TFB ambasciatore più, ambasciatore meno...
#21

Where I come from, if someone
saves your life, you don't stab them in the back.

James T. Kirk | Human

Jim si aggrappò alla sua poltrona, contando mentalmente i secondi che li separavano dall'impatto con la navetta... più altri due o tre secondi, senza che il ponte venisse violentemente scosso dal colpo. Non che si lamentasse, ma dopo tutti i problemi che gli elkariani avevano creato fino a quel momento, si sarebbe aspettato che fermarli sarebbe stato molto più problematico. Forse, per la prima volta nel corso dell'ultima settimana, la fortuna aveva finalmente deciso di girare in loro favore: Situazione? si informò, osservando sullo schermo principale l'immagine della navetta che si allontanava da loro, apparentemente fuori controllo.

Abbiamo colpito il loro sistema di propulsione, stanno perdendo plasma dagli iniettori di dritta... annunciò Spock. In quello stesso istante, la navetta elkariana riprese a sparare, ma era chiaro a chiunque a bordo che attaccando in quel modo non sarebbe riuscito nemmeno per errore a centrare l'Enterprise. Qualcuno meno esperto avrebbe probabilmente sospettato che avessero i sistemi di puntamento fuori uso, ma l'esperienza e tutti i sensori a disposizione dell'ammiraglia della Flotta sembravano raccontare una storia diversa. Sta cercando di incendiare il plasma, a questa distanza un'esplosione rischia non solo di fare esplodere la sua navetta, ma anche noi notò Chekov. Bisognava riconoscere che, chiunque fosse a bordo di quella navetta, sembrava essere deciso a portare avanti fino in fondo il suo ruolo di spina nel fianco.

Purtroppo, Jim aveva appena realizzato che avevano un nuovo problema: per impedire all'elkariano di dare fuoco al plasma che circondava la sua navetta, avrebbero dovuto colpire i suoi armamenti, ma farlo, avrebbe significato attraversare con i phaser quella nuvola di plasma, ottenendo esattamente il risultato che l'elkariano stava cercando di raggiungere. Agganciate il pilota, teletrasportatelo fuori di lì. ordinò il capitano, valutando fosse il modo più rapido per convincerlo a smettere di sparare. Troppe interferenze... rispose il tecnico dalla sala teletrasporto, proprio mentre la nuvola di plasma cominciava a prendere fuoco: non c'era più tempo se volevano sperare di prendere un pezzo sufficientemente grande di quella navetta da consentire loro di ricavare qualche dato utile. Signor Sulu, punti verso la navetta, speroniamola via da lì. Piano... solo i razzi di manovra, non vogliamo compromettere la sua integrità strutturale decise Jim, sapendo che le interferenze che impedivano il teletrasporto avrebbero molto probabilmente dato gli stessi problemi al raggio traente se avessero deciso di utilizzarlo per spostare la navetta. Il tempo per gli esperimenti era scaduto.

Signore... tentò di intromettersi Chekov, per avvertirlo che i loro scudi non avrebbero retto al passaggio all'interno di una nuvola di plasma in fiamme. Dirottare tutta l'energia al deflettore di prua lo anticipò Jim, pregando silenziosamente che quella manovra funzionasse e la navetta elkariana si limitasse a rimbalzare dolcemente contro il loro deflettore, allontanandosi a sufficienza dalla nube di plasma in fiamme perché potessero agganciarla con il raggio traente e trasportarla nel loro hangar, assieme al suo folle pilota.

così abbiamo accontentato Ner. Dai... datemela buona. Facciamo che riusciamo a recuperare almeno un pezzo di navetta... Laugh
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#22

You brought me here because I speak Klingon. Then let me speak Klingon.

Nyota Uhura Umana

Evidentemente, Nyota aveva tirato un sospiro di sollievo troppo presto. Il pilota nemico sembrava essere deciso a far loro più danni possibili, anche a costo della sua vita. Mentre Jim dava le sue indicazioni, ideando sul momento una strategia che avrebbe forse permesso loro di salvare il folle elkariano (e magari qualche prova), lei si affrettò a riportare le sue indicazioni alle sezioni della nave coinvolte. Che il piano avesse o meno successo, l'hangar e la sezione sicurezza dovevano essere comunque preallertate. Come l'infermeria.

Col fiato sospeso, Nyota osservò la nave muoversi con lentezza, verso la navetta. Al passaggio per la nube di plasma, i danni agli scudi non furono irrisori. Se qualcuno volesse approfittare della situazione, Pensò. questo sarebbe il momento giusto. Sotto l'esperta guida dei suoi colleghi, l'Enterprise speronò il più delicatamente possibile la navetta ma anche quello fu sufficiente a piegare la sua lamiera. La struttura però resse e la navetta, per quanto danneggiata, fu portata a distanza di sicurezza dal plasma. Difficile comprendere le condizioni del pilota. Dall'impatto, gli spari erano terminati: era dovuto ai danni strutturali o allo stato del pilota?

Una volta allontanata dal plasma, non fu difficile agganciarla col raggio traente e trasportarla nell'hangar. Fu lì che la situazione si complicò e una scossa attraversò la nave. Mentre una serie di allarmi scattava, Nyota esclamò: Capitano, rapporto dall'hangar. Una volta all'interno, la navetta ha sparato due colpi. L'impatto aveva danneggiato solo uno dei lati della navetta, così uno dei suoi phaser era ancora operativo. In parte, almeno. Non sembra essere in grado di spararne altri, ma abbiamo subito danni.
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#23

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James T. Kirk | Human

Jim trattenne una lunga serie di insulti, anche perché sapeva che avrebbe dovuto rivolgerli a se stesso vittime? si informò in direzione di Uhura, mentre balzava in piedi per raggiungere il turboascensore. Lo scossone che aveva colpito il ponte di comando era stato sufficientemente potente da far perdere l'equilibrio a un paio di ufficiali, niente di grave per loro, ma la nave doveva aver preso un brutto colpo. Con un po' di fortuna le armi elkariane non erano riuscite a superare i sistemi di sicurezza che proteggevano l'hangar e l'Enterprise non era stata completamente sventrata... ma quella giornata non era partita nel modo migliore e Jim non era pronto a scommettarci. Spock, a lei la plancia! fu l'ultima nota che aggiunse, prima di sparire all'interno del turboascensore, diretto a passo deciso verso l'hangar e pregando silenziosamente che fosse rimasto qualcosa di salvabile.

La cosa che più lo infastidiva era che si erano accertati del fatto che gli armamenti della navetta fossero fuori uso, prima di portarla a bordo: non avrebbe dovuto essere in grado di sparare! Non riusciva a credere che i loro sensori fossero stati ingannati in quel modo! Passarono pochi minuti prima che riuscisse a raggiungere l'area colpita: lì un denso fumo bianco aveva invaso il corridoio, mentre l'allarme rosso lampeggiava ancora e le voci concitate degli ufficiali intenti a spegnere un incendio ricordavano fin troppo da vicino la prima linea di un campo di battaglia. Jim si coprì il naso con il braccio, tossendo violentemente non appena i gas fuoriusciti dai condotti di alimentazione lo investirono. Rapporto! chiese, intercettando uno degli ufficiali della sicurezza che stavano aiutando i tecnici ad arginare il più possibile i danni.

Appena siamo entrati nell'hangar la navetta ci ha sparato contro due colpi, perforando la paratia di dritta e scatenando un incendio nel sistema di controllo dell'alimentazione secondaria. I sistemi di sicurezza sono scattati immediatamente, ma adesso siamo bloccati qui, ci vorrà qualche minuto per riuscire ad accedere nuovamente all'hangar, Signore! lo informò il giovane tenente, cercando di farsi sentire sopra al trambusto che quell'incidente aveva causato. Liberate l'accesso, ma aspettate prima di entrare. rispose Jim, assestando una generosa pacca di incoraggiamento sulla spalla dell'uomo prima di rispedirlo al lavoro: avevano già sottovalutato gli elkariani una volta di troppo quel giorno e aveva tutta l'intenzione di non commettere nuovamente lo stesso errore. Da quanto poteva vedere effettivamenete i sensori interni sembravano confermare che il sistema di alimentazione della navetta era stato danneggiato al punto da non poter sparare nemmeno una scintilla, ma prendere qualche precauzione in più non avrebbe certamente fatto male. Non poteva sapere se fosse stato il pilota o un sistema automatico ad aprire il fuoco, così decise di prendere in considerazione entrambe le opzioni.

Raggiunto l'interfono, chiese alla sala teletrasporto di agganciare qualunque forma di vita avessero incontrato e teletrasportarla direttamente nell'area detentiva. Se il passeggero della navetta avesse avuto bisogno di assistenza medica... beh... avrebbe dovuto attendere qualche altro istante e, considerando le condizioni in cui aveva ridotto l'Enterprise, la cosa non dava al capitano nemmeno un'ombra di rimorso. Per quanto riguardava l'eventualità che a fare fuoco fosse un sistema automatico, la questione era più delicata: utilizzare troppa forza nel disabilitare i sistemi della navetta minacciava di distruggere proprio quelle informazioni che si erano dati tanta pena per cercare di ottenere. Tuttavia mandare nell'hangar qualcuno, prima che fossero effettivamente certi che i sistemi d'armamento fossero disattivati, era fuori questione. Forse, però, non era necessario. Jim si appoggiò con un braccio alla paratia, tamburellandovi con aria pensierosa un paio di volte, prima di attivare nuovamente l'interfono per contattare la sala teletrasporto Silar, può teletrasportarmi direttamente a bordo della navetta? si informò, riluttante a mandare chiunque altro all'interno di quella che era, potenzialmente, una trappola mortale.

dai, dai... vediamo che mi combini stavolta! Laugh
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#24

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Nyota Uhura Umana

Solo feriti lievi, signore. Rispose con sollievo alla domanda di Jim, una volta ricevuta conferma dall'hangar. Osservò il capitano lasciare di tutta fretta la plancia, non invidiandolo per nulla del caos di cui si sarebbe dovuto occupare. Non poteva visionare i dati dalla sua console, ma Nyota dubitava fortemente che i suoi colleghi non si fossero assicurati che le armi fossero fuori uso prima di portare la navetta a bordo. Di conseguenza, o il pilota era riuscito miracolosamente a riallinearle all'ultimo... o si era trattato di un'elaborata trappola. Ma gli elkariani avevano la tecnologia per farlo?



Il primo teletrasporto avvenne senza problemi e dalla zona detentiva arrivò la conferma che l'elkariano, per quanto ferito e decisamente furibondo, era al sicuro in una delle celle. L'addetto al teletrasporto fece qualche storia alla seconda richiesta, in quanto mandare il capitano nel bel mezzo di quella che poteva essere una trappola mortale non era esattamente da manuale, ma alla fine acconsentì.

Così, Jim si materializzò nel bel mezzo della navetta, appena prima che l'ennesimo allarme scattasse nell'hangar. Signore, i sentori indicano la presenza di un ordigno attivo sulla navetta. Venne avvertito attraverso il comunicatore. La faccio subito portare via da lì... In effetti, se si fosse guardato attorno, Jim non avrebbe fatto fatica a localizzare la bomba. A prima vista, la sua tecnologia sembrava troppo avanzata per essere opera elkariana ma era difficile identificarne l'origine a causa di accurate modifiche esterne. Se i sensori non l'avevano identificata fino all'ultimo era in parte perché era stata costruita per ingannarli e in parte perché si era appena attivata. Per la precisione, si era attivata automaticamente al teletrasporto forzato del pilota.

dai, dai... vediamo che mi combini stavolta! <- guarda che faccio ancora in tempo a far esplodere la navetta, eh! u.u
Comunque ultimo 'danno' (almeno da parte mia) altrimenti non andiamo più avanti con la trama. Laugh
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#25

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James T. Kirk | Human

Jim si era appena rimaterializzato quando un oggetto collegato in modo assai originale ad uno degli snodi energetici della nave attirò la sua attenzione. Quando la voce del tecnico lo informò che a bordo si trovava un ordigno e che aveva tutta l'intenzione di trasportarlo via, il capitano afferrò prontamente il comunicatore. No, aspetti! Agganci l'ordigno e lo teletrasporti a distanza di sicurezza dalla nave. decise, guardandosi distrattamente attorno: quella navetta ricordava molto le architetture elkariane che aveva avuto modo di vedere sul loro pianeta ma allo stesso tempo alcuni elementi spiccavano curiosamente, stonando tra le console, quasi fossero stati inseriti dopo che il progettista aveva terminato il proprio lavoro.

Signore, qualcosa sta generando delle interferenze, non riesco ad agganciare l'ordigno... potrebbe esserci un campo di forza o qualcosa del genere... spiegò, cercando di dare un senso alle letture sui propri strumenti. Jim si guardò attorno: il componente esplosivo aveva un display, sul quale lampeggiavano una serie di numeri rappresentati negli ondeggianti caratteri elkariani e fu non senza una certa sorpresa che il capitano si rese conto di essere in grado di leggerli... nei giorni precedenti aveva passato tanto di quel tempo ad osservare il grande orologio che troneggiava nella sala conferenze che doveva aver finito per impararli. Sorrise divertito a quel pensiero, anche perché se la sua interpretazione era corretta aveva ancora diversi secondi a disposizione per trovare una soluzione.

La teletrasporto fuori... decise il tecnico, arrendendosi definitivamente. Mi dia quaranta secondi... da adesso. Tenga agganciato il mio segnale e si prepari ad attivare un campo di forza attorno all'hangar. ribatté Jim, determinato a fare il possibile per salvare quella navetta, visto tutto ciò che avevano fatto per riuscire a portarla fin lì. L'ordigno era collegato ai sistemi di energia, il che molto probabilmente implicava che per funzionare necessitava della potenza della navetta. Con lo sguardo seguì rapidamente il condotto, fino a quella che aveva tutta l'aria di essere una cella energetica.

Trenta secondi... lo informò Silar, mentre Jim tentava senza successo di aprire il pannello di accesso della cella energetica con una gomitata. Dopo un paio di tentativi, si rese conto che in quel modo non sarebbe andato da nessuna parte e si guardò attorno: sopra di sé un condotto doveva essere esploso durante l'attacco ed ora una grossa parte in metallo penzolava a pochi centimetri dalla sua testa: senza perdere tempo, Jim vi si aggrappò con tutto il proprio peso, riuscendo a staccare il pezzo di metallo dal suo alloggiamento. Venti secondi... lo aggiornò il tecnico, preparandosi ad azionare il teletrasporto come indicato.

Con il pezzo di metallo, Jim fece leva contro il pannello, riuscendo finalmente nell'intento di aprirlo: al suo interno una serie di tubi luminescenti si intersecavano tra loro, lasciandogli solo l'imbarazzo della scelta... uno di essi puntava verso l'alto, nella direzione del sistema di armamento e Jim decise che al momento quello non gli interessava. Un secondo puntava invece verso il basso, attraversando la paratia di terra ed alimentando molto probabilmente il sistema di console...

Dieci... nove... cominciò a contare Silar. Al diavolo! Jim piantò il frammento metallico dritto nel centro dell'intero sistema, scansandosi appena in tempo per evitare che la scarica fuoriuscita lo colpisse in pieno. Per qualche secondo i tubi luminescenti sfarfallarono, poi i loro colori si fecero più tenui, mentre l'energia si scaricava a terra. Sei, cinque... Capitano! Rilevo un aumento di radiazioni, sto perdendo il segnale! esclamò il tecnico, mentre la sua voce si faceva tesa. Jim lanciò una rapida occhiata all'ordigno, rendendosi conto che nonostante le fluttuazioni di energia non sembrava essere riuscito ad arrestarne il conto alla rovescia. Senza perdere tempo balzò nuovamente in piedi, forzando l'apertura manuale del portellone per correre all'esterno con quanto fiato aveva in corpo. Arrivato a pochi metri dalla navetta il tecnico riuscì finalmente ad agganciarlo di nuovo, teletrasportandolo al sicuro, poco prima di attivare il campo di forza attorno all'hangar. Zero annunciò Silar, proprio mentre Jim veniva rimaterializzato nella sala teletrasporto.

Questa volta, tuttavia, non ci fu alcuna esplosione a scuotere la nave. Attesero un secondo, poi due... Jim considerò che forse non conosceva i numeri elkariani bene come aveva inizialmente pensato e rivolse un'occhiata interrogativa in direzione del tecnico. Possibile che, dopo tutto, fosse riuscito davvero ad arrestare l'ordigno? Niente? si informò. Niente. convenne il tecnico, strappando a Jim una smorfia soddisfatta: il capitano si strinse nelle spalle ok, questa è andata. decise controlli se ci sono altre fluttuazioni di energia. Se tutto sembra a posto mandi una squadra di sicurezza a controllare. aggiunse con fare allegro, prima di avviarsi nuovamente verso la plancia.

Fu solo quando raggiunse il turboascensore che si rese conto che qualcosa non andava e dai... di nuovo!? sbuffò, accorgendosi solo in quel momento che, quando la scarica lo aveva preso di striscio, era riuscita ad aprire uno strappo nella manica della sua uniforme. Prese mentalmente nota di ricordarsi di cambiarla, ma aveva cose più urgenti da fare in quel momento. Sulu, faccia rotta verso Elkar IV, raggiungiamo la Saratoga. Uhura... contatti il capitano T'Dal, le dica che saremmo lieti di averla a bordo assieme al suo ufficiale medico capo tagliò corto Io vado a cambiarmi. aggiunse rassegnato.

contente? Riportato in gioco tutti. Possiamo skippare all'arrivo di T se volete.
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#26

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Nyota Uhura Umana

Di nuovo in attesa, Nyota aveva ripreso a monitorare le comunicazioni esterne in modo che la nave fosse presa alla sprovvista da un eventuale (per quanto poco probabile) nuovo attacco. Non aveva idea di cosa stesse esattamente succedendo nell'hangar ma le bastava osservare Spock per sapere che qualcosa non quadrava. L'espressione del mezzo vulcaniano era neutra ma Nyota conosceva a sufficienza il fidanzato per sospettare che Jim doveva essersi cacciato in una delle sue. Le frequenti occhiate alla console e la lieve tensione nel suo corpo non erano qualcosa che poteva farsi sfuggire. Così, quando Jim la contattò, Nyota ne fu sollevata. Qualunque cosa il suo capitano avesse combinato, era andata per il meglio.

Sì, signore. Rispose, per poi aprire una comunicazione verso l'altra nave mentre Sulu impostava una rotta per raggiungerla. Enterprise a Saratoga. Parla Uhura. Attese che vi fosse risposta, prima di proseguire: La situazione da noi si è stabilizzata, Non ne aveva la certezza assoluta, ma difficilmente Jim li avrebbe invitati a bordo se così non fosse stato. vi stiamo raggiungendo. Capitano T'Dal, appena le sarà possibile, saremo lieti di averla a bordo assieme al suo ufficiale medico capo.
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#27

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T'Dal Zayrus Vulcaniana

Come ufficiale delle comunicazioni a bordo della Saratoga, l'attenzione del Tenente Mirak era focalizzata sul monitoraggio costante delle comunicazioni esterne. Essendo consapevole dell'importanza di mantenere la nave pronta a rispondere a eventuali sviluppi, non poteva permettere che la Saratoga fosse colta di sorpresa.

Quando la comunicazione da Uhura dell'Enterprise arrivò, Mirak fu il primo a riceverla. Mirak rispose prontamente per stabilire un collegamento « Saratoga qui, parlaMirak. Riceviamo forte e chiaro, Uhura.»

Subito dopo, Mirak passò il messaggio al capitano T'Dal, che stava coordinando da vicino le operazioni post-missione e assicurandosi che tutte le procedure di sicurezza fossero rispettate. «Capitano, la situazione sull'Enterprise sembra essersi stabilizzata, e ci stanno raggiungendo. Il capitano Kirk invita lei e l'ufficiale medico capo a bordo appena possibile.»

Ascoltando le parole di Mirak annuii. La notizia che l'Enterprise fosse ora in una situazione stabile era un sollievo, anche se, come sempre, rimanevo cauta fino a quando non avessi verificato personalmente la situazione.

«Informa l'Enterprise che accettiamo l'invito e che ci prepareremo per il trasferimento» dissi a Mirak, mantenendo la voce calma e misurata; poi, chiamai l'ufficiale medico capo attraverso il comunicatore, «Dottore, il capitano Kirk ci aspettasull'Enterprise. Assicurati di essere pronto a partire non appena saremo a portata. Potrebbero avere bisogno del tuo aiuto o delle tue competenze mediche.» dissi, pacatamente; anche se le cose sembravano essersi calmate, la vigilanza era imperativa. La presenza di Elieth sul pianeta e il nostro imminente trasferimento all'Enterprise erano passaggi critici in questa delicata fase della missione.
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#28

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James T. Kirk | Human

Jim diede un'ultima sistemata alla sua uniforme mentre entrava in sala teletrasporto, ascoltando distrattamente Scotty che lo inseguiva con aria seccata ... che non abbiamo! E anche volendo... se ne accorgeranno, Signore. Non approveranno mai una cosa del genere! Tra tre settimane... stava brontolando a macchinetta. Jim scosse la testa, assestandogli una pacca sulla spalla che sperava riuscisse ad incoraggiarlo, facendolo uscire da quella spirale di negativismo. Perché non facciamo che mi dice esattamente quanto tempo le serve e io trovo un modo per spostare la revisione a quando le riparazioni necessarie... più tutte le modifiche che avevamo previsto, saranno operative e testate a dovere? lo interruppe, facendo contemporaneamente segno al tecnico che poteva iniziare il teletrasporto per portare a bordo gli ufficiali della Saratoga.

Due settimane, ma... ribattè l'ingegnere. E allora dov'è il problema? Abbiamo tempo in abbondanza! rispose esasperato il capitano ... non se continua a trattare l'Enterprise in questo modo! Non è progettata per reggere tutte queste continue... protestò l'altro, interrompendosi all'improvviso quando i due ufficiali cominciarono a materializzarsi, perché il loro aspetto non era esattamente quello che si sarebbe atteso: su quella nave sembrava esserci un numero curiosamente alto di vulcaniani. L'espressione di Jim, che al contrario era già giunto da tempo a quella realizzazione, si allargò rapidamente in un sorriso cordiale. Benvenuti a bordo. li accolse, felice di poter interrompere quella conversazione con l'ingegnere che sapeva non avrebbe portato da nessuna parte: l'Enterprise sarebbe stata riparata a dovere e nonostante le pessimistiche previsioni di Scotty avrebbero superato la revisione, ne era certo.

Sono il capitano James T. Kirk si presentò ... il mio ingegnere capo, il comandante Montgomery Scott e il capo Na'vit Silar disse, indicando in rapida sequenza prima Scotty, poi l'andoriano addetto al teletrasporto. Se volete seguirmi... abbiamo diverse cose di cui discutere. annunciò, pronto a fare loro strada verso l'infermeria.

se volete fate pure che in infermeria ci arrivano anche, tanto sapete meglio di me la storia dell'ambasciatore... e potete rilassarvi. Basta esplosioni almeno per qualche post. Serve un po' di pausa tra un incidente e l'altro se si vuole dare ritmo. Laugh
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#29

Causing people to suffer because you hate them... is terrible. But causing people to suffer because you have forgotten how to care... that's really hard to understand.

Dakona Raal Rigeliano

USS Saratoga

Dall'attacco, l'infermeria era rimasta in pre-allerta. Tutto era pronto per gestire un'eventuale emergenza, e la tensione era alta. Dottore, il capitano Kirk ci aspetta sull'Enterprise. Quando la voce di T'Dal uscì dal suo comunicatore, Dakona sentì la tensione che aveva accumulato in corpo alleviarsi fino a svanire. Sembrava che tutto fosse andato per il verso giusto, almeno per la Saratoga. Assicurati di essere pronto a partire non appena saremo a portata. Potrebbero avere bisogno del tuo aiuto o delle tue competenze mediche. Un'emergenza era stata superata, ma il suo lavoro doveva ancora iniziare. Il rigeliano aveva la sensazione che salvare l'ambasciatore M'Saar non sarebbe stato facile.

Mi organizzo e ti raggiungo in sala teletrasporto. Confermò, mentre si avvicinava al mobiletto in cui aveva temporaneamente riposto il PADD coi suoi appunti e il resto della strumentazione. Quali sono le condizioni dell'Enterprise? Domandò, mentre aggiungeva al materiale alcuni medicinali che inizialmente non aveva avuto intenzione di portare. La Saratoga non aveva avuto danni, ma l'Enterprise? Sarebbe stato utile sapere già da subito se i pazienti erano sempre uno o se nel frattempo erano aumentati. Qualunque sia la situazione, sono sicuro che il dottor McCoy abbia tutto sotto controllo. Pensò, mentre dava nuove indicazioni ai suoi colleghi e lasciava l'infermeria.

USS Enterprise

Il teletrasporto sull'Enterprise avvenne senza incidenti. Mentre scendeva dalla piattaforma, Dakona osservò con velato interesse i presenti. È un piacere fare la vostra conoscenza. Disse, una volta che T'Dal si fu presentata. Sono il dottor Dakona Raal, ufficiale medico capo della Saratoga. Non si preoccupò di specificare la propria specie, nonostante l'alta probabilità di venir scambiato per un vulcaniano. Non era importante al momento, e ci sarebbe sempre stato il tempo per chiarire l'eventuale equivoco.

Seguì il gruppo fuori dalla sala teletrasporto, lasciando le eventuali chiacchiere a T'Dal ma rimanendo pronto ad intervenire in caso di necessità. Una volta arrivati in infermeria, si guardò attorno con attenzione. I bioletti attivi erano almeno due, entrambi in funzione di supporto vitale. Dakona era ancora troppo lontano per vederne chiaramente gli occupanti ma non sembravano messi troppo bene. Dai movimenti dello staff medico dell'Enterprise non sembrava però esserci in corso alcuna criticità: i pazienti erano con ogni probabilità gravi, ma le loro condizioni erano per il momento stabili. Considerando il fastidio che lui avrebbe avuto se un collega fosse entrato nella sua infermeria e avesse iniziato a fare come a casa propria, Dakona si costrinse a non lasciare il gruppo e a cercare con lo sguardo il dottor McCoy.
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#30

Logic is the beginning of wisdom, not the end of it

T'Dal Zayrus Vulcaniana

Guardai Dakona e risposi alla sua domanda relativa alle condizioni dell'Enterprise.
«L'Enterprise ha subito lievi danni durante l'attacco, ma la situazione è sotto controllo. Non ho dettagli specifici sui pazienti, ma confido che il dottor McCoy abbia la situazione in mano» risposi, mantenendo il mio tono calmo e razionale.

Appena materializzata sulla piattaforma di teletrasporto dell'Enterprise, immediatamente mi avvicinai al capitano Kirk, feci il saluto vulcaniano come da abitudine. «Capitano T'Dal della Saratoga» mi presentai con tono neutro, mentre il capitano Kirk, con il suo caratteristico carisma, fece le presentazioni, indicando il comandante Scott e il capo Na'vit Silar. Nonostante la situazione apparentemente rilassata, non potevo ignorare il sottotesto di urgenza che permeava l'aria.

«Sono onorata di essere qui, Capitano Kirk. Il mio ufficiale medico capo e io siamo pronti a collaborare con il vostro equipaggio per qualsiasi necessità» continuai, mantenendo il controllo emotivo tipico della mia cultura, pur essendo internamente consapevole della complessità delle operazioni in corso.

Kirk mi guidò attraverso i corridoi della nave, dirigendoci verso l'infermeria. La tensione derivante dalla situazione recente era palpabile, ma come vulcaniana, era mia responsabilità rimanere imperturbabile e focalizzata, qualità che speravo trasmettessero sicurezza agli altri. L'equipaggio dell'Enterprise sembrava operare con una familiarità che era tipica delle lunghe missioni spaziali, una realtà a cui ero abituata anche sulla Saratoga.

Sapevo che l'incontro con il dottor McCoy sarebbe stato cruciale per comprendere meglio le condizioni dei pazienti e pianificare le azioni successive.



I don't need a doctor, damn it! I am a doctor!

Leonard McCoy Umano

Ero già impegnato a fondo nel tentativo di capire cosa fare per l'ambasciatore M'Saar quando l'annuncio del teletrasporto degli ufficiali della Saratoga arrivò. Quando il capitano Kirk portò il capitano T'Dal e il dottor Dakona in infermeria, mi alzai dal mio ufficio e mi diressi verso gli ospiti. Avrei voluto dire a Jim qualcosa di sarcastico, dato che il mio lavoro era già abbastanza complicato senza dovermi preoccupare di altre distrazioni, ma sapevo che quello non era il momento migliore per sbottare. «Dottor Raal e capitano T'Dal, immagino» dissi, estendendo la mano verso il primo e facendo un cenno di rispettoso saluto verso la seconda, data la mia incapacità di fare il saluto vulcaniano. «Sono Leonard McCoy, il medico capo qui sull'Enterprise. Benvenuti a bordo.» dissi pacatamente, apprezzando la discrezione del collega e il suo evidente rispetto per le procedure di un'altra nave. Sapevo di avere dei difetti, molti, sempre pronto a collaborare con un collega, soprattutto in tempi di crisi.
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