04-04-2015, 10:52 AM
Maiek s'Rehu
Romulan
“La ringrazio, ambasciatore, per la disponibilità.” Stava dicendo Maiek s’Rehu, in fluente vulcaniano. Il presidente della Tal’Shiar era seduto sulla poltrona del capitano, abbigliato con tradizionali vestiti vulcaniani e con la cresta frontale ben nascosta dai capelli. L’uomo con cui stava conversando, o meglio, la sua immagine in diretta era trasmessa sullo schermo della nave: un uomo anziano, dalle orecchie appuntite e dai capelli grigi.
“Sarebbe illogico non darle una mano, presidente. C’è di mezzo il futuro dei nostri popoli.” Rispose l’uomo. “Lunga vita e prosperità.”
“Pace e lunga vita.” Fu la risposta del romulano, prima che la chiamata si interrompesse. Le cose stavano andando esattamente come lui aveva previsto, e questo gli faceva piacere. Era riuscito, per quanto in uno modo non esattamente corretto nei confronti del ragazzo, a salvare Nérios e il suo prossimo passo sarebbe stato legato la comunicazione appena terminata. Anche se sarebbe stato duro convincere il figlio a seguire la strada che aveva disegnato per lui, una strada non esattamente parallela al pensiero e al modo di agire di Nérios. Non era sicuro che lui sarebbe riuscito a capire, anzi era certo che non avrebbe capito, che avrebbe rifiutato le sue parole. Inutile dire che un certo ambasciatore, prendendo in prestito un modo di dire terrestre, si sarebbe ritrovato con una bella gatta da pelare.
“Signore, si è svegliato.” Le parole di uno degli agenti della Tal’Shiar presenti in plancia riscossero l’interesse del presidente. Sapeva che sarebbe successo, in quanto aveva ordinato di smettere di somministrare il sonnifero con cui l’aveva tenuto addormentato fino a quel momento, ma non aveva idea di cosa avrebbe fatto una volta cosciente. Qualunque cosa sarebbe successa, comunque, sarebbe stata meglio di quello che avrebbe combinato se si fosse svegliato direttamente sul pianeta verso il quale erano diretti. “Cosa sta facendo? Sta tentando di fuggire?” Domandò. “Sembra che si stia vestendo.” Fu la risposta.
Una buona notizia, in effetti. Significava che era diretto in plancia.
“Sarebbe illogico non darle una mano, presidente. C’è di mezzo il futuro dei nostri popoli.” Rispose l’uomo. “Lunga vita e prosperità.”
“Pace e lunga vita.” Fu la risposta del romulano, prima che la chiamata si interrompesse. Le cose stavano andando esattamente come lui aveva previsto, e questo gli faceva piacere. Era riuscito, per quanto in uno modo non esattamente corretto nei confronti del ragazzo, a salvare Nérios e il suo prossimo passo sarebbe stato legato la comunicazione appena terminata. Anche se sarebbe stato duro convincere il figlio a seguire la strada che aveva disegnato per lui, una strada non esattamente parallela al pensiero e al modo di agire di Nérios. Non era sicuro che lui sarebbe riuscito a capire, anzi era certo che non avrebbe capito, che avrebbe rifiutato le sue parole. Inutile dire che un certo ambasciatore, prendendo in prestito un modo di dire terrestre, si sarebbe ritrovato con una bella gatta da pelare.
“Signore, si è svegliato.” Le parole di uno degli agenti della Tal’Shiar presenti in plancia riscossero l’interesse del presidente. Sapeva che sarebbe successo, in quanto aveva ordinato di smettere di somministrare il sonnifero con cui l’aveva tenuto addormentato fino a quel momento, ma non aveva idea di cosa avrebbe fatto una volta cosciente. Qualunque cosa sarebbe successa, comunque, sarebbe stata meglio di quello che avrebbe combinato se si fosse svegliato direttamente sul pianeta verso il quale erano diretti. “Cosa sta facendo? Sta tentando di fuggire?” Domandò. “Sembra che si stia vestendo.” Fu la risposta.
Una buona notizia, in effetti. Significava che era diretto in plancia.