15-02-2024, 10:48 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 15-02-2024, 11:02 PM da T'Dal.)
Logic is the beginning of wisdom, not the end of it
T'Dal Zayrus Vulcaniana
Mentre ero immersa nei miei pensieri, il monitor continuava a lampeggiare davanti ai miei occhi, richiamando la mia attenzione al messaggio che giaceva lì, come un monito silenzioso. Sentivo la tensione crescere dentro di me, una sensazione di inquietudine che si faceva sempre più prepotente. Era come se fossi stata catapultata in un labirinto di incertezza, senza una mappa per guidarmi verso una soluzione.
Riflettevo sulle mie azioni, cercando di analizzare ogni dettaglio con il mio solito rigore logico. Avevo avvertito Tomi della necessità di non dare nulla per scontato, ma ora mi chiedevo se avessi fatto abbastanza. Forse non avrei dovuto farmi così tante domande, ma la verità era che la mia mente non era immune alle incertezze e ai dubbi, e questo mi faceva sentire ancora più inadeguata.
Eppure, sapevo che non potevo permettermi di cedere al dubbio, la logica mi suggeriva che dovevo agire con fermezza e determinazione, prendendo ogni decisione con la massima prudenza, ma... Il tempo stringeva, e ogni istante perso poteva essere fatale per Korinna e Tomi. Mi chiedevo cosa avrei potuto fare. Avrei davvero dovuto consegnare tutto, come richiesto? Sapevo fosse logico contattare mio Elieth all'ambasciata, informandolo della situazione. Sapevo che i dati erano stati visionati e immaginavo che ci fossero delle copie, ma non volevo mettere a repentaglio né Korinna né Tomi. Tuttavia, in quel momento, non riuscivo a immaginare una soluzione diversa da accettare. Era una decisione difficile, ma necessaria, se volevo fare tutto il possibile per portare i due sani e salvi a casa.
In quel momento, Pavel mi guardò e mi sorrise. «T'Dal, devi fare ciò che ritieni giusto. Se pensi che la consegna dei dati possa mettere a repentaglio la sicurezza di Korinna e Tomi, allora non farlo. Segui la tua logica, ma ascolta anche il tuo istinto. Cosa avresti fatto come capitano? C'è una cosa che hai sempre detto a me negli anni, o ai nostri figli e nipoti, e ora lo dico io a te: non permettere che la paura o l'incertezza ti dominino.»
Era un consiglio semplice, ma profondo e le sue parole mi fecero riflettere.Dovevo fidarmi di me stessa, della mia formazione come ufficiale della flotta, e non solo prendere decisioni basate sulla logica e sulla ragione. Forse stavo cercando dal primo momento di trovare una soluzione perfetta, quando in realtà non c'era e dovevo ascoltare il mio piccolo lato umano, fidarmi della mia intuizione. Dovevo fare ciò che era necessario per riportare a casa Korinna e Tomi, anche se ciò significava prendere delle decisioni difficili e impopolari.
Con un cenno di assenso, ringraziai Pavel per le sue parole, sentendomi un po' più sicura di me stessa. Era giunto il momento di agire e decisi, dunque, di riconsegnare la scheda dati.
Riflettevo sulle mie azioni, cercando di analizzare ogni dettaglio con il mio solito rigore logico. Avevo avvertito Tomi della necessità di non dare nulla per scontato, ma ora mi chiedevo se avessi fatto abbastanza. Forse non avrei dovuto farmi così tante domande, ma la verità era che la mia mente non era immune alle incertezze e ai dubbi, e questo mi faceva sentire ancora più inadeguata.
Eppure, sapevo che non potevo permettermi di cedere al dubbio, la logica mi suggeriva che dovevo agire con fermezza e determinazione, prendendo ogni decisione con la massima prudenza, ma... Il tempo stringeva, e ogni istante perso poteva essere fatale per Korinna e Tomi. Mi chiedevo cosa avrei potuto fare. Avrei davvero dovuto consegnare tutto, come richiesto? Sapevo fosse logico contattare mio Elieth all'ambasciata, informandolo della situazione. Sapevo che i dati erano stati visionati e immaginavo che ci fossero delle copie, ma non volevo mettere a repentaglio né Korinna né Tomi. Tuttavia, in quel momento, non riuscivo a immaginare una soluzione diversa da accettare. Era una decisione difficile, ma necessaria, se volevo fare tutto il possibile per portare i due sani e salvi a casa.
In quel momento, Pavel mi guardò e mi sorrise. «T'Dal, devi fare ciò che ritieni giusto. Se pensi che la consegna dei dati possa mettere a repentaglio la sicurezza di Korinna e Tomi, allora non farlo. Segui la tua logica, ma ascolta anche il tuo istinto. Cosa avresti fatto come capitano? C'è una cosa che hai sempre detto a me negli anni, o ai nostri figli e nipoti, e ora lo dico io a te: non permettere che la paura o l'incertezza ti dominino.»
Era un consiglio semplice, ma profondo e le sue parole mi fecero riflettere.Dovevo fidarmi di me stessa, della mia formazione come ufficiale della flotta, e non solo prendere decisioni basate sulla logica e sulla ragione. Forse stavo cercando dal primo momento di trovare una soluzione perfetta, quando in realtà non c'era e dovevo ascoltare il mio piccolo lato umano, fidarmi della mia intuizione. Dovevo fare ciò che era necessario per riportare a casa Korinna e Tomi, anche se ciò significava prendere delle decisioni difficili e impopolari.
Con un cenno di assenso, ringraziai Pavel per le sue parole, sentendomi un po' più sicura di me stessa. Era giunto il momento di agire e decisi, dunque, di riconsegnare la scheda dati.