Questa discussione è chiusa

TFB chi vuole ammutinarsi lo faccia ora o taccia per sempre
#31

Where I come from, if someone
saves your life, you don't stab them in the back.

James T. Kirk | Human

Jim riemerse dalla boscaglia a breve distanza dal pianoro che li seperava dalla zona edificata: ora che la osservava meglio non aveva l'aria di essere una costruzione militare perché, se così fosse stato, qualcuno si sarebbe sicuramente dato maggiore disturbo per occultarla o quantomeno fortificarla. Aveva piuttosto l'aria di essere un piccolo villaggio civile e le architetture insolite suggerivano che, almeno il progetto originale, non doveva essere opera dei romulani. C'erano diverse cose non chiare in quell'intera situazione.

Senza perdersi troppo in rimuginazioni il capitano si infilò nuovamente tra le fronde cercando, senza farsi notare, di prendere alle spalle i loro assalitori. Non fu del tutto sorpreso nell'accorgersi che uno degli avversari sembrava essersi dileguato e prese mentalmente nota del fatto che avrebbe potuto sbucare all'improvviso da qualunque parte, poi con prudenza si avvicinò ancora, passando silenziosamente tra un arbusto e l'altro. Era ormai a non più di una decina di passi quando decise che era sufficientemente vicino da riuscire a tranciare con un sol colpo l'albero solitario che era riuscito a crescere nella sporgenza rocciosa sopra a due dei romulani e, senza esitare, fece fuoco.

Il rumore del phaser fece scattare gli avversari, che resisi conto del pericolo con un balzo riuscirono a togliersi di mezzo, appena in tempo per non essere travolti. Questo, tuttavia, li costrinse a lasciare la loro copertura l'istante necessario a Tulving per colpire uno dei due, mentre Jim riusciva a stordire il secondo. Purtroppo la fortuna dell'uomo parve terminare lì: il terzo romulano, cambiata rapidamente posizione, iniziò a scaricargli contro un fuoco serrato; Tulving e gli altri erano troppo lontani per riuscire a fornirgli il supporto necessario. D'istinto Jim si buttò a terra, riparandosi dietro ad un grosso masso. I colpi di disgregatore erano insistenti ed il capitano li contò in silenzio... ad occhio aveva uno, forse due minuti prima che un fuoco serrato di tale potenza riuscisse a far esplodere il suo riparo, lasciandolo in campo aperto: gli serviva un'altra copertura, alla svelta!

Mentre rifletteva, notò un movimento alla propria destra e scorse il comandante romulano muoversi agilmente in direzione dell'insediamento. Dubitava intendesse correre a chiedere aiuto, ma sapeva che permettere loro di prenderlo su entrambi i fronti avrebbe significato molto probabilmente una fine ingloriosa per quella missione, così senza rifletterci troppo abbandonò nuovamente il proprio riparo per correre direttamente verso Vaurek. Il soldato romulano esitò un istante nel timore di colpire il proprio comandante nel fare fuoco: un istante che fu sufficiente a Jim per stordirlo con un colpo di phaser, mentre Tulving faceva il possibile per tenere impegnato Vaurek.

Fu l'ultima cosa che Jim riuscì a fare prima che il phaser gli venisse letteralmente strappato di mano dall'avversario. Con un pugno bene assestato Vaurek lo fece barcollare, costringendo Tulving a sospendere il suo attacco per non rischiare di colpire accidentalmente il capitano. Poi il romulano puntò la sua arma, deciso a mettere fine al combattimento. Jim tuttavia non era d'accordo e, con quanta forza aveva in corpo, si avventò contro l'avversario, riuscendo ad assestare un paio di colpi nello stomaco del romulano prima che questi riuscisse a colpirlo a sua volta. Jim strinse i denti, il dolore intenso lo stordì, facendolo barcollare. Prima ancora che riuscisse a riprendersi un secondo colpo lo sbatté a terra e probabilmente ne sarebbe arrivato un terzo, se Tulving non fosse riuscito a prendere di striscio il romulano, facendolo desistere quel tanto necessario perché Jim riuscisse ad afferrare il phaser accanto a sé e sparare all'avversario. 

ritiro quanto scritto in tag: vi concedo ancora un turno, anche perché sono stufa di scrivere. Comunque ne abbiamo fatti fuori un buon numero. Tongue
#32

It is worthwhile studying other peoples, because every understanding of another culture is an experiment with our own.

Haruka Abe Umana

Un pallido sorriso spuntò sulle labbra di Haruka alla risposta sarcastica che il dottore diede al capitano. La situazione in cui si trovano era tutt'altro che sotto controllo, e lei si sentiva solo ad un passo dal farsi prendere dal panico. Non era la sua prima missione sul campo, non era la prima volta che le sparavano contro, ma prima di allora la situazione non era mai stata così brutta. Cosa più importante, tra i nemici non c'era mai stata una sua conoscenza. Vaurek era più di un collega antropologo: il rapporto tra loro era ben più di un'amicizia. Se la relazione tra i due non era mai avanzata oltre all'essere amici, non era stato per mancanza di attrazione ma semplicemente a causa della distanza. Lei e Vaurek vivevano in mondi a parte, e quanto stava succedendo proprio in quel momento lo confermava. Considerando la situazione, era difficile per lei mantenere calma e sangue freddo ma sapeva che il dottore aveva ragione: autocommiserarsi o maledire il fato non l'avrebbe portata da nessuna parte. Doveva concentrarsi.

La ringrazio, comandante. Ora sono già... Aveva cominciato a dire, sforzandosi a concentrarsi sul pericolo di fronte a lei e continuare a dare supporto col suo phaser, quando il grido di McCoy la interruppe. Un'imprecazione le sfuggì dalle labbra mentre si voltava il più velocemente possibile, volgendo la schiena all'ormai malconcio tronco che le stava facendo da riparo. Un tronco che sarebbe stato distrutto da tempo se solo i romulani non fossero passati a sparare in modalità stordimento dopo aver ricevuto l'ordine di prenderla viva.

Phaser ben stretto tra le mani, dito sul grilletto, Haruka cercò con lo sguardo il loro assalitore. Lo rilevò appena in tempo per vederlo sparare nella sua direzione, evidentemente deciso ad occuparsi di lei prima del dottore. Solo la sua rapida reazione, che la portò a spostarsi di lato, le permise di schivare quel primo colpo. Il movimento la portò per un breve istante al di fuori di qualsiasi riparo ma stranamente il resto dei romulani sembrò non approfittarne. Vista la situazione di emergenza, non aveva il modo di rifletterci su seriamente ma poteva immaginare che l'assenza di ulteriori spari fosse collegabile all'improvviso boato, come di un albero che cadeva, appena risuonato nell'area. Il capitano sembrava averne fatta un'altra delle sue.

Grata di non dover, almeno per il momento, pensare anche agli altri romulani, Haruka rispose al fuoco. Il suo obiettivo non era uccidere ma stordire. La sua gentilezza non sarebbe stata con ogni probabilità vista in modo positivo dal romulano ma non era dell'umore giusto per pensare di rispettare la cultura del nemico. Che lui lo volesse o meno, avrebbe fatto in modo di catturarlo vivo. Ci fu un breve scontro a fuoco, in cui Haruka fece il possibile di attirare l'attenzione dell'avversario verso di sé, in modo tale da permettere a McCoy di trovare riparo e magari farle da supporto. Un colpo di disgregatore, in modalità stordimento, infine però la colpì. Haruka fece appena in tempo a premere un'ultima volta il grilletto prima di cadere a terra. Mentre l'oscurità l'avvolgeva, non poté fare a meno di chiedersi: L'ho colpito o è riuscito a schivare?

T'Dal, ti lascio la decisione finale. Haruka sarà riuscita a colpirlo? McCoy interverrà e colpirà lui il nemico? Anche essere catturata/i è un'opzione possibile, l'importante è che McCoy riesca a cavarsela.


Vaurek

L'ultimo colpo di phaser l'aveva colpito in pieno. La forza del colpo l'aveva quasi scaraventato all'indietro, ma il comandante romulano era riuscito ad evitare di accasciarsi a terra, finendo in una posizione semi inginocchiata. Il dolore al petto era lancinante ma dalle sue labbra non sfuggì nessun gemito, solo un'imprecazione in romulano: Fvadt!1. L'uomo che Haruka conosceva come "Vaurek s'Jeiai" non aveva la minima intenzione di dare soddisfazioni al nemico. Puntato il suo disgregatore nuovamente verso Kirk, Vaurek non sembrò esitare prima di premere il grilletto. Era consapevole di essere sotto tiro ma, a quel punto, non gli importava. Nelle condizioni in cui era, una ritirata strategica era improponibile. Avrebbe potuto prendere tempo in previsione dei soccorsi che sarebbero certamente giunti, ma l'idea di portare il famoso capitano Kirk nell'oltretomba assieme a lui era decisamente stuzzicante. I romulani temevano più la disgrazia, il disonore, che la morte.

1Fvadt: Dannazione!

Qualcuno qui è aspirante suicida, fermatelo please. Comincia a starmi simpatico. LOL
#33

I don't need a doctor, damn it! I am a doctor!

Leonard McCoy Umano

Mi avvicinai rapidamente ad Haruka, preoccupato per le sue condizioni, ma la sollevai, cercando di portarla al sicuro dietro il riparo che avevo lasciato poco prima e tirai fuori il tricorder, iniziai a verificare le sue condizioni mediche. La sua ferita fortunatamente non era troppo profonda, ma
«Come stai?» chiesi, cercando di stabilire se la sua ferita fosse grave o meno. Poi, alzando il phaser, cercai di localizzare il nemico che l'aveva colpita, la caduta dell'albero aveva sicuramente causato una pausa nel combattimento, ma sapevo che sarebbe stata solo temporanea e i romulani avrebbero ripreso l'attacco prima o poi.

«Mi hai fatto un ottimo lavoro di copertura, ti ringrazio» dissi, esprimendo il mio apprezzamento.

Mentre cercavo il nemico, risposi alla tacita domanda di Haruka riguardo al fatto che l'avesse colpito o meno. «Si lo hai colpito, ma non preoccuparti. Riusciremo a tirarti fuori da qui. Non lasciare che la paura ti faccia perdere la speranza» dissi, cercando di rassicurarla.

In quel momento, la mia priorità era assicurarmi che Haruka fosse al sicuro. Se il nemico era ancora in giro, sapevo che dovevo rimanere vigile e trovare un modo per proteggere entrambi. «Continua a restare al riparo. Cercherò di individuare il nemico e, se necessario, colpirlo. La tua sicurezza viene prima di tutto», dissi, determinato a proteggerla a ogni costo.

La cattura da parte dei Romulani potrebbe essere un'opzione possibile, ma non mi sarei mai arreso senza combattere. Sapevo che la squadra aveva bisogno di me e non avrebbe mai permesso di essere catturato senza una lotta.

Dopo queste mie parole, però, ad un certo punto, uno dei romulani riuscì ad intercettarci. Risposi al fuoco, cercando di proteggere Haruka il più possibile. Grazie all'esperienza e alla sua destrezza con il phaser, riuscii a disorientare l'assalitore e colpirlo in modo decisivo. Il romulano cadde a terra, stordito. Non mi sembrava di vedere nessun altro, ma mai dire mai.

E ce l'ho fatta, ragazze scusatemi l'attesa. A parte il blocco dello scrittore, non risucivo a trovare una risposta che mi soddisfacesse. Spero che questa sia adeguata Smile 
#34

Where I come from, if someone
saves your life, you don't stab them in the back.

James T. Kirk | Human

Il romulano cadde in ginocchio, senza dare alcun segno di voler perdere conoscenza. Jim era ancora stordito dal dolore, ma non a tal punto da non capire che restarsene lì immobile con un avversario arrabbiato e mezzo stordito a breve distanza era una pessima idea, talmente pessima che avrebbe potuto facilmente rivelarsi letale: rotolò su un fianco, cercando di rimettersi in piedi, proprio mentre il romulano apriva nuovamente il fuoco. Ma che...! protestò il capitano, vedendo letteralmente evaporare nel nulla la roccia contro cui era caduto e dove si trovava fino ad un istante prima. Lanciò una rapida occhiata verso McCoy che sembrava avere la situazione sotto controllo, poi sparò di nuovo al comandante romulano, questa volta tenendolo sotto tiro finché non lo vide collassare a terra.

E cinque. Per il momento erano al sicuro, ma se quella era una base romulana era certo che non ci sarebbe voluto molto prima che ne arrivassero altri per controllare cosa fosse successo ai compagni: dovevano andarsene di lì e alla svelta! Si avvicinò al comandante romulano e frugò tra i suoi abiti finché non trovò ciò che stava cercando, poi si avviò in direzione del medico. Non vorrei interrompere questo momento idillico, ma credo che Tulving abbia bisogno di attenzioni mediche ricordò senza nemmeno alzare lo sguardo verso l'amico, troppo impegnato ad armeggiare con il comunicatore che aveva sottratto al romulano.

Kirk a Enterprise... tentò per l'ennesima volta. Qui Spock. Capitano, avevamo perso ogni comunicazione con la superficie... risuonò la voce familiare dal comunicatore. Jim non riuscì a trattenere un gesto di esultanza sì... è una storia lunga. Potete agganciarci con il teletrasporto? si informò, guardandosi attorno per assicurarsi che nel frattempo non arrivassero altre visite a sorpresa.

Ner,  a te. Che funzioni o meno il teletrasporto è indifferente, qualcosa per uscirne interi me la invento comunque. Solo tenetemi in vita Tulving che mi ci sono affezionata: la prima red shirt a combinarne una giusta, è commovente! Dopo questa si merita almeno un nome!
#35

It is worthwhile studying other peoples, because every understanding of another culture is an experiment with our own.

Haruka Abe Umana

Quando Haruka si riprese dal suo breve attimo di incoscienza, vide la famigliare e rassicurante figura del dottore di fronte a lei. Sto bene, ti ringrazio. Rispose, per quanto non ne fosse sicura al 100%. Era dolorante ma riteneva di non aver subito danni gravi, grazie al basso settaggio delle armi avversarie. All'arrivo del capitano, le labbra di Haruka si incresparono brevemente mentre lei lottava per trattenere una leggera risata. Momento idillico o meno, Kirk aveva ragione: c'era chi aveva bisogno di cure mediche più urgentemente di lei. Si rialzò faticosamente in piedi, attenta a mantenersi al riparo degli alberi e assicurandosi in quel modo di essere in grado di camminare senza maggiori problemi di un fastidioso ma temporaneo giramento di testa. Non pensare a me. Concentrati pure sul guardiamarina Tulving, sul capitano e... Si bloccò, senza trovare la forza di pronunciare l'ultimo nome. Poteva intravedere la figura di "Vaurek" stesa a terra in lontananza, nella direzione da cui era giunto Kirk. Non era sicura che il romulano fosse ancora vivo ma, se lo fosse stato, probabilmente sarebbe stato preferibile che ricevesse cure mediche dai suoi alleati e non dal nemico. I romulani preferivano il suicidio alla cattura, dopotutto. Dannate tradizioni romulane. Borbottò infine tra sé e sé, in un sussurro, mentre scuoteva la testa. Normalmente avrebbe avuto il più profondo rispetto per le tradizioni altrui ma, quando la tradizione in questione ti portava alla morte, la giapponese aveva decisamente qualcosa da ridire. ...se fosse possibile, ti pregherei anche di dare un'occhiata al comandante romulano. C'era il rischio che i rinforzi nemici arrivassero a breve e magari era già troppo tardi, ma se ne sarebbe pentita se non avesse fatto almeno un tentativo. "Vaurek" poteva preferire la morte alla cattura, ma lei avrebbe preferito vederlo in una cella che in un obitorio.

A causa delle interferenze, non riusciamo a rilevare il dispositivo di localizzazione dei vostri comunicatori né i vostri segni vitali. Haruka poté sentire la risposta di Spock, che il capitano era riuscito a contattare nel frattempo. Sto usando il segnale del comunicatore con cui stai chiamando per determinare la tua posizione, ma sarebbe illogico tentare un teletrasporto in queste condizioni. Secondo il parere del Comandante Scott, l'opzione ideale sarebbe utilizzare le coordinate del comunicatore per inviarvi degli amplificatori di teletrasporto. Qual è la situazione sul pianeta? Siete in zona sicura?

...una via di mezzo può andare? Io e la mia passione per le complicazioni. Ma il teletrasporto rimane ancora un'opzione valida. Laugh Informazioni sugli amplificatori di teletrasporto le potete trovare QUI.
Comunque sì, direi di salvare Tulving, ho cominciato anch'io ad affezionarmene. In realtà sto cominciando ad affezionarmi anche a Vaurek, capperina. Va beh, lascio a voi il compito di stabilire il suo destino, io ho un debole per i romulani quindi son di parte. Tongue
#36

Where I come from, if someone
saves your life, you don't stab them in the back.

James T. Kirk | Human

Zona sicura? Jim lanciò l'ennesima occhiata ai dintorni: non sembravano esserci altri romulani dal grilletto facile attorno, ma il fatto che il comunicatore che aveva preso in prestito funzionasse, per quanto d'aiuto nell'immediato, non era affatto un buon segno. Significava non solo che gli avversari potevano comunicare tra loro, ma nella migliore delle ipotesi avevano capito come aggirare le interferenze, nella peggiore erano loro stessi a causarle. Nulla di buono, qualunque fosse il caso. Sì. Per il momento siamo al sicuro, ma le cose potrebbero cambiare rapidamente rispose, valutando rapidamente l'opzione proposta: installare gli amplificatori avrebbe richiesto qualche minuto che avrebbero potuto altrimenti utilizzare per togliersi da lì. Se i romulani che li avevano attaccati non fossero stati da soli, c'era la concreta eventualità che, non ricevendo alcun segno da parte loro, i loro compagni sarebbero presto arrivati per controllare cosa fosse successo. In forze. E difficilmente sarebbero riusciti ad avere la meglio una seconda volta. D'altra parte quei romulani privi di sensi erano probabilmente la via più rapida per capire i bizzarri fenomeni che stavano coinvolgendo quel settore di spazio e non gli sarebbe dispiaciuto scambiarci due parole con un po' di calma una volta tornati sull'Enterprise. Tutto sommato qualche minuto in più sembrava un rischio accettabile.

D'accordo. Mandate quegli amplificatori il prima possibile... e fate un'altra scansione cercando qualunque cosa con la stessa traccia energetica di questo comunicatore: ci sono degli edifici a circa settecento piedi dalla nostra attuale posizione, direzione sud, sud-ovest. Potreste voler cercare lì. decise: se i loro segni vitali non potevano essere rintracciati era ingenuo sperare di poter rilevare eventuali romulani in arrivo, ma con l'aiuto di un po' di fortuna forse potevano tracciare i loro comunicatori o, ancora meglio, scoprire cosa ci fosse di tanto importante tra quegli edifici da fare fuoco a vista.

Si può taggare sotto spoiler? Prova, prova...
@1701E
Enty lascio a te le tecnicaglie del teletrasporto.
#37

Rekon

Tellarite

Ricevuto Capitano, stiamo tentando scansioni su tutte le frequenze,=^= lo informò la voce calma e professionale di Uhura =^=nel frattempo il Signor Scott vi sta inviando un set di intensificatori...=^=

Passato o alcuni lunghi secondi, prima che la voce decisa dello scozzese si inserisse nel canale audio aperto dalla plancia col Capitano, per informarlo di ciò che sarebbe accaduto di lì a poco =^=siamo pronti, signore, inizia la materializzazione. Appena avrete gli intensificatori disponeteli a triangolo, ad una distanza non superiore a 1,5m l'uno dall'altro...=^=

La colonna luminosa del teletrasporto comparve ad un paio di metri dal gruppo di ufficiali, ma fu subito evidente che qualcosa non andava: anziché assumere immediatamente forma e consistenza fisica, la figura degli intensificatori oscillò svariate volte, divenendo traslucida mentre il suono della materializzazione si faceva acuto e a tratti fastidioso all'udirsi.

Tramite il canale aperto con la Sala Teletrasporto, Kirk avrebbe potuto sentire il suo Ingegnere Capo intento in una accesa discussione con qualcuno, probabilmente con la Sala Macchine

=^=Come sarebbe a dire che abbiamo un segnale di ritorno? Pulitelo subito...no, non ho detto che ci serve più energi....=^=

La comunicazione venne ammutolita dal suono di una esplosione, simile a quella generata da un eccessivo accumulo di energia. Probabilmente le bobine del teletrasporto avevano ricevuto un eccesso di energia, registrando quindi un cortocircuito.

Per qualche mistero dell'ingegneria, della fisica o di altro, però, esattamente nel momento in cui l'esplosione avrebbe dovuto mettere fuori gioco le apparecchiature di Teletrasporto, la materializzazione si concluse.

Solo che, insieme a tre intensificatori di segnale fusi irrimediabilmente insieme e parzialmente sciolti, comparve anche una quarta figura: un decisamente confuso umanoide peloso, avvolto in una specie di divisa dai toni nero e grigio, colorata di ocra all'altezza del colletto.

Un Tellarite!

***** ***** ***** ***** *****

Alla fine Q aveva schioccato le dita, ponendo fine a quel ridicolo gioco di ruolo che in un momento di noia aveva architettato, strappandolo dal suo noioso viaggio per portarlo in quella dannata Sfera Borg.

Rekon era dannatamente troppo vecchio per stron*are del genere, quindi era più che lieto di essere riuscito ad avvicinarsi quanto più possibile ad una vittoria in quel gioco: nessuno era morto e nessuno era stato assimilato, forse un pochino anche per merito suo.

Adesso, se Q avesse mantenuto la parola data (estorta dalla femmina Q sarebbe stato forse più corretto), lui si sarebbe ritrovato nel suo alloggio sul vecchio trasporto da cui era stato prelevato, e avrebbe avuto un mucchio di tempo per riflettere sulla scelta di ritornare in servizio attivo, prima di raggiungere la Voyager A.

In realtà la sua ricomparsa non fu così semplice come se la aspettava, anzi. Ebbe per un momento l'impressione di essere in un luogo, poi in un altro. Le sue percezioni andavano e venivano, co.e se si trovasse in un teletrasporto con problemi alla matrice di induzione.

Poi sentì nuovamente la propria fisicità e la gravità, che pesava sulle articolazioni delle gambe. Solo che qualcosa non era come doveva essere.

Curiosamente non fu la vista il primo senso a rivelargli di non essere ricomparso su un trasporto della Federazione. Le sue narici furono infatti le prime a segnalare che qualcosa non andava, quando vennero invase da una serie di odori e profumi che nulla avevano a che fare con l'atmosfera riciclata e profondamente controllata di una astronave.

Il secondo segnale fu la totale assenza della vibrazione ritmica e pulsante di un reattore di curvatura. Che razza di astronave non aveva il reattore acceso? Forse che le dannate scimmie senza coda della Sala Macchine erano riuscite a mandare in blocco i sistemi nelle poche ore della sua assenza??

Fu solo sull'illogicità di questo pensiero che gli occhietti porcini di Rekon lo resero finalmente edotto della realtà: anziché su di una nave stellare, quel simpatico burlone di Q lo aveva inviato su un dannato pianeta.

Quasi fosse dotata di pilota automatico, la sua bocca inanellò immediatamente una forbita sequenza di insolenze dedicate alla simildivina entità del Q-Continuum, focalizzandosi con estro creativo sui suoi ipotetici problemi di impotenza nell'ambito di un complesso triangolo amoroso con entità della mitologia Tellarite non particolarmente note per la delicatezza e la morigeratezza nell'ambito amoroso.

Mentre parlava, però, il rissoso capo operazioni si stava guardando rapidamente attorno, registrando una situazione che peggiorava di secondo in secondo.

Se vedendo le antiquate uniformi della Flotta Stellare di oltre un secolo prima aveva inizialmente sperato di essere finito in mezzo ad una specie di ricostruzione storica, le sue speranze si raffreddarono rapidamente quando notó un uomo in uniforme azzurra chino su una maglietta rossa, apparentemente ferita.

Guardando il ferito, lo sguardo scivolò quasi naturalmente sulla seconda figura stesa a terra, apparentemente morta o svenuta. Era un dannatissimo Romulani, con indosso una uniforme vecchia quanto quelle federali dai colori pastello.

Sempre con naturalezza, lo sguardo sempre più sconvolto si mosse ancora, seguendo la figura slanciata dell'umano che torreggiava sul Romulano abbattuto. Indossava l'uniforme della Flotta color ocra che - se Rekon ben ricordava - nell'epoca cui appartenevano quei costumi corrispondeva alla Sezione Comando.

Fu in quel momento che gli occhi del vecchio ingegnere si dilatarono veramente, mentre la sua stoica e convinta invettiva si spegneva in una espressione palesemente stupita accompagnata da un "...e che ti...per la barba di zia Petunia...!"

Perché era vero che gli umani si assomigliava o un po' tutti e riconoscerli, specie se non li si conosceva bene, era difficile...ma quel volto era su praticamente ogni dannato libro di storia della Flotta Stellare!

Quello era James Tiberius Kirk!
#38

It is worthwhile studying other peoples, because every understanding of another culture is an experiment with our own.

Haruka Abe Umana

Mentre il comandante McCoy si occupava del guardiamarina Tulving e il capitano Kirk era bloccato in comunicazione con l'Enterprise, Haruka aveva fatto del suo meglio per tenere le orecchie tese e osservare la zona circostante alla ricerca di eventuali altri ostili. Una parte di lei avrebbe voluto lamentarsi, in perfetto stile McCoy, di essere un'antropologa e non un dannatissimo ufficiale della sicurezza ma, considerando la situazione attuale, la giapponese sapeva di non avere molta scelta. Il loro unico ufficiale della sicurezza era a terra e stava venendo in quel momento curato, l'attenzione di Kirk era distratta dalla conversazione al comunicatore: anche senza ricevere ordini in proposito, Haruka era sufficientemente addestrata per sapere che toccava a lei assicurarsi che il suo gruppo non finisse vittima di un agguato. Anche se non so quanto potrei fare se il nemico avesse un sistema di occultamento portatile.. Pensò, parzialmente preoccupata dall'idea, prima che la sua attenzione venisse attirata dall'allarme della voce di Scott. Cosa stava succedendo? Un qualche malfunzionamento del sistema di teletrasporto causato dall'anomalia? Provò a teorizzare tra sé e sé, mentre attraverso il comunicatore si sentiva il rumore di un'esplosione. La situazione sembrava star peggiorando di secondo in secondo e la cosa non le piaceva per niente.

Stava per tornare a concentrarsi unicamente sulla zona degli edifici, per assicurarsi che nessuno ne uscisse per raggiungerli, quando il teletrasporto arrivò alla sua conclusione. Il suo cervello rilevò a malapena le condizioni degli amplificatori, il suo sguardo subito attirato verso il tellarite dalla strana divisa che si era materializzato assieme ad essi. Chi è lei? Si identifichi! Ordinò, il phaser puntato verso di lui. La sua reazione era stata probabilmente più lenta di quella che avrebbe avuto Tulving se le sue condizioni glielo avessero permesso ma, tutto sommato, riteneva di essersi mossa relativamente bene. Per essere un antropologa, almeno.
#39

I don't need a doctor, damn it! I am a doctor!

Leonard McCoy Umano

Mi trovavo ancora a dedicarmi al guardiamarina Tulving; anche se dovevo ammettere che la conversazione al comunicatore del capitano Kirk era un suono di sottofondo che mi distraeva, ma sapevo di non dover perdere di vista il suo paziente, che fortunatamente si stava rimettendo.

Ascoltai con attenzione il messaggio di Jim, ma la situazione non sembrava essere delle migliori e le possibilità di successo erano piuttosto esigue. Certo, non ero certo un esperto di tattiche militari, ma capivo che era la cosa giusta da fare.

«Jim, non so quanto sia saggio cercare di individuare altre tracce energetiche in quest'area; perché potrebbe attirare l'attenzione dei Romulani e farci finire nei guai ancora peggiori di quelli in cui ci troviamo adesso, ma solo di trovare qualcosa di utile, perché altrimenti ci siamo messi in questo guaio per niente. Tra l'altro, poi questi romulani che si comportano come se fossero in missione kamikaze. Non mi piace, non mi piace per niente.» dissi giusto per dire la mia e forse solo per dargli fastidio.

Ascoltando poi l'interazione tra il Capitano e Scotty, non potei fare a meno di mormorare: «Che diavolo sta succedendo in Sala Macchine? Spero solo che Scotty e il suo equipaggio siano in grado di risolvere il problema in tempo.» 

Quando l'esplosione si verificò, andai un istante in panico dato che io ero lì e non potevo andare in sala teletrasporto, temendo che i membri del team di teletrasporto fossero rimasti feriti o peggio. "C'è l'infermiera Chapel" cercai di rassicurarmi, tuttavia, mi ritrovai a pensare che ogni volta che c'era di mezzo il teletrasporto, c'era sempre qualcosa che andava storto, era una tecnologia delicata e anche il minimo errore poteva avere conseguenze disastrose. Era una delle ragioni per cui preferivo viaggiare su una nave piuttosto che utilizzare il teletrasporto, era più sicuro.

Tuttavia, quando vidi la figura pelosa e sconosciuta apparire insieme ai tre intensificatori fusi, il mio primo commento fu «Maledizione, quel dannato teletrasporto è fuori controllo! Chiunque abbia ideato questi intensificatori dovrebbe essere radiato dalla Flotta Stellare

Sentendo Haruka agitarsi, dovevo dire che si era comportata bene, puntando il phaser puntato verso il Tellarite, mi avvicinai con cautela. Non sembrava una minaccia e non sembrava nemmeno giovane a dirla tutta, se avesse voluto attaccarci, probabilmente lo avrebbe giù fatto. 

«Haruka, abbassa quella cosa prima di fare un danno irreparabile. Non possiamo saltare alle conclusioni e potrebbe esserci una spiegazione ragionevole per la presenza di questo Tellarite. Lascia che ci presenti e poi vedremo cosa fare.» dissi facendo un passo avanti e mi presentai al Tellarite. «Sono il dottor Leonard McCoy, medico di bordo della USS Enterprise. E tu chi sei? Perché sei qui?» chiesi.
#40

Where I come from, if someone
saves your life, you don't stab them in the back.

James T. Kirk | Human

Jim era ormai abituato alla visione catastrofica del medico e quando McCoy gli ricordò che i sensori avrebber potuto attirare l'attenzione dei romulani si limitò a ripondergli con un sorriso sornione: avevano già fatto diverse scansioni da quando avevano raggiunto il pianeta e nessuna di queste aveva scatenato una risposta. C'era effettivamente il rischio che essere tanto specifici nelle ricerche potesse destare qualche sospetto, ma Jim credeva nelle capacità della nave e del suo equipaggio al punto da essere certo che non sarebbe stato un rischio corso a vuoto. Avrebbero potuto rilevare anche la chiamata all'Enterprise gli fece notare fidati di me: oggi è la nostra giornata fortunata. lo rassicurò, assestandogli una generosa pacca sulla spalla proprio mentre qualcosa cominciava a materializzarsi.

Fu subito chiaro che qualcosa non andava come avrebbe dovuto: il rumore del teletrasporto era a tratti assordante e Jim si lasciò sfuggire una smorfia infastidita mentre d'istinto portava le mani alle orecchie. Non fece tuttavia in tempo a protestare che la comunicazione fu interrotta dal suono di un'esplosione Scotty, che succede? chiese cominciando a preoccuparsi sul serio, proprio mentre un Tellarite si materializzava tra loro accompagnato da quelli che dovevano essere i loro intensificatori: era evidente che posizionarli a oltre un metro di distanza uno dall'altro avrebbe posto una sfida del tutto particolare nelle loro attuali condizioni. Il Tellarite, al contrario, non solo sembrava essersi materializzato completamente intero e senza arti in sovrannumero, ma era anche particolarmente compreso in un lungo e partecipato monologo contro una lettera dell'alfabeto.

Più delle parole del tellarite, tuttavia, ad attirare l'attenzione del capitano fu il suo abbigliamento: Jim non conosceva nessun pianeta dove andassero di moda tute ridicole come quella che indossava, ma non gli era sfuggita la banda ocra del colletto, non troppo diversa dal colore della propria uniforme, e soprattutto l'inconfondibile delta di Cochrane stilizzata appuntata sul suo petto. Non impiegò molto ad intuire che quell'uomo indossava un'insolita versione di un'uniforme della Flotta. Che venisse da qualche corpo speciale, universo parallelo o chissà che altro non aveva grande importanza in quel momento.

Mentre il dottore si occupava di fare gli onori di casa, Jim raggiunse il romulano che aveva stordito Haruka e raccolse il suo disgregatore prima di raggiungere nuovamente gli altri. Capitano James Kirk... e loro sono i guardiamarina Abe e Tulving concluse rapidamente il giro di presentazioni, cacciando senza troppi complimenti il disgregatore tra le mani del tellarite non sono certo di aver capito cosa abbia fatto questo Q a sua zia Petunia, ma a meno che non sia arrivato con una squadra di soccorso questo le tornerà utile spiegò, saltando immediatamente alla conclusione opposta di Haruka, in barba alle raccomandazioni alla prudenza del medico: niente di ciò che il nuovo arrivato aveva detto o fatto, ad eccezione del suo umore, gli aveva lasciato intendere che costituisse davvero una minaccia.

... comunque il teletrasporto non è più un'opzione ci tenne a precisare, nel caso a qualcuno fosse sfuggito lo stato degli intensificatori. Per quanto fare salotto si sarebbe sicuramente rivelato interessante, non era il momento migliore. Tulving, dopo essersi rimesso faticosamente in piedi, si era preso la briga di disarmare i romulani e di legarli alla meno peggio. Guardiamarina... chiamò in direzione di Haruka qualche idea su chi siano questi romulani e cosa facciano su questo pianeta?
Questa discussione è chiusa


Vai al forum:


Utenti che stanno guardando questa discussione: 2 Ospite(i)