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TFB When you light a candle, you also cast a shadow
#21

T’Mihn K'vek

Vulcan

Non era stato semplice come previsto connettersi al terminale del computer. T'Mihn aveva prima provato ad accedere con un codice che aveva decriptato qualche giorno prima, ma non era stato riconosciuto. La cosa non l'aveva preoccupata più di tanto (più che altro l'aveva stizzita... ma non l'avrebbe mai ammesso), anche perché non era così strano che i codici personali venissero cambiati di tanto in tanto. Aveva appena iniziato la lunga procedura di hackeraggio quando le parole di Marco l'avevano presa alla sprovvista. La cavalleria? Si era girata e aveva notato i due addetti alla sicurezza vulcaniani. "Ops..." Le sfuggì, mentre si girava di tutta fretta verso il terminale, con l'intenzione di staccare il suo tricorder prima che il suo operato venisse notato: non che avesse fatto qualcosa di male (forse), semplicemente preferiva non attirare l'attenzione su di sé e sulle sue capacità. Stava per staccare il tricorder quando qualcosa sul piccolo schermo attirò la sua attenzione. I dati sul tricorder erano inusuali. Un miscuglio di linguaggi disparati, federali e... qualcosa che non riusciva a riconoscere. Che lo staff dell'Accademia avesse migliorato le protezioni? O si trattava di un programma esterno? Quei dati le ricordavano qualcosa, ma non aveva ben chiaro cosa.
#22

I due addetti alla sicurezza si guardano un attimo intorno, poi abbassano i phaser ma senza ritirarli. Uno di loro si avvicina a Lauren, che si era fermata a pochi passi da Marco all'improvviso teletrasporto dei due vulcaniani. "Signorina Wescott, per ragioni di sicurezza la preghiamo di seguirci. Per quanto la situazione sembri sotto controllo, risulta comunque... inusuale." Disse porgendo la mano non armata alla ragazza. Nel frattempo il suo collega lancia qualche fugace occhiata intorno: sembra preoccupato e agitato.

Lauren non fece cenno di voler stringere la mano tesa. "Siamo solo rimasti chiusi in sala mensa, non mi sembra di essere in pericolo. Al posto di pensare a portare me via da qui potreste pensare di sbloccare la porta e lasciarci andare a lezione. Mi pare di essere già stata chiara con mio padre: qui dentro sono in primis un cadetto, non voglio un trattamento diverso in quanto sua figlia."

"Hhakh1 susse'thrai2!" Borbotta il secondo uomo, quasi inconsciamente. "Prendi quell'hevam3 e andiamocene!" Dice poi, rivolto al collega.

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