26-02-2024, 09:18 AM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 26-02-2024, 09:31 AM da T'Dal.)
Logic is the beginning of wisdom, not the end of it
T'Dal Zayrus Vulcaniana
Mentre le ore si susseguivano sul pianeta Vulcano, la mia mente era incessantemente occupata da pensieri che riguardavano ben altro che il tranquillo ritiro che avrei dovuto godermi in pensione: in quel momento trovavo la quiete un concetto sempre più estraneo, specialmente ora che il destino di Korinna e Tomi rimaneva avvolto nel mistero. La mia famiglia, in particolare mio marito che condivideva il mio senso di apprensione, sebbene tentasse di mascherarlo con un ottimismo forse un po' troppo forzato.
Mio fratello ci aveva raggiunto e lo guardai mentre entrava dalla porta di ingresso.
«Elieth, ti ringrazio per essere venuto.» dissi, rivolgendomi a mio fratello maggiore «Non posso fare a meno di sentire che qualcosa non va. Il silenzio riguardo a Korinna e Tomi è... assordante, come direbbe il mio caro marito.» dissi guardando Pavel che annuì, serio.
Elieth, il cui viso rifletteva la serenità tipica della nostra razza ma i cui occhi tradivano una lieve preoccupazione, annuì lentamente. «La tua intuizione è corretta, T'Dal. La mancanza di comunicazione è... preoccupante. Dobbiamo rimanere vigili.»
La mia attenzione era divisa tra il dovere di trovare i miei amici e il desiderio di proteggere Pavel da ulteriori preoccupazioni: mio marito con la sua innata curiosità umana e il suo spirito avventuroso, mi aveva sempre supportato in ogni decisione. Fu in quel momento che decisi di attivare il tracciatore del manufatto bajoriano, il dispositivo che avevo tenuto nascosto, sperando fino all'ultimo istante di non dover mai utilizzare suddetto tracciatore e mentre Pavel osservava, il tracciatore emise un bagliore soffuso, immaginai che un segnale stava portando a noi i cardassiani.
«Questo potrebbe essere il nostro unico collegamento con ciò che è successo a Korinna e Tomi.» dissi guardando i due uomini.
La mia determinazione (e preoccupazione che qualcosa fosse successo ai nostri amici= era palpabile, e Pavel mi afferrò la mano, stringendola. In quel momento non mi ritrassi e lo guardai. «Affronteremo anche questa faccenda insieme, T'Dal; come abbiamo sempre fatto.» disse e io annuii.
Non passò molto tempo prima che ricevessimo una visita inaspettata: un gruppo di Cardassiani, apparentemente interessati alla scheda dati che avevamo recuperato, si presentò alla nostra porta. La loro tensione era evidente, un riflesso forse della nostra preoccupazione.
«Veniamo per la scheda dati» disse il loro leader, con un tono che lasciava poco spazio a negoziazioni.
Rispondendo con tutta la calma che potevo radunare, dissi: «La nostra cooperazione richiederà più di semplici richieste. Abbiamo bisogno di informazioni sui nostri amici, scomparsi.»
Lo scambio di sguardi tra i Cardassiani mi confermò che sapevano qualcosa, ma che non che si aspettavano questa mia proposta. «Le informazioni possono essere... scambiate» rispose infine il leader, con una riluttanza che mi diede speranza.
Il leader Cardassiano, una figura imponente con i tipici tratti severi della sua razza, fissò me e i due uomini presenti con uno sguardo che cercava di intuire le nostre intenzioni. «La scheda dati che avete recuperato è di grande importanza per il nostro governo. La vostra cooperazione in questo scambio sarà ricompensata.»
Rimasi ferma, incontrando il suo sguardo senza esitazione. «La nostra cooperazione è condizionata in primis dalla sicurezza dei nostri amici, Korinna e Tomi. Dove sono? In che condizioni si trovano?»
Il Cardassiano sembrò valutare le sue opzioni per un momento, prima di rispondere. «Sono... ospiti del nostro governo. La loro sicurezza può essere garantita» disse, con una scelta di parole che non mi sfuggì. "Ospiti" poteva significare molte cose, e la vaghezza della sua risposta non faceva che aumentare le mie preoccupazioni.
«E quale sarebbe il prezzo della loro libertà?» chiese Pavel, con un tono che celava appena il suo disprezzo per il nostro sgradevole visitatore.
«La scheda dati e la vostra assicurazione che ciò è successo ai nostri... ospiti, nonché vostri amici, rimarrà tra noi.» rispose il Cardassiano.
Guardai Pavel, poi Elieth, cercando il loro consenso silenzioso. Pavel annuì leggermente, mentre Elieth rimase impassibile, il suo assenso dato con un impercettibile inclinazione della testa.
«Accettiamo.» dissi, con voce ferma «a condizione che Korinna e Tomi siano rilasciati immediatamente e senza danni. Inoltre, richiediamo prova del loro stato di salute prima di procedere a qualsiasi scambio.«»
Il leader Cardassiano annuì, evidentemente soddisfatto di aver raggiunto un accordo, ma ancora cauto. «Forniremo la prova che richiedete» disse, prima di aggiungere con un sorriso freddo, «Siamo lieti di aver trovato una soluzione pacifica a questa situazione.»
Dopo che i Cardassiani se ne furono andati, con la promessa di tornare con le prove richieste, mi voltai verso Pavel e Elieth. «Abbiamo fatto la scelta giusta?» chiesi, lasciando trasparire per la prima volta la mia umana incertezza.
Pavel mi rispose con un sorriso rassicurante. «Abbiamo fatto l'unica scelta possibile, T'Dal. Salvare Korinna e Tomi è la nostra priorità. E insieme, affronteremo qualsiasi conseguenza.»
Elieth, sempre diplomatico, aggiunse: «Hai fatto un ottimo lavoro, ora attendiamo.»
In quel momento, nonostante le incertezze che ci attendevano, mi sentii rafforzata dalla solidarietà e dall'amore della mia famiglia. Sapevo che, insieme, avremmo affrontato qualsiasi sfida ci avesse riservato il destino, con la stessa determinazione e il coraggio che avevamo sempre mostrato. La nostra unione, un ponte tra culture e mondi diversi, era la nostra più grande forza, e insieme, eravamo pronti a combattere per riportare a casa i nostri amici.
Mio fratello ci aveva raggiunto e lo guardai mentre entrava dalla porta di ingresso.
«Elieth, ti ringrazio per essere venuto.» dissi, rivolgendomi a mio fratello maggiore «Non posso fare a meno di sentire che qualcosa non va. Il silenzio riguardo a Korinna e Tomi è... assordante, come direbbe il mio caro marito.» dissi guardando Pavel che annuì, serio.
Elieth, il cui viso rifletteva la serenità tipica della nostra razza ma i cui occhi tradivano una lieve preoccupazione, annuì lentamente. «La tua intuizione è corretta, T'Dal. La mancanza di comunicazione è... preoccupante. Dobbiamo rimanere vigili.»
La mia attenzione era divisa tra il dovere di trovare i miei amici e il desiderio di proteggere Pavel da ulteriori preoccupazioni: mio marito con la sua innata curiosità umana e il suo spirito avventuroso, mi aveva sempre supportato in ogni decisione. Fu in quel momento che decisi di attivare il tracciatore del manufatto bajoriano, il dispositivo che avevo tenuto nascosto, sperando fino all'ultimo istante di non dover mai utilizzare suddetto tracciatore e mentre Pavel osservava, il tracciatore emise un bagliore soffuso, immaginai che un segnale stava portando a noi i cardassiani.
«Questo potrebbe essere il nostro unico collegamento con ciò che è successo a Korinna e Tomi.» dissi guardando i due uomini.
La mia determinazione (e preoccupazione che qualcosa fosse successo ai nostri amici= era palpabile, e Pavel mi afferrò la mano, stringendola. In quel momento non mi ritrassi e lo guardai. «Affronteremo anche questa faccenda insieme, T'Dal; come abbiamo sempre fatto.» disse e io annuii.
Non passò molto tempo prima che ricevessimo una visita inaspettata: un gruppo di Cardassiani, apparentemente interessati alla scheda dati che avevamo recuperato, si presentò alla nostra porta. La loro tensione era evidente, un riflesso forse della nostra preoccupazione.
«Veniamo per la scheda dati» disse il loro leader, con un tono che lasciava poco spazio a negoziazioni.
Rispondendo con tutta la calma che potevo radunare, dissi: «La nostra cooperazione richiederà più di semplici richieste. Abbiamo bisogno di informazioni sui nostri amici, scomparsi.»
Lo scambio di sguardi tra i Cardassiani mi confermò che sapevano qualcosa, ma che non che si aspettavano questa mia proposta. «Le informazioni possono essere... scambiate» rispose infine il leader, con una riluttanza che mi diede speranza.
Il leader Cardassiano, una figura imponente con i tipici tratti severi della sua razza, fissò me e i due uomini presenti con uno sguardo che cercava di intuire le nostre intenzioni. «La scheda dati che avete recuperato è di grande importanza per il nostro governo. La vostra cooperazione in questo scambio sarà ricompensata.»
Rimasi ferma, incontrando il suo sguardo senza esitazione. «La nostra cooperazione è condizionata in primis dalla sicurezza dei nostri amici, Korinna e Tomi. Dove sono? In che condizioni si trovano?»
Il Cardassiano sembrò valutare le sue opzioni per un momento, prima di rispondere. «Sono... ospiti del nostro governo. La loro sicurezza può essere garantita» disse, con una scelta di parole che non mi sfuggì. "Ospiti" poteva significare molte cose, e la vaghezza della sua risposta non faceva che aumentare le mie preoccupazioni.
«E quale sarebbe il prezzo della loro libertà?» chiese Pavel, con un tono che celava appena il suo disprezzo per il nostro sgradevole visitatore.
«La scheda dati e la vostra assicurazione che ciò è successo ai nostri... ospiti, nonché vostri amici, rimarrà tra noi.» rispose il Cardassiano.
Guardai Pavel, poi Elieth, cercando il loro consenso silenzioso. Pavel annuì leggermente, mentre Elieth rimase impassibile, il suo assenso dato con un impercettibile inclinazione della testa.
«Accettiamo.» dissi, con voce ferma «a condizione che Korinna e Tomi siano rilasciati immediatamente e senza danni. Inoltre, richiediamo prova del loro stato di salute prima di procedere a qualsiasi scambio.«»
Il leader Cardassiano annuì, evidentemente soddisfatto di aver raggiunto un accordo, ma ancora cauto. «Forniremo la prova che richiedete» disse, prima di aggiungere con un sorriso freddo, «Siamo lieti di aver trovato una soluzione pacifica a questa situazione.»
Dopo che i Cardassiani se ne furono andati, con la promessa di tornare con le prove richieste, mi voltai verso Pavel e Elieth. «Abbiamo fatto la scelta giusta?» chiesi, lasciando trasparire per la prima volta la mia umana incertezza.
Pavel mi rispose con un sorriso rassicurante. «Abbiamo fatto l'unica scelta possibile, T'Dal. Salvare Korinna e Tomi è la nostra priorità. E insieme, affronteremo qualsiasi conseguenza.»
Elieth, sempre diplomatico, aggiunse: «Hai fatto un ottimo lavoro, ora attendiamo.»
In quel momento, nonostante le incertezze che ci attendevano, mi sentii rafforzata dalla solidarietà e dall'amore della mia famiglia. Sapevo che, insieme, avremmo affrontato qualsiasi sfida ci avesse riservato il destino, con la stessa determinazione e il coraggio che avevamo sempre mostrato. La nostra unione, un ponte tra culture e mondi diversi, era la nostra più grande forza, e insieme, eravamo pronti a combattere per riportare a casa i nostri amici.