Sheppard è nervoso, quasi si sentisse un animale in gabbia in quella plancia, assieme a noi. In parte lo capisco: è l'unico a conoscere gli ordini per intero, ed è l'unico sul quale ricadrà la responsabilità della missione, con tutti i rischi che comporta... ma è un po' troppo nervoso perché tutta quest'ansia abbia un senso. La calma di T'Dal non fa altro che innervosirlo ulteriormente; percepisco chiaramente che sta mentendo sul guasto quando le ordina di raggiungere il boccaporto, ma non intervengo intuendo che vuole solo togliersela di torno. In fondo separarli potrebbe essere una buona idea.
L'uomo non fa in tempo a rispondermi, perché subito uno scossone ci fa uscire dalla curvatura. Ero talmente presa dalla complessa situazione in plancia che mi ci vuole una frazione di secondo di troppo a reagire e finisco sbalzata contro la console, impattando dolorosamente il polso contro lo spigolo. Vorrei urlare una lunga serie di ingiurie ma mi trattengo, stringendo i denti, e lentamente il dolore comincia a diminuire. Siamo al buio, fatta eccezione per le luci di emergenza, e l'assenza di quel costante e debole ronzio che contraddistingue la curvatura mi dice che ci siamo fermati.
Sheppard ha detto di voler sapere cosa succede, ma non ha fatto molto altro a parte perdersi in scenate da prima donna... vediamo di iniziare a far seguire un po' di procedure. Provo ad attivare il comunicatore con l'intenzione di contattare la sala macchine, ma evidentemente è tra i sistemi fuori uso. "Elina, situazione e rapporto danni per favore" chiedo in tono fermo ma cortese, mentre lascio la mia postazione per raggiungere l'addetta alle comunicazioni. "Invii un messaggio in codice al Comando di Flotta, li informi sulla nostra situazione" ordino chinandomi in direzione della ragazza per controllare lo stato del computer. "Sistema secondario attivato" ci informa T'Dal in quel momento. Annuisco. In fondo questo guasto imprevisto è capitato a proposito: non volevo altro che una scusa per contattare il Comando e chiedere conferma degli ordini, un rapporto completo del nostro stato sarà più che sufficiente a smentire tutta questa teoria del complotto, perché nel caso ci sia qualcosa di vero non esiteranno a fermarci.
"T'Dal..." aggiungo alzando la testa in direzione della vulcaniana "l'intelligenza artificiale è dotata di un corpo androide che troverà nel suo alloggiamento sul ponte 2. Vada a vedere se è operativo e se riesce a determinare cosa ha causato questo blocco... ma faccia attenzione, non sappiamo in che condizioni si trova visto lo stato del computer principale". So che potrebbe occuparsene chiunque altro, ma c'è qualcosa di strano nell'attaccamento di Sheppard a quell'IA, e confido che se ho ragione l'intuito di T'Dal arriverà a capire cosa con sufficiente rapidità e discrezione, senza contare che allontanarla dall'ammiraglio non farà male a nessuno dei due.
Prendo un respiro profondo, massaggiando il mio povero polso; Sheppard è evidentemente fuori di sé se è più preoccupato per l'intelligenza artificiale che di seguire a dovere le procedure e qualcuno dovrà pur farglielo notare. "Ammiraglio, con tutto il rispetto, siamo su questa nave per eseguire i suoi ordini, ed è quello che faremo... ma questa situazione è stressante per lei come lo è per noi: non sappiamo a cosa stiamo andando incontro, ci è stato detto solo che dall'esito di quanto stiamo per fare dipende la sicurezza dell'intera Federazione. Non è un peso da poco per un equipaggio che pensava di trovarsi ad affontare qualche esplorazione scientifica e soprattutto che non ha ancora avuto il tempo di conoscersi. La prego di tenerne conto. Se lei per primo non riesce a mantenere l'autocontrollo come possiamo riuscirci noi?" lo affronto, con calma, sperando che la situazione non degeneri: so perfettamente che le mie parole potrebbero suonare impertinenti, ma da quel poco che ho capito non abbiamo molto tempo per i convenevoli.