20-03-2024, 02:20 PM
Causing people to suffer because you hate them... is terrible. But causing people to suffer because you have forgotten how to care... that's really hard to understand.
Dakona Raal Rigeliano
Era difficile stabilire cosa passasse per la testa del dottor O'Shea. Non sembrava essere rimasto scioccato al suo nominare i raggi Berthold e questa sua assenza di reazione era decisamente sospetta. Purtroppo, non poteva considerarla una prova della sua colpevolezza. Era sufficiente però per portare Dakona a diffidare di lui. Provare le spore? Sarei un'idi*ta se le testassi senza prima farle analizzare dai nostri laboratori. Pensò, ma ad alta voce disse: Mi piacerebbe mandare dei campioni di queste piante sulla Saratoga per analisi, ho la sua autorizzazione? Come ho già detto, studiare le spore e i loro effetti sulla salute potrebbe essere rivoluzionario. Tra l'altro, se ha già fatto qualche studio in proposito, mi piacerebbe visionarlo.
Mentre parlavano, si erano avvicinati alle piante. Per quanto leggermente a disagio, Dakona riteneva di essere ancora ad una distanza di sicurezza più che sufficiente. Una volta nei campi non c'era modo di sfuggire totalmente all'effetto delle spore trascinate dal vento, ma immaginava che un'esposizione così limitata non avrebbe fatto grandi danni. Non più delle radiazioni Berthold, almeno. Quello che non si aspettava era che, improvvisamente, la pianta più vicina a lui (posta almeno ad un metro di distanza) gli spruzzasse un getto di spore dritto in faccia.
Un'imprecazione gli sfuggì dalle labbra e Dakona si affrettò a recuperare il suo tricorder. Mentre passava lo scanner medico per il suo corpo, rilevando un calo lieve ma graduale dei danni da esposizione ai raggi Berthold, la consapevolezza dell'importanza di quello che stava facendo cominciò a sfuggirgli. Scosse la testa, cercando di schiarirsi la mente appannata. Come rigeliano, non si era sottoposto alla rigida disciplina vulcaniana: il suo popolo studiava le arti telepatiche vulcaniane, ma preferiva sfogare le emozioni nell'esercizio fisico al posto di sopprimerle. Dakona non era attrezzato per comprendere esattamente cosa gli stesse succedendo, né per tentare di resistergli. Così non ci volle molto perché il suo timore per gli effetti nocivi delle spore svanisse completamente.
Cosa aveva fatto fino a quel momento? Tutte le sue preoccupazioni, i suoi sacrifici e il suo impegno ora gli sembravano inutili. Viaggiare tra le stelle, rischiando la vita nell'oscurità dello spazio, non gli sembrava più così allettante. Che senso aveva passare i propri giorni nei corridoi metallici della Saratoga quando di fronte a lui c'era un pianeta rigoglioso? Questo è meraviglioso... dobbiamo mostrarlo agli altri. Disse. Ho bisogno di una paletta. Devo portare una di queste piante - uno di questi fiori - a T'Dal. Il fusto di quelle piante poteva essere spesso, ma il loro fiore aveva una certa eleganza. Gli sembrava perfetto per dichiararsi alla donna di cui da tempo si era invaghito.
Mentre parlavano, si erano avvicinati alle piante. Per quanto leggermente a disagio, Dakona riteneva di essere ancora ad una distanza di sicurezza più che sufficiente. Una volta nei campi non c'era modo di sfuggire totalmente all'effetto delle spore trascinate dal vento, ma immaginava che un'esposizione così limitata non avrebbe fatto grandi danni. Non più delle radiazioni Berthold, almeno. Quello che non si aspettava era che, improvvisamente, la pianta più vicina a lui (posta almeno ad un metro di distanza) gli spruzzasse un getto di spore dritto in faccia.
Un'imprecazione gli sfuggì dalle labbra e Dakona si affrettò a recuperare il suo tricorder. Mentre passava lo scanner medico per il suo corpo, rilevando un calo lieve ma graduale dei danni da esposizione ai raggi Berthold, la consapevolezza dell'importanza di quello che stava facendo cominciò a sfuggirgli. Scosse la testa, cercando di schiarirsi la mente appannata. Come rigeliano, non si era sottoposto alla rigida disciplina vulcaniana: il suo popolo studiava le arti telepatiche vulcaniane, ma preferiva sfogare le emozioni nell'esercizio fisico al posto di sopprimerle. Dakona non era attrezzato per comprendere esattamente cosa gli stesse succedendo, né per tentare di resistergli. Così non ci volle molto perché il suo timore per gli effetti nocivi delle spore svanisse completamente.
Cosa aveva fatto fino a quel momento? Tutte le sue preoccupazioni, i suoi sacrifici e il suo impegno ora gli sembravano inutili. Viaggiare tra le stelle, rischiando la vita nell'oscurità dello spazio, non gli sembrava più così allettante. Che senso aveva passare i propri giorni nei corridoi metallici della Saratoga quando di fronte a lui c'era un pianeta rigoglioso? Questo è meraviglioso... dobbiamo mostrarlo agli altri. Disse. Ho bisogno di una paletta. Devo portare una di queste piante - uno di questi fiori - a T'Dal. Il fusto di quelle piante poteva essere spesso, ma il loro fiore aveva una certa eleganza. Gli sembrava perfetto per dichiararsi alla donna di cui da tempo si era invaghito.