13-02-2025, 04:41 PM
Victory is not achieved if an Empire is destroyed in order to win a war, and it is not failure if a battle is backed away from in order to preserve an Empire.
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Seeth Rahnaz Mezza Klingon
Le sue parole non erano state accolte con entusiasmo, ma Seeth non si era aspettata altrimenti. Stavano lottando per la liberazione, e lei aveva proposto loro un compromesso che non la garantiva. Avrebbe voluto poter offrire di più, ma realisticamente era impossibile. Mentire agli zeellai avrebbe potuto calmare temporaneamente le acque, ma alla fine l'ira sarebbe esplosa e sarebbero stati al punto di partenza. O peggio.
Quando venne nominata l'esplosione del centro di estrazione, Seeth si appuntò mentalmente di indagare. Se può essere d'aiuto, posso spingere per la formazione di una squadra di ricerca e soccorso. Disse, per quanto non credesse veramente che la sua proposta sarebbe stata accettata. Anche se avesse richiesto una squadra composta principalmente da membri dell'equipaggio non klingon, immaginava che sarebbe stato difficile per gli zeellai collaborare con loro. Se c'è ancora qualcuno vivo lì sotto - che sia klingon o zeellai - dobbiamo agire tempestivamente. Forse era già troppo tardi ma, anche in quel caso, poter indagare sul luogo dell'incidente avrebbe potuto fornir loro qualche indizio di cosa esattamente stesse accadendo nella colonia.
Non si sorprese alla notizia che alcuni dei prigionieri avevano deciso di togliersi alla vita. I klingon non erano romulani, non avevano l'obbligo culturale di uccidersi prima di venir essere presi prigionieri, ma preferivano comunque il suicidio rituale al disonore. Se hanno scelto l'Hegh'bat, non avete alcuna colpa: non verrà usato contro di voi. Rassicurò il Consiglio, di fronte all'evidente irritazione di Arina per la loro morte. Seeth dubitava che ne fosse veramente dispiaciuta, ma andava bene così: quantomeno aveva dimostrato di preferir prendere prigionieri all'uccisione indiscriminata.
Dopo aver pronunciato quella rassicurazione, Seeth lasciò cadere volutamente l'argomento. Sottolineare che ci sarebbe stato da assicurarsi che i prigionieri si fossero veramente suicidati, e non fossero stati spinti a farlo, sarebbe stato controproducente in questa fase della trattativa. Così, lasciò che fosse Korinna a fare la domanda più importante e osservò le reazioni del Consiglio. Arina si rivelò immediatamente contraria, non una sorpresa, ma la reazione degli altri fu sufficientemente positiva. Avrebbe dovuto chiedere a Korinna cosa ne pensava, ma cominciava a pensare che uno o due dei consiglieri potessero rivelarsi ottimi alleati. Ishnar per primo. Qualunque fosse la ragione per cui Arina era così sicura di poter sfidare l'Impero, non tutti sembravano condividerla.
Allora aspetteremo vostre notizie. Rispose, all'evidente commiato. Vi ringrazio di averci ascoltate e mi auguro che questo incontro possa essere la base per ulteriori trattative. C'era ancora molto su cui parlare e i dubbi ancora irrisolti non erano pochi, ma Seeth decise di non soffermarsi oltre. Non era il momento per spingere ai risultati, doveva permettere agli zeellai di discutere tra loro e raggiungere una decisione. Con un ultimo cenno del capo, si diresse verso l'uscita. Se nulla l'avesse impedito, avrebbe recuperato il suo disgregatore e avrebbe contattato la Kal'Ruq per chiedere che le riportassero a bordo.
Quando venne nominata l'esplosione del centro di estrazione, Seeth si appuntò mentalmente di indagare. Se può essere d'aiuto, posso spingere per la formazione di una squadra di ricerca e soccorso. Disse, per quanto non credesse veramente che la sua proposta sarebbe stata accettata. Anche se avesse richiesto una squadra composta principalmente da membri dell'equipaggio non klingon, immaginava che sarebbe stato difficile per gli zeellai collaborare con loro. Se c'è ancora qualcuno vivo lì sotto - che sia klingon o zeellai - dobbiamo agire tempestivamente. Forse era già troppo tardi ma, anche in quel caso, poter indagare sul luogo dell'incidente avrebbe potuto fornir loro qualche indizio di cosa esattamente stesse accadendo nella colonia.
Non si sorprese alla notizia che alcuni dei prigionieri avevano deciso di togliersi alla vita. I klingon non erano romulani, non avevano l'obbligo culturale di uccidersi prima di venir essere presi prigionieri, ma preferivano comunque il suicidio rituale al disonore. Se hanno scelto l'Hegh'bat, non avete alcuna colpa: non verrà usato contro di voi. Rassicurò il Consiglio, di fronte all'evidente irritazione di Arina per la loro morte. Seeth dubitava che ne fosse veramente dispiaciuta, ma andava bene così: quantomeno aveva dimostrato di preferir prendere prigionieri all'uccisione indiscriminata.
Dopo aver pronunciato quella rassicurazione, Seeth lasciò cadere volutamente l'argomento. Sottolineare che ci sarebbe stato da assicurarsi che i prigionieri si fossero veramente suicidati, e non fossero stati spinti a farlo, sarebbe stato controproducente in questa fase della trattativa. Così, lasciò che fosse Korinna a fare la domanda più importante e osservò le reazioni del Consiglio. Arina si rivelò immediatamente contraria, non una sorpresa, ma la reazione degli altri fu sufficientemente positiva. Avrebbe dovuto chiedere a Korinna cosa ne pensava, ma cominciava a pensare che uno o due dei consiglieri potessero rivelarsi ottimi alleati. Ishnar per primo. Qualunque fosse la ragione per cui Arina era così sicura di poter sfidare l'Impero, non tutti sembravano condividerla.
Allora aspetteremo vostre notizie. Rispose, all'evidente commiato. Vi ringrazio di averci ascoltate e mi auguro che questo incontro possa essere la base per ulteriori trattative. C'era ancora molto su cui parlare e i dubbi ancora irrisolti non erano pochi, ma Seeth decise di non soffermarsi oltre. Non era il momento per spingere ai risultati, doveva permettere agli zeellai di discutere tra loro e raggiungere una decisione. Con un ultimo cenno del capo, si diresse verso l'uscita. Se nulla l'avesse impedito, avrebbe recuperato il suo disgregatore e avrebbe contattato la Kal'Ruq per chiedere che le riportassero a bordo.