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TFB Shutdown, part II: "Heghlu'meH QaQ jajvam"
#1

=== Prima parte della role: "Shutdown, part I" ====

A Curzon e Midway sarà sembrato come se qualcuno avesse detto "energia" poco prima del loro ingresso in sala comando. Le loro retine, quando si rimaterializzarono in una cella Klingon, avevano ancora l'impronta della sala comando e per un attimo gli sembrò che il teletrasporto non avesse avuto effetto...
Invece no, si trovavano in una cella klingon, dietro un campo di forze. La guardia da dietro il suo elmo esclamò quasi con disgusto petaQ! ylDoghQo'. Sembrava guardasse più lui che lei, ma la cosa poco importava dato che erano entrambi rinchiusi.
La cella era piuttosto calda, umida e come le navi Klingon di tutto rispetto puzzava da far schifo, come se prima di contenere prigionieri fosse stata la sala da bagno dei Targ di bordo. Come ipotesi poteva non essere tanto azzardata dato che a guardia della porta c'era proprio uno di quei simpatici animaletti.

La guardia ammutolì quando dalla porta entrò un altro Klingon, a viso scoperto. Non era solo, con lui una donna e un altro -si presume- ufficiale della nave.

[Immagine: shutdown-3.jpg]



qaleghqa'mo' jIQuch disse guardando verso il trill, poi spostò lo sguardo su Midway inclinando la testa con fare interrogativo e chiese nuq 'oH ponglIj'e'?


Traduzioni frasi in Klingon:
  1. PtaQ (sciocco, codardo. E' il famoso insulto intraducibile), "non fare cose stupide!"
  2. Long time no see ovvero, in Italiano, "da quanto tempo..."
  3. Letteralmente "come ti chiami" qui inteso come "chi sei?"
  4. Titolo della role: "oggi è un buon giorno per morire"
#2

If being human is not simply a matter of being born flesh and blood, if it is instead a way of thinking, acting and... feeling, then I am hopeful that one day I will discover my own humanity. Until then I will continue learning, changing, growing, and trying to become more than what I am.

Marjorie Hye Midway | Android

Mentre avanzava lungo il tunnel di manutenzione, Mid attendeva l'eventuale risposta del capitano. In un certo senso, l'androide era in trepidante attesa. Voleva sapere cosa stava succedendo, per quanto era ben consapevole che non necessariamente il comandante di Earth Spacedock avrebbe rivelato informazioni probabilmente riservate a lei che ormai era solo una civile. Ma le aveva permesso di connettersi al computer della stazione, per quanto sotto minaccia di phaser, quindi una certa fiducia nei suoi confronti doveva averla. O forse no.

Prima che Curzon potesse aprire bocca (sempre che avesse intenzione di farlo), dagli auto-parlanti della stazione uscì la voce del computer. La frase pronunciata dal sistema corrotto dal virus klingon era decisamente interessante, ma in linea con quanto era successo fin'ora. Se i loro alleati klingon avessero voluto attaccare la Terra, l'avrebbero già fatto. Lì c'era sotto qualcosa di diverso, qualcosa di cui era conoscenza il capitano. Qualcosa che, forse, avrebbe scoperto una volta giunti in sala comando.

Sempre che ci fossero giunti, naturalmente. Il teletrasporto l'aveva presa decisamente di sorpresa, soprattutto visto che era successo esattamente quando stavano per varcare la soglia della sala comando. Per un attimo nei suoi sensori ottici rimase impressa l'immagine della sala comando di Earth Spacedock, prima che venisse sostituita da quella di una cella. Una cella klingon, puzzolente quanto... una cella klingon!? Per qualche millesimo di secondo Mid fu tentata dall'idea di spegnere i suoi rilevatori olfattivi, ma poi si costrinse a resistere. Senza il senso dell'olfatto avrebbe potuto perdere eventuali informazioni importanti, per quanto quella dannata puzza non fosse una di quelle.

Lo sguardo di Mid si posò un attimo sul targ e sulla guardia presenti oltre il campo di forze, per poi spostarsi sui tre klingon che erano appena entrati. Ufficiali della nave su cui si trovavano? Possibile.
Uno dei klingon, il capo poteva presupporre, iniziò a parlare. Inutile dire che, tra i software a disposizione dell'androide non ce n'era uno linguistico, o quantomeno non che traducesse la lingua klingon. Per comprendere quanto il klingon aveva detto doveva affidarsi al traduttore universale del suo comunicatore, sempre che non le fosse stato rimosso durante il teletrasporto.

Se, grazie al comunicatore presente, avesse compreso le parole dell'uomo, allora Mid avrebbe risposto: "Marjorie Midway, mi trovavo vicino al comandante durante il vostro... teletrasporto alla cieca, ritengo." Non si sarebbe preoccupata di nascondere l'identità di Curzon in quanto, dalle parole del klingon, era abbastanza evidente che i due si conoscessero o che quantomeno si fossero giù incontrati. "Se mi è permesso, potrei sapere chi è Lei e perché siamo stati trasportati su questa nave?"
#3

Failure is not an option

Enomis Curzon | Joined Trill


Il teletrasporto era una cosa che proprio non aveva considerato potesse essere un opzione dei Klingon. Erano a due passi, solamente due dalla sala comando ed ecco la dematerializzazione.
Durante i brevi istanti della rimaterializzazione in quella cella Klingon a Curzon sembrò di poter vedere il suo primo ufficiale spuntare dal condotto con una faccia sconvolta, come se avesse voluto aiutare. Quello sguardo, più che sconvolto era quello di pura impotenza di fronte agli eventi che la stavano travolgendo in quel momento.

Avesse mangiato qualcosa nelle ore precedenti -ora ringrazia di non averlo fatto, di essersi tenuto la fame- avrebbe sicuramente vomitato tutto sul pavimento zozzo di quella nave. I Klingon non sono proprio maniaci della pulizia ma lì si trattava di igiene base, che ovviamente mancava... Probabimente pensano che ciò che non uccide fortifica, compreso lo sporco incrostato.

Alzando lo sguardo e portandolo un po' più in su ecco che vide un Targ, e quella fu la risposta a tutte le domande sulla pulizia, non che avesse davvero tempo di pensare troppo... Subito un Klingon lo apostrofò in malo modo. La sua reazione fu da vero signore, non rispose e distolse lo sguardo. Ulteriori problemi con i Klingon non avrebbe voluto averli mai più, e la cosa non è cambiata ora che ne aveva di nuovi.

"Parla in standard, Kalos.... Lei non ti capisce, avreste dovuto prendere solo me. Lascia che mi stia accanto, non farà nulla, vero?"
chiese conferma anche a lei, come a suggerirle di fare così, dare l'impressione che la cosa sarebbe durata poco, rapido e indolore.

"Credo che tu voglia parlare con Danix...." Lasciò la frase in sospeso, e sospirò in attesa della risposta.






#4

[Immagine: shutdown-3.jpg]


"Sono Kalos, del casato di Mok'ai" - disse con rabbia verso Midway - "Ti basta sapere questo... Il perché fattelo spiegare da lui. tlhab blH!"  - fece poi verso la guardia, che guardò malissimo Curzon e Midway e abbassò il campo di forze della cella.
"Devo riscuotere il favore che mi deve... Seguitemi" - il comandante Kalos, senza aggiungere altro iniziò a muoversi verso l'uscita delle celle, camminò per i corridoi dimostrando di conoscere la nave come se fosse la sua tasca. Non mancava mai una svolta e tutti i Klingon sulla nave sembrava gli portassero grande rispetto. Vi condusse tra i vari corridoi della nave fino a quello che sembrava un alloggio. Nel tragitto tutti i Klingon a bordo della nave vi guardarono malissimo.


Traduzione klingon: liberali
#5

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Marjorie Hye Midway | Android

Un androide poteva essere confuso? Se si fosse trattato di una semplice macchina la risposta sarebbe stata un no deciso, ma quando si aveva un chip emotivo tutto era possibile. E Mid era decisamente confusa. Cosa stava succedendo su quella dannata nave? Perché i klingon avevano rapito il capitano Curzon? Erano una minaccia? Dei nemici da combattere? O si trattava di qualche problema personale tra il capitano e quel Kalos? Erano tutte domande senza risposta che ronzavano per il cervello positronico della ragazza.

"Non farò nulla." Si limitò a confermare, alle parole del capitano. Avrebbe voluto ringraziarlo per aver spostato la conversazione in standard federale e magari fare una battutina sul suo essere civile ossia innocua (sì, come no), ma non le sembrava il caso. Meglio non dar problemi e seguire le indicazioni di Curzon fino a quando non avesse chiara la situazione. Anche perché sembrava che il comandante avesse ben chiaro cosa stesse succedendo... o almeno le motivazioni per cui stava succedendo.

Non fece commenti alle parole del klingon, anche se avrebbe preferito che avesse chiarito qualcosa della situazione al posto di dirle di farselo spiegare dal trill. Ma il commento sul favore avrebbe potuto risultare un indizio importante. Una volta che il campo di forza fu rimosso, lanciò un'occhiata a Curzon, in attesa di quello che avrebbe fatto lui. Per quanto il 'seguitemi' fosse stato piuttosto chiaro, Mid aveva intenzione di adeguarsi alle azioni del superior... ok, del militare presente. Si sarebbe comportata da brava ed innocua civile fino a quando fosse stato necessario. Quindi, una volta che il capitano si fosse mosso lei lo avrebbe seguito, e avrebbe approfittato di quella specie di tour della nave per analizzare le reazioni dei klingon che incrociavano. Quello sguardo... era disprezzo? Superiorità? Mid non riusciva a comprenderlo. Una cosa, però, era certa: in quella nave nessuno sembrava contento di averli a bordo.
#6

Failure is not an option

Enomis Curzon | Joined Trill


Immagino di sì, pensò, dato che non ottenne risposta da Kalos, sospirò e diede un'occhiata a Midway e poi con le labbra le sorrise in un modo che pensava l'avrebbe rassicurata. Quando il campo di forze fu disattivato seguì la scorta Klingon, senza astenersi dal rispondere a Kalos circa quelle che erano le sue intenzioni avrò bisogno di concentrazione, di tempo... sospirai e aggiunsi prima che potesse replicare e di silenzio, vi voglio fuori quando inizierò... soppesò bene quelle parole, in un misto di cordialità e determinazione quasi ipnotico, o almeno quella era l'intenzione. Voleva che il Klingon acconsentisse.

Una volta dentro l'alloggio, si avvicinò a Midway senza curarsi troppo di cosa facevano i Klingon e cominciò a spiegarsi meglio. Mi spiace che tu sia stata coinvolta, non sarebbe dovuto accadere... il suo tono era dispiaciuto per davvero, le mani andarono a poggiarsi delicatamente sulle spalle di lei e ne percepirono la temperatura fredda. Un brivido gli percorse i polpastrelli, ma non lasciò la presa e le sue mani, semplicemente, si adattarono alla temperatura. Forse è meglio che ora ti spieghi un paio di cose l'accompagnai verso quello che doveva essere il letto e le feci cenno di sedersi accanto a me. Nella mia specie, i trill, alcune persone portano in sé un parassita nativo del nostro pianeta e dunque noi diventiamo per lui gli ospiti. E' una scelta personale, un grande onore su Trill, per diventare ospiti bisogna superare un addestramento molto mirato che non tutti superano. I simbionti hanno un'aspettativa di vita di moltissimi anni e possono arrivare ad avere anche più di quattro o cinque ospiti nel corso della loro vita... Come ti dicevo Danix fu un mio ospite molti anni or sono, fu coinvolto in un affare con i Klingon e fu ucciso, ma custodì un segreto a cui gli ospiti successivi di Curzon non possono accedere. L'unica opzione che ci rimane è il Rito dell'Emersione, un antico rituale nel quale l'ospite cede il passo al simbionte nel completo controllo del suo corpo e riemerge tramite la coscienza del simbionte la coscienza dell'ospite precedente, mi segui fin qui?

Rimase sul letto con lo sguardo fisso su Midway, pronto a dare qualche spiegazione più specifica, con la coda dell'occhio rimaneva allerta circa i movimenti dei Klingon, l'orecchio teso sulle loro conversazioni eventuali.

vai pure senza aspettare il master
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Marjorie Hye Midway | Android

Aveva seguito i klingon e Curzon senza fare nulla che potesse danneggiare l'attuale status quo. Per quanto non avesse la minima idea di quanto stesse succedendo e fosse abbastanza agitata, aveva deciso per il momento di mantenere un ruolo quasi passivo, di osservatore. Nel tragitto si era limitata ad ascoltare ed osservare, cercando punti di riferimento per analizzare la situazione e magari preparare un piano di emergenza. Insomma, non sembrava che i klingon volessero danneggiarli in alcun modo, ma nemmeno li vedevano come ospiti benvenuti, quindi era preferibile prepararsi al peggio e, nel contempo, far credere ai klingon di essere completamente innocua. Insomma, se avessero controllato i dati del teletrasporto (o l'avessero controllata con qualche tipo di sensore) si sarebbero resi conto che lei era un'androide, ma fin tanto l'avessero considerata una semplice umana, per di più civile, Mid ne avrebbe approfittato. Sempre che, naturalmente, non lo sapessero già e non importasse loro, ma senza avere abilità telepatiche Mid non poteva far nulla per accertarsene.

Una volta dentro l'alloggio, Mid non poté fare a meno di chiedersi perché i klingon li avevano condotti fin lì. Cosa volevano dal comandante di Earth Spacedock? Stava considerando se fare qualche domanda a Curzon, per quanto la presenza dei klingon la turbasse un po', ma prima che potesse decidere fu lui ad avvicinarsi a lei e a iniziare a parlare. Alle sue parole di scuse, Mid fece un lieve sorriso e disse: Non si preoccupi, non è un problema. Anzi, se c'è qualcosa in cui posso aiutare non si faccia scrupoli a chiedermelo. Insomma, non faceva proprio i salti di gioia all'idea di essere su di un astronave klingon (anche perché, nonostante nel suo database interno non ci fossero più dati sensibili della flotta stellare, comunque non credeva che suo padre sarebbe stato felice se la sua più avanzata opera fosse stata analizzata da uno staff di scienziati alieno) ma non poteva nemmeno farne una colpa a Curzon. Era successo, punto. E lei, nonostante ormai non facesse più parte della flotta stellare, non poteva far a meno di considerare come sua maggiore priorità quella di proteggere il capitano.

Seguì Curzon fino al letto e si sedette accanto a lui. Ascoltò con attenzione quello che lui le stava dicendo, sia perché sentiva il bisogno di schiarirsi le idee su quello che stava succedendo, sia perché quanto contenuto nelle sue parole erano una sorpresa per lei. Se avesse avuto ancora accesso al database federale, sicuramente avrebbe fatto una ricerca nel database medico per trovare qualche informazione su quei simbionti. Ma, non potendo farlo, era costretta a limitarsi alle sue conoscenze... e, no, non aveva mai sentito parlare di simbionti trill. Era solo una propria mancanza di informazioni o Curzon la stava rendendo partecipe di un segreto?

Quindi lei vive in simbiosi con un altro essere vivente, se ho ben compreso, Commentò, senza dimostrare preoccupazione o disgusto per la cosa. Per quanto fosse una novità per lei, Mid non riusciva a vedere nulla di male nella cosa. La simbiosi non era un atto negativo, diversamente dal parassitismo. Mid poteva accettarla senza pregiudizi. e ha bisogno di far riemergere alcuni ricordi, se non addirittura la coscienza, di un ospite precedente. Questa operazione può essere pericolosa per lei? Non intendo solo fisicamente, ma anche psicologicamente.
#8

Failure is not an option

Enomis Curzon | Joined Trill


Non ho mai partecipato a un rito dell'emersione rispose a bruciapelo, salvo poi aggiungere qualche dettaglio. La voce era ben ferma, forse la faceva grossa solo per rassicurare Midway, lui dal canto suo un po' proeoccupato lo era, ma cercava di tenere il volto ben disteso. L'unica cosa che poteva tradirlo erano le macchie tipiche dei trill sulla pelle, che si erano scurite segno della tensione del momento... Ma era certo che se anche qualcuno se ne fosse accorto, non avrebbe saputo interpretarlo come un segnale del suo stato mentale. però so come si fa, ed in teoria non dovrebbero esserci problemi... Dovrò fare tutto io, solitamente questo rito è presieduto da un guardiano non si soffermò più di tanto sui dettagli, ma Midway poté capire che il rito doveva iniziare subito.

Enomis si mise a terra, riluttante dato che si trattava di una cella klingon per niente pulita e incrociò le gambe come per iniziare a meditare, rivolse un ultimo sguardo verso Midway evita che i Klingon mi interrompano la guardò con sguardo di supplica, come a voler dire che era davvero una cosa importante, poi chiuse gli occhi e iniziò a respirare ritmicamente.

aziona, poi masterata e poi aziono di nuovo con enomis
#9

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Marjorie Hye Midway | Android

Se doveva essere sincera, le parole di Curzon non l'avevano rassicurata granché. Non le sembrava che il trill fosse certo di cosa andava incontro facendo quel rito dell'emersione senza la presenza di un guardiano... due termini che purtroppo a lei non dicevano molto. Eppure sembrava intenzionato ad andare avanti, a rischiare pur di dare risposte ai klingon.

Perché? Era il suo senso di responsabilità che l'aveva portato a prendere quella decisione? Voleva completare quello che un'altro ospite del suo simbionte non aveva portato a termine? Voleva assicurarsi che l'alleanza tra la federazione e i klingon non venisse compromessa da suoi problemi personali? Mid non ne aveva idea, ma non aveva altra scelta che supportarlo.

Ok, farò in modo che i klingon non possano disturbarla, capitano. Disse quindi, mentre Curzon chiudeva gli occhi e cominciava a respirare in modo ritmico. Si alzò dal letto, timorosa di disturbarlo con la sua presenza mentre entrava in un eventuale stato meditativo, e si allontanò di qualche passo, in direzione dell'ingresso e dei klingon. Per Mid non c'era molta differenza tra il star seduta e il rimanere in piedi ad attendere: come androide non trovava nessuna delle due azioni particolarmente stancante. Quindi si sarebbe piazzata simbolicamente tra il comandante e i klingon, e avrebbe fermato chiunque avesse tentato di interromperlo. Non che avesse in previsione di fare a botte con qualcuno - troppo rumoroso e troppo rischioso - ma non escludeva l'uso della forza se la diplomazia non avesse funzionato.
#10

Failure is not an option

Enomis Curzon | Joined Trill


Enomis non sapeva ancora se poteva riporre in Midway il 100% della sua fiducia, ma confidava nel fatto che per uscire da quella situazione per l'androide non ci fosse altra alternativa che collaborare con lui. Ed in effetti l'ultima cosa che vide prima di chiudere le palpebre fu proprio Midway che si portava tra lui e i Klingon, intimandoli di non interromperlo. I Klingon capirono, c'ero uno strano interesse da parte del capitano a lasciare Enomis in pace, tanto che ad un certo punto i Klingon se ne andarono affermando che sarebbero tornati quando il Trill fosse stato pronto.

Chiuse le palpebre il Comandante di Earth Spacedock non era esattamente sicuro di ciò che faceva, non era nemmeno sicuro del fatto che ne sarebbe uscito illeso, ma confidava in Curzon e nella sua saggezza ed esperienza. Concentrò le sue attenzioni sul battito del suo cuore e sulla respirazione, lasciando a Curzon il completo controllo del rito. Era ancora seduto a gambe incrociate, con gli occhi chiusi e per chi dovesse vederlo sembrava immobile, eccezion fatta per la respirazione lenta e ritmata.

Enomis, zhian'em vok... Tu Curzon, zhian'taniem ress... Zhianar'par, Danix garu'koj... le parole in lingua Trill gli fluirono fuori dalla bocca come una filastrocca, ben ritmate, con molte pause, quasi come se stesse cantando. Il tono di voce era leggermente più profondo del suo solito e le macchie sulla sua pelle risultavano schiarite, impallidite molto più del solito.

Infine il corpo di Enomis si risvegliò in preda ad uno spasmo e fece un respiro profondissimo... Proprio come se avesse trattenuto il fiato a lungo e stesse riemergendo ora.

di nuovo, no master a questo giro Smile
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