TSE L'eredità dei Borg
#11

Thomas Eugene Paris

Umano

Miral studiò il tecnico informatico con aria sospettosa, ma la sfera che svolazzava a fianco della donna aveva attirato la sua attenzione: ricordava molto uno di quei giocattoli per bambini con cui aveva giocato tanti anni prima, ma la donna sembrava decisamente un po' troppo grande per giocarci ancora. Cos'è? chiese, indicando l'oggetto che aveva iniziato a bipparle attorno, a cui Sarah si era rivolta quasi come se fosse una persona. Subito dopo sulla sua console le schermate cominciarono ad aprirsi da sole e Miral intuì che qualcuno doveva averne preso il controllo da remoto. Il suo sguardo andò istintivamente in direzione di suo padre, ma sembrava impegnato a fare altro. Poi passò verso il tecnico informatico, notando che aveva aperto tante di quelle funzioni contemporaneamente da avere una confusione terribile davanti a sé. La ragazzina scosse la testa per tornare a concentrarsi sulla propria console.

Tom, nel frattempo, aveva terminato i controlli pre-lancio. Rotta ricevuta confermò, aprendola per studiarla un istante: non sembrava una rotta particolarmente complessa, fatta eccezione per un paio di campi di asteroidi che avrebbero potuto rivelarsi fastidiosi e il passaggio ravvicinato a uno dei satelliti di uno dei pianeti gassosi del sistema, che avrebbe dato qualche problema con la sua forte attrazione gravitazionale, ma non si trattava i nulla che il Flyer non fosse in grado di reggere. Propulsori posteriori accesi in stand-by annunciò, aprendo un canale con la plancia Delta Flyer pronto a partire annunciò, aspettando l'autorizzazione del capitano, prima di portare la navetta fuori dall'hangar.

Il viaggio attraverso il sistema fu rapido e senza intoppi. Fin troppo rapido per i gusti di Tom, che uscì a malincuore dalla curvatura, a breve distanza dalla luna che avevano deciso di utilizzare per occultare il loro ripetitore. Adeguò rotta e velocità a quella di una cometa che stava attraversando il sistema, in modo da sfuttarne il cono d'ombra per rimanere nascosti ad occhi indiscreti. Qualcuno dei metalli presenti nel nucleo sembrava interferire con i sensori, ma i sistemi principali rimanevano perfettamente operativi ed in grado di portare a termine la missione. Preparatevi a posizionare il ripetitore ordinò, impostando il pilota automatico.

Papà... non dovremmo chiedere il permesso prima di mettere un ripetitore nel loro sistema? chiese Miral. Da quanto leggeva sulla sua console niente lasciava sospettare che si trattasse di una specie pre-curvatura e sicuramente a lei non avrebbe fatto piacere se qualcuno avesse piazzato una sonda a spiarla. Sono una specie pre-curvatura, non possiamo contattarli spiegò Tom. Siete sicuri? ribatté perplessa la ragazzina. Certo, non era un'esperta, ma da quello che vedeva sulla sua console sembrava tutt'altro che una specie arretrata.
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#12

Sarah Mendel

Augmented Human


"Oh, giusto, scusa non vi ho presentati..." disse Sarah rivolta alla bambina mezza Klingon, quando questa chiese informazioni sulla piccola sfera fluttuante che l'informatica le aveva affiancato "Lui è Cippy, è la mia IA. Cioè, mia nel senso che l'ho programmata io, non che sia una mia proprietà. Anche se, in effetti, non è ancora sviluppata al punto da essere considerata senziente..."

Mentre parlava, Sarah sollevò ovviamente lo sguardo su Miral, ma senza interrompere la digitazione furiosa che stava seguendo. Era una vista probabilmente un po' straniante per chi - come la bambina - non vi era abituato, ma per l'informatica era assolutamente normale e, anzi, era parte del suo problema.

Il fatto che potesse fare con tale facilità simili calcoli, infatti, le lasciava molto tempo per pensare a cose orribili tipo in quanti secondi i loro vasi sanguigni sarebbero esplosi se il vetro protettivo del Flyer si fosse infranto.

Quella volta. Per fortuna, ci pensò Cippy a darle altro a cui pensare, emettendo una serie di suoni incomprensibili ma dal tono inequivocabilmente offeso.

Sbattendo le palpebre, l'Umana Potenziata si bloccò un momento affermando quasi titubante "Ma io non ho mai detto che tu sia difettoso o di bassa qualità. Ho detto solo che la tua matrice positronica non è abbastanza sviluppata da garantire la certezza di autocoscienza. Vedrai che ci arriverò, ma devi darmi tempo: non sono Soong!"

Dopodiché, fortunatamente, decollarono e la discussione parve finire lì.

Il viaggio sino al solo pianeta abitato del vicino sistema solare fu privo di eventi significativi e anche Sarah riuscì quasi a rilassarsi, per lo meno fino a quando una insinuazione di Miral non attirò la sua attenzione: cosa aveva visto la bambina che i sensori non avevano rilevato?

Riguardò rapidamente tutte le scansioni effettuate in fase di avvicinamento, riferendo a voce alta "Confermo che non si rileva alcuna traccia di Curvatura nel sistema. La colonizzazione spaziale è limitata alla luna del terzo pianeta e ad una serie di colonie orbitale costruite nei Punti di Lagrange. Rilevò alcune sonde esplorative dirette ai pianeti più esterni, ma dotate solo di propulsione a combustibile solido e sistemi di comunicazione ad onde radio AM/FM..."

Visionò quindi i dati inerenti il terzo pianeta, spiegando "Sul pianeta rilevò grandi conglomerati cittadini e mezzi di trasporto di massa, nessuna tecnologia di propulsione ad impulso, ma rilevo l'impiego di tecnologia di antigravità..."

Fino a quel momento nulla lasciava supporre una civiltà che conoscesse la curvatura, al più una che fosse nelle prime fasi dell'era spaziale. Certo, c'erano davvero tante colonie orbitali per non aver colonizzato nessun pianeta, ma alla fine era una anomalia trascurabile.

Infine i sensori si focalizzarono sulla luna del pianeta di Classe M e Sarah comprese cosa avesse indotto in dubbio Miral "Signore...la luna è.. strana...rilevò una elevatissima colonizzazione, come se fosse stata creata una mastodontica città artificiale che ricopre una quota significativa della superficie. Rilevo intre una massa ano.ala sulla superficie. Si tratta di Tritanio, ne rilevo circa 9 X 10^9 tonnellate..."

Era decisamente strano, perché di base il Tritanio era una lega estremamente difficile da produrre, praticamente impossibile senza poter usufruire di fonti energetiche ad antimateria o di potenza equivalente. La complessità di lavorazione era tale che la stessa Federazione non lo impiegava per le proprie navi, prediligendo il più lavorabile - ancorché meno solido - Duranio.

Che le venissero in mente le razze che impiegavano così massicciamente il Tritanio nelle loro costruzioni si contavano sulle dita di una mano: la Prima Federazione, gli Iconiani, i Borg e chi altro? Nessuno, le pareva...


Ho pensato che i "tecnologici" potrebbero essersi trasferiti nelle colonie orbitali, organizzate in "Side" tipo Gundam
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#13

Thomas Eugene Paris

Umano

Colonie orbitali, sonde, città... Tom ascoltò silenziosamente il rapporto senza notare nulla che stonasse a tal punto da mettere in dubbio l'analisi precedente. Certo, quella che si trovava ammassata sulla superficie era una quantità di tritanio non indifferente. Che genere di massa anomala? chiese, avvicinandosi alla console su cui stava lavorando Sarah per dare un'occhiata di persona, ma il numero di finestre aperte in ordine apparentemente casuale lo convinse rapidamente a desistere dall'intento di ricavare qualche informazione utile da quel cumulo di dati. Il comandante scosse la testa e tornò alla console di navigazione per cercare di tracciare una rotta in grado di portarli sufficientemente vicini al satellite naturale, con l'intenzione di dare un'occhiata senza farsi notare. Non ci volle molto, tuttavia, perché realizzasse che il Flyer era semplicamente troppo grosso per poter sfuggire all'avvistamento da parte di una civiltà che aveva raggiunto un livello tecnologico sufficiente a stabilire delle basi nello spazio.

Proviamo a lanciare una sonda decise, girando a Philips la rotta che aveva appena cercato di tracciare sì... dovremmo riuscire a farla passare per un asteroide confermò l'uomo, che subito si allontanò dalla sua postazione per approntare quanto richiesto. Sonda lanciata, dovreste avere già il tracciato. Avvicinamento al bersaglio in tre minuti e 20 secondi annunciò poco dopo ai colleghi mentre tornava alla sua postazione per visualizzare le immagini. L'immagine della luna sulla console si fece sempre più grande finché la sonda non raggiunse l'orbita, iniziando ad inviare immagini della superficie. Ma, prima che riuscissero a scorgere qualcosa degno di nota... Signore, ho perso la telemetria comunicò Philips. Nella voce dell'uomo risuonava perplessità, più che preoccupazione, mentre cercava di riprendere il contatto. Interferenze? chiese Tom, aprendo su un'altra console quanto avevano registrato fino a quel momento. Miral si avvicinò a suo padre, allungando il collo con fare curioso sembra un cubo Borg disse la ragazzina, inclinando la testa per cercare di dare un senso a una delle immagini sfuocate che la sonda aveva registrato.

Il primo istinto di Tom sarebbe stato farle notare che non era possibile che un cubo Borg si trovasse parcheggiato su un satellite nel bel mezzo di una colonia aliena, ma ad una seconda occhiata non poté fare altro che riconoscere che, per quanto assurdo, anche a lui sembrava tecnologia Borg. E' possibile? chiese perplesso, forse più a se stesso che agli altri membri dell'equipaggio, mentre cercava di dare una spiegazione sensata a quei brandelli di immagine.


Facciamo che gli alieni ci beccano, fuga rocambolesca, salvo che non sono realmente Borg e ce la caviamo o invece va tutto bene, piazziamo il ripetitore e ci cacciamo nei guai andando a ficcare il naso di persona? Thinking
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#14

Sarah Mendel

Augmented Human


Man mano che la sonda di avvicinava alla luna Sarah ne analizzava la telemetria e le rilevazioni, riferendo gli elementi essenziali e trasmettendo alla postazione di Paris o dati significativi "La massa è enorme e localizzata, come fosse una specie di montagna...ha una densità significativamente maggiore del resto della luna, al punto da averne modificato il campo magnetico..."

L'interferenza derivante forse da questa modifica era però enorme e, man mano che la sonda si avviconava, cresceva anziché diminuire. Per questo tentò di aumentare la risoluzione, spiegando "Qualcosa disturba il segnale della sonda, nonostante stia tentando di compensare..."

Era assurdo. Nulla di naturale poteva creare una simile interferenza nei sensori di una sonda di Classe 3, studiata per analizzare nebulose, pulsar ed altri elementi spaziali altamente energizzanti.

Sarah aveva preso quasi come una sfida quella situazione ed avviò una serie di algoritmi di miglioramento del segnale quando, d'un tratto, i sensori della sonda rilevarono un picco anomalo ed il segnale di perse.

Philips affermò di aver perso la telemetria, ma non era così. Non solo, almeno. Riguardando le letture, l'informatica notò che il picco rilevato dai sensori era assurdo, superiore all'energia rilasciata da un siluro fotonico. Inoltre lo spettrometro rilevava una quantità notevole di gas ionizzato.

Mirai fu però l'unica a studiare l'immagine sullo schermo anziché i dati, facendo una osservazione che - in qualche modo - fece venire i sudori freddi a Sarah...possibile fosse veramente un cubo?

La domanda di Paris la colse che già stava studiando la cosa, perciò rispose "La massa complessiva ed il materiale sono compatibili con un vascello Borg classe Cubo, anche se non rileviamo emissioni energetiche tipiche di una nave funzionante. Ad ogni modo la sonda è stata distrutta da una emissione altamente energizzata, forse un siluro al plasma..."

In quel momento il programma di ottimizzazione grafica completò il proprio lavoro e, sfruttando diversi frammenti di immagine, riuscì a ricostruire qualcosa di sensato: si trattava di una porzione significativa di suolo lunare, dalla quale - al centro di quella che sembrava una città protetta da una grande cupola - spuntava una enorme e sgraziata forma cubica.

Il cubo - non vi erano dubbi fosse un cubo Borg - era leggermente inclinato a dritta, come se si fosse schiantato pesantemente sul suolo lunare affondandovi con uno degli spigoli per quasi mezzo chilometro. La superficie era quasi interamente scura, priva della caratteristica luce verde, ma arisultava coperto di impalcature.

"Signore, non sono certa che lo sviluppo tecnologico di questa gente sia compatibile con dei siluri di quel tipo..." aggiunse, evitando di specificare che i Borg non avevano invece difficoltà ad utilizzarli.
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#15

Thomas Eugene Paris

Umano

Tom ascoltò incredulo le parole di Sarah. A dispetto delle eccessive preoccupazioni del PG di Enty riguardo alla pericolosità del Quadrante Delta, da anni non si avevano notizie di avvistamenti di vascelli Borg. Con il passare del tempo, la Federazione si era ormai convinta che la minaccia fosse ormai cessata e non c'era motivo di ritenere che non fosse così. Nemmeno nel corso delle esplorazioni del Quadrante Delta era mai stata fatta menzione di attività Borg e le missioni diplomatiche delle navi federali avevano consentito loro di stringere qualche proficua alleanza.

Il fatto che secondo le rilevazioni non fossero presenti le emissioni tipiche di una nave funzionante lasciava ben sperare... forse si trattava di un vascello andato alla deriva dopo la distruzione dei Borg, forse un danneggiato dagli scontri... ma non potevano dimenticare che qualunque cosa, funzionante o meno, avesse a che fare con i Borg, aveva in genere la brutta tendenza a rivelarsi pericolosa nelle mani sbagliate. Il comandante abbassò lo sguardo sulle immagini che il computer stava lentamente ripulendo, portando l'attenzione alle strane impalcature che ricoprivano quello che ora appariva evidentemente come un cubo, danneggiato e conficcato su uno degli spigoli nella superficie lunare.

La cosa più preoccupante, tuttavia, era il siluro: gli abitanti del pianeta non avrebbero dovuto essere in grado di rilevare la sonda, men che meno centrarla, senza parlare della tecnologia necessaria per mettere insieme un siluro di quella potenza! Non mi piace per niente fu costretto ad ammettere il comandante, dando probabilmente voce ai pensieri di tutti i presenti piazziamo il ripetitore: ha dei sensori a lungo raggio, forse riusciranno a dirci qualcosa in più su quello che sta succedendo qui valutò, mentre un secondo pensiero si faceva strada nella sua mente: avevamo dato per scontato un livello tecnologico molto inferiore... supponiamo che non siano in grado di produrre siluri al plasma, ma li abbiano semplicemente recuperati dalla nave borg... quali sono le probabilità che abbiano anche gli strumenti per rilevare la nostra posizione? si informò, tornando alla console di navigazione, pronto a riprendere il controllo nel caso si fosse resa necassaria una rapida fuga.

Sulla luna sembrava esserci un certo fermento: un oggetto di piccole dimensioni, forse una nave monoposto, forse un drone, si era avvicinato al punto in cui avevano perso il contatto con la loro sonda e poi si era fermato. Una cosa era certa: se volevano essere discreti avevano fallito in pieno la missione.


nonmidistruggereilflyernonmidistruggereilflyer... >_<
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#16

Sarah Mendel

Augmented Human


"Su questo non ci sono dubbi..." borbottò Sarah alle parole del Primo Ufficiale: non importava se il Cubo era attivo o meno, qualsiasi cosa riguardasse un Cubo Borg era un problema...si trattava solo di definire quanto era grosso il problema!

La domanda di Paris era però ragionevole: ipotizzando che non ci fossero più Borg, ma qualcuno ne avesse parzialmente recuperato la tecnologia, quanto avrebbero potuto acquisire?

"Immagino dipenda da quanto tempo studiano il Cubo, comunque il recupero della tecnologia sarà per forza di cose limitato, fintanto che non riusciranno a dare energia ai sistemi..." spiegò, cominciando a mordersi le unghie mentre ragionava su quel poco di informazioni che i sensori e le registrazioni della sonda davano loro "Dal grado di colonizzazione spaziale posso ipotizzare che abbiano raggiunto la Luna circa un secolo fa...ma stando ai sensori, sul pianeta usano ancora reattori a fissione nucleare, quindi vuol dire che non sono riusciti a replicare i sistemi ad antimateria Borg..."

"E se installassimo la sonda all'interno del corpo roccioso dietro cui ci stiamo nascondendo?" propose Philips, meditabondo "La perdita di risoluzione sarebbe minima, ma la schermatura del pianeta renderebbe difficile rilevarla...ovvero, un vascello Borg potrebbe anche rilevarla, ma tecnologie inferiori faticherebbero molto, specie dalla distanza. Il solo problema è legato alla rotazione del planetoide...avremmo letture solo ogni 47 ore standard per una finestra di appena cinque, quando i due corpi sono allineati..."

A Sarah non pareva una gran perdita, rispetto a quel che avrebbero potuto ottenere. Ma ovviamente la decisione non spettava a lei, quindi si limitò a ragionare su come farlo se Paris avesse detto di sì "Nel caso potremmo installarlo usando due teletrasporti simultanei...uno per rimuovere la massa rocciosa e l'altro per installare il ripetitore... l'operazione impiegherà circa 5 minuti. Dopodiché, opportunamente configurato, potrebbe riuscire a superare buona parte delle interferenze, ma per quello potremmo necessitare di alcune ore."

Nel frattempo una nuova scansione terminò e la ragazza aggiunse "Ad ogni modo, Comandante, nessuna delle navi che rilevo sembrerebbe avere un output energetico sufficiente ad alimentare un lanciasiluri al plasma, dunque la spiegazione più probabile è che - anche se a bassa potenza - questa gente abbia parzialmente alimentato le armi del Cubo..."

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#17

Thomas Eugene Paris

Umano

Tom tornò a studiare le immagini del cubo cercando di cogliere sulla sua superficie indizi rivelatori dell'attività solitamente connessa con il funzionamento di un vascello di quel tipo, ma ad occhio la superficie scura sembrava silente. Passò poi a studiare i dati dei sensori che aveva trasferito presso la propria console, ma anche lì non aveva alcun motivo per sospettare che l'analisi del tenente Mendel fosse meno che accurata. Tecnologia borg nelle mani di una civiltà tanto arretrata comunque non prometteva niente di buono, oltre a costituire una serie di problemi morali. Da un lato erano tenuti a non interferire con il naturale sviluppo di quella società, dall'altro cosa mai poteva esserci di naturale in una riserva di siluri al plasma e chissà che altro. La tecnologia Borg non era ancora stata del tutto studiata e compresa nemmeno dalla Federazione e il fatto di lasciare che l'equivalente di un gruppo di bambini giocasse con simili armi non sembrava esattamente il modo migliore per assicurare il loro sviluppo.

L'idea di nascondere il ripetitore all'interno del corpo roccioso in modo da garantire un'ulteriore schermatura avrebbe anche potuto rivelarsi buona, ma rimaneva un grosso interrogativo se le loro navi non possono alimentare un lanciasiluri al plasma, come hanno fatto a colpire la nostra sonda? chiese secondo i dati dei nostri sensori quel cubo dovrebbe essere completamente morto: fino a che punto possiamo fidarci dei nostri dati se ci dicono che ciò a cui abbiamo appena assistito è impossibile? fece notare. Come potevano essere certi che nello stesso modo non avrebbero potuto rilevare la sonda... o lo stesso Flyer?

Le alternative a loro disposizione, comunque, erano limitate: avvicinarsi era fuori discussione perché avrebbe sicuramente rivelato la loro presenza. Andarsene e posizionare il ripetitore altrove era molto più sensato, ma non avrebbe risolto il problema di fondo, ovvero indagare su quanta della tecnologia Borg fosse in loro possesso. Lasciare il ripetitore all'interno del corpo roccioso rischiava di far sì che venisse rilevato ma, in fondo, sembrava comunque l'opzione migliore. Fate gli aggiustamenti necessari per installare il ripetitore nell'asteroide decise.

Miral, che se ne era stata in silenzio fino a quel momento ad osservare le immagini, aveva drizzato le orecchie di fronte a quell'idea. Posso darvi una mano? chiese in direzione di Philips, con il quale continuava a sentirsi molto più a proprio agio che con la tizia stramba che parlava al drone fischiettante. So configurare dei sensori si vantò.
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#18

Sarah Mendel

Augmented Human


”Sinceramente non saprei risponderle, Comandante…” rispose Sarah, evidentemente perplessa quanto lui dalle letture apparentemente incoerenti che riceveva. Eppure era certa che nessuna delle letture era falsa, pertanto restava una sola spiegazione possibile ”Teoricamente la sola risposta sensata che mi viene in mente è che la tecnologia che hanno nei pressi del cubo sia più sofisticata di quella delle astronavi e colonie che riusciamo a scansionare da qui e con i sensori del Flyer…teoricamente potrebbero aver sviluppato tecnologie che gli permettano di utilizzare alcune delle più semplici fra le componenti Borg, pur senza attivare direttamente il Cubo…”

Le venivano in mente decine di modi per farlo, ma il fatto che le armi fossero una delle tecnologie cui avevano dato la priorità le faceva accapponare la pelle. Ad ogni modo concluse ”Ad ogni modo è evidente che – se ci sono tali tecnologie – sono comunque limitate alla zona lunare che non riusciamo a scansionare con precisione…”

Alla fine il Primo Ufficiale parve comunque decidere di installare il ripetitore ed il suo blocco sensori nella corsa del corpo celeste dietro cui si nascondevano, quindi l’informatica e l’ingegnere si scambiarono uno sguardo di intesa e cominciarono a lavorare sulle necessarie calibrazioni.

Quando Mirai – forse annoiata dai discorsi degli adulti – chiese se poteva fare qualcosa, la rossa sollevò il capo dai codici che stava digitando e – senza interrompersi – chiese a Cippy di richiamare una scansione dei livelli di emissione provenienti dalla Luna ove il Cubo Borg si era schiantato. Dopodiché disse alla ragazzina La schermata che vedi è la sintesi delle letture dei sensori passivi circa l’energia prodotta sulla luna. Come vedi per il momento è abbastanza stabile, ad un livello compatibile con la tecnologia aliena rilevata. Se dovessero usare tecnologia Borg, comunque, dovrebbero necessariamente aumentare la potenza erogata, quindi per favore tieni d’occhio le emissioni ed avvertici se rilevi un picco…”

Ovviamente Sarah aveva impostato un controllo remoto per avvertirla in caso di fluttuazioni anomale di energia, ma avere due occhi umani a guardare la cosa non era comunque sbagliato e non avrebbe fatto danni. Inoltre – dato che si trattava di una rilevazione effettuata con i sensori passivi – non rischiavano che questa potesse attrarre attenzioni indesiderate.

Lavorarono in silenzio per diversi minuti, durante i quali sui sensori di navigazione Paris poté notare che diverse piccole astronavi si erano alzate in volo dalla città lunare, convergendo verso il punto in cui la sonda era stata distrutta. Si trattava di vascelli poco più grandi di una navetta della Federazione, ma decisamente più lenti, che sembravano intenti ad analizzare l’area eseguendo uno schema di ricerca comunque limitato alla bassa orbita.

Non essendo nulla che potesse interessarli dalla distanza a cui si trovavano, gli Ufficiali della Voyager si limitarono a tenerli semplicemente d’occhio, dopodiché Philips avvertì con la sua voce profonda ”Siamo pronti a teletrasportare il ripetitore…”

”Va bene, procedo…” confermò Sarah.

Dal retro della navetta si udì il caratteristico suono del teletrasporto in azione, dopodiché la rossa informò ”ripetitore in posizione, inizio la configurazione…”

Contemporaneamente, però, una schermata si acccese sul suo Display e Miral avvertì ”succede qualcosa, c’è stato un cambiamento…”

Sarah stava già controllando le letture e si affrettò a riferire ”Rilevo un picco di potenza…” ma non potè aggiungere altro, perché un istante dopo uno degli spigoli del Cubo si illuminò per un momento di verde e cinque sfere di plasma eruppero, dirigendosi verso il corpo celeste dietro cui si nascondevano a velocità superluminare ”Siluri in arrivo! Alzo gli scudi!”
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#19

Thomas Eugene Paris

Umano

Tom ascoltò in silenzio le considerazioni del tecnico informatico ma, anche se concordava sul fatto che il ragionamento della donna fosse plausibile, era un po' meno convinto che un lanciasiluri al plasma potesse essere considerato una delle "più semplici tra le componenti Borg" e avere a disposizione esclusivamente informazioni di dubbia affidabilità su cui poter prendere decisioni non gli sembrava esattamente l'ideale. Fortunatamente, a parte qualche nave che mostrava particolare interesse per ciò che doveva essere rimasto della loro sonda, niente lasciava supporre che li alieni li avessero individuati, o che avessero anche solo gli strumenti per farlo. Se non altro, considerando che avevano già per le mani quello che restava di un cubo borg, difficilmente qualche pezzo di tecnologia federale avrebbe potuto creare gravi cambiamenti nella loro società.

Per qualche strana ragione, la dose di fortuna che solitamente accompagnava gli equipaggi della Flotta sembrava essersi completamente esaurita per la Voyager, che nelle ultime settimane tra incidenti e malfunzionamenti vari sembrava aver accumulato la dose di disgrazie che solitametne si raccoglievano nel giro di mesi. Avevano letteralmente toccato il fondo. Chissà, forse ora avrebbero cominciato a risalire... o, almeno, era quello a cui Tom stava pensando nel momento in cui iniziarono a teletrasportare il ripetitore, qualche frazione di secondo prima che i sensori registrassero l'arrivo di non uno, ma ben cinque siluri. Fortunatamente Sarah fu lesta ad attivare gli scudi e Tom nell'afferrare i comandi: il planetoide esplose, scagliando rocce di varie dimensioni in gni direzione Reggetevi... suggerì Tom, sapendo che sarebbe stato impossibile evitare tutti i frammenti. Il comandante fece il possibile per evitare quantomeno i più grossi e ci furono un paio di momenti in cui fu un cambiamento di direzione all'ultimo istante ad evitare che facessero la stessa fine del loro ripetitore. Alcuni dei frammenti più piccoli, tuttavia, impattarono ad alta velocità contro i deflettori.

Scudi al 60%, devio l'energia ai deflettori di prua annunciò Philips, notando che erano quelli che stavano cedendo più rapidamente. Mendel, mi serve una rotta sicura... chiamò Tom, senza distogliere per un solo istante lo sguardo dai sensori che calcolavano la traiettoria dei vari asteroidi. Inutile dire che appena fossero usciti da quel campo di detriti sarebbero stati un bersaglio facile da individuare e difficilmente il Flyer avrebbe retto una scarica di siluri borg. Restare lì non si sarebbe comunque rivelata una buona idea, visto che le navi aliene li avrebbero raggiunti di lì a breve.
Stavo pensando... e se ci facessimo catturare? Data la situazione avrebbe più senso cercare di allontanarsi (non necessariamente tornare alla Voy visto che al momento sono in panne e non vogliamo portare da loro alieni potenzialmente armati di tecnologia Borg). Se invece salta fuori un raggio traente o qualcosa in grado di mandarci in panne i motori saremmo costretti ad arrivare sulla luna e possiamo iniziare a scoprire cosa succede... altrimenti ci tocca metterci al sicuro, studiare i dati, scoprire cose e tornare indietro. Thinking Se @Aster si aggrega è per forza la seconda perché dobbiamo passare a recuperarlo, altrimenti con la prima risparmiamo tempo. Che dici?
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#20

Sarah Mendel

Augmented Human


Gli scudi e la posizione defilata del Flyer furono sufficienti a proteggere la piccola astronave dal primo assalto Borg, ma mandarono completamente in frantumi il planetoide dietro al quale si erano nascosti trasformandolo in un cumulo di detriti spaziali.

Il Comandante Paris fu estremamente lesto nell’inserire una manovra evasiva che consentì loro di evitare gli impatti con le rocce più grosse ma – anche allo sguardo non certo esperto di Sarah – risultava evidente che l’ammasso di materiale di risulta era troppo denso per potervi navigare incolumi all’interno.

Quando il Primo Ufficiale le domandò una rotta per uscire da quell’inferno, la ragazza si era già messa all’opera e stava calcolando manualmente la rotta dei duecentotrentacinque frammenti rocciosi di maggiori dimensioni, al fine di estrapolare un percorso che consentisse loro di evitarne il maggior numero.

”Non potremo evitare tutti i frammenti…” informò Paris, trasmettendo al Timone una telemetria parziale che avrebbe consentito di evitare loro i quarantasette più vicini, prima di trovarsi in un punto dal quale sarebbe stato impossibile evitare un impatto ”Energizzo i banchi phaser per disgregare il frammento che ci impedisce la fuga, ma dovrò attendere di vedere il suo schema di dispersione per poter elaborare la seconda parte del percorso. ”

Era un salto alla cieca, ma che alternative avevano? Mentre il Flyer si muoveva agilmente in una sorta di percorso ad ostacoli che – se fosse stato una simulazione – di certo sarebbe stato all’altezza dei più difficili tra gli esami dell’Accademia (quelli studiati per individuare i veri assi tra la mole di cadetti che sognavano di pilotare un’astronave), la rossa puntò i banchi frontali del Phaser verso una grossa roccia che si stagliava cupa davanti a loro, cominciando a centrarla al centro con un raggio continuo che la rese rapidamente incandescente come un piccolo sole.

La navetta federale ruotò attorno ad una grande conformazione rocciosa simile ad una arachide senza smettere di sparare ed il Tenente Philips, mentre vedeva il loro bersaglio avvicinarsi a velocità spaventosa, disse alla collega ”Hem…Sarah…se non ti sbrighi ci schianteremo come un insetto su un parabrezza in una olosimulazione della Terra anni ’90 del ventesimo secolo…”

Senza smettere di effettuare calcoli, la ragazza modificò l’emissione phaser causando una singola pulsazione lungo il raggio poi - mentre la roccia di fronte a loro esplodeva violentemente per l’improvviso sbalzo termico dovuto al repentino cambio di temperatura quando l’informatica spense il raggio – chiese ”Insetti spiaccicati su un parabrezza? Succedeva davvero?”

Il Flyer passò attraverso i frammenti in espansione della roccia, subendo alcuni impatti minori sugli scudi che, per un secondo, fecero oscillare le luci. Mentre l’energia si stabilizzava, comunque, Sarah completò i calcoli di cui aveva bisogno e trasmise la seconda parte di rotta al Timone, spiegando a Paris ”Ecco una rotta di allontanamento, signore…ma la avviso che ci porterà in una zona a bassa densità di materiale residuo entro ventisette secondi…saremo vulnerabili ad un eventuale attacco Borg…”

Per il momento i sensori non rilevavano attività dal Cubo e, anzi, sembrava che i livelli energetici dell’intera città lunare fossero drasticamente diminuiti, come se il precedente attacco avesse comportato l’impiego di molte delle risorse energetiche disponibili. Per contro, però, numerosi piccoli oggetti spaziali grandi poco più della navetta su cui stavano viaggiando sembravano essere stati messi in allarme dall’attacco appena avvenuto e stavano decollando sia dalla Luna che dalle Colonie più vicine, apparentemente in rotta di intercettazione.

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