28-04-2011, 05:12 PM
John Ruthven
Human
Il volto del capitano Harris comparve presto sul terminale. L'ammiraglio non poté fare a meno di chiedersi cosa passasse in quell'istante per la mente di Edward Harris. Una cosa, però, era certa: una chiamata dal Comando di Flotta poteva significare solo 'problemi da risolvere'.
"Salve capitano Harris." Iniziò, senza preoccuparsi di quanto un 'salve' avrebbe potuto sembrare banale sulla bocca di un ammiraglio di flotta. Ma questa non era di certo una novità: Ruthven aveva sempre preferito andare direttamente al punto, senza girarci intorno con discorsi che sarebbero stati ammirati dagli stessi antichi retori greci, come invece sembravano amar fare alcuni dei suoi colleghi al Comando. "Il mio nome è John Ruthven." Continuò, presentandosi, senza però fare cenni al suo grado, ben visibile dalla sua uniforme. "La chiamo perché avremmo bisogno dell'intervento della sua nave e del suo equipaggio in una missione molto delicata. Prima di darle ulteriori informazioni, la avviso che si tratterebbe di una missione seclar nove, e di conseguenza sarebbe meglio che venissero limitate le persone a conoscenza di quello che sta succedendo."
Per quanto l'ammiraglio stesse cercando di non mettere particolari emozioni nelle sue parole, non poté fare a meno di sottolineare il 'sarebbe meglio' con un tono quasi esasperato. Per quanto fosse stato lo stesso Emil Sheppard a definire la missione come seclar nove, era stato lui stesso la causa principale del preoccupante diffondersi delle informazioni. Lui e Claire Mayfair, una sua sottoposta che aveva avuto il coraggio di spacciarsi per un'agente dell'intelligence di Flotta.
"Salve capitano Harris." Iniziò, senza preoccuparsi di quanto un 'salve' avrebbe potuto sembrare banale sulla bocca di un ammiraglio di flotta. Ma questa non era di certo una novità: Ruthven aveva sempre preferito andare direttamente al punto, senza girarci intorno con discorsi che sarebbero stati ammirati dagli stessi antichi retori greci, come invece sembravano amar fare alcuni dei suoi colleghi al Comando. "Il mio nome è John Ruthven." Continuò, presentandosi, senza però fare cenni al suo grado, ben visibile dalla sua uniforme. "La chiamo perché avremmo bisogno dell'intervento della sua nave e del suo equipaggio in una missione molto delicata. Prima di darle ulteriori informazioni, la avviso che si tratterebbe di una missione seclar nove, e di conseguenza sarebbe meglio che venissero limitate le persone a conoscenza di quello che sta succedendo."
Per quanto l'ammiraglio stesse cercando di non mettere particolari emozioni nelle sue parole, non poté fare a meno di sottolineare il 'sarebbe meglio' con un tono quasi esasperato. Per quanto fosse stato lo stesso Emil Sheppard a definire la missione come seclar nove, era stato lui stesso la causa principale del preoccupante diffondersi delle informazioni. Lui e Claire Mayfair, una sua sottoposta che aveva avuto il coraggio di spacciarsi per un'agente dell'intelligence di Flotta.