04-05-2012, 09:21 AM
Nérios Aev s'Rehu
Vulcan/Romulan
Il viaggio da New Vulcano a Betazed si è svolto senza contrattempi. Una volta sceso sul mio pianeta natale mi son sentito già molto meglio. Non essere più circondato da vulcaniani è già stato un passo avanti... anche se, in effetti, essere tra betazoidi avrebbe potuto essere rischioso. Per fortuna, non sono stato scoperto e sono salito senza danni sulla Ti'Mur, la vecchia nave di mio padre. Lì, diversamente da come mi aspettavo, non ho incontrato il mio patrigno, ma ho potuto finalmente passare il tempo con dei romulani e... bere birra romulana fino ad ubriacarmi. La birra romulana sarà illegale nella Federazione, ma gli ufficiali della Ti'Mur - agenti della Tal'Shiar, tra l'altro - la contrabbandano all'interno della Federazione. Dopotutto, cosa c'è di meglio di qualcosa di illegale per nascondere qualcosa di ancor più illegale come un'azione di spionaggio?
Ma il momento più bello è stato quando abbiamo attraversato i confini della Federazione e siamo entrati nella zona neutrale. È stato più complicato del solito, visto la quantità di pattuglie che ora controllano quel confine, ma - grazie all'occultamento e alla bravura del capitano - siamo riusciti a passare sotto il naso dei lloann'na senza che loro se ne accorgessero. Attraversare i confini dell'Impero è stato ancora più semplice: è bastato trasmettere i codici della Tal'Shiar e le navi della Galae ci hanno fatto passare senza nemmeno contattarci. Non che la cosa mi abbia stupito: molti romulani - compresi gli ufficiali della Galae - hanno un rapporto conflittuale con la Tal'Shiar, sono rispettosi nei suoi confronti ma anche la temono e la disprezzano. Nessuno si metterebbe a fermare una nave della Tal'Shiar per fare dei controlli: sarebbe troppo pericoloso per l'ufficiale che desse l'ordine. E non importa se la nave in questione ha l'aspetto di un cargo vulcaniano.
Arrivato a Romulus, più precisamente a Ki Baratan, mi son subito diretto verso la dimora del mio patrigno. Alcuni colleghi avrebbero voluto accompagnarmi fin lì, quasi a mo' di scorta, ma io li ho ringraziati e ho rifiutato la loro cortese offerta. Ora che sono tornato a casa, voglio assaporare l'aria di Romulus in tutta tranquillità, ascoltare il 'bentornato' che risuona nel soffio del vento.
Entrato nella villa ho subito incontrato Mijne, la mia madre adottiva.
"Jolan'tru, figliolo." È il suo saluto, accompagnato da un leggero cenno del capo. "Bentornato a casa."
"Jolan'tru, madre. È un piacere essere tornato." È la mia risposta, sempre accompagnata da un cenno del capo. "Mio padre è in casa?" Domando, per poi aggiungere esitante: "E... Lei?"
"Sì, Maiek è in casa. Ti sta aspettando nel suo ufficio. T'Shanik, invece, si trova nelle sue stanze. Perché non vai a salutarla? Le sarai di sicuro mancato."
"Mancato? È una vulcaniana, non prova emozioni. Ed è meglio così." Rispondo, ricordandomi dell'unica volta che la mia madre biologica ha perso il controllo. Se non fosse stato per Maiek, lei mi avrebbe ucciso.
"Nérios, è tua madre. Le sei mancato di sicuro." Risponde Mijne. "Magari non lo dimostra, ma ti vuole bene: sta solo aspettando che tu la perdoni."
"Perdonarla? Mi ha quasi ammazzato! Posso parlarle, posso ascoltare le sue lezioni sulla logica di Surak... ma è tutto per la Tal'Shiar! Non per lei, non per me."
"Figlio mio." Esclama lei, avvicinandosi a me e posandomi una mano sulla guancia, quasi in una carezza. "Prova a capirla, prova ad immaginare cosa deve aver passato in quel momento. Ha visto i romulani assalire la sua nave e uccidere i membri dell'equipaggio, ha sicuramente temuto per la tua vita e per quella di suo marito. Poi ha scoperto di essersi sposata con un romulano, ha scoperto che S'task le aveva mentito fin dall'inizio. Cosa ha visto in te? Il sangue del suo sangue? No, un nemico, una minaccia. Una vergogna. Tutto questo sarebbe bastato per far impazzire chiunque, anche una vulcaniana."
"Scusami madre, ma non sono ancora pronto. Non posso ancora perdonarla. Magari in futuro, ma non adesso. Mi ricorda troppo quello che sono... il figlio di una vulcaniana e di un traditore, una persona indegna di stare in questa casa."
"Per gli elementi, Nérios! Non parlare così! Tu sei una persona speciale, una persona con molti meriti e più che degna di essere un s'Rehu. Sono orgogliosa di averti nel mio clan e nella mia famiglia."
"Ti ringrazio, madre."
"Non è nemmeno necessario che tu lo faccia, figliolo. Vorrei farti mangiare qualcosa e chiederti come è andata a New Vulcano, ma forse è meglio che tu vada subito da Maiek. Ha molto di cui parlarti." Dice lei, togliendomi la mano dal volto. Non so esattamente il perché, ma le sue parole mi fanno rabbrividire. Ha molto di cui parlarmi? Perché? Mi è stata già assegnata una nuova missione? Ma non porto a parole questi miei pensieri, anche perché certamente non mi sono mai aspettato che la Tal'Shiar mi lasciasse riposare quando sta per scoppiare una guerra.
"Vado subito, madre."
Mi dirigo verso l'ufficio di Maiek, letteralmente ignorando i servi che si inchinano al mio passaggio. Arrivato davanti alla mia destinazione trovo la porta spalancata. Oltrepasso la soglia di qualche passo e poi mi inchino, rivolto a mio padre.
"Shaoi kon, padre." Dico formalmente.
Ma il momento più bello è stato quando abbiamo attraversato i confini della Federazione e siamo entrati nella zona neutrale. È stato più complicato del solito, visto la quantità di pattuglie che ora controllano quel confine, ma - grazie all'occultamento e alla bravura del capitano - siamo riusciti a passare sotto il naso dei lloann'na senza che loro se ne accorgessero. Attraversare i confini dell'Impero è stato ancora più semplice: è bastato trasmettere i codici della Tal'Shiar e le navi della Galae ci hanno fatto passare senza nemmeno contattarci. Non che la cosa mi abbia stupito: molti romulani - compresi gli ufficiali della Galae - hanno un rapporto conflittuale con la Tal'Shiar, sono rispettosi nei suoi confronti ma anche la temono e la disprezzano. Nessuno si metterebbe a fermare una nave della Tal'Shiar per fare dei controlli: sarebbe troppo pericoloso per l'ufficiale che desse l'ordine. E non importa se la nave in questione ha l'aspetto di un cargo vulcaniano.
Arrivato a Romulus, più precisamente a Ki Baratan, mi son subito diretto verso la dimora del mio patrigno. Alcuni colleghi avrebbero voluto accompagnarmi fin lì, quasi a mo' di scorta, ma io li ho ringraziati e ho rifiutato la loro cortese offerta. Ora che sono tornato a casa, voglio assaporare l'aria di Romulus in tutta tranquillità, ascoltare il 'bentornato' che risuona nel soffio del vento.
Entrato nella villa ho subito incontrato Mijne, la mia madre adottiva.
"Jolan'tru, figliolo." È il suo saluto, accompagnato da un leggero cenno del capo. "Bentornato a casa."
"Jolan'tru, madre. È un piacere essere tornato." È la mia risposta, sempre accompagnata da un cenno del capo. "Mio padre è in casa?" Domando, per poi aggiungere esitante: "E... Lei?"
"Sì, Maiek è in casa. Ti sta aspettando nel suo ufficio. T'Shanik, invece, si trova nelle sue stanze. Perché non vai a salutarla? Le sarai di sicuro mancato."
"Mancato? È una vulcaniana, non prova emozioni. Ed è meglio così." Rispondo, ricordandomi dell'unica volta che la mia madre biologica ha perso il controllo. Se non fosse stato per Maiek, lei mi avrebbe ucciso.
"Nérios, è tua madre. Le sei mancato di sicuro." Risponde Mijne. "Magari non lo dimostra, ma ti vuole bene: sta solo aspettando che tu la perdoni."
"Perdonarla? Mi ha quasi ammazzato! Posso parlarle, posso ascoltare le sue lezioni sulla logica di Surak... ma è tutto per la Tal'Shiar! Non per lei, non per me."
"Figlio mio." Esclama lei, avvicinandosi a me e posandomi una mano sulla guancia, quasi in una carezza. "Prova a capirla, prova ad immaginare cosa deve aver passato in quel momento. Ha visto i romulani assalire la sua nave e uccidere i membri dell'equipaggio, ha sicuramente temuto per la tua vita e per quella di suo marito. Poi ha scoperto di essersi sposata con un romulano, ha scoperto che S'task le aveva mentito fin dall'inizio. Cosa ha visto in te? Il sangue del suo sangue? No, un nemico, una minaccia. Una vergogna. Tutto questo sarebbe bastato per far impazzire chiunque, anche una vulcaniana."
"Scusami madre, ma non sono ancora pronto. Non posso ancora perdonarla. Magari in futuro, ma non adesso. Mi ricorda troppo quello che sono... il figlio di una vulcaniana e di un traditore, una persona indegna di stare in questa casa."
"Per gli elementi, Nérios! Non parlare così! Tu sei una persona speciale, una persona con molti meriti e più che degna di essere un s'Rehu. Sono orgogliosa di averti nel mio clan e nella mia famiglia."
"Ti ringrazio, madre."
"Non è nemmeno necessario che tu lo faccia, figliolo. Vorrei farti mangiare qualcosa e chiederti come è andata a New Vulcano, ma forse è meglio che tu vada subito da Maiek. Ha molto di cui parlarti." Dice lei, togliendomi la mano dal volto. Non so esattamente il perché, ma le sue parole mi fanno rabbrividire. Ha molto di cui parlarmi? Perché? Mi è stata già assegnata una nuova missione? Ma non porto a parole questi miei pensieri, anche perché certamente non mi sono mai aspettato che la Tal'Shiar mi lasciasse riposare quando sta per scoppiare una guerra.
"Vado subito, madre."
Mi dirigo verso l'ufficio di Maiek, letteralmente ignorando i servi che si inchinano al mio passaggio. Arrivato davanti alla mia destinazione trovo la porta spalancata. Oltrepasso la soglia di qualche passo e poi mi inchino, rivolto a mio padre.
"Shaoi kon, padre." Dico formalmente.