TSE Star Trek: The Geriatric Generation
#21

In the end they'll judge me anyway so, whatever.

Haru Sunak Chekov Umano/Vulcaniano

Penso che questo sia un ottimo punto di vista e sicuramente le fa onore.
Era davvero colpito dalla dedizione della collega, era evidente che fosse ligia al dovere e che la missione le stava a cuore; questo era decisamente importante perché spesso avere un motivo rendeva una persona più propensa a lavorare meglio.
Si trovò a sorridere quando Maria si presentò in modo ufficiale, era consapevole che non c’era un reale bisogno ma continuava a pensare che era un punto a suo favore il voler seguire le formalità anche in occasioni come quella.
Non fece il saluto ufficiale a sua volta ma si limitò a fare un cenno con la testa ai presenti prima di soffermarsi sulla sua bisnonna.
Anche io sono felice di essere qui e poter contribuire alla causa.
Non c’era bisogno che specificasse che era felice di poter compiere quella missione insieme a lei dato che non avrebbe mai pensato che potesse accadere. Non si soffermò troppo su quel pensiero, perché poco dopo Korinna iniziò il suo discorso e Haru prestò attenzione a tutto quello che disse. Non era facile per il ragazzo mettere da parte il suo grado e ragionare in modo più rilassato nonostante fosse una missione ma doveva ammettere che era una scelta logica se permetteva a tutti di esprimersi con maggiore libertà, in modo da poter capire tutti i punti di vista ed essere più coesi. Aveva decisamente apprezzato ogni sua parola e doveva ammettere che si sentiva davvero onorato nell’essere lì, ancora di più quando vide la sua bisnonna dare l’ordine.
Si mise immediatamente nella sua postazione, in modo da poter essere pronto in qualsiasi momento, non voleva essere impreparato e soprattutto era seriamente entusiasta di poter provare un sistema così avanzato.
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#22

La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro. Leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare.

Maria Michelakos Umana

Era inusuale sentirsi dire di abbandonare "encomi, gradi e anni di servizio" ma Maria ne comprendeva bene il motivo. La Liberty era una piccola nave, e la loro una piccola squadra. In quella situazione, una collaborazione alla pari sarebbe stata più funzionale di un eccessivo distacco professionale. Beh, quasi alla pari. Maria non aveva problemi ad accettare un relazionarsi meno professionale ma non aveva intenzione di ignorare la discrepanza di esperienza tra i presenti. Avrebbe rispettato le indicazioni dei più esperti compagni di squadra - soprattutto quelle di T'Dal - ma non si sarebbe fatta scrupoli a dire la sua quando necessario.

Chiederei lo stesso a tutti voi. Disse Maria, alla conclusione del discorso di Korinna. Come immagino tutti sappiate, mio fratello si trova sulla Voyager. Son convinta di riuscire a mantenere il sangue freddo ma, se smarrissi la strada, vi prego di farmelo presente. Evitare azioni incoscienti credo sia qualcosa che dobbiamo a tutti: a Silas, a Lorelei, a tutto il resto dei dispersi... e ai loro famigliari. Sì, Maria era stata fortunata. Ne era ben cosciente. Era estremamente raro che un famigliare venisse fatto partecipare ad una ricerca di dispersi, e difficilmente lei era l'unica nella Flotta ad avere un fratello sulla Voyager.

Non preoccupatevi: se qualcuno di voi perdesse la testa, lo farei rinsavire a colpi di bat'leth. Il commento dell'anziana klingon fece spuntare un sorriso sulle labbra di Maria. Che lei sapesse, non c'era nessuna bat'leth a bordo quindi quella di Seeth era una battuta. O almeno così sperava.

Mentre i preparativi alla partenza erano in corso, Maria si sedette alla sua postazione subito seguita dalla klingon.
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#23

Korinna Suder

Betazoid

Korinna annuì alle parole di Maria, che comprendeva bene. I sentimenti della giovane in quel momento non erano molto diversi dai suoi: la preoccupazione per quella prolungata carenza di notizie da parte della Voyager, la volontà di capire ciò che era successo, la speranza, ora che la nave si stava mettendo in moto, di poter fare qualcosa di concreto per evitare di perdere un membro della famiglia tanto giovane, con così tanto ancora da dare e da scoprire...

Pilone d'attracco sganciato... manovra di allontanamento completata... annunciò Tomi, impostando rapidamente i comandi nella console, mentre il suo sguardo saettava qua e là tra ciò che stava facendo e le informazioni che scorrevano velocemente a schermo. Rotta inserita... passo a velocità curvatura tra tre... due... uno... annunciò per abitudine: le navi che era abituato a pilotare avevano l'abitudine di assoggettare i passeggeri ad un leggero contraccolpo nel passare a curvatura e fu sorpreso quanto compiaciuto di constatare che lo stesso non valeva per la Liberty. Quest'affare si pilota con un dito! esclamò entusiasta, aprendo le informazioni sui consumi e sulla dispersione energetica con sguardo affascinato.

Korinna, nel frattempo, aveva raggiunto Seeth e l'aveva presa nuovamente a braccetto per accompagnarla verso una delle poltrone ho una console per te... ridacchiò, lasciando andare l'amica perché potesse sedersi. Da qui puoi richiamare le varie funzioni... iniziò a spiegare. Nonostante il design futuristico, la Liberty rimaneva una nave della Flotta e nell'ultimo secolo non si poteva certo dire che avessero operato grandi modifiche nella struttura di base dei sistemi: a Korinna non era servito molto per impratichirsi con le nuove console ed ora era pronta a spiegare all'amica quello che aveva capito e quello che già sapeva, conscia di quanto fosse importante che ogni membro di quell'improvvisato equipaggio fosse in grado di operare la nave. Certo, ognuno di loro era più abile in una particolare mansione... ma viste le dimensioni dell'equipaggio era probabile che tutti loro si sarebbero presto trovati anche a fare molto altro...

iniziamo a farci intercettare da gente... o aspettiamo di arrivare ai condotti prima di incontrare problemi? Big Grin
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#24

Logic is the beginning of wisdom, not the end of it

T'Dal Zayrus Vulcaniana

Nella plancia della Liberty, seduta sulla mia poltrona di comando, osservavo con attenzione mentre Tomi annunciava che avevamo sganciato il pilone d’attracco e completato la manovra di allontanamento. Era un momento significativo, la soglia tra l’attesa e l’azione, e il mio cuore si agitava al pensiero dell’avventura che ci attendeva.
Il mio sguardo vagò brevemente, quasi cercando Pavel, il mio compagno di una vita, in un angolo della plancia dove ovviamente non poteva essere. Era un gesto illogico, frutto di un'abitudine forgiata negli anni, e mi sorpresi a farlo. I miei occhi si posarono poi su Haru, osservandolo per un lungo momento. La sua presenza qui, la connessione tra le nostre generazioni, era un ponte tra passato e futuro, tra esperienza e speranza. In lui, vedevo non solo la mia discendenza ma anche il futuro della Federazione, pronto ad affrontare l'ignoto con coraggio e curiosità. Volgendo lo sguardo all’esterno, verso lo spazio che si apriva davanti a noi, mi chiesi se eravamo soli in questo viaggio. C'era qualcosa là fuori ad attenderci? La vastità dello spazio poteva sembrare fredda e inospitale, ma in quel momento, sentivo la solidarietà dell'equipaggio che mi circondava, una forza che trasformava la possibile solitudine in determinazione. L’oscurità dello spazio esterno sembrava infinita, eppure sapevo che non eravamo soli. Avevamo l’uno l’altro, e un obiettivo che ci univa oltre ogni differenza. Poi, annuii a Maria, la cui connessione personale con la Voyager aggiungeva un ulteriore livello di significato alla nostra missione, per poi alzare un sopracciglio rivolto a Seeth, come per farle capire che ero divertita da quelle sue parole. Con la nave pronta a procedere, l'annuncio di Tomi che eravamo pronti a passare a velocità curvatura segnò un altro momento cruciale. La transizione fu sorprendentemente liscia, una testimonianza della tecnologia avanzata con cui la Liberty era equipaggiata. Tomi, visibilmente entusiasta della facilità con cui la nave rispondeva ai suoi comandi, e mentre la Liberty si addentrava nello spazio profondo, la sensazione di avventura e scoperta era palpabile. Nonostante le incognite che ci attendevano, sapevo che insieme, come equipaggio unito da un comune scopo, eravamo pronti ad affrontare qualunque sfida ci aspettasse. Il nostro viaggio verso l'ignoto era iniziato, e io, ero determinata a portare a termine la nostra missione, sostenuti dalla speranza e dalla solidarietà che ci legava l'uno all'altro. E intanto, avrei capito cosa fare nel mio futuro, sebbene sapessi che la logica mi suggerisse di lasciare l’esplorazione ai giovani.
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#25

In the end they'll judge me anyway so, whatever.

Haru Sunak Chekov Umano/Vulcaniano

Apprezzava che Maria avesse precisato di aiutarla a seguire la strada posta per evitare che sviasse nel percorso. Nonostante avesse dimostrato di tenere molto alle regole e al proprio ruolo, il fatto che suo fratello fosse in pericolo non era un fattore da sottovalutare; non la conosceva abbastanza bene da poterla classificare come una persona emotiva o meno ma in ogni caso non era una situazione facile da gestire lucidamente. Nonostante avesse in parte sangue vulcaniano e avesse abbastanza autocontrollo, nemmeno Haru poteva essere certo di potersi definire calmo in una situazione come quella e per questo non avrebbe mai giudicato qualcuno.
Chiedo lo stesso, per quanto abbia abbastanza autocontrollo da riuscire ad agire con logica sotto pressione, non posso assicurare sempre questo soprattutto in certi casi. Quindi non siate clementi con me, allo stesso tempo io non mi farò problemi a dire quando penso che le azioni dei miei compagni siano un problema o meno per la missione.
Il suo sguardo si soffermò per un istante su T’Dal, anche se non aveva nessun familiare nella Voyager ma aveva comunque un legame affettivo con Polina ed era un po’ come una sorella per Haru, inoltre la bisnonna faceva parte della missione e questo poteva essere un fattore scatenante per l’emotività dello xenobiologo. 
Si trovò ad accennare a un sorriso alle parole di Seeth, capendo benissimo l’intento che la klingon voleva raggiungere e apprezzando il gesto. Quando il discorso sembrò essere quasi un ricordo, Haru si concentrò interamente sulla postazione studiandone le caratteristiche e rimanendo affascinato per quanto fosse innovativa. Non volendo rimanere con le mani in mano, decise di iniziare ad analizzare alcuni dati raccolti prima della sparizione della Voyager. 


In caso ci fossero problemi, fatemi sapere se e quando devo far captare qualcosa ad Haru
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#26

Seeth Sef

Trill/Klingon

Oh! E questa sarebbe? Seeth si lasciò accompagnare da Korinna alla sua postazione, osservando con occhi quasi luccicanti la console nuova di zecca. Avendo vissuto per anni su Trill, come semplice civile, la klingon non era rimasta aggiornata coi tempi. La console non solo aveva un aspetto ben diverso da quelle delle navi klingon su cui aveva servito, ma poteva essere considerata una novità per una abituata alle plance del ventitreesimo secolo. La console OPS, eh? Sembra una via di mezzo tra vari tipi di console. Analizzò, mentre prendeva posto. Mm.. le comunicazioni toccheranno a me o abbiamo anche una console comunicazioni? Domandò. ..e le armi? Ho i sensori, ma le armi non riesco proprio a trovarle.

Quelle sono mie. Intervenne il guardiamarina Michelakos, dalla console tattica. Argh, un vero peccato. Beh, almeno poteva consolarsi di aver l'accesso ai sensori. Non era l'unica, quindi magari il suo scrutarli sarebbe stato un po' ridondante ma, ex-diplomatica o meno, una klingon non poteva mica vivere solo di sistemi ingegneristici (che Taulin Sef avrebbe compreso ma lei no) e comunicazioni! Non aver accesso alle armi un po' le rodeva ma poteva consolarsi con la consapevolezza di essere riuscita a portare con successo a bordo la sua bat'leth, e sotto il naso di un'ignara ufficiale della sicurezza. In un certo senso, aveva avuto già la sua vendetta nei confronti della giovane umana.

Sotto il controllo di Tomi, la Liberty si sganciò dal pilone di Deep Space 9 ed entrò in curvatura. Una volta in viaggio, l'attenzione di Seeth tornò sulla console. Entrata nel sistema dei sensori, cominciò letteralmente a giocherellarci. Era davvero curiosa di scoprire tutte le sue funzionalità e di vedere se c'era qualcosa di nuovo rispetto ai suoi tempi. Non che lei avesse mai gestito i sensori, ma una minima formazione in proposito ce l'aveva. Ogni tanto si poté sentire qualche bip di errore, ma tutto sommato l'anziana klingon se la cavò alla grande. In pochi minuti dal loro ingresso in curvatura, Seeth aveva imparato a svolgere diversi tipi di scansione, tra cui quella metafasica che aveva reso obsoleti i sistemi di occultamento klingon dei suoi tempi. Uh, Korinna? Richiamò l'amica. Siamo sicuri che non siamo seguiti? Di tanto in tanto rilevo delle lievi variazioni del subspazio dietro di noi. Potrebbero essere delle semplici interferenze, ma... Era possibile che suo marito avesse ragione? Beh, potrebbe essere anche colpa mia. Magari ho rotto i sensori... Cercò di consolarsi. Non era detto che si trattasse proprio di anomalie dovute ad una nave occultata in curvatura, magari era lei ad aver giocherellato troppo coi sistemi.
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#27

Korinna Suder

Betazoid

Aspetta, c'era un modo... disse Korinna pensierosa. Nei giorni precedenti aveva studiato assieme a Tomi i manuali tecnici di quella nave, eseguendo varie simulazioni sul ponte ologrammi della stazione in preparazione per quella missione, ma la sua memoria non era più affidabile come un tempo, così dovette tamburellare un poco tra le varie opzioni prima di riuscire ad individuare quella che le interessava... ed anche a quel punto, il computer sembrava non volerne sapere di attivarla. Era evidentemente rimasta fuori circolazione un po' troppo a lungo per riuscire a fare certe cose. Non per niente si era premurata di avere a bordo anche qualche giovincello, abituato a quella tecnologia e pronto a correre in loro soccorso se i sistemi si fossero rivelati più complessi del previsto.

Stava ancora trafficando quando la sua attenzione fu attirata dalle parole della klingon. Seguiti? chiese, raggiungendo nuovamente la console su cui stava lavorando Seeth per verificare di persona: a quanto sembrava i sensori stavano effettivamente captando qualcosa non lo so... i sensori della Liberty sono particolarmente sensibili, potrebbe essere un'eco generata dai nostri motori ipotizzò. Haru, sto inoltrando i dati alla tua console, riesci a riconoscere qualcosa di familiare? chiese pensierosa mentre portava la sua attenzione sull'ambiente circostante, cercando di individuare la presenza nelle vicinanze di una mente che non appartenesse ai presenti a bordo.

invece che un inseguimento facciamo che è un fenomeno naturale? La curvatura della Liberty utilizza qualche nuova tecnologia che entrando in contatto con qualche particella particolare presente solo in quella sezione di spazio (così spiega perché non se n'erano accorti nei test) causa qualche fenomeno che tra poco inizia a generare danni ai sistemi. Tra l'altro ci manca un ingegnere. Il problema è che al momento ci troviamo in una zona pericolosa... che ne so, vicino a qualche stella radioattiva o altro... Big Grin
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#28

Logic is the beginning of wisdom, not the end of it

T'Dal Zayrus Vulcaniana

Dalla mia poltrona, osservavo ogni dettaglio, lasciandomi brevemente trasportare dalla nostalgia per Pavel, prima di concentrarmi sul potenziale di Haru e sull'immenso spazio che si stendeva davanti a noi. La discussione su possibili segnali anomali captati dai sensori richiamò la mia attenzione, come la domanda di Korinna che risuonò con un sottinteso di curiosità e preoccupazione.

«Rapporto, per favore. Dobbiamo capire rapidamente la natura di questi disturbi e valutare qualsiasi potenziale danno ai sistemi» dissi, rivolgendomi all'equipaggio con una calma studiata, mentre la preoccupazione per la sicurezza della nave e del suo equipaggio cresceva. La mancanza di un ingegnere specializzato tra noi era una sfida in più, ma confidavo nelle competenze collettive e nella determinazione del nostro team.


E ritornano le mie mini risposte... effettivamente è vero, non abbiamo ingegneri Laugh T'Dal conosce un po' di ingegneria ma si è fermata ai tempi in cui era una cadetta praticamente, non credo sia molto utile Laugh
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#29

In the end they'll judge me anyway so, whatever.

Haru Sunak Chekov Umano/Vulcaniano

Si voltò leggermente per ascoltare Seeth parlare, l’espressione corrucciata quando parlò delle variazioni del subspazio che stava percependo. Si voltò verso la sua console ancora prima che Korinna gli rivolse la parola, con i dati inoltrati per lui era più facile analizzare il segnale e capire se fosse di origine naturale o se fosse qualche possibile nemico.
Attendo i dati così posso provare a capire se ha una traccia biologica o meno.
Iniziò a inserire i dati di tutte le creature ostili che potevano inseguirli, li confrontò con la traccia che Seeth aveva captato e attese un responso.
Non sembra essere nessuna creatura presente nel database della Federazione ma ha una traccia naturale. Devo solo capire se è un fenomeno che stiamo percependo da qualche stella o pianeta nelle vicinanze o se si tratta di altro.
Iniziò a dare i comandi alla sua console, cercava di confrontare la traccia con ogni fattore naturale che gli venisse in mente a partire da possibili fenomeni elettromagnetici o radiazioni provenienti da oggetti esterni.
Posso escludere la presenza di qualche identità ma temo che ci sia qualche campo elettromagnetico perturbato. Consiglio di allontanarci da qui il prima possibile, la Liberty è di nuova generazione ma non sappiamo quanto possa sopportare fenomeni di questo tipo e consiglio comunque di non rischiare per evitare di riportare ingenti danni prima del ritrovamento della Voyager. Nonostante avesse avuto risposta alla maggior parte delle loro domande, Haru continuava ad analizzare ciò che la console aveva trovato, poteva comunque essere un pericolo ed era meglio trovare una possibile soluzione.


Io eviterei di danneggiare troppo i sistemi o altro dato che non abbiamo ingegneri, altrimenti la missione diventa impossibile. Magari qualche danno minimo o riparabile ci sta durante il viaggio ma il grande problema (che sia un inseguimento o qualsiasi altra cosa) io lo inserirei dopo il ritrovamento della Voyager.
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#30

La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro. Leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare.

Maria Michelakos Umana

Maria non era sicura che lasciare l'anziana klingon a giocherellare coi sensori fosse una buona idea. All'ennesimo segnale acustico di errore, un'espressione sofferente comparve sul suo volto ma la giovane donna evitò commenti. Lanciò però un'occhiata verso T'Dal, domandandosi silenziosamente se fosse il caso di chiedere il suo intervento. I sensori erano una cosa ma, se Suder fosse riuscita veramente ad attivare il sistema delle armi sulla console OPS, non sapeva cosa sarebbe potuto capitare. Ok che difficilmente giocherellerebbe con gli armamenti... Pensò, promettendosi però di tenere d'occhio la situazione. Voleva sperare che la signora Limur fosse solo arrugginita, e non rimbambita.

L'allarme lanciato dalla klingon la costrinse a mettere da parte quelle preoccupazioni e concentrarsi sul possibile pericolo. Accedendo al sistema dei sensori dalla console tattica, Maria fece alcuni controlli. Confermo, si può escludere la presenza di inseguitori. Disse, dopo che Chekov ebbe fatto il suo rapporto. Non avendo le competenze scientifiche per comprendere da cosa quel fenomeno fosse causato, poteva solo sperare che fosse un problema della zona... e non dei sistemi della Liberty. La nave era stata collaudata a dovere, ma rimaneva un prototipo.
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