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TFB Andando verso New Vulcano
#1

T'Dal Zayrus

Vulcan

Erano passati già due giorni dalla conclusione della missione verso la Luna, di cui comunque non avevo molta voglia di parlare, quando ad un certo punto di una sarata in cui non avevo voglia di far altro che andare a riposare, avevo ricevuto un messaggio urgente da mio fratello Elieth. "T'Dal nostra madre è molto malata e chiede di vederti." mi disse e io, nonostante le rimostranze sul fatto che avevo da lavorare per la flotta, mi aveva assicurato che lui in quando ambasciatore per Vulcano, mi aveva assicurato che non ci sarebbero stati problemi. Perciò, potevo prendermi un breve periodo per tornare a casa e dedicarmi a lei. Da una parte la capivo, voleva avere tutti i figli a casa, a portata di mano, per godersi della presenza di tutti e tre. Se una parte di me quella più logica, voleva rimanere sulla nave e poi andare a studiare qualcosa per conto della federazione, dall'altra avevo bisogno di un attimo di pausa, ne avevo passate troppe e avevo un disperato bisogno di rilassarmi e se avessi avuto bisogno, avrei trovato il modo di tornare a casa. Prese giusto un paio di cose per tornrare a casa dal mio alloggio, avevo, preso in prestito una navetta, e avevo deciso di tornare con quella sul mio pianeta. Avevo iniziato a prenderlo davvero, come mio. Non piaceva, ma mi ero abituata.
Sei sicura di volere venire con me? chiesi verso Korinna, non mi dispiaceva partire da sola e mi aveva stupito la sua offerta di venire con me.
#2

Korinna Suder

Betazoid

Feci segno di sì con la testa: "sto tornando a casa, non ci rivedremo per chissà quanto tempo e sei di strada... non è meravigliosamente logico che venga con te?" scherzai, mentre mi chinavo per raccogliere la valigia nella quale avevo infilato tutto il necessario per il viaggio. Avevo dato disposizioni affinché tutto il resto delle mie cose venisse spedito direttamente su Cyndriel, nella mia vecchia casa. Avevo preso la mia decisione e non sarei tornata indietro... ma pensare che quella era forse l'ultima volta che avrei messo piede tanto lontano rendeva il corridoio che portava all'hangar navette molto più lungo e difficile da percorrere. Non era facile ammettere quanto quell'avventura nello spazio mi aveva cambiata e per un istante mi resi conto che forse aveva ragione quell'uomo saggio, che mi aveva fatto notare che mi ero allontanata tanto da finire per perdermi. Sorrisi a quel pensiero, ma era un sorriso amaro: per quanto cercassi di convincermi di aver preso la decisione giusta potevo già sentire che quella vita mi sarebbe mancata; mi sarebbero mancati T'Dal e tutti gli altri ufficiali, i turni di notte, le interminabili ore di lavoro. La porta dell'hangar si aprì con un sibilo e la infilai rapidamente. "Mi mancherà tutto questo" sospirai, dando voce ai miei pensieri.
#3

T'Dal Zayrus

Vulcan

Guardai Korinna con un'espressione neutra, ma sapevo che avrebbe avuto modo di vedere, nnon sapevo bene come, un mezzo sorriso. Quando mi disse che stava tornando a casa e, scherzando, mi fece notare che era logico che facevamo la strada insieme. Si, in effetti lo è, se parliamo in fattori di navette e di tempo. ammisi con tranquillità, mentre poi facevo un ultimo controllo.
Avevo calcolato tutto nei minimi dettagli, come al solito. Mia madre avrebbe sorriso, diceva che ero la più precisa della famiglia, dato che cercavo di nascondere con attenzione i miei sentimenti con tanta perizia. Se dovevo dare una mia opinione, però, non ero più precisa dei miei fratelli, tutti e tre eravamo uguali e non ne avevo mai dubitato. Più pensavo che stavo tornando a casa, più credevo fosse logico farlo.

Alla sua affermazione "Mi mancherà tutto questo" mi girai a guardarla, alzando un sopracciglio. In che senso? chiesi guardandola con attenzione. Nonostante cercassi di dare una spiegazione logica a quello che aveva detto un istante prima, non capivo proprio che intendesse: anche a me sarebbe mancato, ma era un periodo breve e comunque essendo a casa, potevo studiare ugualmente.
#4

Korinna Suder

Betazoid

Sentii tutto il peso dello sguardo di T'Dal, ma non me ne sottrassi. Abbozzai un sorriso; avrei preferito che potesse ascoltare i miei pensieri, risparmiandomi la fatica di pronunciarli ad alta voce. Fino adesso era stato tutto relativamente facile: lo sapevano i miei superiori; forse mia madre aveva intuito qualcosa quando l'avevo chiamata per dirle che stavo tornando a casa, ma in realtà non l'avevo ancora detto a nessuno. "Oh, dei! In momenti come questo vorrei avere il tuo autocontrollo! Mi sento talmente sottosopra che mi ci vorranno settimane per riprendermi" sbuffai, abbassando lo sguardo sulla mia valigia, per posarla all'interno dell'apposito comparto della navetta. Feci segno a T'Dal di passarmi le sue cose e aggiunsi "non sono in licenza. Ci ho pensato parecchio e credo che il capitano Harris sia un perfetto idiota. Secondo il Comando, invece, è una specie di eroe... mi sono resa conto che stavo sacrificando la mia vita a un'organizzazione della quale condivido i principi, ma non i metodi, né le ragioni. Qui sono fuori posto, T'Dal: ho rassegnato le mie dimissioni, riconsegnato uniforme, gradi e quant'altro. Sono un civile, adesso... e questa è forse l'ultima volta che metterò piede tanto lontano da casa. Fa un certo effetto, sai?" dissi, fermandomi un ultimo istante ad osservare l'hangar, prima di arrampicarmi a bordo della navetta. "Andiamo, prima che mi venga un attacco di nostalgia" dissi, avvicinandomi a T'Dal per darle un'amichevole pacca sulla spalla.
#5

T'Dal Zayrus

Vulcan

Guardai Korinna con attenzione, mentre abbozzò un sorriso. Immaginai che qualcosa non quadrava, di solito non sorrideva così tiratamente, ma magari aveva qualche pensiero sentimentale che le frullava per la testa. In ogni caso, dato che non lo sapevo in realtà, dato che non sapevo leggere nel pensiero o comunque, non mi interessava, avrei atteso diligentemente che mi svelasse lei qualcosa.
Controllai minuziosamente le coordinate e il tempo che ci sarebbe voluto per il viaggio, quando ad un certo punto mi disse che avrebbe voluto avere il mio autocontrollo. Solo in quel momento le rivolsi di nuovo lo sguardo, togliendolo dal monitor che avevo davanti, dato che ormai era tutto pronto per partire.

Lo sai che basta venire sul mio pianeta e studiare, anche se... non credo ti piacerebbe dissi con tranquillità, non credevo che a persone come i betazoidi rimuovere i sentimenti fosse stata una mossa vincente.
Passai a Korinna dopo il suo cenno, un piccola valigia che conteneva davvero lo stretto necessario. Era leggerissima, ma alla fine contavo di rimanere poco tempo a casa e sapevo che avevo ancora tutti i miei vestiti nell'armadio.
Ascoltai la sua affermazione, sul fatto che aveva deciso di ritirarsi dalla flotta stellare. Riportai alla mente tutto quello era accaduto durante la missione e sul fatto che doveva aver sofferto molto.

Purtroppo ce ne sono di persone inadatte al comando e Harris, se non consideriamo l'ammiraglio, è uno di quelli. Si sa che il comando di flotta tende a perseguire i propri interessi, talvolta andando contro ad ogni logica possibile, ma talvolta.. bisogna scegliere la cosa più logica da fare e mi pare che sia accaduto. Quindi, cosa farai ora? suppongo che tornerai sul tuo pianeta. ammisi con tono neutro. Uno dei miei rari amici nella flotta mi stava abbandonando, ma avrei sicuramente avuto modo di rimettermi in contatto con lei.

Per un istante, ripensai al fatto che la mia vita avrebbe avuto modo di sconvolgersi: il ponn farr si stava avvicinando a passi spediti. Sapevo che ero riuscita a rimandare la prima volta, ma ora era diverso. Mestral mi stava aspettando da qualche parte e io non avrei potuto far niente per rimandare, presto avrei dovuto pensare anche a quello. Annuii risalendo alle sue parole e chiusi la navetta dietro le sue spalle, prendendo posto. D'accordo. e così, seppur lentamente partimmo.
#6

Korinna Suder

Betazoid

"Sì" risposi, prendendo posto accanto alla vulcaniana "... ma non intendo tornare immediatamente a casa. Ho deciso di prendermi una piccola vacanza... passerò qualche giorno su Risa, così avrò tempo di contattare una o due persone prima del mio grande ritorno" risposi con un sospiro "certo, non pensavo fosse tanto difficile... fin da ragazzina non ho fatto altro che desiderare di entrare nella Flotta. Nonostante le difficoltà con l'Accademia ho insistito, sono andata avanti, ci ho messo tutta me stessa e lasciare così... non lo so. Continuo a chiedermi se ho fatto davvero tutto quello che potevo fare" confessai. Adesso sì che stavo cominciando a perdere il controllo: ripensare a tutti gli amici, a quella che per anni era stata tutta la mia vita... e lasciarla alle spalle così all'improvviso mi aveva lasciato dentro un gran vuoto. E adesso? Cosa avrei fatto? E se il futuro che avevo programmato alla meno peggio in poche ore non si fosse realizzato? Cosa avrei fatto? Era tutto così incerto... mi erano sempre piaciute le sorprese... ma adesso che il mio intero futuro era in gioco... avevo una paura folle di affrontarlo. Scossi la testa, cercando di allontanare quei pensieri prima che mi facessero impazzire. "Questa cosa mi richiederà un buon numero di ore di meditazione" scherzai, cercando di recuperare il mio buonumore, ma la verità era che mai prima d'ora avevo desiderato tanto di incontrare un altro betazoide: mi sentivo come se fossi stata sola nell'universo intero e per la prima volta nella mia vita sentivo il disperato bisogno di condividere con qualcuno... con chiunque... tutto quello schifo di emozioni che mi si agitava dentro. T'Dal era una buona amica... ma purtroppo la sua filosofia le impediva di essere particolarmente d'aiuto al momento... o forse no. Allentai le mie difese mentali quel tanto necessario a percepire le sue emozioni, nella speranza che la sua tranquillità riuscisse a calmarmi un poco... e fu solo allora che mi resi conto che, nonostante l'apparenza da vulcaniana tutta d'un pezzo... non era affatto tranquilla. "Non stai tornando a casa per una vacanza" realizzai all'improvviso "lo sai che se c'è qualche problema puoi parlarmene liberamente, vero?" chiesi, decisa a non indagare oltre se lei non avesse voluto.
#7

T'Dal Zayrus

Vulcan

Guardai la betazoide che si era seduta al mio fianco e la guardai con attenzione. E' una soluzione logica. Almeno puoi anche risposare. risposi semplicemente quando mi disse che avrebbe passato qualche giorno di vacanza su Risa, prima di andare sul suo pianeta. Mi confessò che era stato difficile per lei in Accademia.
Da una parte la capivo, in fondo non era stato semplice nemmeno per me, cercare di tenere a bada un lato di me, quello sentimentale, che avevo lentamente imparato a reprimere. Tutti avevano avuto modi di conoscere Spock dell'Enterprise, che poco tempo prima aveva tentato la strada della federazione e talvolta i loro sguardi erano in qualche modo puntati anche su di me, come se il mio nome potesse eguagliare in qualche modo il suo. Ovviamente, non era possibile.
Lo sai che da una parte ti capisco, anche se per motvi diversi. ammisi per poi prendermi un momento e ascoltando i suoi dubbi. Sono convinta che hai fatto del tuo meglio, ma i comportamenti del capitano e dell'ammiraglio non sono stati dei migliori comunque. Credo che saresti stata un'ottimo capitano per la constellation.
Quando scherzò sul fatto della meditazione, la guardai discostando per un istante solo lo sguardo.
Credo che la meditazione aiuterebbe più me che te, ma puoi sempre provarci risposi con tranquillità, sapevo che era uan battuta, avevo iniziato a capire il tono di Korinna quando scherzava. Riportai alla mente la prima volta che era accaduto, l'avevo guardata con aria interrogativa che aveva dovuto spiegarmi che era una battuta.
Ad un certo punto, mi disse che non stavo tornando a casa per una vacanza con tono quasi stupito.
No. dissi neutra, per poi aggiungere guardandola, Lo so, ma non ne ho parlato con nessuno ancora. ho mantenuto il riserbo, come richiesto. Devi sapere che non è stata una mia decisione rientrare su New Vulcano. Il rientro mi è stato quasi imposto da mio fratello Elieth, per mia madre, sai si è malata e voleva vedermi per una serie di motivi emotivi. La cosa che mi lascia decisamente perplessa è il fatto che abbia parlato lui come ambasciatore alla federazione, ancora prima di parlarne con me. Ho ricevuto una nota ufficiale dalla federazione che mi invitava di tornare a casa.
#8

Korinna Suder

Betazoid

"Beh... tuo fratello è un grandissimo bastardo" risposi, sapendo che lei non lo avrebbe mai detto, per quanto innegabile fosse. Ok, capivo... più o meno... tutta la cosa del non mostrare emozioni, l'autocontrollo, l'hobby della logica sfrenata... ma questo era decisamente troppo perfino per i loro standard. Costringere la propria sorella a rientrare a casa contattando i suoi superiori, piuttosto che ammettere di aver bisogno di lei per la madre malata? In effetti aveva una sua logica: non poteva rifiutare e sarebbe arrivata velocemente... ma rimaneva un sistema che molte culture avrebbero considerato ingiusto e crudele, indipendentemente dalla motivazione che l'aveva spinto a tanto. "Sai... vivreste molto meglio se almeno in famiglia ammetteste che anche voi siete in grado di provare emozioni... e non tentare nemmeno di negarlo con me" la bacchettai. So che non avrei dovuto, ma in quel momento ero davvero felice di potermi concentrare su qualcosa che non fossero i miei problemi. "E adesso? Cosa pensi di fare? Immagino che non dirai niente a tuo fratello e soffrirai in silenzio al capezzale di tua madre, dico bene? Ha avuto almeno la decenza di dirti che cos'ha o il vostro autocontrollo vulcaniano contempla il fatto che per voi non ci sia alcuna differenza tra attraversare il quadrante per un mal di denti o che so... la Sindrome di Pa'nar?" esclamai incredula. Questa tendenza a non mettere le cose bene in chiaro era una caratteristica degli umani che mi aveva sempre lasciata perplessa... ma nessuna razza senziente era riuscita a portare una simile caratteristica al livello patologico tipico dei Vulcaniani... e ogni volta che me ne rendevo conto finivo per capirli sempre meno.
#9

T'Dal Zayrus

Vulcan

Quando disse che mio fratello era un grandissimo bastardo la guardai senza dire nulla. Da una parte Korinna aveva davvero ragione, ma Elieth in effetti sempre stato l'unico che mi era stato vicino e mi aveva aiutato fin dal mio primo giorno alla federazione a rimanere calma e a non pensare a nulla, eppure questa il suo modo di fare mi aveva particolarmente ferito, anche se ragionandoci era stata l'unica soluzione logica che Elieth aveva potuto immaginare. Non avrei accettato, altrimenti, di raggiungerli a tempo breve.
Lo so. risposi stavolta senza guardarla, quando mi disse che mio fratello era stato un bastardo ma rimane sempre mio fratello, nonostante tutto, abbiamo un buon rapporto. Continuavo a fissare il monitor davanti a me, ripensando a quanto era accaduto e a quanto stava accadendo, mi trovai a pensare che era la cosa migliore da fare e che non sarebbe potuto accadere diversamente, perchè sapevo che la logica aveva imposto quella soluzione.
Mio fratello è l'unico ad aver passato il kolinahr, ma credo che si sia fatto influenzare ugualmente da nostra madre. E comunque, credo di essere l'unica della famiglia a trovare inaccettabile la mia parte umana.. non riesco ad accettarla in nessun modo e ciò che ne comporta. Gli altri ci sono riusciti, per me è una lotta continua con chi sono. per me accettare la mia parte umana era diventata una lotta persa fin da quando ero bambina. Ero passata dal bullismo, dal cercare qualcosa di più in me stessa, nel volere risultare più vulcaniana di altri vulcaniani. Era uno sforzo mentale immane quello a cui mi sottoponevo da anni. Cercavo di eliminarla, di controllarla, di tenerla rinchiusa in un angolo ma qualche volta non ci riuscivo e lentamente stava uscendo. Prima o poi la metà umana sarebbe uscita prepotentemente e ne avevo paura. Si, ne avevo paura.
Penso di non fare assolutamente niente. Cosa dovrei fare? Dare a mia madre un dispiacere, mostrando il mio disappunto per mio fratello? Sta già male, non voglio caricarne di un altro peso, nel vedere due figli prendere opposte decisioni, cosa che potrebbe dividere ancora una volta la famiglia. Si, Sindrome di Pa'nar, ma non so nient'altro, nè come l'ha presa e non so esattamente come verrà curata, ma vogliono parlarne con me, prima di prendere ogni decisione. ammisi con tristezza.
Anche se credo che, c'entri qualcosa il mio... sai stanno scadendo i sette anni. evitai di dire Ponn Farr, non amavo parlarne. E temo che l'unione mentale possa comunque tornare vivido quando io sarò comunque tornata in piena missione.
#10

Korinna Suder

Betazoid

"A me piace la tua parte umana" risposi con un sorriso sincero "ti rende diversa dagli altri vulcaniani... ed è una buona cosa. Sapete essere così noiosi a volte..." dissi, alzando gli occhi al cielo, feci una smorfia e tornai ad osservare le mia amica, poi aggiunsi "ma capisco cosa vuoi dire. A me è successo all'Accademia, all'inizio mi evitavano tutti e non riuscivo a capire perché... è terribile quando la gente ha paura della parte di te che non puoi cambiare... e non credere che adesso sia diverso. Appena la gente capisce che sono betazoide si fa prendere dal panico, con qualche eccezione, per fortuna. Ho scoperto che voi alieni avete uno strano concetto di privacy, è come se consideraste i vostri pensieri qualcosa di imbarazzante, quasi che la vostra esistenza dipendesse dal fatto di tenerli nascosti. E' una cosa che non ho mai capito... ma pazienza. Se è tanto importante posso accettare che la gente si torturi a rigirare le cose... purtroppo non basta. Il fatto che volendo potrei scoprire i segreti di chiunque sembra essere sufficiente trattarmi come se fossi portatrice di chissà che malattia letale." spiegai affondando la schiena nel sedile e stiracchiandomi un po'. "La cosa buffa è che tutti questi segreti non sono poi nemmeno così interessanti come credono i loro proprietari. Fortunatamente ho trovato degli amici a cui non importa, dei superiori che hanno creduto in me..." dissi, interrompendo la frase a metà mentre inseguivo uno dei miei pensieri. Non capivo perché T'Dal odiasse tanto le sue emozioni, ma era certo che questa cosa la faceva stare male.

"Anche se credo che, c'entri qualcosa il mio... sai stanno scadendo i sette anni" continuò a spiegare la vulcaniana, dopo aver tentato di giustificare il suo silenzio con il fratello come un mezzo per non dare ulteriori dispiaceri a sua madre. Non ero d'accordo. Secondo la mia filosofia era meglio essere sinceri, in ogni caso... ma non dissi niente: dubitavo fosse in grado di capire. "Sono già passati sette anni?" chiesi sorpresa, intuendo dove voleva andare a parare. E pensare che era stato proprio in quell'occasione che era iniziata la nostra amicizia... cercai di non sorridere, sapendo che non sarebbe stato appropriato, ma ancora una volta non capivo quel pudore. Ci eravamo conosciute, era stato l'inizio di un'amicizia che tra alti e bassi era durata ben sette anni! Era una cosa meravigliosa, non una cosa da sussurrare tra mezze parole! "T'Dal, a volte proprio non ti capisco. Mi piacerebbe se per una volta potessi sorridere, se ti rendessi conto di quanto è grande, vivo, emozionante il nostro universo... se solo potessi sentire quello che sento io...!" esclamai, lasciandomi trasportare dall'entusiasmo. Poi, all'improvviso, ebbi un'intuizione: forse era davvero possibile. "Credi che riusciresti a farlo con una fusione mentale?" proposi, sperando che l'avrebbe aiutata ad accettarsi un poco e a reggere meglio tutta quella situazione. Forse non ero la persona più equilibrata in circolazione, ma di sicuro non avevo grossi problemi ad affrontare le mie emozioni, né quelle altrui.
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