03-04-2024, 07:27 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 03-04-2024, 07:29 PM da T'Dal.)
Logic is the beginning of wisdom, not the end of it
T'Dal Zayrus Vulcaniana
Vidi Dakona, l'uomo che amavo, la sua espressione confusa e ferita, e per un momento mi persi nei suoi occhi, cercando la verità che speravo di trovare.
«Non mentire!» dissi con rabbia, la frustrazione e il dolore che mi travolgevano rendendomi incapace di pensare razionalmente. «Ho visto il tuo video con l'infermiera sul PADD, facevate proprio una bella coppia voi due!» dissi mostrandogli il mio PADD, la mia voce si ruppe, tradendo la mia disperazione.
Le parole mi sfuggivano con un'impetuosità che non riuscivo a controllare, le immagini del PADD ancora fresche nella mia mente. La mia voce era carica di dolore e accusa, le spore che avevano distorto la mia percezione della realtà alimentavano il fuoco della mia rabbia.
Quando Dakona si avvicinò contro Jor, e il mio primo ufficiale disse di farsi sotto, il mio cuore si fermò.
«Fermatevi!» urlai, la rabbia dando modo alla disperazione. Vederli così pronti a farsi male, mi fece rendere conto di quanto fosse assurda l'intera situazione. E in quel momento, come se le spore avessero riconosciuto la follia del loro effetto, mi lasciarono andare. La nebbia nella mia mente si dissipò, lasciandomi vedere chiaramente per la prima volta da quando eravamo arrivati su quel maledetto e benedetto pianeta. Sentii come se una nebbia si sollevasse dalla mia mente, le spore lasciandomi andare, restituendomi alla realtà... era come se mi fossi svegliata da un lungo sogno.
«Non mentire!» dissi con rabbia, la frustrazione e il dolore che mi travolgevano rendendomi incapace di pensare razionalmente. «Ho visto il tuo video con l'infermiera sul PADD, facevate proprio una bella coppia voi due!» dissi mostrandogli il mio PADD, la mia voce si ruppe, tradendo la mia disperazione.
Le parole mi sfuggivano con un'impetuosità che non riuscivo a controllare, le immagini del PADD ancora fresche nella mia mente. La mia voce era carica di dolore e accusa, le spore che avevano distorto la mia percezione della realtà alimentavano il fuoco della mia rabbia.
Quando Dakona si avvicinò contro Jor, e il mio primo ufficiale disse di farsi sotto, il mio cuore si fermò.
«Fermatevi!» urlai, la rabbia dando modo alla disperazione. Vederli così pronti a farsi male, mi fece rendere conto di quanto fosse assurda l'intera situazione. E in quel momento, come se le spore avessero riconosciuto la follia del loro effetto, mi lasciarono andare. La nebbia nella mia mente si dissipò, lasciandomi vedere chiaramente per la prima volta da quando eravamo arrivati su quel maledetto e benedetto pianeta. Sentii come se una nebbia si sollevasse dalla mia mente, le spore lasciandomi andare, restituendomi alla realtà... era come se mi fossi svegliata da un lungo sogno.
Commetti i tuoi errori, impara da essi, e quando la vita ti fa male, perché te ne farà, ricorda quel dolore… Il dolore fa bene: vuol dire che sei fuori da quella caverna.
Jor Erulen Betazoide
La tensione era palpabile non appena Dakona si materializzò sulla piattaforma, e le accuse di T'Dal lo colpirono come una tempesta. La mia mente lavorava freneticamente, cercando di trovare un modo per fare in modo che le spore lasciassero i due il prima possibile. Tuttavia, la rabbia di Dakona era tangibile, la sua accusa diretta a me e quando Dakona si lanciò verso di me, il suo corpo teso prontamente per l'attacco, sentii l'adrenalina scorrere nelle mie vene.
«Fatti sotto, ragazzino.» dissi, la mia voce bassa e ferma, che in un altro momento non avrei riconosciuto, sperando di provocare abbastanza la sua ira da far sì che le spore lo abbandonassero.
Non avevo mai voluto che arrivasse a questo, ma sapevo che ogni tentativo di ragionamento era inutile. Dovevo provocarlo, spingerlo oltre il limite, per il suo bene, per il bene di T'Dal e di tutto l'equipaggio.
Il mio cuore batteva all'impazzata non per la paura del confronto fisico, ma per la disperazione di vedere Dakona così fuori di sé, stranamente mi spaventava più lui che il capitano, così lontano dall'uomo che sapevo essere. Eppure, in quel momento di caos, una parte di me sapeva che questo era necessario, che forse attraverso questa furia, avremmo potuto trovare la strada per tornare alla normalità.
Quando T'Dal gridò a noi di fermarci, la preoccupazione per lei superò ogni altra cosa. Vidi nei suoi occhi un lampo di lucidità, un segno che forse, solo forse, le spore stavano perdendo la loro presa su di lei. «T'Dal?» chiamai, speranzoso, la mia attenzione completamente su di lei ora.
La situazione era andata oltre ogni previsione. Il piano era sempre stato di far rinsavire Dakona e T'Dal, ma non avevo anticipato il costo emotivo che questa soluzione avrebbe comportato. Mid osservava da lontano, il suo comportamento freddamente analitico ricordandomi che, nonostante tutto, eravamo ancora in mezzo a un esperimento di sopravvivenza, con le emozioni umane e vulcaniane come variabili impazzite.
Nonostante la tensione, un senso di sollievo mi pervase quando vidi T'Dal ad una postura più eretta. Forse, dopo tutto, ci sarebbe stata una via d'uscita da questo caos. Dovevamo solo sperare che Dakona seguisse lo stesso percorso verso la lucidità, e che insieme, potessimo ricostruire la fiducia e l'intimità che le spore avevano quasi distrutto.
«Fatti sotto, ragazzino.» dissi, la mia voce bassa e ferma, che in un altro momento non avrei riconosciuto, sperando di provocare abbastanza la sua ira da far sì che le spore lo abbandonassero.
Non avevo mai voluto che arrivasse a questo, ma sapevo che ogni tentativo di ragionamento era inutile. Dovevo provocarlo, spingerlo oltre il limite, per il suo bene, per il bene di T'Dal e di tutto l'equipaggio.
Il mio cuore batteva all'impazzata non per la paura del confronto fisico, ma per la disperazione di vedere Dakona così fuori di sé, stranamente mi spaventava più lui che il capitano, così lontano dall'uomo che sapevo essere. Eppure, in quel momento di caos, una parte di me sapeva che questo era necessario, che forse attraverso questa furia, avremmo potuto trovare la strada per tornare alla normalità.
Quando T'Dal gridò a noi di fermarci, la preoccupazione per lei superò ogni altra cosa. Vidi nei suoi occhi un lampo di lucidità, un segno che forse, solo forse, le spore stavano perdendo la loro presa su di lei. «T'Dal?» chiamai, speranzoso, la mia attenzione completamente su di lei ora.
La situazione era andata oltre ogni previsione. Il piano era sempre stato di far rinsavire Dakona e T'Dal, ma non avevo anticipato il costo emotivo che questa soluzione avrebbe comportato. Mid osservava da lontano, il suo comportamento freddamente analitico ricordandomi che, nonostante tutto, eravamo ancora in mezzo a un esperimento di sopravvivenza, con le emozioni umane e vulcaniane come variabili impazzite.
Nonostante la tensione, un senso di sollievo mi pervase quando vidi T'Dal ad una postura più eretta. Forse, dopo tutto, ci sarebbe stata una via d'uscita da questo caos. Dovevamo solo sperare che Dakona seguisse lo stesso percorso verso la lucidità, e che insieme, potessimo ricostruire la fiducia e l'intimità che le spore avevano quasi distrutto.