richiesto la sua presenza a bordo, la cosa diventava sempre più verosimile. Il suo atteggiamento sembrava in qualche modo costruito. E non le piacque affatto. Già sapeva che molto probabilmente non sarebbero andate d'accordo.
D'altro canto, il Capitano pareva una persona alla mano, anche se pensieroso nei riguardi dell'altro Ufficiale del gruppo, e non ci volle molto a capire il perchè: era il futuro Capo della Sicurezza. Buffo come gradi più alti avessero paura di qualche sottoposto perchè ha più potere di loro, visto che potrebbe eventualmente destituirlo. Da come lo fissava, stava probabilmente traendo le sue conclusioni riguardo a lui e soppesando le probabilità.
Il Tenente pareva infatti essere un tipo deciso, sveglio, diplomatico nelle risposte e probabilmente anche nelle decisioni, quindi controllato, e la cosa non doveva essere sfuggita nemmeno al Capitano. Sembrava anche il tipo che, al contrario di lei, rispettava le gerarchie. Un tipo professionale, insomma. E non sapeva quanto le piacesse questa cosa.
Nulla di nuovo, in fondo: era capitato pochissime volte che qualcuno le andasse a genio al primo esame, ma ogni volta si compiaceva di quanto fossero state utili le lezioni di ninjutsu, visto che le permettevano di muoversi silenziosamente, complice delle ombre e della scarsa attenzione della gente.
Fatto sta che il Tenente fu il primo ad accorgersi di lei, che prontamente invitò a unirsi al gruppo con un gesto metodico che subito le ricordò un Vulcaniano. Il solo pensiero le strappò un lieve sorriso sarcastico. Ma prima che potesse fare alcunchè, ecco che arriva un quinto individuo ad unirsi a quel gruppo male assortito, peggiorando la situazione: avvertì il suo sguardo su di sè, che lei ricambiò con freddezza. Indossava abiti Klingon. Male, molto male. L'ultima cosa che voleva era uno come lui a bordo, anche se non sembrava un "purosangue".
Un tipo piuttosto invadente, che ignorò la presenza di altri Ufficiali e andò subito a salutare il Capitano, che sembrava in procinto di accorgersi della sua presenza. Quando lo introdusse, sentì un altro moto di disgusto scuotere la sua mente: Ambasciatore.
Non un altro. Ma cosa ho fatto di male per essere sempre circondata da Ambasciatori? Per lo più questo qui è pure Klingon. Perfetto. Manca solo un Vulcaniano... Uno vero, non contagiato o indotto. Poi possiamo aprire un circo.
La donna mosse lentamente i suoi passi per unirsi alla cerchia di Ufficiali, la figura illuminata dalla fredda luce spaziale man mano che usciva dal suo nascondiglio nella penombra. Adesso che tutto era più chiaro, le orecchie a punta che si stagliavano contro i capelli e le sopracciglia sottili e rettilinee proprie del suo retaggio Romulano si palesarono anche ai presenti.
Prima di parlare, li guardò uno per uno con superficialità mentre un sorriso impercettibile fece incurvare gli angoli della bocca, ma non si estese al suo sguardo, che continuò a non emanare nessuna particolare emozione.
"Tenente Shiarrael Rhian Logan Valentine Volskiar a rapporto, Signori. Nel caso vogliate presentare reclami rivolgetevi al nostro caro Ammiraglio." disse con una vena di sarcasmo intrecciata nella sua voce. Non rivolse alcun saluto militare, nè si mise sull'attenti, nemmeno davanti al Capitano.
Che il viaggio abbia inizio.
#14

Nicole Alyssa Williams

Betazoid

La risposta del Tenente è solo una formalità, quindi Nicole gli sorride piegando leggermente la testa di lato.
La sua empatia, fino a quel momento controllata per evitare di ricevere il flusso delle emozioni provate dai due presenti, le rivela la presenza di un'altra persona.
Ma prima che questa esca allo scoperto, giunge tra loro un terzo uomo, che riconosce subito per le vesti e per il viso ben noto negli ultimi mesi di politica. è proprio Alexander Davis, il "Klingon" il cui compito è fare da garante per la momentanea alleanza tra la Federazione e l'Impero. L'ha osservato molto, negli ultimi mesi, seguendo i suoi movimenti, la sua amicizia con l'amato la preoccupa non poco, è un nemico.
Ma il fine giustifica i mezzi quindi dovrà tenerselo buono almeno fino alla fine della guerra contro i Romulani che si prospetta certa.
Edward lo presenta agli ufficiali, con il titolo di ambasciatore. è un privilegio conoscerLa, Signor Ambasciatore.
Poi ecco entrare in scena una seconda donna. Solo a lei potevano appartenere le emozioni che stava percependo in precedenza. Le sta antipatica fin da subito, a pelle, già prima che si presenti e che inizi a guardare circospetta tutti i presenti, studiandoli.
Era stata avvertita della sua probabile presenza. Mezza Romulana, risultati eccellenti all'Accademia ma con uno spiccato senso di ribrezzo verso i superiori e il completo sistema gerarchico.
Perchè dovremmo presentare reclami? Non si ritiene all'altezza di questa nave e del Capitano? Una domanda cattiva, mentre sul suo viso i lineamenti sono rilassati, non si possono individuare le emozioni che sta provando, forse perchè, non ne sta provando.
Schiocca un sorriso verso l'Ambasciatore e gli rivolge una domanda tranquilla e cortese. Ho sentito che anche Lei è un Capitano, è vero, Signor Davis? Forse quello non è il modo di rivolgersi ad un Klingon, perchè, per quanto la persona che ha di fronte somigli ad un qualsiasi umano, il suo sangue è Klingon almeno in parte, e comunque lui rappresenta l'Impero. Da come lo trattano e da come l'avrebbero trattato, sarebbe dipesa l'alleanza tra le due Fazioni, e questo Edward sembra averlo capito già da tempo..
#15

Erik Howlett

Human

Erik era rimasto sorpreso dalla piega che avevano preso gli eventi: aveva di fronte a se nientemeno che uno degli ambasciatori più in vista del momento di Klingon. Un vero onore, se non fosse stato che che non vedeva di buon occhio gli ambasciatori: riconosceva che senza di loro molte volte si sarebbe arrivati a guerre inutili; ma in quante altre occasini, invece, avevano pensato prima a se stessi che al proprio popolo?
Sperava vivamente che non fosse quello il caso, visto che una pace duratura tra Federazione ed Impero conveniva a tutti per la stabilità nel Quadrante. Per quanto riguardava l'ambasciatore, si limitò a rivolgergli un educato saluto.

La persona che aeva visto con la coda dell'occhio si presentò, dimostrando sin da subito un certo carattere: l'affermazione usata annunciarsi sembrava tipica di chi è poco propenso a seguire le gerarchie, il tipo di persona giudicata "illogica" dai vulcaniani...e la cosa, se non era fatta di proposito per attirare l'attenzione ma in maniera naturale, gli piaceva, nonostante fosse "opposta" a come era lui: gli piacevano le persone naturali, senza troppe maschere di "Pirandelliana memoria". Trovò pure fuori luogo la domanda del tenente Williams: si vedeva lontano un miglio che il tenente Volskiar non mancasse di autostima, anzi appariva decisamente sicura di se e dei suoi mezzi. Qualcosa gli suggeriva che potevano scoppiare scintille da un momento all'altro, soprattutto da parte della betazoide.

Che sentisse in pericolo il suo ruolo di "femmina alfa"? Da quanto aveva visto sino a quel momento, il tenente addetto alle comunicazioni sembrava il tipo di persona alla quale piace stare al centro dell'attenzione, e nonostante le apparenze indicassero che non guardava altri uomini se non il capitano, non sembrava per nulla scontenta degli apprezzamenti di chi passava e la osservava. Personalmente, riteneva quel comportamento inadatto ed indegno a degli ufficiali della Flotta: sembravano più degli squallidi pirati di Orione così.

"Tenente Williams, francamente ritengo che se è stato l'Ammiraglio ad assegnare il Tenente Volskiar alla Eternity non ci siano dubbi sulla competenza, così come siamo stati assegnati pure io ed il capitano dall'Ammiraglio stesso. Mette forse in discussione le decisioni della Flotta?"

Sia il tono che lo sguardo dell'uomo apparivano pacati, più che un'accusa sembrava il voler avanzare un'ipotesi, ma non poteva negare di essere stato punto sul vivo con quell'allusione. E francamente non gli sembrava il modo migliore per partire in una convivenza "forzata" come poteva essere il proprio posto di lavoro.
#16

Edward Alan Harris

Augmented Human

Dopo la presentazione di Alex agli ufficiali, giunge tra quella cerchia un'altra ragazza, la conosce, e molto bene, dato che ha richiesto specificamente anche la sua presenza sull'Eternity.
Sarà un piacere averla a bordo, Tenente Volskiar. Edward le sorride, la ragazza è un'ibrida umano/romulana, risultati eccellenti in Accademia, esperta nell'uso di molte armi e di molte discipline marziali.
E in più, ciliegina sulla torta, anche molto affascinante. Una presenza come la sua, sulla sua nave, contribuirà non poco a rendere più "attivo" l'ambiente. In più il Capitano sa bene che ha un carattere molto particolare, dire ciò che si pensa in ogni occasione è una virtù che pochi mantengono, una volta entrati nella Flotta.
Senza dubbio Nicole non apprezza la nuova arrivata, sa essere stronza, quando vuole, ed inizia subito con una domanda trabocchetto.
Erik le risponde "logicamente" con tono pacato. Peggio di così non potrebbe andare... Conosce bene il temperamento di Nicole, un attimo ancora e probabilmente avrebbe estratto il suo phaser e l'avrebbe puntato contro Erik prima e Shiarrael poi.
Con tono deciso interrompe fin da principio ciò che sarebbe potuto succedere. Smettetela subito, o sarò costretto a lasciarvi a terra.
#17

Corallis Aghias

Human/Bajoran

Le navi spaziali erano uno dei prodigi della tecnologia che spesso avevano colpito l'immaginario di Corallis. Erano un curioso mix di tradizione, di superstizioni che risalivano fino agli albori delle varie razze della Galassia, e di novità, di tecnologia all'avanguardia sperimentata per portare "cose" attraverso una delle più grandi cantonate della scienza: il vuoto.
Era ironica, come situazione: se uno degli antichi filosofi che avevano pensato e scritto nei secoli del passato della Terra avesse visto un'astronave avrebbe urlato all'innaturale. Non era concepibile per loro che da qualche parte nel cosmo ordinato e perfetto che il Dio di turno aveva propinato loro ci fosse una zona in cui "non c'era niente", pensiero che risaliva fino agli inizi della civiltà umana, ed invece ora quell'idea era stata superata dalla scienza con talmente tanta naturalezza da farla apparire obsoleta in pochissimi secoli, contro gli almeno tre millenni di impero.
D'altronde succedeva spesso, che una situazione costruita con cura per tantissimo tempo scomparisse in un arco molto minore.

Quindi, pensamenti e ripensamenti psicoteorici e psionici a parte, che c'incastra quanto rimuginato sopra con un ibrido umano-bajoriano che se ne cammina tranquillo, le mani incrociate dietro la schiena, per un ponte della stazione spaziale cui erano ormeggiate molte delle navi più grandi della Federazione?
Ovvio, assolutamente niente. Ma, e allora? Allora niente, che domande! Semplicemente Corallis lasciava la propria mente andare ogni volta che osservava qualcosa che attirava la propria curiosità; lo trovava un modo utile e piacevole di rilassarsi e, al contempo, mantenere una discreta presa sui propri pensieri, come se rischiasse di perderli da qualche parte. Paranoide, sì, ma considerando che nel suo immediato futuro si profilava la promozione ad Ufficiale Medico Capo su uno di quei vascelli, addestrarsi a mantenere un'identità gli sarebbe stato utillimo. Anzi, era salito proprio per avere un'idea dei propri possibili ufficiali in comando in attesa che lo assegnassero ufficialmente.
Percorse ancora qualche decina di metri ingabbiato nella stretta e scomoda uniforme militare, un lungo corridoio si snodava alle sue spalle, quando vide un piccolo assembramento di persone intorno alle quali l'aria sembrava leggermente tesa.

Domanda numero due: che ci facevano loro lì? Semplice anche quello: le risse succedevano spesso, lui stesso aveva dato occhiate a gente che ne era uscita più o meno malconcia.

Due uomini e due donne, numero pari, numero interessante, che presentava un lato simbolico discretamente curioso, ma Corallis dubitava che ad estranei al suo cervello avrebbero visto una cosa simile o, se l'avessero fatto, l'avrebbero trovata di qualche importanza. Uno di loro portava le mostrine di un suo superiore, per cui fece la prima cosa che gli passò per la mente: si fermò e fece un leggero inchino col capo. Niente saluto militare, non lo faceva mai a chi non conosceva o non si era guadagnato il suo rispetto, fosse stato un generale di stato maggiore!

Signore...

Anche se aveva cercato di mantenere un'aria più neutra possibile, era incuriosito da quel sipario neanche così insolito nella monotonia della vita militare, ma che forse si presentava interessante.
#18

Edward Alan Harris

Augmented Human

Senza dire altro, Nicole ad Alexander si congedano, ognuno prendendo una strada diversa.
Lui rimane da solo con i due ufficiali, la situazione prima era abbastanza tesa.
Sul posto arriva un altra persona, un uomo molto singolare, sembra più un cowboy americano del 1800 che un Tenente della Flotta Stellare.
Corallis Aghias, il suo nome. Un uomo molto particolare, figlio di due Mondi, per così dire: mezzo Bajoriano e mezzo umano.
Tenente Aghias. Il mio nome è Edward Harris, sono il Capitano della USS Eternity. Gli tende la mano, forse è l'atteggiamento giusto da adottare.
***
Nessuno aveva altro da dire, tutti salirono a bordo dell'Eternity, per visitarla e prendere conoscenza di essa.
Sarebbe stata la loro nave, la loro casa, la loro stesa vita, che sarebbe dipesa dalle armi in dotazione, ma anche dalla freddezza e capacità di comando che lu, Edward Harris, avrebbe dovuto esercitare in plancia.
Una nuova missione, una nuova avventura, verso l'infinito e oltre!
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