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TFB Shutdown, part I
#21

Marjorie Hye Midway

Android

La reazione del capitano fu ben diversa da quella che si era aspetta. Che non fosse informato su quanto successo sulla Stazione Midway? In effetti, le sarebbe davvero piaciuto poter ancora accedere al database della flotta in modo da rendersi conto se quanto successo fosse stato segretato o meno. Suo padre non l'aveva informata in tal proposito ma, a pensarci bene, quella era una possibilità più che plausibile. Quindi, chip emotivo o meno, c'era un'alta probabilità che si fosse fatta problemi per niente.

"Già, abbiamo avuto diversi problemi. Non so quanto posso dirle, quindi mi scusi per rimanere sul vago, ma credo che sappia che in seguito a quei problemi è stato deciso di... annullare l'esperimento. Insomma, attualmente non faccio parte della flotta stellare." La seccava ammetterlo, ma non avrebbe avuto senso a non farlo: non le sembrava certo il caso di farsi passare per un membro della flotta stellare.

Al complimento del capitano, Mid si ritrovò a sorridere. Avrebbe potuto dirgli diverse cose, come il fatto che quel corpo fosse opera di suo fratello, Michael Midway, ma in qualche modo tutte quelle possibili frasi le sembravano inadeguate. Era perché si sentiva a disagio nel considerarsi una macchina? In momenti simili avrebbe strozzato (metaforicamente parlando, ovviamente) il dottor Midway per averla creata troppo emotiva. Troppo umana ma non umana. Una strana situazione.

"Signorina è perfetto, la ringrazio." Disse sincera. Insomma, non era da tutti chiamarla 'signorina' anche dopo aver saputo che era un androide. Beh, quantomeno i vulcaniani che conosceva non lo facevano. "In effetti quanto sta succedendo è strano, di conseguenza il suo sospetto è più che comprensibile, capitano. Siete riusciti a capire se si tratta di un qualche errore o se in atto un sabotaggio dei vostri sistemi?" Continuò, finendo per fare la domanda che più le premeva prima di rendersi conto di quello che stava dicendo. "Chiedo scusa. Come civile non dovrei intromettermi in questa questione."
#22

Enomis Curzon

Joined Trill


Guardo la ragazza mentre si spiega meglio circa la sua precedente assegnazione e poi annuisco "Capisco signorina, capisco... Beh, i nostri malfunzionamenti sono partiti un paio di settimane fa, il computer ha iniziato ad impazzire e i nostri softwere engineers non hanno ancora risolto... Il che ha portato a questo." 
Sospiro, mi scoccia ammetterlo a me stesso ma mi sento impotente, per lo meno ho capito che la ragazza non è una minaccia, il che è positivo. Mentre mi avvicino ad un pannello di accesso a muro rispondo alla domanda di Midway "In teoria è solo un errore nel softwere da quello che mi è stato riportato dalla sezione ingegneria, ma purtroppo non posso escludere che sia stato un errore messo lì apposta..."
Sospiro e sbatto un pugno contro il pannello. Nemmeno da qui riesco a contattare nessuno, le comunicazioni sono ufficialmente fuori uso. Mi allontano dal muro per tornare accanto a Midway e la guardo.
"Beh, ormai è qui. Abbiamo fatto trenta, facciamo trentuno... Come dicono sulla Terra." Quindi aggiungo, con tono scherzoso "Non sia mai che magari stavolta è lei che salva la vita a me..."

#23

L'allarme rosso irrompe su Earth Spacedock.
Nessuna segnalazione vocale, solo cinque segnali acustici di allerta e poi solo segnalazioni visive.

Un altro suono è udibile dopo pochi secondi, è quel tipico suono che è possibile sentire quando l'energia principale viene disattivata o viene a mancare per qualche altro motivo. I due PG, Enomis CurzonMarjorie Hye Midway si ritrovano al buio, illuminati solo, ad intermittenza, dalle luci rosse dell'allarme.
#24

Marjorie Hye Midway

Android

Ascoltò attentamente mentre il capitano Curzon le spiegava la situazione. "Un paio di settimane..." Ripeté tra sé e sé, mentre considerava la questione. "Un tempo abbastanza lungo nel caso si tratti di un sabotaggio. Ma di certo non esclude la possibilità. Se vuole posso provare ad interfacciarmi col computer per vedere se riesco a comprendere qual'è il problema." Propose. Dalle parole del capitano, infatti, le era sembrato che fosse disponibile ad un suo eventuale aiuto, e di certo lei non si aspettava di meglio per potersi offrire di dare una mano. D'altronde, era da quando le porte stellari si erano improvvisamente chiuse che desiderava dare una sbirciata a quel computer. Com'era quel detto terrestre? La curiosità uccise il gatto, ma la soddisfazione lo riportò in vita. Se non si fosse trattato di un semplice malfunzionamento ma di un vero e proprio virus, allora avrebbe rischiato di venire compromessa... ma era un rischio che era disposta a correre pur di potersi interfacciare nuovamente con una stazione stellare.

Aveva da poco finito di parlare quando scattò l'allarme rosso. Non c'era stata nessuna segnalazione vocale, ma soltanto avvisi acustici e visivi. E, dopo un suono che non le piacque per niente perché le era ben chiaro cosa significasse (dopotutto, lei era stata una stazione stellare), le luci si spensero. "Ok, l'energia principale è andata." Commentò, per quanto la cosa fosse fin troppo ovvia. Attivò una subroutine nel suo sistema e mise il micro amplificatore di luminosità presente nei suoi occhi in funzione. Una volta che la visione notturna si fu attivata, Mid poté ricominciare a vedere ciò che la circondava in maniera chiara. Era una fortuna che quantomeno i segnali luminosi dell'allarme rosso funzionassero, in quanto era proprio la luce di quei segnali che il suo sistema stava amplificando. Quella era una delle occasioni in cui essere un'androide era utile: il capitano e i suoi uomini avrebbero dovuto accontentarsi della luce intermittente dell'allarme, mentre lei... beh, poteva vedere quasi come prima. "Se desidera che io mi connetta al computer, capitano, avrei bisogno di accedere ad un terminale che sia attivo anche con l'energia di emergenza." Aggiunse, mentre il suo sguardo cadeva sul pannello poco prima usato dal capitano. Era ancora attivo o era considerato come qualcosa di non fondamentale in caso di emergenza energetica?
#25

b

Enomis Curzon

Joined Trill

Ascolto la "donna" e annuisco come a voler confermare le sue parole. "Sì in effetti è un periodo piuttosto lungo, se fosse un sabotaggio non sarebbe durato così a lungo". Sospiro e rifletto qualche secondo, ha ragione. Non dobbiamo escludere la possibilità ma comunque è difficile pensare ad un sabotaggio vero e proprio. Le opzioni che mi restano sono poche. Numero uno: il computer mi odia e vuole rendermi la vita un inferno. Numero due: qualcuno mi odia e ha modificato il computer per rendermi la vita un inferno. Accennò a quella che sembra una risatina inspiegabile, quindi la mia espressione torna seria, così come nella voce con cui continuo a parlare con Midway. "Se pensa di poter aiutare perché no... ma vorrei un mio ingegnere l'assistesse nella procedura... Non vorrei qualcosa andasse storto. Magari il nostro computer infetterebbe anche lei con dei malfunzionamenti!".

Ed ecco che di colpo l'energia principale se ne va... "Merda... Questa non ci voleva!" affermo mezzo sconsolato e mezzo incavolato. 

"Purtroppo senza l'energia principale rimangono poche postazioni di comando attive, due livelli sopra il nostro c'è la sala del controllo di volo interno. Mi segua..."
sembra piuttosto deciso, ma i passi sono incerti dato che avanza quasi al buio. Il percorso è infatti illuminato solo dalle luci rosse dell'allarme. "Dovrebbe esserci un condotto nelle vicinanze..."
#26

Marjorie Hye Midway attiva con successo il micro amplificatore di luminosità, in effetti lei sembra camminare normalmente mentre invece il Capitano Enomis Curzon trova qualche difficoltà in più, seppure conosca a memoria il percorso da fare per raggiungere il condotto che porta due livelli più in sù.

Arrivati entrambi nel controllo di volo noterete un grande fermento: tutti si stanno dando da fare per far fronte all'emergenza, a differenza dell'ambiente precedente qui ci sono alcune consolle illuminate dall'energia ausiliaria. L'ambiente, leggermente più illuminato di quello precedente, è ancora un po' ostico per la vista del Capitano Enomis Curzon.
#27

Marjorie Hye Midway

Android

Sicuramente quello che si era proposta di fare era rischioso, e una parte di lei (localizzata in un certo fastidioso chip) era agitata e preoccupata all'idea di quello che stava per compiere. Non era sicura che il professor Midway avrebbe approvato la sua idea... e, se lo avesse fatto, probabilmente avrebbe fatto in modo di installare nel suo cervello positronico qualche antivirus e/o firewall serio. Ma suo padre non si trovava su Earth Spacedock e, comunque, se lui fosse stato lì, allora difficilmente lei sarebbe stata utile. Insomma, c'era la possibilità che quel problema fosse più grande di quanto lei immaginasse, ma le risultava difficile immaginare qualcosa di troppo complesso da non poter essere risolto da Alexander Midway. Che, come figlia, stesse idealizzando il padre? In ogni caso, era contenta che il capitano avesse approvato la sua partecipazione al tentativo di riparazione della stazione. "La ringrazio, sarà di certo più sicuro con un ingegnere che controlla la situazione." Rispose dunque.

Seguì Curzon fino alla sala del controllo di volo interno, ammirando il modo in cui lui riuscì ad avanzare nell'oscurità senza eccessivi problemi. Che conoscesse la stazione a menadito? Lei, se non avesse avuto il micro amplificatore di luminosità, si sarebbe probabilmente schiantata da qualche parte. D'altronde non conosceva quella stazione come conosceva la Stazione Midway e non poteva nemmeno scaricarsi una copia della sua mappa.

Entrata nella sala, comunque, non fu stupita di vedere l'equipaggio della stazione lavorare nel tentativo di riattivare l'energia principale. Era una situazione di emergenza e quelle erano persone addestrate e qualificate per affrontarla. Lo sguardo di Mid cadde sulle consolle presenti, evidentemente collegate all'energia ausiliaria. "Quando lei vuole, capitano." Disse, confermando quindi la sua intenzione ad aiutare e mettendosi in attesa di ordini. D'altronde, da quanto Curzon aveva detto, avrebbe dovuto collaborare col suo staff, cosa che avrebbe reso tutta l'operazione più sicura.
#28

Enomis Curzon

Joined Trill

Non è facile muoversi tra le varie consolle e guadagnarne una. Soprattutto in una situazione del genere e in un posto del genere. Il controllo di volo interno, come da nome, è responsabile di tutte le operazioni di volo nel bacino spaziale della stazione e, che si tratti di navette o di vere e proprie navi stellari, non ci si può permettere uno schianto poiché questo significherebbe la distruzione di una buona parte del complesso, se non tutta la struttura... Questo è il motivo per il quale tutte le consolle erano occupate e tutti gli operatori stavano sudando freddo nel richiedere a tutti i vascelli presenti nel molo d'attracco un "full stop" d'emergenza fino a nuovo ordine.

E in tutto questo, nessuno si era preso più di tanto tempo per capire chi fossero i due sbucati dal condotto sotto al pavimento. Certo, una volta accertatisi che non fossero una minaccia si erano subito rigirati verso la propria postazione a premere bottoni come degli automi, ma il punto era un altro: a me e alla mia ospite serviva una consolle.

"Vieni!" e mi avvicino ad una consolle primaria "questa dovrebbe essere collegata ai sistemi chiave e al computer centrale con un collegamento diretto, beh quasi..." la voce un po' titubante, non ero ancora certo di potermi fidare al 100%.

"Tenente! La rilevo, mi assista nell'interfaccia..." e questo povero Tenente, una volta realizzato che io ero il capitano, mi lasciò fare. In effetti non è da tutti i giorni vedere il capitano al controllo di volo, se non per ispezioni che per lo più sono una formalità istituzionale.

"Lei." puntando ancora una volta l'androide "mi dica che tipo di collegamento le serve per interfacciarsi" la osservo nei suoi occhi artificiali, nella speranza di captarne le emozioni, ingenuamente, come se potessi farlo. Come se parlassi con una persona e volessi capire se fidarmi o no.

Nel frattempo, come ultima cosa, chiedo quale sia la situazione al tenente in rosso e sblocco la consolle con il mio codice di comando.
#29

Il controllo di volo interno è in effetti molto simile a quella che può essere la sala controllo della stazione con la differenza che si tratta di un ambiente molto più piccolo che si concentra per lo più su un grande finestrone che dà una visione diretta di quello che accade nel bacino interno dove, appunto, transitano i vascelli e le navette.

Il tenente informa il Capitano, Enomis Curzon e quindi di conseguenza anche Marjorie Hye Midway, che tutte le navi attraccate sono in allerta e pronte a sganciarsi mentre le navette e i vascelli in transito stanno attuando le manovre di emergenza per non danneggiare la stazione. Per quanto riguarda la stazione il nucleo principale è stato disattivato e le comunicazioni interne sono ancora offline, sebbene la sala comando abbia informato che poco prima del malfunzionamento i sensori abbiano rivelato qualcosa in avvicinamento. Data la vicinanza dello spacedock alla terra tutto il settore è in allerta: stanno arrivando aiuti dal comando a San Francisco, dalle navi nel settore e dagli altri avamposti orbitanti attorno alla terra quali, per esempio, stazioni di riparazione per navi stellari. Gli scudi della stazione, sono alzati e il sistema non è più accessibile "come se il computer stesse prendendo il controllo".

Il codice di comando del capitano non viene riconosciuto dalla consolle, che bippa un messaggio d'errore.

[Immagine: shutdown-1.jpg]
#30

Marjorie Hye Midway

Android

Mid osservò il capitano Curzon scegliere la console più adatta ai loro scopi e rilevarla. Era affascinante guardare il tenente rendersi conto che lo stesso comandante della stazione era giunto fin lì per appropriarsi della sua console. Chissà che pensieri turbinavano dietro a quel viso quasi neutro, chissà cosa stava provando. Mid, infatti, dubitava che gli addetti al controllo di volo normalmente avessero molte possibilità di interagire col capitano. In ogni caso il tenente aveva agito in modo professionale, lasciando subito il posto al superiore, e lei non aveva il tempo di perdersi in simili analisi. Per quanto fossero importanti le sue ricerche sugli umanoidi e le forme di vita biologiche, in quel momento risultavano decisamente secondarie. La sua priorità ora era di mettere al sicuro la stazione e chi era al suo interno. Magari non era più un membro (o una proprietà, forse) della flotta stellare, ma questo non cambiava come era stata programmata e cosa lei stessa riteneva importante.

"Un qualsiasi tipo di interfaccia andrà bene, grazie." Rispose al capitano, costringendosi a trattenersi e non correre alla console per interfacciarsi con la stazione. Dubbi o meno, era semplicemente da troppo che non era collegata ad un sistema così ampio. Quella non era Deep Space Three, non era la casa tanto agognata, lo sapeva bene. Una volta connessa con ogni probabilità sarebbe rimasta delusa da quello che avrebbe trovato: Earth Spacedock non possedeva un'intelligenza artificiale, non ci sarebbe stata sua... madre? sorella? ad aspettarla ed abbracciarla. Solo un sistema neutro e diversi pericoli.

Ascoltò il tenente fare rapporto. Le prime informazioni erano rassicuranti, indice del fatto che la stazione e chi vi lavorava si erano organizzati per evitare il peggio. Erano le ultime quelle che la preoccupavano. I sensori avevano rilevato qualcosa in avvicinamento? Una nave amica o qualcosa di pericoloso? Non lo poteva sapere e, in ogni caso, la flotta era in allerta quindi - qualsiasi cosa si trattasse - sarebbe stato compito loro affrontarla. Il suo problema, in quel momento, era il computer fuori controllo.

"Non riconosce nemmeno il vostro codice di comando!?" Disse, in una via di mezzo tra una domanda ed un'esclamazione, alla comparsa del messaggio d'errore. No, quella situazione non le piaceva per niente. Non riusciva a togliersi dalla mente la possibilità di un virus, soprattutto vista la recente situazione con l'Impero Romulano.
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