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Christmas in Ice
#21

Logic is the beginning of wisdom, not the end of it

T'Dal Zayrus | Vulcan

Non avevo prestato molta attenzione a ciò che mi circondava, anche se mi era sembrato di vedere un vulcaniano con una bambina. Avrei fatto delle piccole indagini dopo aver fornito delle logiche spiegazione a Leena, che se le meritava. «Sono appena tornata da una missione di ricognizione, Leena, ma la stanchezza non intaccherà le mie capacità cognitive.» spiegai la mia presenza in divisa, con un tono che la mia amica avrebbe potuto riconoscere come amichevole, dato gli anni che avevamo passato fianco a fianco sulla Constellation.
«Sappiamo dove ci troviamo? Ho modo di immaginare che contattare la Saratoga mi risulti impossibile da qui, come l'Accademia delle Scienze Vulcaniana.» dissi, sfiorando il comunicatore e cercai l'holocom. Non coinvolgevo mai per ovvi motivi Mestral, ma era un'ottimo osservatore e un aiuto in più poteva essere valido, ancora inconsapevole che il vulcaniano intravisto al mio arrivo pochi istanti prima, poteva aiutarci.
«Non conosco le dinamiche del nostro arrivo qui, ma la logica impone che dobbiamo iniziare a trovare un modo di aiutare queste persone a tornare al luogo da dove sono venuti. Hai già scoperto qualcosa? Oltre al fatto che è dovuto tutto per colpa di questo... Q. Non conosco ancora quest'uomo, perciò mi piacerebbe conoscere qualcosa di più riguardo le sue capacità.» chiesi così da rendermi conto di quanto la situazione fosse critica. Nella stanza c'eravamo solo io e lei che facevamo parte della Federazione e potevamo coordinarci, essendo amiche da anni e avevamo condiviso anche uno dei miei momenti più bassi possibili, il pon farr. 
«Suggerirei di metterci al lavoro.» dissi tranquilla, facendo un vago accenno di sorriso, mitigando l'ordine che usavo con i miei sottoposti con un suggerimento
#22

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Elina Milayn Dax | Joined Trill

Era appena tornata da una missione di ricognizione? In un certo senso, non era una buona notizia: era molto probabile, infatti, che T'Dal fosse stanca. A pensare che Q non aveva permesso alla sua cara amica nemmeno di riposare, Leena era decisamente dispiaciuta. Eppure, nel contempo, non poteva evitare di provare una lieve vena di gelosia.

Sembrerà assurdo, ma avrei preferito anch'io essere stata rapita alla fine di una missione. Disse dunque, un lieve sorriso sulle labbra. Per mia sfortuna, Q ha deciso di rovinare le mie vacanze. Quindi, sono disarmata e... beh, non importa: mi basterà trovare un qualche tipo di arma in questo luogo. Il problema è che in quel momento mi trovavo con mia figlia e quel bastardo di Q ha deciso di portare qui anche lei.

Chiunque fosse Q, qualunque fossero i suoi poteri, di una cosa la trill era certa: aveva intenzione di fargliela pagare. Fin tanto che si limitava a giocare con lei non era un grosso problema: dopotutto, Leena era un'ufficiale della flotta stellare. Per quanto la sua priorità fosse quella di proteggere il simbionte Dax, aveva comunque deciso da tempo di rischiare la sua vita per la federazione. Ma Nilani... lei era solo una bambina. Come aveva potuto portarla in quel luogo?

Già, i comunicatori non riescono a connettersi. Rispose, cercando di tenere sotto controllo la rabbia e la disperazione che minacciavano di avvolgerla. Purtroppo non so nemmeno io molto su questo Q. L'ho incontrato - se così si può dire - solo una volta in passato... e l'esperienza non è stata esattamente piacevole. Ho provato a fare ricerche sul database di flotta ma... sembra che non ci sia nulla su di lui o, più probabile, che io non abbia i requisiti d'accesso ai file.

Era quello il motivo principale per cui aveva chiesto informazioni. Le sue conoscenze su Q erano estremamente basse, per quanto la sua precedente esperienza non facesse ben sperare. C'era la possibilità che lo stesse sopravvalutando e che lui non fosse un'entità semi-divina ma semplicemente un alieno dotato di tecnologia più avanzata della loro. Ma era possibile anche il contrario. E, se veramente lei lo stava sottovalutando, Leena rabbrividiva al solo pensiero di cosa avrebbe potuto accadere a lei e, soprattutto, a Nilani.

Comunque, concordo. Dobbiamo portare i civili fuori da qui. Ma, per farlo, temo che sarà necessario seguire le regole di Q. Sospirò. La mia idea sarebbe quella di formare una piccola squadra che vada all'esplorazione... e di lasciare qui qualcuno che si occupi della difesa dei civili. Ma abbiamo i numeri per farlo? Per il momento ho contato solo tre non civili, noi due comprese.

Avrei voluto presentare Sybok in questo post ma, visto che Nuhir sarà assente per un po' e che questo post stava diventando troppo lungo, ho deciso di rimandare al prossimo post. Laugh Quindi, T'Dal, rispondi te dopo di me: appena potrà tornare a rispondere, Nuhir ce lo segnalerà... o si intrufolerà direttamente nella role. Laugh
#23

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N'veyan Krivakh | Vulcaniano (Androide)

N’veyan era in laboratorio come suo solito ben oltre l’orario stabilito. Non sentendo la divisa come un fastidio o un intralcio per il suo lavoro non l’aveva tolta dopo la ricognizione ma aveva indossato il camice da laboratorio per proteggerla dalle sostanze chimiche che stava maneggiando per sequenziare una rara mutazione di un batterio.
In quel momento era solo, benché il suo collega sarebbe dovuto entrare da un momento all’altro per l’inizio del suo turno.
Aveva appena posato l’ultima provetta nell’ultracentrifuga quando il suo tavolo di lavoro prese una connotazione più chiara. Ipotizzando un guasto alle luci del laboratorio alzò la testa nella direzione dei pannelli ma un bagliore diffuso gli impedì la vista in ogni direzione.

Immobile, aspettò che qualunque fosse la natura di quella luce si diradasse, e ci volle davvero troppo poco tempo se proporzionato alla sua portata. 
"Che non abbia un’origine corpuscolare?..."
Ma guardandosi intorno si accorse di avere un problema più grande. Il tavolo che si trovava di fronte non era più un banchetto di fini strumenti ma di pietanze delle più disparate provenienze. Intorno a lui c’erano individui di diverse razze e, ebbe qualche problema a registrarlo come informazione ma l’unico denominatore comune erano le maschere che indossavano dai colori sgargianti e il richiamo a un cervide terrestre: probabilmente una renna se interpretava bene il resto dei simboli intorno a lui – un grande abete, diversi piccoli oggetti avvolti in fogli colorati e... Babbo Natale.
Ascoltò il suo discorso e in un primo momento si chiese se non fosse in presenza di un individuo delirante, quando inaspettatamente questi sparì.
N’veyan capì che per quanto forse delirante era tutt’altro che innocuo e alle sue parole seguivano azioni concrete.
Accettato di essere stato rapito da un’individuo e che comprenderne il perché era fuori portata, si chiese come e dove fosse stato portato.

Non erano sulla terra, benché l’aspetto dell’abitazione e la festività richiamata indicassero quel luogo, e quando tentò di geolocalizzarsi accedendo ai satelliti più vicini la risposta fu il nulla.
Si spostò un poco tra gli ospiti confusi cercando di riconoscere dei volti ma anche in questo caso non ebbe riscontri se nonché notò che tutti i presenti che indossavano strane divise colorate di rosso e verde erano andoriani e le loro espressioni comunicavano giovialità. I suoi sensori fecero un check-up completo delle sue condizioni, era la sua reazione di allerta, e si riscoprì perfettamente funzionante ma privo di armi e con solo il tricorder e un badge che non poteva servire a nulla.

Direttosi verso un andoriano, la sua intenzione era di parlargli ma ci ripensò ricordando che non lo avrebbe visto di buon occhio. Pensava a una soluzione, quando la voce di uno dei presenti si levò in un discorso autoritario. Si riconobbe come capitano ma N’veyan lo confrontò con tutti i nomi degli attuali capitani della flotta stellare prensenti nella sua memoria, più volte, e non ebbe riscontri. Analizzò le possibilità: mentiva sulla sua identità o era parte di tutta quella messa in scena, o entrambe le cose. Era escluso che le sue informazioni fossero errate.
Si limitò a osservarla, ascoltando in background grazie al suo fine udito la breve conversazione che ebbe con i suoi compagni.
Non era un capitano della flotta stellare, di questo era certo, ma era convinta delle sue intenzioni e anche tutti gli altri. 
"Sono tutti degli ologrammi?" Decise di avvicinarsi e partecipare a quel gruppo che si stava formando.
«Ci sono anch’io. Sono N’veyan, sottotenente della USS Voyager» disse con voce pragmatica, guardando prima la trill, poi i due vulcaniani, cercando di farlo sembrare un gesto di cortesia ma in realtà cercava per quanto possibile di scannerizzarli con i suoi sensori. Non era un’analisi accurata ma erano di sicuro organici e la loro temperatura entro le aspettative. Non erano ologrammi.
Nemmeno la piccola bambina, constatò.
«Non conosco questo Q, mi spiace. Ma se posso essere d’aiuto intendo farlo».
Si voltò verso gli andoriani vestiti con abiti festivi, indicandoli con lo sguardo. «Potremmo cominciare chiedendo agli unici che sembrano a loro agio qui, ma forse non è opportuno che parli io».
Si voltò verso i suoi simili «o un vulcaniano. È un caso che siano tutti andoriani?»
Non chiese nulla riguardo i pacchetti, avendo già origliato la loro conversazione.
#24

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Elina Milayn Dax | Joined Trill

A pensarci bene, la situazione non era molto promettente. Era estremamente improbabile che tre persone fossero in grado di occuparsi di tutti presenti. E questo considerando la presenza di specie esterne alla Federazione e possibilmente ostili. Cosa sarebbe successo se un romulano o un klingon si fosse rifiutato di collaborare e avesse deciso di dar loro problemi? Leena aveva i brividi al solo pensiero.

Stava per riprendere a parlare, quando un rumore di passi attirò la sua attenzione. Si voltò appena in tempo per vedere un giovane uomo avvicinarsi e presentarsi educatamente. Dalle orecchie a punta e dalle sopracciglia arcuate era evidente che si trattasse di un vulcaniano - il terzo nella loro piccola squadra - ma la divisa che indossava non sembrava essere quella della flotta stellare. Se la trill avesse avuto esperienza di incontri con persone provenienti da altre linee temporali, avrebbe di certo compreso di trovarsi di fronte ad un collega di un'altra dimensione ma, visto che non era così, quello che provò alla sua presentazione fu solo molta perplessità.

USS Voyager? Si ritrovò a ripetere, quasi inconsciamente, mentre cercava di riportare alla memoria quel nome.

Eppure, nonostante i suoi sforzi, l'unica cosa che riuscì a collegare con quel nome fu la classe Voyager, un tipo di astronave federale che includeva, ad esempio, la USS Deerslayer. Di astronavi che avessero quel nome, però, nemmeno l'ombra.

Non che quello la preoccupasse: con tutte le navi presenti nella flotta, era decisamente improbabile che lei si ricordasse di tutte. Dopotutto, non era una macchina. E, se non fosse stato per tutto quel macello fatto da Sheppard e la Sezione 31, anche la USS Constellation sarebbe stata elencabile tra le astronavi poco conosciute.

Capitano Dax, USS Constellation. Si ripresentò. È un piacere averla tra noi. Ogni aiuto è il benvenuto.

Prima che l'attenzione della trill tornasse sullo strano abbigliamento del nuovo arrivato, le parole di lui la colpirono particolarmente. Gli andoriani! Come aveva fatto a non pensarci!?

In effetti, la presenza di camerieri andoriani è anomala. Ammise. Non sembrano spaventati o confusi dalla situazione, quindi è molto probabile che non siano stati portati qui contro la loro volontà. Fino a questo momento li ho considerati parte dell'ambiente, marionette mosse da Q. Ma, in effetti, non ho ancora provato ad accertarmene.

Il suo sguardo si spostò su di un cameriere poco distante, osservandolo con attenzione. Marionette o meno, perché Q aveva scelto degli andoriani? Il vestito da folletto stonava particolarmente su di loro e, in ogni caso, i membri di quella specie non avevano alcun legame col Natale. Per quanto la trill non fosse molto esperta di quella festa terrestre, ne era certa.

Andoriani... Natale... che si tratti di qualche tipo di indizio?

Rispondi pure te, KlacK_9. Non so quando T'Dal riuscirà a rispondere e Nuhir sembra sparita, quindi per il momento andiamo avanti noi due. Appena avranno tempo, loro si riuniranno.
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N'veyan Krivakh | Vulcan (Android)

Non sapeva se interpretare la rigidità della trill come la comune risolutezza di un capitano o diffidenza nei suoi confronti ma in entrambi i casi non era una questione prioritaria.
«Dobbiamo trovare il modo di farlo, allora», le rispose, senza rendersi conto di poter risultare brusco.
“Indizio?”. N’veyan considerò diverse soluzioni alla sua curiosa affermazione.
«Pensa si tratti di una sorta di gioco?».
In effetti, se quella situazione era nata dalla mente di un pazzo in grado di manipolare – per quello che aveva potuto constatare – lo spaziotempo a suo piacimento, tutto era possibile, ma anche i pensieri di un soggetto disturbato seguivano uno schema ben preciso, c’era solo da capire quale.
Seguì la traiettoria del suo sguardo e rifletté ad alta voce.
«Se non sono ologrammi e sono alleati di Q, allora sicuramente saranno in possesso di informazioni. In caso contrario, deve esserci qualcosa che lui vuole che capiamo o otteniamo da loro»
Accortosi di essere osservato, il cameriere-folletto si avvicinò nella loro direzione con un braccio dietro la schiena, un altro a reggere il vassoio e un’andatura formale che stonava con praticamente tutto il resto, dalla sua stazza di andoriano al costume.
N’veyan portò lentamente una mano sulla cintura dov’era il tricorder e con movimenti cauti e precisi premé alcuni tasti con una sicurezza di circa il 96% che fossero quelli giusti.
«La cena è di vostro gradimento, signori? Posso servirvi da bere?».
Un andoriano non si sarebbe rivolto in quel modo in nessun caso. Specialmente nei confronti di tre vulcaniani. Ma comunque a una prima analisi dei suoi sensori, sembrò quantomeno composto di materia organica. Non era un ologramma.
«Oh, sì, grazie molte». Per quanto la sacca interna del suo stomaco fosse in grado di raccogliere cibi e bevande, non aveva intenzione di ingerire sostanze offerte da Q né di lasciare che altri lo facessero, ma aveva intenzione di capire cosa fosse reale e cosa no, e quindi di analizzarlo. «Questa festa è eccezionale. Siete stati voi a prepararla? Chi devo ringraziare, signor...?», chiese nella speranza di una risposta, una qualunque, che potesse dargli un indizio. «E’ di tradizione qui da voi festeggiare il Natale? Insolito per degli andoriani».
Il suo tricorder emise un lieve bip, segno che la scansione era completata se aveva inserito i comandi giusti, ma N’veyan rimase impassibile fingendo che non ci fosse stato, prevedendo che non sarebbe servito cercare di coprirlo.
#26

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Elina Milayn Dax | Joined Trill

Era possibile che si trattasse realmente di un indizio? In quel momento, Leena avrebbe davvero voluto saperne di più su Q. In proposito, non poteva far a meno di chiedersi se, nel 2264, avesse rinunciato troppo presto a scoprire qualcosa su di lui. Visto che il computer non poteva aiutarla, avrebbe potuto chiedere ai suoi superiori. E, se il Comando si fosse rifiutato di darle spiegazioni, avrebbe sempre potuto rivolgersi alla Sezione 31. Dopotutto, non le sarebbe stato troppo difficile contattare l'ex-capitano della Constellation. Ma, un po' per proteggere la figlia, un po' per rifiuto nei confronti di Sheppard, aveva deciso di non farlo. Di dimenticare e andare avanti.

Non so, N’veyan. Ammise, quasi esausta nel cercare di comprendere il loro attuale avversario. Può darsi che si tratti di un gioco, come può darsi che non lo sia. Non possiamo scartare nessuna possibilità. Aggiunse, cercando di riprendere il controllo delle sue emozioni.

Era preoccupata e un po' spaesata, doveva ammetterlo, ma era consapevole di non potersi permettere debolezze od esitazioni. Per uscire da lì, non solo avrebbero dovuto comprendere dove si trovavano e cosa volesse da loro Q, ma avrebbero dovuto stare attenti a quello che li circondava. Perché non sapevano cosa, fuori di quella stanza, li avrebbe aspettati.

Alle successive parole del vulcaniano, si limitò ad annuire. Quando lui si rivolse al cameriere che si era avvicinato a loro, la trill rimase in silenzio, scrutando con attenzione l'andoriano alla ricerca di gesti od espressioni rivelatrici. Possedendo l'esperienza politica di Lela Dax, infatti, non le sarebbe stato troppo difficile notarli.

Mi chiamo Krampus, signore. Rispose rispettosamente il cameriere, pronunciando un nome che sembrava poco andoriano.

Se Leena avesse avuto qualche conoscenza in più sulle tradizioni terrestri, forse avrebbe riconosciuto quel nome. Nelle zone di lingua tedesca, infatti, il Krampus era un essere demoniaco che accompagnava la figura folcloristica di San Nicola.

Questa festa è stata organizzata dall'onorevole Babbo Natale. Noi folletti siamo qui per servirvi in tutto e per tutto quindi, se desiderate una specifica pietanza, non fatevi scrupoli a chiederla. Aggiunse. Per quanto riguarda gli andoriani, non saprei rispondere, signore. È la prima volta che ne sento parlare. Di che stato terrestre sono originari?

A quel punto, se si fosse trovata in un romanzo wuxia, Leena avrebbe sputato sangue per lo shock. Per un attimo si chiese se il cameriere si stesse burlando di loro, magari per vendicarsi di essere costretto a servire dei vulcaniani, ma la sua espressione sembrava essere serena. O era sincero, o si trattava di un bugiardo di professione.

Master


Mentre parlavano, il tricorder scientifico di N'veyan Krivakh aveva completato le sue analisi. Se il vulcaniano lo avesse controllato, avrebbe scoperto che Krampus era effettivamente un andoriano, non un ologramma o qualche altra creatura.
#27

Logic is the beginning of wisdom, not the end of it

T'Dal Zayrus | Vulcan

Guardai la mia amica e la osservai inclinando leggermente la testa. « A quanto pare nessuna di noi ha qualcosa che desidera» dissi pacatamente, facendo implicitamente riferimento al fatto che io avrei preferito riposare invece di andare in missione. Da quando presi il comando della Saratoga, le missioni erano molto frequenti ed errano stancanti sia a livello fisico sia a quello mentale. Non mi lamentavo, non era logico, ma c’erano stati momenti in cui persino Mestral, notava la mia mancanza di riposo. «Fino a che non troverai delle armi volendo potrai usare il mio phaser.» dissi a Leena pacatamente, per poi notare dei movimenti strani dall’altra parte della sala. La logica mi imponeva di credere alle parole di Elina, perciò non misi mano al comunicatore.

«D’accordo, troveremo un modo di uscire da qui. La situazione non sembra pericolosa, ma la bambina va protetta: è al sicuro? Capisco, troveremo le informazioni che stiamo cercando.» le dissi per poi aggiungere «La nostra missione è quella di salvare vite e anche se siamo solo tre, possiamo farcela.» era il mio modo di parlare da capitano, forse poco vulcaniano, ma pratico e dava un pizzico di energia ai miei sottoposti. Avevo avuto modo di capire che il mio modo di fare non sempre piaceva ed essere una guida, voleva anche dire imparare sul campo.

L'arrivo di un nuovo vulcaniano, lo guardai seriamente, non riconoscendo nessuna nave con quel nome. Poteva essere di nuova costruzione? In fondo, anche la Saratoga era stata varata da poco tempo.
«Lunga vita e prosperità. Capitano T’Dal, USS Saratoga. Sono qui per servire»  dissi  pacatamente, recitando un vecchio detto vulcaniano. Guardai Elina e notai la sua espressione stranita, probabilmente stava pensando anche lei riguardo la nave e comunque quel vulcaniano… non mi sembrava vulcaniano come modo di porsi. Non che io fossi esattamente il baluardo della purezza genetica in senso stretto e guardando il vestiario, era decisamente “strano”, per utilizzare un canone totalmente umano del termine. Rifiutai cortesemente il cibo che mi veniva offerto dai camerieri: ero vegetariana e non riconoscevo quasi nulla sui vassoi. Feci cenno a N'veyan di interloquire lui con il cameriere, l'apparente loquacità era un dettaglio a cui poter fare affidamento. 

"Krampus? Tradizione terrestre" pensai per poi attirare l'attenzione di Leena, lasciando N'veyan discutere un istante con l'andoriano.
«I Krampus sarebbero la rappresentazione del male, della cattiveria, del buio eterno, quindi rappresenterebbero dunque il buio in contrasto con la luce, il bene, rappresentato da San Nicola. Se lui è qui, San Nicola dove si trova?» chiesi a Leena, non aspetteandomi veramente una risposta da parte sua.


Scusate l'attesa e il messaggio un po' schifoso, ma ho cercato di integrare un po' il mio post rimettendomi al passo con voi. Spero vada bene e ho aggiunto la parte dei Krampus, in quanto T'Dal essendo appassionata di cultura terrestre ha iniziato a studiarla, spero vada bene! Big Grin 
#28

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N'veyan Krivakh | Vulcan (Android)

Dalle sue prime parole, l'androide constatò che era improbabile ricavare informazioni utili e il proseguire del suo discorso lo confermò, con il suo evitare volutamente l’informazione sul luogo in cui si trovassero.
«Lunga vita e prosperità», ricambiò spontaneamente il saluto della vulcaniana, reggendo il suo sguardo per quanto questo sembrò in un primo momento quasi ostile.
Alla domanda del finto andoriano, N’veyan non si scompose, non si sforzò nemmeno di cercare una risposta appropriata sapendo che in ogni caso non avrebbe fatto domande.
«Oh nulla. Era una semplice battuta», lo liquidò, benché il suo tono inespressivo non supportasse affatto quella giustificazione.
Nel frattempo che le due donne si scambiavano informazioni, estrasse il tricorder dalla sua cintura, scostando appena il camice azzurro per poterne scorgere i risultati.
Il suo processore centrale ebbe un arresto di diverse esecuzioni: per una persona sarebbe equivalso allo sconforto più totale. Alle analisi eseguite quello davanti a loro era un andoriano a tutti gli effetti.
Questo voleva dire che Q era in grado non solo di teletrasportare la materia in aggregazioni complesse come esseri viventi ma era persino in grado di sintetizzarli, in qualche modo. A questo punto non era escluso che persino la villa, se non l’intero pianeta su cui si trovavano fosse una sua “creazione”
"Ma questo vuol dire anche che..." 
Ricontrollò le analisi e approfondì i dati sul display per trovare i valori di carbonio-14.

Doveva fare maggiori analisi ma prima si volse alle due donne. Indietreggiò di qualche passo per non essere a portata d’orecchio del cameriere e parlò a voce molto bassa, cercando comunque di essere udito dal piccolo gruppo che si era formato. Era un’ipotesi che in quel modo Q non avrebbe potuto sentirli ma, in fondo, non aveva modo di saperlo con certezza.
«Potrebbe trattarsi di un altro degli andoriani, forse ognuno di loro impersona un simbolo del Natale», espose la sua teoria. «O magari, se è la personificazione della luce, dovremmo trovare qualcosa di molto luminoso?». Non era convinto di nessuna delle due risposte, ma le alternative avevano probabilità ancora più basse.
Volle rendere comunque loro partecipi anche delle sue informazioni.
«Forse era evidente, ma voglio confermarvelo. Krampus un andoriano», non sottolineò il fatto che quell’informazione fosse un vicolo cieco. «Ma ho analizzato i suoi livelli di carbonio-14. Sono estremamente bassi. Questo potrebbe avere anche altre cause ma sospetto che, se analizzassi tutto ciò che ha originato Q, sarebbero gli stessi per tutti». Parlava velocemente, come preso da una certa trepidazione – si sentiva vicino a una soluzione – ma non per questo meno chiaramente.
Avrebbe potuto fare le sue analisi senza coinvolgerle e ritornare solo a risultati ottenuti, ma l’esperienza gli aveva insegnato che una seconda opinione era sempre opportuna come parametro di confronto e quella della trill e della vulcaniana sembravano un ottimo parametro di confronto. Gli ispiravano fiducia, per diverse motivazioni logiche.
«Se uscissi all’esterno, potrei cercare qualcosa di questo pianeta da analizzare. Rocce, o vegetali. Se hanno l’età che mi aspetto che abbiano, vuol dire che, quantomeno, ci troviamo nel nostro universo, su un vero pianeta», spiegò, nel frattempo i suoi circuiti saltavano rapidamente da una possibile soluzione all’altra, ma non gli venne in mente di dover forse evitare riferimenti troppo chiari al pericolo che stavano correndo, in presenza della bambina. 
«Forse potremmo anche capire su quale. Qualche idea?».

ho modificato il post dal momento che mentre lo scrivevo non mi ero accorta della nuova risposta di T'Dal, spiacente é_è
#29

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Elina Milayn Dax | Joined Trill

Nilani era al sicuro? Difficile dirlo. Attualmente, la bambina si trovava assieme a Sybok, poco distante da loro. Quando lei aveva deciso di attirare l'attenzione dei presenti, aveva anche rischiato di attirare eventuale rabbia di non federali. Di fronte al tentativo di un capitano della Flotta Stellare di prendere il comando, non era detto che romulani o esemplari di altre specie ostili l'avrebbero presa bene. Per proteggerla dall'eventuale violenza, quindi, aveva chiesto al suo sottoposto di tenerla in disparte.

Ora, però, aveva quasi la certezza che nessuno tra gli ospiti li avrebbe attaccati. Buona parte dei civili li stava fissando speranzosi, in attesa di sapere cosa fare, mentre gli alieni non collaborativi sembravano aver deciso di limitarsi ad ignorarli. Magari avrebbero composto una squadra a parte, ma non sembravano intenzionati a provocare inutili conflitti.

Così, visto che solo poco prima T'Dal aveva riportato la sua attenzione sulla bambina, la trill fece segno a Sybok di raggiungerli, per poi lanciare un secondo sguardo allo strano andoriano. Secondo quanto appena detto dall'amica, anche il nome del cameriere era preso dalle tradizioni terrestri. Eppure, per quanto fosse a conoscenza di Babbo Natale e della festa a lui collegata, Leena non sapeva praticamente nulla del santo da cui il personaggio originava.

Può darsi che ci sia qualche legame con le antiche tradizioni terrestri. Ammise, alle parole della vulcaniana. Ma dobbiamo ricordarci che in questo luogo non ci sono solo terrestri... e nemmeno solo federali. Se questo è un gioco ad indizi, sarebbe assurdo impossibilitare parte dei... giocatori a partecipare. Un sospiro sfuggì dalle sue labbra. Quindi... direi che non possiamo escludere questa possibilità ma non dobbiamo nemmeno concentrarci solo su di essa.

La trill non poteva di certo dire di essere un'esperta di Q, quindi il suo ragionamento poteva essere errato, ma nel suo precedente incontro con quell'entità non aveva percepito un reale desiderio di farle del male. Le era sembrato più che altro un gioco a sue spese... o forse una prova. Qualunque fosse l'obiettivo di Q, dunque, era molto probabile che quel disgraziato stesse offrendo a tutti le stesse possibilità. Quindi, se il Natale era il tema di quella 'festa', non era detto che tutto ruotasse attorno ad esso.

Un andoriano, eh!? Ripeté quasi inconsciamente le parole di N'veyan, mentre il cameriere si allontanava per lasciar loro un po' di privacy. Capisco, quindi è molto probabile che questo luogo sia stato completamente creato da Q. Insomma... i camerieri e, magari, questa villa.

Q non poteva essere così potente da aver creato un intero pianeta, giusto? Anche se, a dir la verità, la trill non aveva nemmeno idea se si trovavano realmente su di un pianeta.

Concordo con N'veyan, dobbiamo uscire da qui. Analizzando quello che c'è all'esterno potremmo riuscire a capire dove ci troviamo. Aggiunse, mentre Nilani la raggiungeva quasi di corsa. Dopo aver preso in braccio la bambina e averla un poco tranquillizzata, proseguì: Per quanto non possiamo essere al cento per cento certi che questa sala sia sicura, non credo che sia l'ideale portar fuori di qui civili senza prima aver controllato cosa ci attende all'esterno. La mia idea, quindi, sarebbe di uscire in un piccolo gruppo. Cosa ne pensate?

A dir il vero, non sapeva cosa fare con Nilani. Per quanto avesse già deciso di portarla con sé, quella era veramente la decisione migliore? Non l'avrebbe soltanto messa in pericolo? Magari avrebbe potuto chiedere a Sybok di rimanere in quella sala ad occuparsi di lei e del resto dei civili. Per quanto non le piacesse l'idea di lasciare la piccola in balia di Q... forse era giunto il momento di credere nei suoi sottoposti.
#30

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T'Dal Zayrus | Vulcan

Guardai Leena, potevo lontanamente immaginare che si trovasse in una situazione critica, dove la priorità era quella di mettere in salvo la figlia. Nella situazione in cui ci trovavamo, ora che l'incredulità andava scemando, non avevo l’impressione che la nostra vita fosse in pericolo, piuttosto avevo la sensazione che le persone intorno a noi avessero delle aspettative di altro tipo. Essere salvate, avere risposte e dovevamo trovare il modo di riuscire ad esaudire questo loro desiderio. Altri ci ignoravano, perciò o non erano interessati a tornare a casa, o semplicemente non volevano avere niente a che fare con noi. Questa seconda possibilità non era totalmente da escludere.

In ogni caso, la situazione doveva trovare una soluzione: io avevo fornito parzialmente una risposta, ma non ci aveva fatto fare passi in avanti, anche se riflettere non mi dispiaceva e avevo l’impressione che N’veyan, poteva aiutarmi in questo. Mi fidavo ciecamente di Leena, ma il ragazzo, vulcaniano almeno all’apparenza, mi ispirava quanto meno fiducia. Ascoltai con attenzione le ipotesi di N’veyan e le ponderai entrambe.

«Potrebbe essere un altro andoriano, si. Tuttavia, il fatto che sia qualcosa di luminoso, possa essere una risposta adeguata, ma alquanto improbabile. Alla fine, abbiamo incontrato il rivale andoriano, se possiamo definirlo così, di Babbo Natale. Se fosse qualcosa di luminoso, potrei suggerire… l’uscita da questo posto.» risposi al ragazzo pacatamente, sebbene non fossi molto convinta della mia deduzione. Se fossi stata umana, avrei fatto notare che stavamo brancolando nel buio, ma non lo ero e in quel momento avrebbe solo rimarcato l’ovvietà di quella affermazione.

“Un Andoriano. Che cosa mi suggerisce?” pensai, ma non avevo una risposta che potesse dare la quadratura del cerchio. Nulla che potesse suggerire una soluzione semplice che potesse portarci alle nostre rispettive vite. “T’Dal la vita non è mai semplice” ricordai le parole di mia madre e sospirai appena. Non era il momento (né tantomeno era logico) di pensare a New Vulcano e a quello che avevo lasciato laggiù, avevo una missione più urgente da compiere, con nuovi e vecchi amici.

Ascoltando i due, annuii semplicemente: era estremamente logico trovare l’uscita dalla villa e capire la prossima mossa. La proposta di Leena era ottima e guardando ciò che avevo con me, mi resi conto che avevo entrambi i miei tricorder, quello scientifico, ma quello della sicurezza. Non ricordavo di averlo portato con me, ma nel caso specifico poteva essere davvero utile.
« Credo sia l’unica soluzione attuabile, creiamo una piccola task force e troviamo l’uscita da questo posto. Ho il security tricorder con me, eventualmente possiamo fare una piccola indagine incrociata.» dissi pacatamente rivolta principalmente a N’veyan, richiedendo tacitamente il suo pensiero a tal riguardo. In realtà non ero certa che potesse servire davvero in una villa, ma era una situazione poco convenzionale.
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