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TFB chi vuole ammutinarsi lo faccia ora o taccia per sempre
#71

I don't need a doctor, damn it! I am a doctor!

Leonard McCoy Umano

«Jim, sono contento di sentirti» ammisi con un sospiro di sollievo «Sì, siamo tutti bene finora. Voi come state? Il nostro mezzo di trasporto è in buone condizioni, fortunatamente Rekon sa quello che sta facendo.» dissi, cercando di essere quanto meno... ottimista, nel possibile e con quel minimo di buon umore che avevo ritrovato sentendo la voce di Jim dissi «Credo sarà possibile.» quando il capitano chiese se era possibile incontrarci in un determinato posto dieci minuti dopo.
Quando Rekon mi disse del brandy annuii, sebbene fossi incerto si potesse fare, il tellarite doveva assolutamente tornare a casa. «Si può fare.» dissi semplicemente.
Partimmo e se sembrava andare tutto bene, la nostra fortuna si era esaurita: due navi in avvicinamento. Sospirai, tenendomi forte, maledicendo i romulani silenziosamente, ma mantenendo gli occhi sui monitor... anche se ero un dottore e non un navigatore.


It's nice to have a family.

Carol Marcus Umana

Alzai lo sguardo su Rekon quando mi chiese il mio nome. «Carol Marcus.» ripetei guardando il tellarite, sorpresa, ma quando mi disse che non dovevo soltanto affossarmi nel lavoro e del fatto che c'era altro là fuori, mi commossi un pochino. Annuii, anche se ammisi a malincuore«Mi è rimasto solo il lavoro per ora, ma... farò il possibile per guardarmi intorno. Grazie.»
Mi sarebbe piaciuto poter parlare con mio padre, ma sapevo che le parole di Rekon mi avrebbero accompagnato a lungo.
Ringraziai mentalmente che ci fosse Rekon con noi, almeno lui era riuscito a tenere il polso della situazione, io non sarei stata in grado di comandare. «Sissignore. Farò del mio meglio per controllare i circuiti della sonda e evitare sovraccarichi ai processori. Sarò i tuoi occhi dietro la testa.»
Sembrava andare tutto bene, quando presero ad attaccarci.
«Ci mancava solo questo.» sospirai.
#72

Rekon

Tellarite


Ovviamente - essendo quello un gioco inventato da quel grandissimo bas*ardo di Q – le cose non potevano andare bene per più di una dozzina di secondi di fila, giusto?

Certo, forse anche il Dottore avrebbe potuto evitare di attirare su di loro la sfortuna affermando che andava tutto bene, ma in quel momento – quando apparvero apparentemente dal nulla due navette Romulane occultate ed iniziarono a sparare loro – non c’era il tempo per recriminare.

”Abbiamo una perdita di potenza, serve più energia…la prossima volta monterò una fo**uta cyclette sulle navette, così almeno potremo pedalare!” ringhiò il Tellarite, apparentemente non parlando a nessuno in particolare. Il problema era che, a differenza di una Nave Stellare – struttura enorme con un mucchio di sistemi spesso ridondanti a cui un buon Ingegnere poteva attingere per fornire maggiore energia alle difese – una dannata navetta era concepita per essere semplice e funzionale, cosa che comportava non vi fossero significativi surplus da sfruttare per evitare di finire arrosto.

Evidentemente quell’equipaggio non era poi così esperto di situazioni di emergenza o, quantomeno, non di quelle che richiedevano di arrangiarsi con quello che si aveva. Mentre la nave rollava venendo investita da un’altra scarica di disgregatore, Rekon rifletté che – se avessero avuto un solo aggressore alle spalle – farlo fuori sarebbe stato semplice. Così invece avrebbero dovuto giocare sporco e rischiare. Rischiare moltissimo.

Si rivolse quindi al Dottore – il più alto in grado lì in mezzo e certamente l’unico ufficiale superiore – per dirgli in fretta ”Doc, la situazione è critica e le opzioni sono farci ammazzare o fare una cosa che potrebbe sembrare molto…molto stupida, ma non lo è. Sono stato chiaro?”

Il semplice fatto che glielo avesse detto in quei termini avrebbe dovuto far rizzare le orecchie a McCoy peggio di quelle di Spock…Rekon gli stava comunicando che doveva fare qualcosa che sarebbe probabilmente parso suicida e aveva necessità che i membri dell’equipaggio si fidassero e facessero senza esitazione quel che diceva. Per questo si era rivolto a lui: perché – orgoglioso e testardo – il Tellarite non era uno stupido e sapeva che l’ordine sarebbe dovuto partire dal più alto in grado dell’Enterprise e non da lui.

Nel momento in cui il Dottore acconsentì, Rekon disse a voce alta Forza gente, abbiamo una navetta Romulana da abbattere, un atterraggio di emergenza da portare a termine e un Capitano da recuperare…muoversi! Ragazza…!”

Indicò senza voltarsi in direzione di Haruka, troppo impegnato a dirottare l’energia dal motore a impulso agli scudi, lasciandoli in una sorta di caduta libera ”Aiuta il Timoniere…dovrete eseguire una variazione di rotta parabolica che ci porti il più vicino possibile davanti a una delle due navette, usando solo i reattori di manovra! Biondina!”

Stavolta era evidente si riferisse a Carol, mentre indicava il retro della navetta ”Al mio comando espelli l’intero blocco del motore ad impulso…”

Tutti sapevano che – una volta sganciato il motore ad impulso – la navetta sarebbe rimasta con i soli razzi di manovra, che a quella velocità di caduta non avrebbe consentito loro di atterrare né di prendere quota a sufficienza da lasciare l’orbita e tornare sull’Enterprise. E – quasi certamente – avrebbero compreso che era infatti per questo che Rekon aveva chiesto a McCoy di supportarlo…

”Grilletto Facile…” disse infine, rivolgendosi all’ufficiale alla Sicurezza ”Sto sovraccaricando il motore ad impulso, appena sganciato sbatterà sugli scudi della navetta Romulana. Dovrai colpirlo in quel momento, sono stato chiaro? Né prima né dopo…”

Un altro colpo li scosse e Rekon seppe che non c’era un altro momento per eseguire la manovra, perché se i bambini si fossero resi conto che – in tutto questo – aveva totalmente ignorato il secondo caccia, sarebbe iniziato un fiume di domane che avrebbe fatto loro perdere la concentrazione.

”Forza, facciamogli vedere come si fanno le cose alla Flotta Stellare, eseguire!” ordinò, mentre già stava operando sulle scarse riserve di energia della nave per portare avanti la parte successiva del piano.

La navetta accese per un momento i razzi sulla prua, rallentando e cambiando rotta in maniera repentina, fino a trovarsi praticamente davanti al primo caccia aggressore. Questi, colto di sorpresa durante quella che – comunque – era una picchiata – ebbe come reazione istintiva quella di alzare la prua per cambiare rotta, ma così facendo disallineò le armi frontali, rendendo impossibile sparare al veicolo federale.

Come impossibile lo era anche per la seconda navetta Romulana la quale, ovviamente, non voleva certo colpire la propria gemella e preferì spostarsi leggermente, in cerca di una linea di tiro pulita.

Ma non ne avrebbe avuto il tempo perché – quando lo scafo bianco federale fu a meno di cento metri da quello verde Romulano – il motore a impulso della navetta si sganciò dal retro e andò a schiantarsi contro i suoi scudi, venendo centrato un istante dopo da un raggio Phaser.

L’esplosione che ne seguì investì in pieno il veicolo Romulano, che precipitò in un avvitamento incontrollato, mentre lo spostamento d’aria sospinse ulteriormente in alto la navetta federale la quale, proprio in virtù della manovra parabolica iniziale, si trovava già sopra l’esplosione. Quando furono ad una quota più alta rispetto alla seconda nave Romulana, Rekon attivò il secondo scherzetto che aveva preparato, quello di cui non poteva parlare ai bambini.

Il sistema di comunicazione subspaziale della navetta ricevette istantaneamente oltre il 90% dell’energia residua delle batterie, venendo totalmente fritto ma lanciando un singolo – potente – impulso verso il vascello Romulano. Un impulso codificato secondo conoscenze di tecnologie che per il Tellarita erano obsolete, ma che per i Federali presenti erano totalmente ignote. Un impulso che fece abbassare per un istante gli scudi dell’assaltatore.

”Gli scudi nemici si sono spenti!” esclamò stupito il tattico, il quale avrebbe anche sparato, se non fosse stato per il Tellarite, che aveva prontamente tolto l’energia al banco Phaser per trasferirla ad un altro sistema ben più critico.

”Solo per una decina di secondi, poi si riavvieranno…” spiegò Rekon, accendendo nel frattempo i magneti di ancoraggio posti sotto i pattini della navetta e trasferendo loro tutta l’energia che potevano sopportare senza friggersi ”Il tempo di garantirci un passaggio…”

L’improvvisa forza magnetica generata dal vascello federale sbilanciò l’assaltatore Romulano e la navetta bianca – letteralmente – atterrò sull’altra con un tonfo sordo. Dopodiché – mentre gli scudi alieni si rigeneravano avvolgendo entrambi i veicoli – Rekon diede i suoi ultimi ordini ”Ok gente, ora saranno gli scudi Romulani a proteggerci dall’impatto. Siamo troppo bassi per evitare lo schianto, ma con un po’ di fortuna la botta peggiore la prenderanno loro. Adesso dovrebbero essere un po’ scombussolati a causa dell’impulso con cui li ho colpiti, ma non si sa mai. Timoniere, usa tutta la potenza residua dei razzi di manovra per evitare che si ribaltino e cerchino di usare noi come materasso, capito? Noi stiamo sopra, loro sotto…”

Il terreno era ormai tanto vicino che era possibile vedere le punte degli alberi e Rekon, afferrando saldamente una consolle, aggiunse cupo ”E ora reggetevi…e che il Grande Ingranaggio ci protegga!”

@All
Tecnicamente l’impatto sarà una bella botta, quindi McCoy avrà da fare, ma non dovrebbe danneggiare troppo le due navette, dato che siamo protetti dagli scudi Romulani e quelli sono al 100%. Valutiamo se dovremo affrontare uno scontro a fuoco col pilota o se riusciamo a catturarlo e a fregarci la sua navetta (occultabile), dato che la nostra non è in condizione di volare…sarebbe figo arrivare da Kirk disoccultandoci con una nave romulana :-)
#73

Where I come from, if someone
saves your life, you don't stab them in the back.

James T. Kirk | Human

Noi stiamo bene rispose Jim, sollevato nell'apprendere che anche il rientro della squadra fosse riuscito senza ulteriori complicazioni. Non tutti, comunque, sembravano concordare con l'ottimismo del medico e un sorriso gli sfuggì nel cogliere le parole contrariate del tellarite attraverso il comunicatore: era forse la prima volta che sentiva qualcuno in grado di battere perfino Bones con il proprio catastrofismo e doveva riconoscere che essere vissuto abbastanza a lungo per vedere quel giorno era sicuramente una conquista. Ringrazia da parte mia Rekon per il suo aiuto e digli che ho piena fiducia nella sua capacità di rendere il nostro mezzo di trasporto sufficientemente pilotabile da farvi arrivare fin qui tutti interi. Vi aspettiamo tra una decina di minuti. Kirk chiudo. tagliò corto, prima che arrivassero altre lamentele da chicchessia.

Non sembrava messa così bene dalla descrizione puntualizzò Tulving, lievemente scettico. Se riescono a muoversi è già un passo avanti rispetto a quando siamo arrivati... vediamo di non farli aspettare decise Jim, rivolgendo un'occhiata alla loro graziosa accompagnatrice siamo nelle tue mani, Larisa. Da che parte? si informò. Di qua... decise lei, orgogliosa di quel suo ruolo di guida ufficiale e decisa a portarlo a termine nel migliore possibile dei modi. Senza perdere tempo la donna si infilò nuovamente tra i bassi edifici del villaggio mentre proseguiva ... ma è meglio che non vi facciate vedere in giro conciati a quel modo: attirate troppo l'attenzione disse, indicando le uniformi dai colori vivaci dei due ufficiali, per poi avviarsi a passo deciso... da qualche parte. Tulving lanciò un'occhiata incerta in direzione del capitano, che, per tutta risposta, non poté fare altro che stringersi nelle spalle. Non gli era del tutto chiaro come la donna intendesse raggiungere il punto di ritrovo con la navetta, ma non avevano alcuna ragione per sospettare delle sue motivazioni, specialmente dopo che li aveva aiutati a sfuggire ai romulani che li stavano inseguendo.

Senza fare troppe domande seguirono la donna fino ad una delle abitazioni al limitare del villaggio aspettatemi qui disse lei, ritornando poco dopo con delle vecchie tute da lavoro color grigio ecco, mettete questi disse loro, sorvolando su come avesse fatto a trovare degli abiti, casualmente proprio della loro misura. Tulving prese gli abiti che la donna gli porgeva, esitando un istante con lo sguardo in direzione del capitano, ma quando si rese conto che Kirk aveva deciso di seguire il suggerimento dell'aliena decise di fare altrettanto. Cosa significa? chiese Jim, notando un logo con quelli che sembravano essere caratteri di una lingua sconosciuta appuntato sulle loro tute.

Ka'tnik lesse lei è il nome della compagnia che possiede la miniera. Si tratta di una delle più antiche e facoltose famiglie del nostro villaggio, si dice che siano stati i primi a trasferirsi qui quando ancora non c'erano altro che foreste e montagne. Poi, grazie al loro lavoro, il paese ha iniziato ad arricchirsi ed espandersi... raccontò, mentre faceva strada verso la miniera. E gli alieni? Da quanto lavorano con la compagnia? si informò Jim. Beh, in realtà credo che se ne siano impossessati illecitamente. Questo non dovrei dirvelo... ma nessuno ha più visto il proprietario da quando sono arrivati loro. Hanno cambiato alcune cose che, resti tra noi, Gantt non avrebbe mai approvato... disse, abbassando la voce quasi temesse che qualcuno potesse sentirla.

sono stufa di scrivere, ma mi sono girata un bel film nella mia testa... se volete perdere tempo con i romulani piano piano posto tutto, altrimenti voi arrivate e vi racconto dopo cosa abbiamo combinato mentre voi giocavate agli autoscontro con le navette. La mia navetta, tra l'altro... <_< 'Notte!
#74

It is worthwhile studying other peoples, because every understanding of another culture is an experiment with our own.

Haruka Abe Umana

Sono un'antropologa, diamine! Haruka si ritrovò a gridare nella sua mente, maledicendo tutte le divinità romulane (o tellariti?), mentre si chinava verso la postazione del pilota per dare una mano. Antropologa o meno, una minima conoscenza su come si guidava una navetta ce l'aveva. Il suo livello poteva essere considerato pari a quello di un civile che guidava un'automobile ma immaginava che, fintanto avesse seguito le istruzioni di Hawthorne, tutto sarebbe andato bene. O almeno così sperava, considerando che erano (quasi) in caduta libera, con gli scudi a zero e due navette romulane decise a distruggerli.

Mentre i secondi passavano lenti, sembrò quasi che nulla avesse intenzione di andare storto. In qualche modo lei e Hawthorne stavano riuscendo a pilotare la navetta usando solo i reattori di manovra, mentre Rekon e Marcus avevano distrutto uno degli inseguitori sacrificando il motore ad impulso. Erano anche riusciti a posare la navetta su quella nemica, decisi a sfruttare gli scudi romulani per limitare i danni dell'ormai prossimo schianto. I precisi ordini di Rekon e il lavoro di squadra sembravano star dando i loro frutti: che il Grande Ingranaggio nominato da Rekon li stesse veramente proteggendo?

Non fece nemmeno in tempo a chiedersi se il Grande Ingranaggio avesse qualche legame con le tradizioni tellariti o fosse una semplice invenzione di Rekon, quando la loro buona stella cominciò a cedere. I romulani non sembravano esattamente entusiasti all'idea di venir usati dai federali come 'materasso' per ammortizzare lo schianto. Il timoniere nemico stava facendo di tutto per letteralmente ribaltare la situazione e scambiare i ruoli delle due navette. All'inizio Hawthorne e lei riuscirono a mantenere la navetta stabile ma, a pochi istanti dallo schianto, il timoniere romulano ebbe la meglio. Le due navette si inclinarono di 90°, finendo così per volgere il loro lato sinistro verso il terreno sempre più vicino. Un altro interminabile attimo e ci fu lo schianto: gli scudi ressero e la sistema gravitazionale della navetta impedì all'equipaggio di venire troppo sballottato, ma la botta si sentì comunque. Haruka, inclinata verso la postazione del timoniere in una posizione di fortuna, perse la sua presa e finì per sbattere la testa contro la parete della navetta. Un lampo di dolore poi l'oscurità l'avvolse.

Sorry, la tentazione è stata troppo forte. Laugh Gli scudi però hanno retto quindi i danni non dovrebbero essere gravi. Nulla che Rekon non possa sistemare, spero: ci tengo davvero a rubare la navetta romulana. LOL Haruka teoricamente è solo svenuta ma T, se vuoi vendicarti, fai del tuo meglio: è McCoy colui che si occupa delle analisi mediche quindi libera di decidere cosa si è fatta. Tongue
#75

I don't need a doctor, damn it! I am a doctor!

Leonard McCoy Umano

Mentre la nave veniva colpita da un'altra scarica di disgregatore, osservai il Tellarite, il quale si stava lamentando e pensai per un istante che a quanto pare, lamentarsi era un’arte che trascendeva le specialità: andava dalla medicina all’ingegneria. Era evidente che il povero Rekon non aveva molte opzioni a disposizione per far fronte alla situazione e l’equipaggio che si era trovato a gestire era molto variegato. Quando il Tellarite mi chiese era stato chiaro, intuii la gravità della situazione, annuì seriamente. Era il momento di agire, e se Rekon gli aveva chiesto di supportarlo, c'era una buona ragione. «Chiarissimo.» dissi seriamente.
Rekon diede i suoi ordini all’equipaggio e potevo sentire l'urgenza nella sua voce e il senso di responsabilità che trasmetteva. Era un momento in cui l'equipaggio doveva fidarsi l'uno dell'altro e fare affidamento sulle proprie competenze, nonché agli ordini che aveva dato Rekon.
Le azioni dell'equipaggio si susseguirono rapidamente, con Rekon che dirigeva le operazioni con precisione.
Quando le due navette si scontrarono, mi aggrappai a quello che potevo, cercando di mantenere l’equilibrio, ma presi un brutto colpo ad un braccio. Poi tutto si placò e mi dissi che eravamo sopravvissuti, almeno per il momento. Dovevamo rimanere concentrati, perché sapevamo che la battaglia non era ancora finita.
"Dannazione, dov'è finito il mio ipospray? Oh, eccolo!” pensai, trascinandomi verso l’ipospray che era finito a terra, cercando di non cadere nella confusione che ci circondava. Le mie mani tremavano leggermente, ma riuscii comunque ad iniettare un analgesico nella mia gamba.
Raggiunsi Haruka, la ragazza sembrava quella che aveva più bisogno di aiuto da parte mia sul momento. Non avevo più il mio tricorder medico, dannazione a me che me ne ero separato prima, ma da una mia analisi preliminare doveva essere solo svenuta. Presi dal mio kit ciò che serviva e mentre mi prendevo cura di Haruka, non potevo fare a meno di pensare a quanto fossi orgoglioso dell'equipaggio. Avevano dimostrato coraggio e determinazione, superando le aspettative e lottando insieme per sopravvivere e ne avrei sicuramente parlato con Jim.
#76

Rekon

Tellarite


Mentre precipitavano inclinandosi a destra Rekon sparò un bestemmio ne in Tellarite, domandandosi tra sé e sé se non avesse fatto meglio ad accertarsi che il pilota conoscesse la differenza tra sopra e sotto prima di dargli le indicazioni operative.

L'impatto li travolse prima che ci fosse il tempo per scoprire se lo avrebbe o meno detto ad alta voce e, mentre gli scudi Romulani lottavano per assorbire l'energia cinetica di due navette da svariate tonnellate che precipitavano alla velocità di parecchie centinaia di chilometri l'ora, il vecchio Tellarite si ritrovò sballottato come la pallina di un dannato flipper.

I due vascelli scavarono la roccia del pianeta e sventrarononla foresta per alcune centinaia di metri, mostrando la stessa delicatezza e precisione chirurgica di una vecchia rompighiaccio del ventesimo secolo impegnata in una traversata polare, dopodiché arrestarono la loro corsa adagiate l'una accanto all'altra, ancora agganciate e semisepolte da tronchi e fronde varie.

Il corpo di Rekon lanciava impulsi di dolore da ogni arto, giuntura, osso e muscolo, ma il vecchio ingegnere non avrebbe saputo dire se era un problema di fratture o contusioni pertanto - mentre fissava dal finestrino frontale la prua del vascello Romulano su cui svettavano gli emettitori dei Disgregatori - si limitò a ringhiare un "Dannato Q, sono troppo vecchio per queste stron#ate*..."

Purtroppo però non c'era tempo per leccarsi le ferite...se loro erano sopravvissuti all'impatto anche i Romulani - fisicamente più forti di Umani e Tellariti - dovevano essere pronti a reagire. Fortunatamente quelle navette avevano di norma due piloti, ma sarebbero certamente stati armati.

Per questo, fingendo una sicurezza che non aveva, brontolò un "Avanti, che diavolo aspettate? Il tè delle cinque? Tra poco i Romulani ci saranno addosso, dobbiamo prepararci...biondina!"

Ormai aveva acquisito quei soprannomi e la povera Carol si sarebbe dovuta abituare "Vedi se in questa scatoletta di tonno è rimasta un po' di energia. Se sì collega un condotto EPS al generatore di gravitoni e scarica la potenza residua attraverso quello...vediamo se la navetta dei Romucosi è pensata per schermarli da un bell'elettroshock..."

Ovviamente la sua idea era generare una scarica elettrica indotta attraverso il contatto esistente tra i supermagneti della navetta e lo scafo Romulano, sperando che lo stesso non slfosse troppo isolato e la scarica bastasse a colpire gli occupanti della navetta verde. Ovviamente il supermagneti avrebbe fatto anche da isolante per evitare che la.scaroca colpisse anche la navetta federale, ma il fatto che non lo stesse facendo di persona era un chiaro indice che - a sua volta - lui stesse tutt'altro che bene.

Ad ogni modo aggiunse "Gli altri si armino, se non funziona ci attaccheranno alla vecchia maniera perché dovranno prendere la nostra navetta per sganciarla e ridecollare. E non è detto che non siano in grado di teletrasportarsi nonostante le interferenze!"

*@McCoy
In realtà non so quanto tempo dopo - nella timeline di TFB - questa avventura si Piazzi rispetto alla sparizione di Johanna McCoy in [b]A true Q-mess[/q].

Se fosse passato molto tempo, McCoy potrebbe aver sentito parlare di Q da lei...e forse potrebbe anche aver sentito che in quella situazione c'era un vecchio Tellarite brontolone ed iracondo...
#77

Nonostante gli scudi avessero retto, l'impatto fu violento e i due romulani furono sbalzati dalle loro postazioni, andando malamente a sbattere uno contro la consolle di pilotaggio, l'altro contro il compagno, prima di essere sbalzato all'indietro e poi contro il pavimento... o la paratia superiore... difficile a dirsi quale fosse il sopra e il sotto, mentre la navetta rotolava su se stessa, trascinando con sé alberi e qualunque altra cosa incontrasse sul suo tragitto. Per puro caso non si trovò di fronte un dirupo, che avrebbe potuto facilmente liberare i federali dalla loro presenza. La buona stella sembrava essere decisamente di parte, quel giorno.

Il pilota fu il primo a rialzarsi: a parte qualche livido che lo avrebbe tormentato nei giorni seguenti stava tutto sommato bene e non impiegò molto ad individuare la navetta federale accanto a loro. Senza perdere tempo il romulano cercò di riattivare i motori ma prima ancora che i sistemi tornassero operativi, una lunga sequenza di allarmi segnalò che diversi di essi erano in avaria e se non avessero disabilitato qualcosa rischiavano un sovraccarico, presumibilmente letale. Il pilota spinse il compagno lontano dalla consolle e quello mugugnò qualcosa, segno che doveva essere ancora vivo rimettiti in piedi, mi serve una mano! brontolò il primo, iniziando ad aprire pannelli e risistemare cavi nel tentativo di riabilitare quantomeno i disgregatori. Fu allora che arrivò la scarica da parte dei federali. La struttura della navetta riuscì fortunatamente a proteggere gli occupanti, ma lo stesso non poteva dirsi per i sistemi che iniziarono a segnalare un sovraccarico.

Qui esplode tutto! realizzò il navigatore e il pilota non impiegò molto a capire che il collega non aveva tutti i torti. Fai attenzione disse, forzando l'apertura manuale del portellone e fiondandosi all'esterno. Diversi alberi erano stati divelti e il romulano corse a ripararsi dietro di essi, subito imitato dal compagno. Se i federali fossero usciti dalla navetta intendeva accoglierli a colpi di disgregatore, se avessero deciso di rimanere dove si trovavano, molto probabilmente l'esplosione della loro navetta avrebbe coinvolto anche quella nemica, risolvendo comunque i loro problemi e garantendo loro una bella promozione.

skippo Kirk perché ho un'idea. Vedo cosa combinate per decidere se metterla in atto. Tongue
#78

I don't need a doctor, damn it! I am a doctor!

Leonard McCoy Umano

Mi stavo ancora dedicando ad Haruka, ma la ragazza non ha ancora ripreso conoscenza. Secondo la mia esperienza doveva essere già sveglia, ma c'era qualcosa che non andava e senza tricorder medico mi risultava difficile capire dove fosse il problema.
«Haruka non ha ripreso conoscenza. Devo portarla il prima possibile sull'Enterprise, non avendo il mio tricorder non posso fare un'analisi più approfondita.» dissi a Rekon per poi dedicarmi a Carol che si massaggiava di tanto in tanto una spalla.
Decisi di aggiungere «Non c'entra nulla, ma stavo pensando Rekon, potresti aver conosciuto mia figlia e sono curioso di conoscere questo Q. Non sembra un tipo con cui scherzare.» dissi pensoso.

It's nice to have a family.

Carol Marcus Umana

Ero scombussolata, provavo dolore alla spalla e lasciai che il dottore si occupasse degli altri prima di dedicarsi a me, mentre ascoltavo le istruzioni di Rekon. Cercavo di non farmi prendere dal panico o dall'ansia, così cercai di tenermi occupata e mentre cercavo di individuare se c'era ancora energia disponibile nella navetta, Rekon mi rivolse la parola chiamandola "biondina". Mi ritrovai a sorridere, mi stavo abituando ad essere chiamata in vari modi da Rekon, e quel soprannome mi andava bene. Annuii, mettendomi all'opera, ispezionando i pannelli e cercando di estrarre il massimo da quelle risorse limitate.
«Rekon, ho trovato un condotto EPS funzionante, procedo a collegare il generatore di gravitoni.» risposi con calma.
Mi concentrai sul compito, datomi dall'ingegnere mettendo a frutto le mie conoscenze di ingegneria e le abilità manuali, sicuramente niente a che vedere con quelle delle tellarite ma era bello avere qualcosa da fare e cercai di rimanere concentrata il più possibile perché ero determinata a far funzionare quel piano.
Nel frattempo, sentivo intorno a me gli altri membri dell'equipaggio armarsi e prepararsi per l'attacco imminente. Si rese conto che avrebbero dovuto affrontare i Romulani in un combattimento ravvicinato, senza l'aiuto delle armi a lungo raggio della navetta. Era una situazione rischiosa, ma Carol sapeva che non c'era tempo per esitare.
«Direi che ci siamo  annunciai, fissando gli occhi sul vecchio ingegnere. "Speriamo che questo elettroshock faccia il suo lavoro e di non aver fatto un disastro.» pensai, l'unica cosa di cui avevo fiducia in quel momento risiedeva nella determinazione e nella competenza dell'equipaggio. Eravamo tutti combattenti, pronti a fare tutto il necessario per proteggere l'Enterprise e recuperare il Capitano, non ci saremo arresi facilmente.
#79

Rekon

Tellarite


"Si va per tentativi, ragazza, un Romulano arrosto alla volta..." rispose Rekon al commento di Carol, facendo una smorfia che voleva essere un sorriso atto a sdrammatizzare la situazione ma che - anche a causa delle zanne porcine - parve decisamente più cattivo del voluto.

Il vecchio ingegnere cercò faticosamente di rialzarsi e, nel farlo, vide i due Romulani fuggire nel sottobosco, trovando una posizione da cui potevano tenere la navetta sotto tiro.

"Brutto affare..." commentò, indicando con una manata al dottore il comportamento dei due avversari "Se fanno così vuol dire che la loro intenzione è tenerci qui...o hanno rinforzi in arrivo o..."

Non finì la frase, ma lanciò una occhiata alla navetta verde dicendo "In entrambi i casi, se davvero vuoi discutere di quel gran basta*rdo di Q dammi un antidolorifico, perché io e la biondina dobbiamo salire su quella navetta in fretta..."

Si guardò attorno, non avevano molto su cui lavorare, dato lo stato della navetta, ma c'erano ancora le sonde della D.ssa Marcus.

Mentre il siero magico di McCoy gli faceva dimenticare le ossa ammaccate, il vecchio ingegnere prese una chiave idraulica e - senza troppe cerimonie - smontò il serbatoio di raffreddamento della trivella della sonda. Quindi lo diede in mano all'ufficiale della sicurezza e gli disse "È facile, ragazzone...lo butti tra noi e loro e gli spari. Lui esplode e genera una nube di fumo per qualche secondo. Mentre il fumo ci nasconde, tu spari ed io e la biondina saliamo sul rottame Romulano...ok?"

Prese la valigetta ingegneristica e aggiunse rivolto a Carol "Forza ragazza, dai una mano a questo vecchio rottame!"

Era un piano semplice e funzionò, nonostante oggettivamente i movimenti di Rekon fossero talmente rallentati da fare supporre al buon dottore dell'Enterprise che ci fosse qualche frattura tra le ammaccature di quel corpo suino. Li avrebbe seguiti per accertarsene?

A prescindere da ciò, l'interno della nave Romulana non era così malmesso, tenendo conto che avevano appena sostenuto un brutto schianto. Ciononostante i numerosi cortocircuiti che si vedevano non piacquero al Tellarite brontolone il quale, avvicinatosi a una consolle, individuò subito il problema.

C'era un sovraccarico in atto ed i Romulani si erano allontanati proprio per questo "Che b*stadi, volevano farci saltare in aria con il loro catorcio..." commentò stizzito, dopodiché cominciò a digitare alcune stringhe di codice.

Non ci vollero che pochi secondi, poi la lingua di interfaccia venne commutata da Romulano a Standard federale. Una volta fatto questo piccolo accorgimento, il Tellarite indicò a Marcus il percorso del sovraccarico "Vedi, è questo accumulatore che va in loop...ma i piloti sono evidentemente troppo scemi per capirlo da soli. E sai cosa facciamo noi...?"

Stavolta il ghigno fu volutamente cattivo e, digitata una stringa di comandi, aggiunse "Glielo restituiamo..."

Ci fu un suono sordo, dopodiché un rumore meccanico di metallo che sfregava rapidamente contro altro metallo e un cubo di titanio verde venne espulso da una piccola carica esplosiva e lanciato nel bosco, non lontano da dove i due Romulani si erano appostati e da dove stavano continuando a sparare ai federali.

Il cubo ebbe appena il tempo di toccare terra, dopodiché esplose in una detonazione potente che ribaltò le navette sganciandole l'una dall'altra e - incidentalmente, certo - mise fine all'assedio Romulano.

"Adesso cerchiamo di rimettere in piedi questo catorcio... commentò il vecchio Tellarite brontolone, spostandosi lentamente verso il fondo della navetta per mettere mano ai motori "Mi serve davvero una vacanza...e ancora non ho preso servizio...bah!"

@Carol
Se dai una mano nelle riparazioni noterai che la navetta ha uno strano sistema, un campo di contenimento molto superiore a quello usato per i reattori materia/antimateria. Non riesco a capire che tecnologia sia, ma deve avere qualcosa a che fare col motore della navetta. Che sia un modello sperimentale?

#80

I due romulani erano riusciti ad appostarsi in modo da avere una visuale pulita sulle navette, convinti di riuscire a tenere a bada i federali almeno finché la navetta non fosse esplosa ma, prima ancora che avessero il tempo di terminare quel pensiero, qualcosa esplose ed una nuvola di fumo avvolse l'area. Fai fuoco! suggerì uno dei due al compagno, sospettando che i nemici intendessero attaccarli e ritenendo che aprire il fuoco a caso fosse meglio che rimanere fermi ad aspettare che gli avversari fossero loro addosso. Non ci volle molto perché i federali iniziassero a ricambiare i colpi, mancandoli di una buona misura, ma dando loro quantomeno una direzione verso cui fare fuoco.

Ma che...?! sbottò uno dei romulani, quando scorse qualcosa volare nella sua direzione tra il fumo che si era ormai quasi completamente disperso. Non ebbe tuttavia il tempo di completare la frase, o anche solo capire cosa stesse succedendo, perché l'accumulatore esplose contro di lui, sbalzandolo assieme al compagno a diversi metri di distanza. Gerstman attese qualche istante prima di azzardarsi a mettere il naso fuori dal suo riparo di fortuna tra le lamiere della navetta federale: con il phaser saldamente in mano si avvicinò prudentemente al punto in cui l'accumulatore era esploso per verificare che i romulani fossero effettivamente fuori combattimento, ma aveva mosso appena un paio di passi quando un colpo lo prese di striscio, facendolo collassare a terra. Uno dei Romulani era ormai passato a miglior vita, ma il secondo non sembrava intenzionato a fargli compagnia e, sebbene l'esplosione gli avesse rotto abbastanza ossa da impedirgli di rialzarsi in piedi, sembrava del tutto determinato a mandare qualche federale a far compagnia ai suoi amici... anche se al momento stava facendo fuoco più o meno a caso in direzione di ciò che restava delle navette.

Where I come from, if someone
saves your life, you don't stab them in the back.

James T. Kirk | Human

Di qua disse Larisa, facendo strada verso uno stretto camminamento ricavato a sbalzo lungo la parete rocciosa. Dei parapetti in legno, ormai in gran parte collassati, suggerivano che, almeno un tempo, qualcuno sembrava essersi reso conto che quel percorso non aveva un aspetto molto rassicurante. Se avessero incontrato dei romulani lungo quella parete era molto probabile che l'incontro non sarebbe finito molto bene: nessuna possibilità di nascondersi e una facilità estrema di scivolare verso la parte inferiore della cava, che si trovava a diversi metri sotto di loro... molti più di quelli che sarebbe stato possibile sopportare con un balzo.

E' meglio se ci separiamo qui decise Jim, recuperando il comunicatore romulano per consegnarlo alla donna che era con loro: Bones e gli altri alla navetta avrebbero potuto comunque contattarli, quanto all'Enterprise l'assenza di comunicazioni avrebbe difficilmente potuto costituire un problema per i pochi minuti che li separavano dal rendez-vous con il resto della squadra di sbarco. Sai come usarlo? si informò Jim, premurandosi di mostrarle come fare a contattarli, prima di fare segno a Tulving che poteva proseguire. Al termine del camminamento troverete una galleria, seguite il condotto centrale e fate attenzione, sono diversi anni che non viene fatta manutenzione li avvertì esitante. Non preoccuparti rispose il capitano con un cenno di assenso: in fondo una galleria potenzialmente pericolante era l'ultimo dei loro problemi in quel momento torneremo il prima possibile promise, prima di incamminarsi al seguito di Tulving lungo lo stretto camminamento.

Si erano già infilati all'interno della galleria quando, nella penombra, lo sguardo di Jim si posò su qualcosa di assai strano: Tulving! chiamò, puntando con la torcia una serie di cavi fissati al soffitto della galleria. Terminano laggiù rispose l'addetto alla sicurezza, indicando una serie di pannelli metallici. Bastò che i due muovessero qualche altro passo all'interno della galleria perché delle luci si accendessero all'improvviso, facendo sussultare entrambi ed illuminando a giorno l'intero tunnel. Non mi piace per niente. annunciò Tulving. Romulani... convenne Jim, scostando i pannelli per rivelare una consolle che non lasciava alcun dubbio riguardo alla propria provenienza. Suggerisco di allontanarci il prima possibile. disse l'addetto alla sicurezza, scrutando con fare sospettoso entrambi gli accessi al tunnel. Buona idea. concordò il capitano ... un secondo... aggiunse, tamburellando rapidamente sulla consolle. I comandi erano interamente in romulano e senza conoscere la lingua orientarsi era tutt'altro che facile, ma qualche rara immagine forniva quantomeno una vaga idea di cosa stesse facendo. Non è che per caso sa leggere il romulano? chiese in direzione di Tulving, mentre l'immagine di quello che aveva tutta l'aria di essere un incrociatore romulano appariva di fronte a loro. Temo di no... mai visto niente del genere commentò l'ufficiale della sicurezza. Jim studiò l'immagine per un lungo istante prima di passare oltre... fu allora che un rumore di passi in avvicinamento, suggerì ai due che era probabilmente arrivato il momento di dileguardi.

Rapidi i due ufficiali si infilarono in uno dei condotti laterali e non ci volle molto perché si rendessero conto che, almeno su quelli, Larisa aveva ragione: sembravano completamente abbandonati da anni. Blocchi di roccia ostruivano qua e là il loro passaggio, rendendolo difficoltoso. Dovrebbe esserci un'apertura da questa parte... annunciò Tulving, infilandosi faticosamente in un'apertura tra due rocce che lo costrinse ad accucciarsi per poter procedere.

ok, voi quando volete arrivare, arrivate. Nel frattempo noi giochiamo ai piccoli speleologi. U_u Oggi ho letto di uno che è morto incastrandosi a testa in giù in una galleria, comunque...
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