13-04-2015, 09:15 AM
Nérios Aev s'Rehu
Vulcan/Romulan
La guancia gli bruciava, esattamente come bruciava il suo orgoglio, praticamente calpestato dalle parole del presidente. Per quanto volesse non ascoltarlo, per quanto desiderasse soltanto insultarlo, una parte della sua mente non poteva fare a meno di rendersi conto che, nonostante tutto, nelle parole di Maiek era presente un briciolo di verità. E proprio questo le rendeva così dolorose. Sì, se lui fosse salito al trono avrebbe fatto scoppiare una guerra. L’avrebbe fatto per rinsaldare l’onore dell’Impero e per fermare il suo a poco a poco sfaldamento. Se doveva essere sincero, non aveva mai pensato veramente al popolo romulano, ai suoi reali bisogni. Ed era alquanto ridicolo che invece l’avesse fatto proprio il presidente della temutissima Tal’Shiar, l’organizzazione che controllava tutto e sapeva tutto, quella che faceva sparire i cittadini che soltanto pensavano di ribellarsi all’Impero. Eppure, nonostante questa consapevolezza, nonostante sapesse che il suo padre adottivo aveva ragione, non poteva fare a meno di sentire una profonda rabbia. “E che devo fare allora?” Esclamò, in preda alla disperazione. “Credi davvero che il pretore possa governare il paese al meglio? Mi dici che devo rinunciare perché sono solo un mostro? Dovevo lasciare che l’Impero venisse distrutto dalla politica di quell’assassino di mio zio? Dovevo soltanto rimanere a guardare e sposare mia cugina come se nulla fosse? Dovevo essere la marionetta di Terrh s’Dor!? O fare il bravo vulcaniano per il resto della mia vita!? Io sono un romulano! Io voglio vivere come un romulano! Voglio lottare come un romulano e non posso lasciare che gli hevam o i klivam sfruttino le debolezze dell’impero! Non posso lasciare che i nostri nemici lo distruggano!”