TSE Star Trek: The Geriatric Generation
#31

Korinna Suder

Betazoid

Ricevuto! rispose Tomi: non ci capiva molto di scienza e quant'altro, ma "allontanarsi il più rapidamente possibile" era qualcosa che comprendeva alla perfezione e, senza esistare un solo istante, aveva già dato potenza ai motori. Purtroppo, considerate le circostanze, non fu la decisione migliore che avrebbero potuto prendere. Certo, nessuno di loro avrebbe potuto pensare che la causa di quelle strane rilevazioni erano proprio loro e che la decisione migliore, in quel caso, sarebbe stato spegnere i motori. Per capirlo non solo avrebbero avuto bisogno di un ingegnere... ma anche di aver compreso di essere loro stessi la causa di quell'anomalia.

Tutti i sistemi si spensero all'improvviso e la plancia della Liberty fu scossa da un busco contraccolpo. Korinna, che era ancora in piedi accanto a Seeth, fu sbattuta violentemente a terra. Mamma! esclamò Tomi, abbandonando all'istante la propria console senza alcuna remora per andarla a soccorrere. Un ufficiale della Flotta probabilmente avrebbe pensato due volte prima di lasciare la propria posizione, ma lui non solo era in pensione, aveva passato una vita intera a pilotare navi civili su rotte conosciute, dove sorprese e incidenti non erano esattamente all'ordine del giorno. Credo di essermi rotta qualcosa... brontolò Korinna, respirando a fatica tra le fitte di dolore al braccio.

La nave, intanto, aveva cominciato ad andare alla deriva e, se avesse dato un'occhiata ai sensori, Haru si sarebbe reso conto che ora che i motori erano spenti il segnale proveniente dalla vicina stella era molto più chiaro: la pulsar emetteva infatti una radiazione irregolare che, nel giro di qualche ora, rischiava di rivelarsi letale per tutti i presenti a bordo.

ok, il piano è questo: siccome alla fine i posti sono 7 e il padre di Lore non lo abbiamo preso a bordo (anche perché sarebbe stato inutile), l'idea è di caricare al suo posto un ingegnere. Farei che individuiamo un pianeta (o una nave, ma non della Flotta) nelle vicinanze dove troviamo un ingegnere... e dopo averci dato una mano a sistemare la Liberty lo prendiamo a bordo, per la gioia del Comando e del prototipo segreto Laugh così possiamo bisticciare un po' tra noi su
1) se lo vogliamo a bordo o meno (un lui, ci servono quote blu a bordo)
2) se informare il Comando dell'incidente con il rischio che ci facciano rientrare prima ancora di partire.

oltre a questo... sarebbe carino se qualcuno mi attivasse il MOE per Korinna, perché lei è troppo dolorante e Tomi non sa che esiste. Se avete altre idee, libere. Big Grin
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#32

Logic is the beginning of wisdom, not the end of it

T'Dal Zayrus Vulcaniana

Mentre la situazione sulla nave diventava sempre più critica, il mio approccio rimaneva guidato dalla logica e dalla necessità di mantenere il controllo in un contesto di incertezza crescente. Con la nave andata alla deriva a causa di un tentativo precipitoso di allontanarci dalla zona perturbata, era essenziale mantenere la calma. «Calma, tutti» dissi con fermezza, cercando di ripristinare l'ordine sulla plancia.

Il contraccolpo causato dalla disattivazione improvvisa dei motori aveva fatto cadere e ferire Korinna. Reagendo immediatamente alla situazione, impartii un comando vocale specifico per attivare il supporto necessario: «Attivare il programma medico d'emergenza» Questo assicurava che le cure mediche fossero prontamente fornite a Korinna, mentre Tomi, mosso dall'istinto familiare, si precipitava al suo fianco per assistere.

Nel frattempo, consapevole della mancanza di un ingegnere specializzato a bordo, rivolgevo la mia attenzione alla problematica tecnica. Durante i miei anni come cadetto all'Accademia, avevo acquisito alcune nozioni di meccanica, che ora cercavo di applicare per comprendere la situazione. Tuttavia, la tecnologia della nave era così avanzata che anche per me era difficile intervenire con efficacia. «Haru, ora che i motori sono inattivi, puoi rivedere i sensori per vedere se il segnale dalla stella vicina è diventato più chiaro?» Chiesi, incoraggiando un'analisi dettagliata del fenomeno che stavamo incontrando. «Accetto consigli da tutti voi; la vostra esperienza e intuizione possono essere decisive in assenza di un ingegnere specializzato»

Questa situazione potenzialmente letale richiedeva una valutazione rapida e accurata delle radiazioni pulsar, una minaccia che poteva rivelarsi fatale in breve tempo. «Dobbiamo stabilizzare la nave e valutare attentamente i rischi delle radiazioni pulsar. Le vostre competenze sono vitali in questo momento. È essenziale che ogni decisione sia ponderata con cura, considerando le implicazioni per la sicurezza di tutti a bordo.» continuai, rivolgendomi all'equipaggio.

Con una nave alla deriva e una potenziale minaccia di radiazioni letali, la nostra missione aveva preso una svolta decisamente pericolosa. La capacità di agire in modo coordinato e informato, sfruttando la competenza collettiva dell'equipaggio, sarebbe stata determinante per navigare in sicurezza attraverso questo nuovo ostacolo.
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#33

In the end they'll judge me anyway so, whatever.

Haru Sunak Chekov Umano/Vulcaniano

Stava per intervenire e aiutare Korinna, dopotutto aveva qualche conoscenza medica che poteva essere utile ed era anche uno dei motivi per il quale era stato proposto per la missione. Fortunatamente la bisnonna aveva in mano la situazione seppur critica e chiamò il programma medico d’emergenza, in modo che Haru potesse rimanere nella sua postazione e concentrarsi su ciò che gli veniva meglio.
In quel momento poteva vedere quanto fosse brava come capitano e, nonostante la situazione fosse preoccupante, non poté evitare di provare orgoglio nei suoi confronti.
Si voltò nuovamente verso lo schermo analizzando i dati, effettivamente erano più chiari rispetto a prima.

Il segnale proviene da una pulsare, è molto irregolare perché ciò che captiamo sono le radiazioni che sta emanando; se rimaniamo qui metteremo a rischio la nostra salute. 
Il tono era fin troppo calmo nonostante l’intera situazione ma Haru sapeva che farsi prendere dal panico non era affatto utile al caso se non deleterio.
Non ho esperienze in ingegneria ma dobbiamo trovare un modo per sfruttare le emissioni della stella o il suo campo elettromagnetico a nostro vantaggio per poter fuggire.
Quanto sono compromessi i sistemi? Quali funzionalità sono rimaste attive? Perché in base alla gravità possiamo cercare di trovare una soluzione in merito, ma bisogna capire cosa possiamo usare e cosa no.
Si voltò per guardare i presenti, la sua mente che continuava a elaborare informazioni con la speranza di trovare qualcosa che riuscisse a farli fuggire.

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#34

Seeth Sef

Trill/Klingon

Niente inseguitori? La notizia la sollevava parecchio ma Seeth continuava ad avere i suoi timori. I sistemi di occultamento non avevano mai smesso di migliorare col passare degli anni. Chi poteva dire se i sensori della Liberty fossero realmente in grado di captare la presenza di un'astronave con sistema di occultamento all'avanguardia? In ogni caso, l'anomalia da lei rilevata non aveva nulla a che fare con l'occultamento. L'analisi di Haru l'aveva chiarito. Seeth non sapeva esattamente quali fossero i rischi di essere così vicini ad campo elettromagnetico perturbato, ma era meglio che avere a che fare con una nave da guerra klingon. Periodo di pace o meno, quando si aveva a che fare con l'Intelligence Imperiale ci si poteva aspettare di tutto.

L'improvviso spegnimento dei motori e la conseguente scossa la colsero totalmente impreparata. Fortunatamente era seduta al suo posto, per quanto non allacciata con la cintura di sicurezza, così il massimo danno che subì dal contraccolpo fu essere spinta bruscamente contro la console davanti a lei. Korinna! Chiamò, ignorando il leggero dolore (le si sarebbe formato un bollo, ne era certa) per assicurarsi delle condizioni dell'amica. Era possibile che non avessero imparato nulla dallo schianto su Rura Penthe? Non solo non erano allacciate, ma Korinna non era nemmeno seduta.

La sua preoccupazione si alleviò soltanto quando T'Dal attivò il medico olografico di emergenza. Osservò con attenzione l'MOE Mark IX - Nina, si chiamava - lavorare su Korinna, seguendo solo in parte la conversazione attorno a lei. Le ci volle un attimo per rendersi conto che la sua preoccupazione per la salute dell'amica aveva compromesso la sua capacità di riconoscere la reale emergenza in corso. Si trovavano nello spazio, coi motori mal funzionanti, un campo elettromagnetico perturbato e una pulsar che rilasciava radiazioni nocive. Qual è la situazione dei motori? Domandò, mentre accedeva ai sistemi ingegneristici della sua console e cercava di decifrare i suoi dati. Vi prego, ditemi che tra voi c'è qualcuno che capisce qualcosa di ingegneria. Se proprio devo, posso usare il rito dell'emersione... ma Taulin Sef è vissuto secoli fa, dubito possa aiutarci.
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#35

Nina

MOE Mark IX

Come posso essere d'aiuto? si informò Nina, materializzandosi all'improvviso nel bel mezzo di una situazione che aveva del surreale, anche per un ologramma: una serie di persone con un'età che poneva qualche questione riguardo a cosa ci facessero a bordo, blateravano a proposito di pulsar senza alcun riguardo per lei, nonostante qualcuno di loro avesse evidentemente attivato il suo programa.

Qui! A noi serve un aiuto! chiamò Tomi, piegato su sua madre mentre con sguardo preoccupato cercava di sorreggerla per evitare che, dimenandosi, finisse per farsi male. Ecco, quello era qualcosa per cui Nina sapeva cosa fare. Con permesso... disse, avvicinandosi alla console presso cui si trovava Maria, sotto la quale era installato il kit medico di emergenza. Senza perdere un solo istante, Nina recuperò il tricorder e raggiunse l'anziana a terra per studiarne le condizioni. Non rilevo nulla di preoccupante annunciò, mentre ancora completava la sua analisi ... qualche contusione e il polso è fratturato. spiegò, frugando contemporaneamente all'interno del kit medico per preparare un hypospray con un antidolorifico che inoculò all'anziana senza esitare. Se vuole seguirmi in infermeria, sistemiamo anche il polso. disse cordiale, offrendo una mano a Korinna per aiutarla a rimettersi in piedi, mentre Tomi faceva altrettanto.

Korinna Suder

Betazoid

Fu solo quando l'antidolorifico cominciò a fare effetto che Korinna riprese a respirare. Nemmeno questa volta siete riusciti a liberarvi di me... scherzò in direzione della klingon che aveva sentito chiamare il suo nome con un velo di preoccupazione, prima di rivolgersi alla vulcaniana: T'Dal... non manca ancora molto allo spazio cardassiano, non credo che la Flotta farà storie se chiediamo che attraversino il confine per portarci direttamente qui il nostro ingegnere, vista la situazione. propose. Mamma, puoi andare in infermeria? Ce ne occupiamo noi. brontolò Tomi, seccato dalla riluttanza della donna nel prendersi cura della propria salute, specialmente considerando la sua età: sapeva bene che, tra una cosa e l'altra, sarebbe stata capace perfino di dimenticarsi di andare, almeno finché quell'antidolorifico avrebbe fatto effetto.

Ah, proprio tu, parli! Che quando eri alto così non stavi fermo un attimo! brontolò Korinna, indicando un'altezza più o meno fino alla propria vita ... sempre a romperti qualcosa... brontolò l'anziana, lasciandosi scortare controvoglia verso la piccola infermeria posizionata subito dietro la plancia, accanto agli alloggi.

Solo quando sua madre ebbe lasciato il ponte, Tomi si decise a riprendere la propria postazione per eseguire la diagnostica. La propulsione è fuori allineamento, sono scattati i sistemi di sicurezza e il nucleo di curvatura è in fase di spegnimento... rischio di fare danni a riattivarlo in queste condizioni: qualcosa me ne intendo, ma questo è un modello complicato, preferirei seguire la procedura da manuale. spiegò ... il pilota automatico è andato, ma questo non è un grosso problema. Se riuscite a darmi energia ai motori a impulso forse riesco a farci allontanare da quella pulsar. annunciò.
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#36

Logic is the beginning of wisdom, not the end of it

T'Dal Zayrus Vulcaniana

La diagnosi di Haru sul segnale della pulsar era chiara: le radiazioni erano intense e irregolari, rappresentando una minaccia significativa per la nostra sicurezza. Haru lavorava con dedizione ed ero davvero fiera di lui. Annuii alle sue parole, dovevamo trovare un modo per allontanarci ala svelta. Nel contempo, notai Seeth alle prese con i sensori, visibilmente preoccupata ma determinata. Ricordando i miei anni come cadetto e il tempo trascorso sulla Constellation, dove avevo acquisito nozioni basilari di ingegneria e spesso aiutato nei sistemi, mi offrii di assistere Seeth. «Seeth, se desideri, posso assisterti io eventualmente. Ho alcune basi di ingegneria dai miei tempi come cadetto e durante il servizio sulla Constellation, anche se sono passati più di cento anni. Forse insieme possiamo tamponare la situazione almeno temporaneamente, fino a che non abbiamo a bordo l'ingegnere» offrii il mio supporto, consapevole che due menti potevano essere più efficaci nell'affrontare il problema immediato.

Mentre Tomi e Korinna si occupavano della situazione medica, osservai la loro interazione con un senso di rispetto per il loro legame familiare, scegliendo di non intervenire direttamente ma di fornire supporto da una distanza discreta. La connessione tra madre e figlio in momenti di crisi era profonda e meritava spazio. Tuttavia, annuii in segno di accordo quando Korinna propose di contattare i Cardassiani per chiedere l'intervento del nostro ingegnere. «È una proposta logica, Korinna. Preparerò una comunicazione per i Cardassiani e chiederò loro di permettere il passaggio del nostro ingegnere vista la nostra situazione critica» dissi, pronta ad agire per garantire la sicurezza e l'efficacia della nostra missione.

Con la propulsione fuori allineamento e i motori di curvatura in fase di spegnimento, come riportato da Tomi, la situazione si complicava ulteriormente. «Procederemo con il contatto cardassiano immediatamente» confermai, preparandomi a coordinare la comunicazione per assicurare che l'assistenza richiesta fosse prontamente fornita.

La capacità di agire come un'unità coesa, sfruttando l'esperienza e le competenze collettive dell'equipaggio, era più che mai vitale. Mentre la nave derivava nello spazio vicino a una fonte di radiazioni letali, l'urgenza di stabilizzare la situazione e proteggere la salute e la sicurezza di tutti a bordo guidava ogni mia decisione e azione.
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#37

In the end they'll judge me anyway so, whatever.

Haru Sunak Chekov Umano/Vulcaniano

Io non ho competenze in merito, qualche conoscenza di base ma non penso possano bastare.
Dopo aver risposto alla domanda di Seeth posò lo sguardo sui suoi compagni di missione in attesa di una loro possibile risposta, sollevato che almeno la bisnonna e Seeth potessero fare qualcosa. 
Seguì con lo sguardo Korinna che veniva accompagnata verso l’infermeria, fortunatamente la sua situazione non sembrava grave e almeno quel problema sembrava essere gestibile.
Fece un cenno della testa quando Tomi spiegò la situazione, non era affatto buona ma Haru aveva iniziato ad analizzare quali sistemi potessero essere spenti per convogliare l’energia ai motori. 
Se siamo certi di non essere sotto attacco, potremmo togliere energia alle armi, lasciando però la possibilità di alzare gli scudi. Inoltre potremmo convogliare l’energia di reparti non vitali ai motori.Ascoltò gli ordini del Capitano, era decisamente l’opzione migliore se potevano avere l’ingegnere designato il prima possibile senza toccare niente. Alla fine era la possibilità più semplice e logica ma era anche utile sapere che in caso di fallimento potevano almeno optare per l’opzione che Tomi e lui avevano proposto.
Tornò a concentrarsi nella sua postazione, le comunicazioni non erano di sua competenza me nel mentre poteva ancora fare delle verifiche sia riguardo la situazione delle radiazioni e controllare tutti i sistemi non vitali per la nave: se l’opzione comunicazione dovesse fallire, voleva almeno avere altri due piani per poter uscire da quella situazione scomoda.
 
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#38

Seeth Sef

Trill/Klingon

Se fosse così semplice liberarsi di noi, non ci troveremo qui. Ribatté Seeth alle parole di Korinna. Le sue parole erano scherzose ma l'anziana klingon non poté evitare che un briciolo di preoccupazione fosse riconoscibile nella sua voce. Erano state spericolate, quello era vero. Avevano rischiato in più di un'occasione la vita, soprattutto nelle missioni svolte assieme. Eppure, allora erano giovani e traumi simili erano facili da superare. Così, nonostante la rassicurazione del medico olografico, Seeth era preoccupata per la salute dell'amica.

Fu solo la proposta di T'Dal a mantenerla ferma al suo posto, quando la parte più emotiva di lei le gridava di seguire Korinna in infermeria. Quella e la risposta di Maria alla domanda di Haru. Togliere energia alle armi è fattibile. Disse infatti la donna. Nell'eventualità di un attacco, gli scudi ci darebbero il tempo necessario per renderle nuovamente operative. Maria non sembrava totalmente entusiasta della cosa, ma Seeth poteva comprenderla: scudi o meno, rimanere senz'armi nell'infinità dello spazio metteva a disagio anche i più impavidi. Essendo l'unico loro nemico una pulsar, avrebbero potuto fare a meno dei phaser, ma non si poteva mai sapere come la situazione si sarebbe evoluta. Considerando i possibili rischi, la cosa migliore era che Seeth rimanesse in plancia a dare una mano.

Facciamo il possibile per tamponare la situazione. Disse dunque. Per quanto sia nelle nostre... ok, vostre competenze. Yep, era decisamente improbabile che Taulin Sef potesse dare una mano. Non se volevano mantenere i motori intatti. Se non riconosciamo qualcosa, meglio che non lo tocchiamo e che aspettiamo il nostro... ingegnere cardassiano. Cardassiano, davvero? Per qualche ragione, solo ora Seeth aveva recepito quel piccolo particolare. Non poteva dire di avere qualcosa contro ai cardassiani (erano stati brillanti nemici in gioventù), ma la notizia la sorprendeva. Non che quella fosse la priorità del momento. Ditemi cosa posso fare per aiutare. Concluse quindi, pronta a seguire le direttive. L'idea di 'giocare' col motore di una nave prototipo non le piaceva per niente ma dovevano allontanarsi da quella pulsar prima di venir fritti dalle sue radiazioni. Una volta fatto quello, non sarebbe stato un problema spegnere tutto e lasciarsi andare alla deriva fino all'arrivo dei cardassiani. ...e chi dobbiamo contattare. Proseguì, mentre accedeva ai sistemi di comunicazione attraverso la console OPS. Tra i contatti abbiamo un certo Laboratorio di Ricerca Zay'oul. "zay'oul" in cardassiano significa "futuro", quindi immagino siano loro?

Non so se avevamo un nome per l'istituto per cui lavora il nostro cardassiano, così ne ho inventato uno (ma se ne preferite un altro, correggo). Visto che li chiamiamo, ci facciamo dare supporto in chiamata per le riparazioni di emergenza?
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#39

Korinna Suder

Betazoid

Korinna seguì l'ologramma in direzione della parte posteriore della piccola nave, lì dove si trovava l'infermeria. Studiò silenziosa la giovane donna, cercando di ignorare la sua naturale ritrosia per ciò che non era in grado di percepire: il fatto che Nina sembrasse in tutto e per tutto un essere umano, la metteva lievemente a disagio. Sei sicura di sapere come utilizzare quell'arnese? si informò sospettosa, quando l'altra afferrò... qualunque cosa fosse ciò che stava stringendo tra le mani. Nina dal canto suo le rivolse un sorriso cordiale sono programmata per eseguire complesse operazioni chirurgiche, le probabilità che io commetta un errore sono virtualmente pari a zero, a differenza di un qualunque medico biologico. la rassicurò. Ora però ho bisogno che si stenda e rimanga ferma. Serviranno diversi minuti per ricomporre quella frattura. Nel frattempo può raccontarmi cosa ci fa un equipaggio così insolito a bordo... e soprattutto... dov'è l'ufficiale medico? si informò, avendo qualche difficoltà ad accedere ai file della missione.

Korinna sospirò. Più quell'affare parlava, più quel suo aspetto umanoide e quel suo sorriso cordiale la facevano apparire inquietante. Il nostro ufficiale medico è Haru. tagliò corto, scuotendo la testa. Stava davvero raccontando della loro missione a un computer? Quell'intera situazione aveva un qualcosa di surreale. La preoccupazione che percepiva da parte dei presenti in plancia era molto più concreta di qualunque cosa potesse borbottare la donna olografica e per un istante fu tentata di chiedere un aggiornamento sulla situazione. Subito però, si rese conto che dall'infermeria c'era ben poco che potesse fare, soprattutto considerando che le sue conoscenze ingegneristiche non erano al pari di quelle di altri membri ell'eqipaggio e difficilmente avrebbe potuto dare un contributo di una qualche utilità, così, seppur con riluttanza, si trattenne dal contattare telepaticamente T'Dal o Tomi: sembrava che l'attenzione dei due fosse concentrata su questioni più urgenti e che le condizioni della nave fossero tali da mettere a rischio la loro sicurezza, se non l'intera missione.

Quindi? Che facciamo? si informò Tomi in direzione della vulcaniana, cercando di ignorare la presenza inquisitoria di sua madre che lambiva la sua mente in cerca di notizie. Se fosse stato necessario era disponibile a mettere mano ai motori, ma continuava a ritenere che fosse una pessima idea, soprattutto perché gli sfuggiva la completa comprensione di diversi dei sistemi. Finché si fosse trattato di qualche riparazione di routine non prevedeva problemi, ma l'idea di dover toccare uno dei sistemi principali non lo lasciava del tutto sereno. Lasciò che sua madre percepisse quei dubbi e li avrebbe espressi anche a voce se non gli fosse sembrato che la situazione fosse già sufficientemente evidente. Fu in quel momento che Seeth annunciò di aver trovato il contatto di un centro di ricerca cardassiano, probabilmente lo stesso che si era occupato della messa a punto di alcuni degli innovativi sistemi che facevano funzionare la Liberty.

Pochi istanti dopo, sullo schermo principale della nave, apparve il volto di un cardassiano, seduto all'interno di quella che sembrava essere un'abitazione privata. Dal suo aspetto sembrava avere sui quarant'anni e lo sguardo interrogativo nei suoi occhi verdi tradiva il fatto che non si aspettava quella chiamata: sono Elan Torak, del dipartimento di ingegneria sperimentale si presentò, riconoscendo alle spalle degli interlocutori la plancia della Liberty sul cui progetto aveva lavorato per anni, prima ancora che fosse avviato il progetto di interscambio con la Federazione che aveva poi portato alla sua effettiva realizzazione ... c'è stato qualche cambiamento di cui non sono stato informato? chiese sospettoso, strizzando gli occhi per cercare di carpire qualche informazione dai monitor che intravedeva a malapena sullo sfondo della comunicazione. L'arrivo della Liberty non era previsto per almeno altre cinque ore e, sebbene avesse tutto il necessario già pronto per la partenza, non era un grande amante dei cambiamenti di programma senza preavviso, specialmente se decisi da qualcuno che non fosse lui. I colori che lampeggiavano sugli schermi, tuttavia, sembravano suggerire che ci fosse qualche problema a bordo. Cosa avete combinato alla mia nave? non riuscì a trattenersi dal chiedere, con evidente tono di disappunto.
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#40

Logic is the beginning of wisdom, not the end of it

T'Dal Zayrus Vulcaniana

Mentre la situazione sulla Liberty continuava a complicarsi, ogni momento si rivelava critico e richiedeva decisioni immediate e riflessive. Il problema principale ora era la pulsar e le sue radiazioni irregolari, che avevano iniziato a influenzare i sistemi della nave, creando una condizione potenzialmente letale per tutti a bordo.

Haru aveva espresso le sue preoccupazioni e aveva proposto di ridistribuire l'energia dai sistemi meno critici, come le armi, verso i motori per facilitare una possibile fuga. La sua mancanza di esperienza in ingegneria non diminuiva il valore delle sue idee; al contrario, stimolava una collaborazione più stretta tra i membri dell'equipaggio. «Le tue riflessioni sono preziose, Haru, procediamo con la tua proposta di reindirizzare l'energia, mantenendo gli scudi attivi per ogni evenienza»

Seeth, con la sua solita tenacia klingon, aveva esposto le sue preoccupazioni riguardo ai pericoli di rimanere disarmati nello spazio. Tuttavia, era consapevole che l'unico nemico immediato era la pulsar, non una nave ostile. La sua proposta di restare in plancia per assistere rifletteva il suo impegno e la sua esperienza, che potevano essere decisive in quel momento.

«Sono a tua disposizione per assisterti con i sensori, Seeth» offrii, ricordando le mie lezioni di ingegneria durante i miei anni da cadetto e il tempo trascorso sulla Constellation. Sebbene fossero passati oltre un secolo, e la tecnologia si fosse evoluta, credevo che insieme potessimo almeno tentare di stabilizzare la situazione finché non arrivasse aiuto qualificato.

Mentre Korinna veniva assistita dall'ologramma medico, Tomi coordinava gli sforzi per diagnosticare e correggere i disallineamenti del sistema di propulsione, la situazione richiedeva una gestione calma e metodica. L'intervento di Nina era fondamentale per assicurare che Korinna ricevesse le cure adeguate e potesse recuperare senza ulteriori complicazioni.

Quando Elan Torak, l'ingegnere cardassiano, apparve sullo schermo, il suo disappunto era evidente. «Elan, capisco la tua sorpresa. Abbiamo incontrato una serie di sfide tecniche causate dall'interazione tra la nostra nave e le radiazioni emesse da una pulsar vicina» spiegai con calma. «Questo ha portato a una disattivazione improvvisa dei motori e a un'instabilità generale dei sistemi. Abbiamo bisogno del tuo aiuto per stabilizzare la nave e garantire la sicurezza di tutti a bordo.»

La necessità di collaborazione era chiara e pressante. «Siamo in una situazione critica, e ogni assistenza da parte tua sarà cruciale per aiutarci a risolvere questi problemi e allontanarci in sicurezza dalla pulsar. La tua esperienza con i sistemi della Liberty è indispensabile»

In quel momento di crisi, l'unità e la cooperazione tra l'equipaggio e l'ingegnere cardassiano sarebbero state essenziali. L'obiettivo comune era chiaro: stabilizzare la nave, proteggere la vita umana a bordo e, in ultima analisi, continuare la missione che ci era stata affidata, nonostante le improvvise e severe complicazioni
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