TSE [2379] I racconti del Vecchio: a Rekon's true story: solo un nuovo viaggio
#11

Rekon

Tellarite

Rekon ascoltò per un momento quel che l'umano dietro di lui diceva, borbottando un Se quello lo chiami cercare di comnvincere qualcuno... ma senza aggiungere altro, preferendo concentrarsi sul Risiano affetto da colit...hem, sul Capitano della tinozza volante.
Fece un passo in avanti, ignorando tutti e fissando solo l'umanoide al comando, mentre sceglieva il proprio metodo d'azione. 
Per questo grugnì un Immagino lei sia il Capitano...Tenente Comandante Rekon, Flotta Stellare. E lui è... aggiunse, indicando col pollice l'umano dietro di lui, prima di ricordarsi che neppure gli aveva chiesto il nome o perché diavolo lo seguisse. Non che la cosa fosse rilevante, quindi concluse solo quello che pensava non vi servisse aiuto. Ma un uccellino mi ha suggerito che potrebbe farvi comodo un po' di esperienza nelle operazioni di ricerca e soccorso...
Quindi, senza attendere altro per non dare il tempo al Risiano di obiettare, si diresse verso quella che aveva individuato come la consolle multifunzionale dei sensori.
Si trattava di una vecchia consolle a parete, con una pluralità di schermi e controlli che riproponevano in piccolo quello che - su una vera Nave Stellare - sarebbe stato gestito dalle consolle scientifica, operazioni e controllo sistemi ingegneristici.
Attorno alla consolle si stavano affaccendando due ragazzotti (uno Risiano e uno Boliano) ed un Umano abbastanza vecchio, con in bocca una specie di pipa spenta.
Il Tellarite avanzò deciso, iniziando a maneggiare con la consolle riconfigurando alcuni dei parametri per adeguarsi al suo essere mancino, quindi iniziò ad organizzare le informazioni per il Capitano, dicendo con la sua voce tonante e vagamente minacciosa ETA per la U.S. Margot trentuno minuti, procediamo a curvatura 5.75. Se una di voi scimmie senza pelo si occupasse di riallineare il fo**uto compensatore di dritta - cosa che, tra parentesi, avreste dovuto fare almeno un mese fa - potremmo raggiungere Curvatura 6, risparmiando almeno dieci minuti.
Quindi tentò una scansione a lungo raggio del luogo di destinazione, ma ricevette solo una lettura sfocata. Prima che potesse esplodere in una marea di insulti, il giovane Boliano gli disse quasi timidamente Hem...abbiamo già provato a scansionare l'area dove la nave dovrebbe essere, ma qualcosa disturba il segnale. E' vicino ad una supergigante rossa, quindi...
Quindi nessuno vi ha neppure insegnato a ripulire i segnali disturbati? ringhiò Rekon, facendo indietreggiare il ragazzo, prima di continuare con voce d'improvviso più tranquilla, quasi dolce No, evidentemente no. D'altronde a che può mai servire ad una nave che vola solo dal sistema A al Sistema B senza mai deviare rotta ed evitando ogni possibile ostacolo? Vieni qui, ragazzo...
E, con la massima tranquillità, iniziò a regolare filtri e letture sovrapposte dei sensori, spiegando in tono accademico - ancorché condito da parecchie colorite metafore - quel che stava facendo. Cinque minuti dopo, minuti trascorsi in un silenzio quasi sbigottito nell'intera Plancia, sullo schermo visore comparve l'immagine di una nave identica a quella sulla quale stavano viaggiando. Una nave completamente alla deriva, con nessuna luce accesa e che ruotava in maniera più o meno incontrollata sul proprio asse principale, come se qualcosa l'avesse colpita con forza.
Niente energia principale... commentò Rekon, osservando gli scarsi dati che i sensori fornivano. Erano troppo lontani per scansionare l'interno, ma già così era evidente che la nave fosse messa male danni strutturali, come se fosse stata tirata fuori a forza dalla curvatura. Forse ha avuto un problema al motore ed è stata intrappolata in una Cavitazione...  
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#12

Let's make a deal: I'll spare you the 'ends justify the means'-speech and you spare me the 'we must do what's right'-speech. You and I are not going to see eye to eye on this subject, so I suggest we stop discussing it.

Sai Fujiwara | Human

Alle parole del tellarite un lieve sorriso increspò le sue labbra. In effetti, le sue parole difficilmente avrebbero convinto il comandante della nave a lasciarli rimanere in plancia, ma non era nemmeno l'obiettivo che Sai si era preposto pronunciandole. Quello che aveva bisogno era una scusa per essere entrato in plancia, una scusa che facesse ricadere buona parte della colpa sul tellarite e che diminuisse i rischi di compromissione della missione che aveva in corso.

Il tellarite si presentò con tutta la sfacciataggine tipica della sua specie. Sai registrò il suo nome: una volta sceso da quella nave, aveva intenzione di fare una bella ricerca su quell'individuo, e sapere come si chiamava sarebbe stato di aiuto. Quando Rekon lo indicò, Sai pensò di presentarsi ma non fece in tempo nemmeno ad aprir bocca che il tellarite proseguì il suo discorso, aggirando l'ostacolo del non conoscere il suo nome con una specie di gioco di parole non proprio lusinghiero. Insomma, Sai non era per niente convinto che l'inefficiente equipaggio di quella baracca non avesse bisogno di aiuto... semplicemente non era sicuro che fosse una buona idea rischiare la sua copertura per dare una mano. Ma di certo non era una cosa che poteva spiegare, di conseguenza meglio passare per l'idiota convinto che quel branco di scimmie fosse in grado di occuparsi di una missione di salvataggio.

Appena Rekon smise di parlare e si fiondò verso la consolle dei sensori, Sai ne approfittò per prendere parola. Visto che il comandante e gli ufficiali di plancia non sembravano essere ancora riusciti ad elaborare l'intrusione e la presentazione del tellarite, c'era silenzio sufficiente perché chiunque sentisse la sua presentazione.

Kyo Ishikawa, antropologo. Non credo di poter essere di grande aiuto in una missione di salvataggio A meno che, naturalmente, la missione non si concluda con il contatto con una specie più o meno ostile, o sia necessario trattare con qualche alieno. ma spero che mi diate il permesso di rimanere come osservatore. Il comportamento del tellarite qui presente è antropologicamente interessante. Senza offesa, Rekon.

Eh, sì. La sua identità fittizia lo vedeva come un antropologo oltre che un turista, ruolo piuttosto semplice per Sai a causa della sua vera e propria passione per lo studio delle culture aliene. Probabilmente, se non avesse deciso di entrare nella Flotta Stellare e più tardi nella Sezione 31, avrebbe potuto avere una splendida carriera civile da antropologo. Non che si fosse pentito della sua scelta o avesse la minima intenzione di lasciare Trentuno, ma era un peccato non poter esser altro che un cosiddetto antropologo da tavolino. Sai poteva studiare quanto scoperto da altri, poteva scrivere saggi partendo da informazioni già elaborate da altri, ma difficilmente avrebbe potuto scendere realmente sul campo.

Quando il tellarite cominciò ad informare il capitano delle sue scoperte, Sai lo ascoltò in religioso silenzio. Magari avrebbe fatto a meno delle lamentele sul compensatore di dritta, ma qualsiasi informazione sulla U.S. Margot era benvenuta. Nel frattempo, il capitano sembrava essersi ripreso dallo shock, almeno da quanto sembrava dalla sua espressione rabbuiata, ma non sembrava intenzionato a buttar fuori il tellarite, almeno per il momento. Probabilmente era perché si era presentato come un membro della flotta, o forse perché in pochi minuti era riuscito a ottenere molte più informazioni di quanto il suo equipaggio sarebbe stato in grado di recuperare nel triplo (se non di più) di quel tempo, o ancora perché stava aumentando le conoscenze del giovane boliano nel ruolo di uno scorbutico e severo insegnante. In ogni caso sembrava più utile tenere in plancia l'intruso che buttarlo fuori.

Quando l'immagine della nave gemella comparve nello schermo visore, fu il momento di Sai di rabbuiarsi. Cavitazione, eh!? Sì, è possibile ma... Pensò, decisamente preoccupato. Stava per prendere parola, allontanandosi un poco dal personaggio che stava recitando, quando il capitano lo precedette.

Voglio un'analisi della zona, per quanto sia possibile visto il disturbo. Controllate l'eventuale presenza di altre navi. Disse il risiano, comportandosi quasi come se Rekon facesse parte del suo equipaggio... o quantomeno ignorando volutamente la sua intrusione per il bene della missione di soccorso. Analizzate anche i danni della Margot, voglio esser certo di cosa li ha provocati.
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#13

Rekon

Tellarite

Era un insulto quello? domandò Rekon, lanciando un'occhiata all'Umano che lo seguiva quando questi affermàò che lo stava studiando dal punto di vista antropologico. per un momento parve sul punto di esplodere in una ormai già nota sequenza di insulti, ma in realtà ciò che uscì dalla sua bocca fu una breve e secca risata, prima di aggiungere Ah, ragazzino...dovremo lavorarci su, ma c'è speranza per te...
Quindi si mise al lavoro, cominciando ad operare su un sistema di filtri per rendere più nitide le letture dei sensori.
Quando il Capitano della nave gli chiese informazioni, rispose senza rivolgersi a nessuno in particolare Ma guarda...anche le pulci hanno la tosse... poi, però, allargò l'immagine del sensore visivo - ora decisamente più definita e priva di statiche - spiegando in tono professionale un po' a tutti, ma all'apparenza al giovane Boliano che si teneva vicino e che sembrava aver deciso di voler istruire (pur non avendogli ancora neppure chiesto il nome) Nessuna nave visibile nel campo dei sensori, ma non significa nulla. Se ci fosse una nave con un occultamento con meno di cent'anni non la rileveremmo con questi sensori. 
Ad ogni modo sto filtrando il segnale di ritorno attraverso il database astrofisico di questa carretta, eliminando ogni radiazione riconosciuta con certezza superiore al 95% dal sistema come fenomeno naturale e stiamo a vedere...
Sembrava tranquillo e padrone della situazione, ma qualcuno che lo conoscesse - o che avesse un occhio abbastanza acuto - avrebbe potuto notare una certa tensione nei suoi muscoli e nella postura, come se inconsciamente fiutasse qualcosa che non va.
Mentre i secondi passavano e le scie di luce sfrecciavano alle loro spalle, sullo schermo la nave danneggiata che volevano soccorrere ruotava lentamente sullo schermo visore. Lungo lo scafo erano evidenti fratture e piccoli danni, ma nulla che paresse aver causato serie perdite di atmosfera. Di tanto in tanto Rekon borbottava qualcosa tipo Sostegno dorsale lesionato... o reattori ad impulso compromessi...
Ad un certo punto, però, il Tellarite parve preoccuparsi e disse al suo involontario assistente hey, testa blu...rimanda indietro l'immagine di venti secondi! 
Sullo schermo la nave ruotò in senso inverso a quello che stava seguendo per alcuni secondi, quindi il Tellarite bloccò l'immagine sulle corte gondole di curvatura tutte ammaccate, dicendo Questo è strano...quella nave ha un campo di Integrità Strutturale di tipo tre. Se fosse stata una cavitazione gliele avrebbe strappate come un cucciolo arrabbiato con le braccia di un pupazzo che non gli piace più...e poi i detriti sono tutti a dritta della nave come se...
Quindi, agitandosi ora visibilmente, aggiunse rivolto al timoniere Inverti la rotta, ora! Quella è una fo**uta esca...quella nave è stata strappata fuori dalla curvatura da un raggio traente, un raggio traente di qualcosa di grosso!  
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#14

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Sai Fujiwara | Human

Le sue parole sembravano aver con successo stuzzicato Rekon: non era sicuramente quello il motivo per cui le aveva pronunciate, ma non era nemmeno un risultato che avrebbe voluto evitare. In qualche modo quel tellarite lo affascinava, e una parte di lui desiderava testarsi in una vera e propria discussione con un membro di quella specie. Se durante la missione per Trentuno aveva dovuto evitarlo, portandosi immediatamente in situazione di vantaggio per ottenere quanto gli era stato richiesto, ora aveva la possibilità di rilassarsi un poco e scoprire qualcosa in più su una cultura complessa come quella tellarite. Sempre che la missione di salvataggio si svolgesse come doveva e non mandasse tutto in malora. E, purtroppo, il suo istinto gli stava urlando che il trasporto su cui si trovava si stava per cacciare in una marea di guai. Poteva solo sperare che si trattasse solo di una deformazione professionale che gli faceva guardare tutto con sospetto e che la Margot fosse veramente incappata in una 'semplice' cavitazione.

Al commento del tellarite sul capitano, Sai non poté fare a meno di lanciare un'occhiata al risiano, che sembrava sul punto di esplodere. Essere chiamato pulce da un'intruso che era entrato in plancia senza permesso e che aveva praticamente assunto il comando era decisamente snervante. In un certo senso Sai lo ammirava per essere ancora in grado di controllarsi. Il capitano aveva ingoiato il suo orgoglio permettendo a Rekon, evidentemente più esperto, di aiutarli. Ma facendolo aveva anche messo a rischio il suo ruolo e le sue competenze: quell'individuo meritava di essere l'ufficiale comandante di una nave, per quanto civile? Sai non ne era per niente convinto.

Ascoltò Rekon in silenzio, riportando lo sguardo sullo schermo visore. Non avendo conoscenze ingegneristiche non era in grado di analizzare in modo corretto quello che stava vedendo, di conseguenza si ritrovava costretto a basarsi sulle parole del tellarite che stava minuziosamente analizzando i danni della nave. Ad un certo punto l'autocontrollo di Rekon sembrò incrinarsi, mostrando la sua agitazione al resto della plancia, ma Sai quasi non se ne accorse in quanto le parole del tellarite l'avevano fatto quasi raggelare. Mentre il capitano ripeteva l'ordine di invertire la rotta evidentemente allarmato, nella mente di Sai si susseguirono una sfilza di maledizioni in diverse lingue, che però fu ben attento a non portare a voce. Se si fosse messo ad esclamare insulti in klingon e romulano non era sicuro di come il personale già allarmato avrebbe potuto reagire.

Afferrando il sostegno più vicino nell'eventualità che qualcosa fosse andato storto e la gravità artificiale non fosse riuscita a correggere qualche pericoloso scossone, Sai rimase in silenzio ad osservare le manovre dell'equipaggio, mentre rifletteva sulla ormai estremamente probabile trappola. Chi stava usando la Margot come esca? E quali erano i suoi obiettivi?
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#15

Rekon

Tellarite

La Hari Seldon tremò sotto di loro mentre veniva costretta dal duplice ordine ad invertire la rotta con una virata molto più stretta di quella che i suoi sistemi erano progettati per sostenere.
Che razza di idiota... si rimproverò il Tellarite, mentre iniziava una serie di altre scansioni. Sullo schermo lo spazio attorno alla Margot divenne improvvisamente violaceo, mentre andava a sovrapporre una serie di filtri per cercare qualcosa che solo lui sembrava sapere sono troppo vecchio per queste st*nzate...è il trucco più vecchio del mondo. E spiega tutto.
Sullo schermo scomparve anche la Margot, mentre al suo posto rimanevano una serie di auree arancioni, probabilmente tracce della sua energia interna, mentre i colori dello sfondo cambiavano ulteriormente, come se ad ogni comando del vecchio ingegnere venissero applicati nuovi filtri atti a cancellare alcune informazioni che non gli interessavano La bagnarola è stata attaccata ed ha cambiato rotta, cercando di puntare verso il pianeta federale più vicino, ma è stata tirata fuori dalla curvatura con un raggio traente. Poi l'hanno abbordata e quindi lasciata lì per attirare qualcun altro...
La Margot scomparve, come quasi tutto il resto, mentre una flebile traccia allungata di colore bluastro divenne evidente sullo sfondo violaceo Eccoti, dannato figlio di Gorn...è entrato in curvatura e - presumibilmente - è più veloce di noi visto che ha raggiunto la Margot. Che accidenti trasportate su queste navi da crociera, Lathinum?
Il ringhio era di frustrazione, ma non era una vera domanda. Solo lo sfogo di qualcuno che si accorgeva di essere troppo vecchio per questo genere di cose...mentre parlava, il vecchio Tellarite aggiunse Chiunque sia sta disturbando le nostre comunicazioni...Dobbiamo trovare un nascondiglio da qualche parte e riuscire a far passare un segnale. Ci sono nebulose o sistemi stellari in zona? 
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#16

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Sai Fujiwara | Human

Sicuramente aver afferrato un sostegno era stata una buona idea. Per quanto la manovra di inversione di rotta non avesse provocato uno scossone troppo forte, comunque aveva portato la nave a tremare in modo preoccupante. Sicuramente al bar diversi bicchieri dovevano essere caduti sul pavimento, e diversi clienti dovevano aver rischiato di far cadere su sé stessi la propria bevanda. Insomma, probabilmente nessuno aveva rischiato di farsi male, ma... Dannazione, un dannato allarme giallo non si può attivare in questa fott*tissima nave civile? Si domandò Sai, senza portare a parole quel suo pensiero. Fino a quel momento quel gruppo di scimm... ehm... l'equipaggio aveva tenuto nascosta la situazione ai passeggeri, ma Sai non era più sicuro che fosse l'ideale farlo. Vista la situazione forse sarebbe stata ora di attivare l'allarme rosso, ma avrebbe probabilmente provocato allarme indesiderato nei passeggeri. Quindi Sai si sarebbe accontentato dell'attivazione dell'allarme giallo, sempre che nella conversione a nave civile non si fossero perse quelle procedure di allarme dannatamente utili.

Non è meglio far partire qualche procedura di allarme? Non sono esperto di navi stellari, ma almeno l'allarme giallo... se non quello rosso... Disse, rivolto al risiano al comando, senza preoccuparsi minimamente di come la scimm... ehm, il capitano avrebbe potuto prendere le sue parole.

Staccatosi dal suo sostegno, Sai si diresse verso la consolle di controllo di volo, sperando di non incappare in un altro scossone durante il tragitto. Arrivato alla consolle, osservò il giovane controllore di volo analizzare la mappa stellare della zona per rispondere alla domanda di Rekon. Con un esasperato sospiro mentale, Sai gli indicò silenziosamente il più vicino sistema solare. Il ragazzo, illuminatosi, richiamò le informazioni sul sistema.

Il sistema solare più vicino è 36 Ursae Majoris. Disse quindi il controllore di volo.Stella di classe spettrale F8-V, sistema binario con una nana arancione, tre pianeti di classe I. Diversi satelliti naturali, tra cui uno di classe P. Imposto la rotta?

[Immagine: 704ca4f9f48b1c298945f58fb2397139.jpg]
  • linea rossa - tragitto percorso
  • cerchio rosso - zona in cui potrebbe trovarsi la U.S. Hari Seldon
  • linea verde - tragitto ancora da percorrere per raggiungere Betazed
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#17

Rekon

Tellarite

Potrebbe andare bene... rispose distratto il Tellarite alla domanda del navigatore, a prescindere che la stessa fosse rivolta a lui o al Capitano. L'ingegnere aveva infatti ordinato al giovane Boliano che aveva battezzato suo assistente di - testuali parole - "non staccare quegli occhietti da merluzzo dallo schermo, segnalandogli qualsiasi distorsione del flusso dati" e si era chinato sulla parte della consolle che gestiva i motori della nave, cominciando a lavorare sul compensatore di cui si era inizialmente lamentato una volta lì dovremmo cercare di infilarci nel campo magnetico di uno di quei grossi bestioni di idrogeno ed elio...
Per un lungo secondo la Plancia parve immobilizzarsi, poi il Capitano della nave sospirò e - cercando di tirare fuori una voce sicura e convincente - disse Modifichiamo la rotta e apriamo un canale generale.
Per un lungo secondo non successe nulla poi, quando il vecchio Umano ebbe fatto cenno di aver eseguito l'ordine, il Risiano disse in tono sicuro Attenzione a tutti i passeggeri, siamo incappati in una tempesta ionica sulla nostra rotta e stiamo deviando per evitarla. Siete invitati a recarvi nei vostri alloggi, ove stazionerete fino a nuovo comando. Potrete usufruire nel frattempo dei replicatori alimentari senza addebito di alcun costo.
Quindi, una volta chiusa la comunicazione, si volse verso il Tellarite che stava grugnendo soddisfatto La'...curvatura 6.05.
La soddisfazione di Rekon, però, ebbe breve durata perchè - un momento dopo - il giovane Boliano attirò l'attenzione di tutti dicendo Sta succedendo qualcosa, le letture sono cambiate completamente!
Il vecchio Ingegnere si alzò così rapidamente dallo schermo su cui era ancora chinato che battè la testa in uno spigolo, facendosi di certo un bel bernoccolo e scatenando una impressionante sequenza di insulti alle precedenti generazioni di apparecchiature elettroniche prodotte dalla stessa casa produttrice, a chi le aveva assemblate, progettate e finanziate.
In mezzo a tutto ciò, comunque, l'Ex ufficiale ebbe anche il tempo di guardare quanto segnalato dal giovane Boliano, sentenziando Una nave ci insegue occultata. Procede circa a Curvatura 8 e ci sarà addosso in meno di dieci minuti...ripeto la domanda: aggiunse scuro in volto verso il Capitano Cosa trasporta questa baracca che possa interessare una nave tanto potente da viaggiare a quella velocità in occultamento?
Forse la cosa sarebbe sfuggita ad un civile, ma non era una domanda peregrina. I dispositivi di occultamento erano estremamente dispendiosi in termini di energia e manutenzione, quindi solo una nave da guerra o qualcosa di tonnellaggio comunque equivalente avrebbe potuto procedere ad alte velocità mantenendosi occultato. 
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#18

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Sai Fujiwara | Human

A quanto sembrava, la situazione era sotto controllo. Il capitano e il tellarite stavano collaborando ed era anche stato localizzato un buon nascondiglio per sfuggire a chi aveva preparato quella dannata trappola. Un qualcuno che, con ogni probabilità, già aveva notato la loro presenza. Come era possibile per il ragno non notare la mosca che stava cercando disperatamente di sfuggire alla ragnatela?

Per quanto Sai fosse teso, comunque era certo che stesse venendo fatto tutto il possibile per salvare la nave e i suoi passeggeri. Rekon sembrava saper i fatti suoi, la scimmia sembrava disposta ad accettare 'consigli' e i passeggeri erano stati allertati in modo tale da non provocare panico. In un certo senso, era sollevato che tutto stesse andando per il verso giusto. Sollievo che fu spazzato via dalle parole del tellarite.

Il ragno li stava seguendo. Era nel campo delle possibilità che Sai aveva considerato, anzi era certo che il nemico - chiunque fosse - non li avrebbe lasciati fuggire senza provare a riacchiapparli. Quello che l'aveva raggelato era ciò che Rekon aveva detto successivamente. Il tellarite aveva già pronunciato qualcosa di simile in precedenza, ma Sai non ci aveva fatto più di tanto caso.

Capitano, questa nave sta trasportando qualche oggetto riservato o tra i passeggeri c'è qualche personalità di rilievo? Un diplomatico o un politico, ad esempio? Non mi interessa di cosa o di chi si tratti, è sufficiente solo un "sì" o un "no". Domandò, quasi nella speranza che la risposta fosse affermativa. Insomma, non era detto che il capitano fosse a conoscenza di ciò o di chi la sua nave stesse trasportando, ma sperava che avesse qualche idea in proposito. Perché se così non fosse stato... beh, Sai era a conoscenza di un certo microtape contenente materiale riservato che stava venendo trasportato a bordo di quella nave. Un microtape che si trovava in una tasca nascosta del suo abito.

Era possibile che la sua missione fosse compromessa? Per quanto fosse improbabile che ci fosse stata una fuga di notizia o una talpa nel Bureau, comunque non era impossibile. E avrebbe spiegato perché un trasporto civile della stessa classe e con la stessa rotta della Hari Seldon, e partito solo poche ora prima, fosse stato preso di mira.

Senza preoccuparsi di chiedere il permesso al giovane controllore di volo, Sai cominciò a usare la consolle, allargando la mappa stellare in modo da comprendere il confine federale più vicino. L'Unione Cardassiana. Già, la zona demilitarizzata non era poi così distante. Ma una nave cardassiana occultata? Se non si ricordava male c'era stato solo un caso nella storia. Era possibile? Sì. Probabile? Ben poco.

Cardassiani o meno, se qualcuno stava puntando al suo microtape, allora l'azione più logica sarebbe stato di distruggerlo. Non per il bene dei passeggeri, ma solo per evitare che l'avanzata tecnologia tellarite finisse nelle mani di un probabile nemico della Federazione (o anche solo di una nave pirata). Naturalmente, la distruzione del microtape avrebbe significato il fallimento della sua missione, quindi era un'opzione da tenere per ultima.

Quanto manca a 36 Ursae Majoris? Chiese. Una parte di lui sperava che la Hari Seldon arrivasse a quei giganti gassosi prima di essere raggiunta dalla nave inseguitrice. Anche se, in effetti, non era sicuro che nascondersi nel campo magnetico di uno di quei pianeti sarebbe bastato per sfuggire al nemico. Ma magari avrebbe fatto loro guadagnare tempo.
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#19

Rekon

Tellarite

Troppo, temo... rispose distrattamente il Tellarite, troppo impegnato a digitare sequenze di comando sulla propria consolle per seguire la discussione A quella velocità ci intercetteranno prima...

Inviamo una richiesta di soccorso su ogni frequenza...
ordinò il Capitano, prima di volrarsi verso il passeggero orientale e rispondere alla sua domanda A bordo non ci sono personalità, che io sappia. Nessuno con guardie del corpo o cose simili, comunque...e non trasportiamo lingotti di Lathinum, tranne quelli del casinò... aggiunse, lanciando un'occhiataccia al Tellarite, probabilmente offeso dalla sua precedente insinuazione.
Occhiataccia peraltro sprecata, perchè Rekon non lo stava minimamente considerando. Per il Tellarite, infatti, era evidente che sarebbero stati raggiunti e - quasi di certo - abbordati come era capitato alla Margot.
Chiunque fosse stato non voleva Latinum, o non si sarebbe preoccupato di causare danni strutturali alla nave gemella che - benché fosse un catenaccio dal punto di vista di un ufficiale federale (ancorché in pensione) - aveva un allestimento di lusso ed un valore ben maggiore del Latinum che poteva trasportare.
Quindi cercavano qualcosa o qualcuno che pensavano fosse a bordo della Margot e, non avendolo trovato, davano ora la caccia a loro. La loro miglior difesa, quindi, era evitare di essere abbordati, cosa difficile ma fattibile in un sistema solare pieno di pianeti, più difficile in spazio aperto.
Che diavolo sta facendo? sbraitò a quel punto l'ingegnere Risiano, che aveva seguito con un misto di perplessità e sgomento il lavoro di Rekon Così brucerà metà della rete EPS tagliando fuori...

Ogni f*ttuto sistema ricreativo di questa bagnarola
concluse per lui Rekon, prendendosi appena un momento per lanciargli un'occhiataccia.
Ma il vecchio Tellarite non era stupido quindi, dopo aver sbuffato, spiegò guardando il Capitano Chiunque sia che ci sta inseguendo, è interessato a qualcosa che si trova a bordo. I campi di sicurezza gli impediscono di Teletrasportarsi a bordo ed eviteranno di spararci addosso, perchè qualsiasi colpo sparato appena un po' male farebbe saltare questa carretta con quel che cercano. Quindi cercheranno di fermarci, obbligarci ad uscire dalla Curvatura e poi abbordarci penetrando dai portelli di imbarco... fece una pausa, prima di continuare quindi, dato che ci prenderanno prima di arrivare, abbiamo due opzioni: o li lasciamo fare sperando che - trovato quel che cercano - non ci ammazzino tutti, o aspettiamo che cerchino di prenderci e gli facciamo un bello scherzetto che li rallenterà il tempo di trovare un nascondiglio e far passare un SOS...
Far passare dove?
domandò ingenuamente il ragazzo Boliano, beccandosi un'occhiata fulminante dall'ingegnere, che si sforzò di non esagerare con gli insulti mentre rispondeva Attraverso le tenebre del tuo cervello, testa blu, oppure attraverso il segnale di disturbo che ci impedisce di chiedere aiuto, come riferirebbe il tuo degno collega laggiù, se non avesse terrore di essere ca**iato dal vostro Capitano..

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#20

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Sai Fujiwara | Human

La Hari Seldon era ancora troppo lontana dal sistema solare. Lo poteva vedere anche nella mappa che aveva davanti a sé, ma una parte di lui aveva sperato che la nave inseguitrice fosse abbastanza lontana per permetter loro di raggiungere 36 Ursae Majoris incolumi. Ma evidentemente quella non era un'opzione.

Ascoltò la conversazione tra Rekon e il resto dell'equipaggio senza riuscire a seguirla completamente. Evidentemente il tellarite aveva qualche idea per fare uno scherzetto al nemico quando avrebbe tentato di abbordare la nave, ma Sai non era riuscito a comprendere bene i suoi piani. Non che avesse importanza: era evidentemente un piano azzardato e che non aveva altissime probabilità di successo. E Sai non si poteva permettere di aspettare e sperare che funzionasse. Se c'era anche solo una possibilità che quella nave fosse lì per lui, allora doveva prendere delle precauzioni.

Allontanandosi dalla consolle e lasciando così il povero controllore di volo fare il suo lavoro indisturbato, Sai si avvicinò al lato sinistro della plancia senza nemmeno preoccuparsi di cosa avrebbe potuto pensare il resto dei presenti vedendo un semplice civile dirigersi deciso verso gli armadietti di emergenza di cui non avrebbe dovuto essere informato.

In una nave di quella classe dovevano esserci tre armadietti di emergenza per lato della plancia. Se la nave fosse stata ancora della flotta quegli armadietti avrebbero contenuto equipaggiamento d’emergenza per il supporto vitale, equipaggiamento medico, tute per l’attività extraveicolare e soprattutto armi. Non sapeva se ora che la nave era stata riutilizzata come semplice trasporto passeggeri, l'equipaggio si fosse degnato di continuare ad utilizzare quegli armadietti con quello scopo, ma se solo avesse trovato un phaser di tipo 1 si sarebbe sentito soddisfatto. Gli effetti disgreganti di un settaggio a livello otto sarebbero bastati per vaporizzare il microtape.

Arrivato al primo armadietto, provò ad inserire il codice di comando in suo possesso. Se Trentuno aveva fatto bene il suo lavoro, la nave avrebbe dovuto riconoscerlo e dare a Sai l'accesso al contenuto dell'armadietto. Sempre che lì dentro ci fosse un dannatissimo phaser. E diamine: salire disarmato su quella fott*tissima nave era stato necessario per non attirare troppe attenzioni, ma a questo punto avrebbe preferito che l'antropologo Ishikawa avesse avuto una dannatissima licenza di porto di armi per difesa personale e un dannato phaser di tipo 1. Non sarebbe stato poi così anomalo, no!?
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