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TFB Into Darkness: Preludio
#1

Luke Hobbs

Human

San Francisco, Quartier Generale dell'Intelligence della Flotta Stellare

Luke Hobbs camminava avanti e indietro per l'ufficio. Aveva appena saputo che l'Ammiraglio Sheppard aveva lasciato l'infermeria della USS Enterprise dove si sarebbe dovuto sottoporre ad un esame psichiatrico da parte del Tenente Comandante McCoy.
Le informazioni di cui era giunto a conoscenza dopo la conversazione con l'Ammiraglio di Flotta Pike l'avevano sorpreso, piacevolmente: ai piani "bassi" c'era l'intenzione di estromettere Emil Sheppard quasi quanto ai piani "alti".
Tuttavia il declassamento di un'Ammiraglio, Capo della Sezione 31, non si poteva certo ottenere solamente tramite un referto medico che indicasse l'inadeguatezza di una persona per i ruoli che la suddetta persona occupava. Anche nel caso fossero riusciti a togliere a Sheppard la poltrona, nella Sezione sarebbero rimasti molti elementi a lui fedeli, e forse peggio di lui.
The Rock aveva quindi ordinato ai suoi un rastrellamento a tappeto delle immagini della videosorveglianza, per identificare gli agenti della Sezione 31 e, se possibile, quelli di grado più alto. Non ci era voluto molto per rintracciare persone che corrispondessero ai requisiti, per l'esattezza Hobbs in persona ne aveva identificate due: Claire Mayfair, spesso in compagnia di Sheppard, spesso assegnata alla USS Constellation quando al comando della stessa c'era l'Ammiraglio, troppo spesso lontana dall'Accademia della Flotta Stellare, molto strano dato che lei era una Professoressa. Era inoltre presente a Deep Space One ai tempi dell'incidente sulla Luna" e dai suoi dialoghi con Sheppard si poteva capire che lei avesse un grado poco inferiore di quello dell'Ammiraglio. La seconda persona era Helori Lan, Tenente Comandante della Flotta Stellare di stanza all'Ambasciata Federale presso a Qo'nos; era recentemente rientrato sulla Terra dopo l'attentato ai danni della Sezione 31, da dove poi si diretto sulla Stazione Io per assumerne il comando (senza un ordine specifico). Il Capo dell'Intelligence aveva subito sospettato che l'ordine fosse stato di Sheppard, ma non ne aveva compreso il motivo.
Queste erano le due persone più vicine all'Ammiraglio Emil Sheppard, e queste due persone andavano "tolte di mezzo", imprigionate in un buco senza uscita, possibilmente.
Il problema era che Hobbs aveva appena saputo che una delle due persone, Claire Mayfair, era scomparsa.
Il SFPD si stava occupando dela faccenda, ma quello che dava a pensare era che la Mayfair era scomparsa insieme ad un cadetto dell'Accademia, Tiberius Hunt. Difatti era stata l'Accademia stessa a denunciare la scomparsa dei due, rivolgendosi ovviamente alla polizia.
Però a Luke non andava che la polizia mettesse le mani nelle faccende federali, specie dove il loro compito era solamente occuparsi dell'ordine pubblico, mentre il corpo che si doveva occupare dell'ordine federale era l'Intelligence. Però ormai il dado era tratto e il caso era nelle mani della polizia.
Ma Hobbs aveva giocato la prima carta disponibile, ossia parlare con il capo del SFPD e "offrire" l'aiuto di un agente dell'Intelligence. La visita l'aveva compiuta con l'uniforme da Ammiraglio della Flotta Stellare, presentandosi come tale e pronto a sventolare un ordine formale se il capo del dipartimento avesse rifiutato. Inutile dire che era uscito dall'ufficio vittorioso.
L'unico intoppo a quel punto era stato risolvere la domanda quale agente assegnare al caso?, la cui risposta gli aveva richiesto un poco di tempo: inizialmente indeciso tra tre agenti, aveva infine optato per Candice Allen. Il caso di scomparsa richiedeva una persona dotata di acume e saggezza, oltre ad un buona dose di capacità di infiltrazione e deduzione. Un misto tra un detective ed un soldato di prima linea, Candice appunto.
L'aveva quindi chiamata nel suo ufficio, per spiegarle la faccenda.
#2

Candice Allen

Human/Vulcan

Candice si stava dirigendo al Quartier Generale dell'Intelligence. Indossava un cappotto, perfettamente stirato, faceva ancora abbastanza caldo nonostante fossero i primi giorni di dicembre. Sotto di esso indossava una maglietta ed un cardigan, ed un paio di leggings le coprivano le gambe.
Avanzava a passo deciso, mantenendo però l'andatura ciondolante che classificava qualsiasi membro del genere femminile.
Molti uomini si giravano a guardarla, attratti dal colore splendente dei suoi capelli e dal suo viso, ma lei non ci faceva caso; continuava a camminare, fermandosi per salutare gli ufficiali esibendo un saluto e ricordandosi il loro cognome. Li aveva imparati tutti a memoria: sebbene non facesse parte della flotta stellare, era la segretaria di un'ammiraglio di flotta e come tale doveva conoscere tutti.
C'era sempre un via vai di gente intorno ai palazzi più importanti della flotta, ed in un punto preciso, Candice si mescolò alla folla, per poi dirigersi verso la sua meta.
Il quartier generale dell'intelligence era situato in uno dei tanti palazzi che costituivano il quartiere amministrativo, ed all'ingresso c'era una stretta sorveglianza. Lei avanzò fino alla porta in vetro situata alla base, estrasse un tesserino di riconoscimento ed il lettore di codice, all'apparenza invisibile, rispose con un tranquillo bip. Avvicinò il viso alla porta, poi appoggiò le mani in un punto all'apparenza casuale sotto il quale era posizionato il lettore di impronte digitale. Le risposero altri due tranquilli bip e la porta si aprì. I due agenti posizionati ai due fianchi, che avevano seguito con attenzione ogni sua singola mossa, pronti a spararle nel caso ci fosse qualche problema, le dissero. Benvenuta, Agente SunShine. Lei li guardò di sfuggita: non si recava in quel posto da molto tempo, ma riconobbe i due visi, gli agenti dovevano conoscersi tutti.
All'interno la grande hall si aprì davanti ai suoi occhi, anche lì c'era un via vai di gente, ma i loro movimenti erano più studiati e coordinati rispetto a quelli dei normali passanti. Erano tutti indaffarati, sebbene lei sapesse bene che almeno una volta, lo sguardo di ogni presente di era posato su di lei, per controllare che tutto fosse regolare.
Si diresse tranquilla verso il turboascensore, annunciando il suo nome una volta all'interno. Il mezzo si mise in moto e la portò al livello più basso, l'ufficio del Capo. Il modo in cui funzionava le era sempre piaciuto: in base agli ordini e ai compiti di ogni singolo agente, l'ascensore si dirigeva dove l'agente stesso avrebbe potuto compiere il suo dovere.
Tutti gli agenti si recavano normalmente nel palazzo, se avevano faccende in sospeso, l'ascensore li riportava al posto dove avrebbero potuto concluderle; se invece non avevano nulla da fare, li portava dove avrebbero ricevuto un nuovo ordine o compito.
Lei era stata chiamata, ma non sapeva per quale motivo, grazie all'ascensore lo capì immediatamente: il Capo aveva una missione da affidarle.
Si sistemò i vestiti, poi raggiunse il livello più basso. Nonostante fossero sottoterra, rispetto ai piani alti non era cambiato nulla: motori olografici proiettavano finestre, vetri e il paesaggio dell'esterno come se fossero al piano terra.
A quel piano c'erano molto meno persone rispetto ai superiori: lei si diresse subito verso l'ufficio del Capo, premette il pulsante e attese il permesso di entrare.
#3

Luke Hobbs

Human

Avanti! Esclamò Luke Hobbs. Sapeva benissimo chi aveva appena pigiato il pulsante fuori dal suo ufficio: Candice Allen, che lui stesso aveva dato ordine di convocare la mattina stessa.
Era una brava agente, sempre puntuale e precisa. Era entrata al Quartier Generale e si era precipitata nel turboascensore senza fermarsi a salutare nessuno, sebbene conoscesse ogni agente che lavorava per l'Intelligence. Era una vulcaniana, questo era il suo pregio più grande, sapeva evitare contatti superflui ma soprattutto sapeva definire il limite di un rapporto.
Finora aveva svolto ogni missione egregiamente, era un ottimo agente, l'agente perfetto quasi, capace di adattarsi alle diverse situazioni e raggiungere il suo obiettivo.
Era ancora la segretaria dell'Ammiraglio Pike, ma ora lui era cosciente che lei fosse un'agente e che lo proteggeva, svolgendo comunque il proprio lavoro con efficacia.
Hobbs la conosceva da molto tempo, l'aveva cresciuta, addestrata, le aveva insegnato ciò che era giusto e ciò che era sbagliato; era stato come un padre per lei, il padre che non aveva mai avuto. Ci teneva moltissimo a lei, e sapeva che in qualche modo era lo stesso per lei, anche nonostante la sua metà vulcaniana. Sapeva di essere il suo faro e la sua luce, e che fino a quando ci fosse stato, Candice Allen non l'avrebbe deluso.
#4

Candice Allen

Human/Vulcan

Ricevuto l'assenso, Candice ripremette il pulsante e la porta si aprì.
Il suo datore di lavoro era in piedi, stava osservando un terminale posizionato vicino alla sua scrivania, senza dubbio stava leggendo qualche rapporto.
Ogni volta che lo vedeva si stupiva di quanto fosse muscoloso, al limite dello sproporzionato nonostante l'altezza poco superiore alla media. Era un combattente, nato per fare letteralalmente a pezzi i suoi avversari.
Lei sapeva bene quanto soffrisse nell'occuparsi di lavori d'ufficio, era un uomo del campo, sempre abituato a ricevere e portare a termine le missioni.
Nel palazzo dell'Intelligence c'era una sala, in uno degli ultimi piani, dove c'erano fotografie incorniciate dei migliori agenti, e sotto di essi vi erano indicati nome e numero di medaglie ottenute: senza dubbio il Capo era l'agente che aveva ricevuto più medaglie.
Candice mirava a diventare come lui, l'agente perfetta, la spia più abile. E proprio lui era stato il suo mentore, fin da quanto era piccola ad ora, e nonostante lei fosse cresciuta e migliorata, lui le dava consigli qualora fosse necessario. E lei, nonostante la sua logica vulcaniana, li accettava ed apprezzava. Sapeva che tutto ciò che lui le diceva, era solo per il suo bene. Ha richiesto la mia presenza, Signore?
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