Martus Brenner
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Portava con se solo una borsa con poche cose, una di quelle che usava quando andava a farsi una partita di tennis. Al suo interno alcuni oggetti che gli avrebbero ricordato la Terra, molto poco a dire il vero, ma sufficiente.
Non che avesse nulla da dimenticare, una fidanzatina abbandonata o il corso di cucito , ma aveva preferito portarsi il minimo indispensabile.
La divisa della flotta, dei jeans e gli occhiali di Sole.
Gli venne da domandarsi se anche nello spazio quelli sarebbero stati sempre occhiali da Sole o magari avrebbero cambiato nome a seconda del sistema stellare in cui si trovavano.
'Occhiali da Protos' pensò portando alla mente una delle poche stelle che ricordava.
La navetta Shuttle ebbe un leggero sussulto, quindi una voce artificiale diede il benvenuto ai passeggeri sulla Deep Space One.
Si tolse la cintura di sicurezza e inforcò gli Occhiali da Protos. Da Sole, da Sole, era ancora su una stazione orbitante da cui si vedeva la Terra e attraversò la passerella mettendo piede sulla stazione orbitante.
Un grande cantiere militare. Lo aveva visto sulla navetta mentre si stavano avvicinando, impressionante.
Cercava di immaginarsi come sarebbe stato salire sulla Constellation.
Anzi si stava ancora domandando come diavolo era possibile che lo avessero affidato ad un incrociatore di quelle dimensioni. Che ci fosse lo zampino di suo padre.
Per ora non aveva alcuna importanza, era un incarico terribilmente eccitante ed era arrivato all'improvviso.
All'uscità c'erano alcuni ufficiali che davano indicazioni. Lui si presentò con un saluto militare e facendo presente il suo nome e grado.
"Cadetto Martus Brenner." L'ufficiale controllò fra i suoi dati con sorprendente solerzia.
Gli venne spiegato che aveva ancora un' ora di tempo prima di poter essere ricevuto da qualcuno che avrebbe espletato le formalità burocratiche.
Martus controllò il suo orologio, uno Smith & York a ingranaggi meccanici, e decise di fare una visita alla stazione.
Martus Brenner
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Martus indossava i suoi vecchi jeans e una maglietta aderente azzurra.
Il cadetto si era fermato a guardare la base degli attracchi. C'era un vetro enorme da cui si poteva vedere la Terra.
Sarebbe finito anche lui per morire ad anni luce da casa sua?
Era troppo giovane per avere paura, troppo spavaldo, troppo sicuro di se. Come si chiamava quel supereroe del ventesimo secolo?
Superman, esatto. Gli uscivano dei raggi laser dagli occhi e poteva volare; beh come certi cyborg oramai.
Martus assotigliò gli occhi e si immaginò si frantumare con un raggio il vetro panoramico; tutti sarebbero stati risucchiati nello spazio; almeno fino a che le serrande di sicurezza non avessero chiuso il varco.
*Questo mondo tecologico ti offre sempre una possibilità di scampo* pensò sentendosi un po' come Superman.
Tornò verso gli ufficiali, chiedendo se qualcuno della Constellation fosse sulla base. Si era documentato brevemente sull 'incrociatore; era il meglio del meglio, dopo l'Enterprise. il suo capitano doveva essere un osso duro come la roccia e c'era pure una vulcaniana a bordo. Cose rare di quei tempi.
Di sicuro gli avrebbero dato una raddrizzata.
Sorrise, pregustando la sfida.
Comunque qualcuno c'era a bordo della Earth Spacedock; alcuni ufficiali in attesa delle riparazione e anche il navigatore e ufficiale alle armi: Tenente comandante T'Dal.
*Uh la vulcaniana* pensò.
Annuì all'ufficiale che gli aveva dato le informazioni e lo ringraziò.
Si mise la borsa in spalla e iniziò a camminare sulla passeggiata.
Era un po' come essere al centro commerciale di Miami, solo che invece si stava in sospensione a migliaia di km dalla Terra.
Qualcuno lo guardava con sguardo dubbioso come se fosse un pezzente. Invece a lui piaceva il suo stile demodè e si godeva la vista da dietro i suoi occhiali scuri.
*Oh finalmente un bar.* disse sentendosi a casa.
Non era un bevitore e nemmeno un fumatore, non amava esser schiavo di vizi del genere; ma non disdegnava un cicchetto di tanto in tanto.
*Non è il momento, stai per presentarti ai tuoi ufficiali superiori e...*
Bloccò lo sguardo su una coppia seduta che discorreva.
*Accidenti quella è... e quello è...* Eccola lì, il suo comandante della sicurezza e il gran capo della stazione orbitante.
Per un istante si immagino di avvicinarsi e intromettersi con una frase tipo -Ehilà come butta?- poi decise per un basso profilo e si diresse al bancone ordinando qualcosa di analcolico.
La curiosità però era grande, si voltò una o due volte come se niente fosse e stesse aspettando qualcuno, per osservare i due.
Solo per un attimo si domandò come sarebbe stato fare carriera nella flotta e essere al comando di altri militari.
...
Martus Brenner
Visitatore
Avrebbe dovuto immaginare, di non poter passare inosservato.
Soprattutto si rendeva conto che, come lui si era documentato sull'equipaggio della sua nuova nave stellare, molto probabilmente anche il suo futuro comandante doveva aver fatto altrettanto con i nuovi cadetti in arrivo.
Nuovi? Non aveva visto altri cadetti sul suo shuttle. Che fosse l'unico?
Non aveva idea di quale dinamica lo avesse portato alla Constellation, forse suo padre, forse uno dei suoi insegnanti, o forse l'interesse diretto di qualcuno sull'astronave?
Ne sarebbe stato lusingato, ma di sicuro un equipaggio come quello aveva altro da pensare che reclutare un bel giovanotto, per quanto portato alla carriera nella flotta.
In fondo non era nemmeno sicuro di essere veramente stato riconosciuto dalla vulcaniana.
Ad ogni modo, fu lesto a riporre gli occhiali da sole, si mise sull'attenti e fece il saluto militare.
"Cadetto Martus Brenner, comandante!" disse in tono marziale "Assegnato alla nave stellare Constelletion, corpo di sicurezza" aggiunse, mettendo in chiaro che T'Dal sarebbe stata molto presto il suo tenente di riferimento.
Tecnicamente la vulcaniana non era ancora la sua dirette superiore, doveva sbrigare ancora alcune procedure burocratiche. Insomma non era ne da una parte nè dall'altra. Quindi ritenne opportuno volgere un saluto diretto anche al capitano della Deep Space 1.
"Capitano!" si limitò a dire ripetendo il saluto ma non le generalità.
...