01-04-2024, 08:18 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 01-04-2024, 09:15 PM da T'Dal.)
Commetti i tuoi errori, impara da essi, e quando la vita ti fa male, perché te ne farà, ricorda quel dolore… Il dolore fa bene: vuol dire che sei fuori da quella caverna.
Jor Erulen Betazoide
Non volevo litigare con T'Dal e Dakona, soprattutto non qui, su questo pianeta che per loro era diventato un rifugio, un paradiso. Tutto ciò che volevo dire, ogni avvertimento che bruciava dentro di me, sembrava troppo... esposto in questo contesto. Avevo pensato che forse, in un contesto più privato, le mie parole avrebbero trovato un terreno più fertile. Prima di partire, avevo chiesto aiuto a Mid, sapendo che avrebbe raccolto delle immagini o dei video che mi avrebbero aiutato a far evaporare gli effetti delle spore. Non sapevo esattamente cosa aspettarmi di trovare sul PADD e pregavo che potessero essermi di aiuto.
"Perdonami" pensai prima di rivolgermi al capitano.
«T'Dal, vieni con me» dissi dolcemente, tentando di mascherare la mia ansia con la calma. «Tra poco torniamo a prendere anche il dottore, ok?» Non le diedi il tempo di rispondere, sollevandola su una spalla con decisione ma cura, e dando il comando per il teletrasporto. Appena arrivati a bordo della Saratoga, mi affrettai a chiedere a Mid se aveva preparato tutto ciò che le avevo chiesto. T'Dal, sentendosi strappata dal pianeta e iniziò a piagnucolare, implorando di lasciarla andare. La sua voce era carica di una disperazione che non le avevo mai sentito esprimere prima, e il mio cuore si strinse al pensiero che le facessi del male, ma sapevo che le stavo facendo bene.
"Perdonami" pensai prima di rivolgermi al capitano.
«T'Dal, vieni con me» dissi dolcemente, tentando di mascherare la mia ansia con la calma. «Tra poco torniamo a prendere anche il dottore, ok?» Non le diedi il tempo di rispondere, sollevandola su una spalla con decisione ma cura, e dando il comando per il teletrasporto. Appena arrivati a bordo della Saratoga, mi affrettai a chiedere a Mid se aveva preparato tutto ciò che le avevo chiesto. T'Dal, sentendosi strappata dal pianeta e iniziò a piagnucolare, implorando di lasciarla andare. La sua voce era carica di una disperazione che non le avevo mai sentito esprimere prima, e il mio cuore si strinse al pensiero che le facessi del male, ma sapevo che le stavo facendo bene.
Logic is the beginning of wisdom, not the end of it
T'Dal Zayrus Vulcaniana
Il momento in cui Jor mi sollevò su una spalla per portarmi via dal pianeta fu uno dei più strazianti della mia vita. Non volevo lasciare quel luogo che, sotto l'effetto delle spore, era diventato tutto ciò che desideravo. Le parole di Jor suonavano distanti, irrilevanti al mio desiderio di rimanere; mentre venivo teletrasportata sulla Saratoga, una tristezza profonda mi invase. Non volevo tornare sulla nave.
«Lasciami andare, non voglio andare sulla nave. Non separarmi da Dakona» piagnucolai, la voce soffocata dalle lacrime, non combattendo il fatto che Jor mi tenesse su una sua spalla.
Non riuscivo a sopportare l'idea di essere lontana da lui, dal nostro paradiso. Durante il nostro momento insieme sul pianeta, avevo nutrito un desiderio illogico, un sogno che sotto l'influenza delle spore sembrava poter diventare realtà: quella di creare una famiglia su quel pianeta, di condividere con Dakona qualcosa di ancor più profondo. Era un pensiero che non avevo espresso a voce, consapevole della sua irrazionalità, ma che custodivo gelosamente nel cuore. Arrivata sulla nave, la disperazione fece lentamente spazio alla rabbia.
«Ho detto che non volevo tornare sulla nave» rinfacciai a Jor con un misto di rabbia e disperazione. Sentirmi così distante da Dakona, dalla nostra felicità appena scoperta, mi straziava. L'idea di dover affrontare la realtà, di dover rinunciare a quel sogno, anche se irrazionale, mi faceva sentire vuota e persa..
«Lasciami andare, non voglio andare sulla nave. Non separarmi da Dakona» piagnucolai, la voce soffocata dalle lacrime, non combattendo il fatto che Jor mi tenesse su una sua spalla.
Non riuscivo a sopportare l'idea di essere lontana da lui, dal nostro paradiso. Durante il nostro momento insieme sul pianeta, avevo nutrito un desiderio illogico, un sogno che sotto l'influenza delle spore sembrava poter diventare realtà: quella di creare una famiglia su quel pianeta, di condividere con Dakona qualcosa di ancor più profondo. Era un pensiero che non avevo espresso a voce, consapevole della sua irrazionalità, ma che custodivo gelosamente nel cuore. Arrivata sulla nave, la disperazione fece lentamente spazio alla rabbia.
«Ho detto che non volevo tornare sulla nave» rinfacciai a Jor con un misto di rabbia e disperazione. Sentirmi così distante da Dakona, dalla nostra felicità appena scoperta, mi straziava. L'idea di dover affrontare la realtà, di dover rinunciare a quel sogno, anche se irrazionale, mi faceva sentire vuota e persa..