01-02-2025, 01:06 PM
Korinna Suder
Betazoid
Fastidio. Scetticismo. Poi qualcosa cambiò. Incertezza. Le parole di Seeth, sembravano essere riuscite a fare breccia nella mente di qualcuno e lo sguardo di Korinna si spostò dalla donna che conduceva la discussione all'uomo alle sue spalle, che ascoltava con aria assorta. Quando Seeth menzionò il suo lignaggio impuro e la sua determinazione ad aiutarli, l'ostilità presente in quella sala parve continuare ad allentarsi. Solo una persona sembrava aver preso quelle parole nella peggiore delle accezioni possibili e la rabbia divampò nello sguardo della donna mentre abbaiava in risposta Non siamo stati noi a rendere l'Impero nostro nemico! Questa volta non ci piegheremo! sbottò.
Perdonatemi... si intromise Korinna con voce suadente, notando una potenziale apertura e decidendo che poteva permettersi di provare a coglierla … sia noi, che voi, stiamo dando per scontato che l'altra parte non voglia ascoltarci. Seeth... disse, incrociando lo sguardo con la collega nella speranza che da questo intuisse che aveva bisogno le desse corda. Gli Zeellai ci hanno concesso l'onore di presenziare dinnanzi al loro Consiglio, dimostrando il loro desiderio di cercare una soluzione pacifica. spiegò, pregando silenziosamente che Seeth non prendesse la cosa sul personale e la lasciasse provare.
E... continuò, rivolgendo un'occhiata interrogativa alla donna che si era infervorata fino a quel momento temo mi sia sfuggito il suo nome. disse, interrompendosi un istante. Arina rispose l'altra in un grugnito, ma nonostante in quel momento avrebbe voluto saltare al collo di entrambe le donne che vestivano l'uniforme klingon, la voce pacata della sua interlocutrice, così sottile in confronto alla sua, la costrinse ad abbassare la propria. Arina, esponici le vostre richieste. Penseremo noi a come portarle ai nostri superiori e fare in modo che le ascoltino. Permetteteci di fare qualcosa che non siano chiacchiere, prima di giudicare il nostro operato. continuò la betazoide con fare confidenziale.
Rivogliamo i nostri territori si intromise allora un altro membro del Consiglio, che fino a quel momento era rimasto in silenzio. Nessuna nave Klingon dovrà entrare nel nostro territorio senza la nostra approvazione gli fece eco un altro ...e siamo stufi di pagare tributi all'Impero! La nostra produzione basta a malapena per sfamare noi! Le vostre richieste non ci consentono di rinnovare i macchinari! proseguì un terzo. Korinna dubitava seriamente che i klingon sarebbero stati disposti ad accettare anche una sola di quelle condizioni, ma il fatto che gli Zeellai avessero smesso di inveire loro contro era di certo un progresso. Sapeva che i Klingon volevano semplicemente sedare la rivolta, tuttavia non rispose, limitandosi a rivolgere un'occhiata in direzione di Seeth. Quella era la sua trattativa, in fondo. Spettava a lei indagare sulle condizioni dei supervisori klingon che si trovavano sul pianeta, contrattare il loro eventuale rilascio e controbattere a quelle richieste.
Perdonatemi... si intromise Korinna con voce suadente, notando una potenziale apertura e decidendo che poteva permettersi di provare a coglierla … sia noi, che voi, stiamo dando per scontato che l'altra parte non voglia ascoltarci. Seeth... disse, incrociando lo sguardo con la collega nella speranza che da questo intuisse che aveva bisogno le desse corda. Gli Zeellai ci hanno concesso l'onore di presenziare dinnanzi al loro Consiglio, dimostrando il loro desiderio di cercare una soluzione pacifica. spiegò, pregando silenziosamente che Seeth non prendesse la cosa sul personale e la lasciasse provare.
E... continuò, rivolgendo un'occhiata interrogativa alla donna che si era infervorata fino a quel momento temo mi sia sfuggito il suo nome. disse, interrompendosi un istante. Arina rispose l'altra in un grugnito, ma nonostante in quel momento avrebbe voluto saltare al collo di entrambe le donne che vestivano l'uniforme klingon, la voce pacata della sua interlocutrice, così sottile in confronto alla sua, la costrinse ad abbassare la propria. Arina, esponici le vostre richieste. Penseremo noi a come portarle ai nostri superiori e fare in modo che le ascoltino. Permetteteci di fare qualcosa che non siano chiacchiere, prima di giudicare il nostro operato. continuò la betazoide con fare confidenziale.
Rivogliamo i nostri territori si intromise allora un altro membro del Consiglio, che fino a quel momento era rimasto in silenzio. Nessuna nave Klingon dovrà entrare nel nostro territorio senza la nostra approvazione gli fece eco un altro ...e siamo stufi di pagare tributi all'Impero! La nostra produzione basta a malapena per sfamare noi! Le vostre richieste non ci consentono di rinnovare i macchinari! proseguì un terzo. Korinna dubitava seriamente che i klingon sarebbero stati disposti ad accettare anche una sola di quelle condizioni, ma il fatto che gli Zeellai avessero smesso di inveire loro contro era di certo un progresso. Sapeva che i Klingon volevano semplicemente sedare la rivolta, tuttavia non rispose, limitandosi a rivolgere un'occhiata in direzione di Seeth. Quella era la sua trattativa, in fondo. Spettava a lei indagare sulle condizioni dei supervisori klingon che si trovavano sul pianeta, contrattare il loro eventuale rilascio e controbattere a quelle richieste.